L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha da poco confermato che i telefoni cellulari possono provocare il cancro, elencandoli nella stessa categoria con il piombo, con gli scarichi del motore e con il cloroformio. Adesso tutti sono d'accordo che i cellulari rappresentano un grave rischio. Sappiamo che emettono radiazioni, che non è una buona cosa.
Ecco i 10 modi per ridurre l'esposizione:
1. Utilizzare il vivavoce o un auricolare.
Utilizzando un auricolare è meglio che tenere il telefono davanti il viso. Ma la radiazione passa ancora attraverso il bluetooth e gli auricolari. Una opzione più sicura è una "camera d'aria" auricolare. Invece di usare un cavo conduttore di radiazione potete utilizzare questi set che trasmettono l'audio attraverso un tubo.
2. Tenere il telefono lontano dal corpo
Il modo migliore per evitare l'esposizione alle radiazioni è quello di tenere il cellulare lontano dalla testa o dal corpo. Portate il cellulare in borsa - ovunque, tranne che in tasca o alla cintura, dove i tessuti del corpo possono assorbire le radiazioni.
3. Scrivere è meglio che parlare
Quando scrivi sms, il cellulare deve solo mettersi in contatto con la torre del telefonino per un momento - al contrario di una conversazione telefonica di 15 minuti. Inoltre, chi non preferisce un'sms alla segreteria telefonica?
4. Non chiamare quando il segnale è una barra o meno
Un minor numero di tacche sul telefono significa che lavora di più ed emette più radiazioni per ottenere il segnale dal ponte radio. Effettuare chiamate quando il segnale è forte.
5. Attendere per il collegamento della chiamata prima di metterlo all'orecchio
I telefoni cellulari emettono più radiazioni quando provano a connettersi alle torri cellulari (ponti radio).
6. Tenere i bambini lontani dai cellulari
I cervelli ed i tessuti della pelle dei bambini sono più vulnerabili alle radiazioni dei cellulari. Le autorità sanitarie in Gran Bretagna, Francia, Germania e Russia hanno lanciato avvertimenti di non permettere ai bambini piccoli di usare telefoni cellulari per lunghi periodi, se non del tutto.
7. Parlare di meno!
Nella nostra epoca di distrazione, a volte è bello staccare la spina.
8. Riagganciare mentre guidate
Questo è un colpo duro per me, perchè mi piace parlare al telefono mentre guido. Ma quando sei in un veicolo in movimento come una macchina o in treno, il telefono non prende sempre e allora torniamo alla regola 4: "Effettuare chiamate quando il segnale è forte."
9. Acquistare un telefonino con un SAR basso
In altre parole, un telefono cellulare che emette radiazioni basse. Il mio amato iPhone è ok, e credo che vedremo molte più opzioni in futuro.
10. Utilizzare un telefono fisso
E' da vecchi, lo so! Ma questo è il modo più sicuro di parlare al telefono. Non so voi, ma io sono un po' nostalgica quando penso ai tempi in cui, a casa, avevamo un solo telefono.
Si, lo si capisce anche dalla batteria degli smartphone che dura pochissimo…..
Penso la faccenda sia abbastanza complessa e possa variare da modello a modello di cellulare. Però in linea di massima hai ragione
Il cordless casalingo ha una potenza molto minore rispetto al cellulare. Il cellulare arriva fino al ponte radio, anche a chilometri di distanza invece il cordless deve arrivare solo alla base, 50-100 metri. Poi in genere la frequenza è piu bassa.
Direi che stiamo discutendo (noi) e cercare ancora di capire (la comunità scientifica) gli effetti negativi dei cellulari sull’uomo. Per quanto riguarda i cordless direi che si può stare tanquilli 🙂
Ciao Aurelius,
tenere il cellulare lontano dal corpo (SEMPRE) è scritto addirittura nelle istruzioni di alcuni modelli!
Se il cellulare non ha una telefonata attiva, emette lo stesso radiazioni, anche se di intensita minore, infatti è sempre connesso al ponte radio e scambia continuamente informazioni, piu o meno frequentemente in base a diversi fattori come ad esempio se hai delle funzioni aggiuntive attivate come ad esempio la posta elettronica.
Quindi, se NON stai telefonando le emissioni sono basse, però se lo tieni vicino al corpo per molte ore alla fine della giornata hai subito una esposizione paragonabile al tempo di una telefonata…..
Infine, se il telefonino è spento (REALMENTE SPENTO) non emette niente.
Per essere sicuro che sia realmente spento dovresti togliere la batteria, ma questa info è al limite della paranoia 🙂
Tutto dipende dal software che gestisce il cellulare, quindi, nella maggior parte dei casi se il cellulare è spento, E’ SPENTO, però in alcuni modelli, con relativo software, il cellulare anche da spento può comunicare con il ponte radio. Se togli la batteria il problema è risolto 🙂
Inoltre, il cellulare NON è mai spento realmente , ma è spento il display, ma il microcontroller è attivo (magari in sleep) perche monitorizza sempre il tasto di accensione……
Comunque nei casi di cui stiamo parlando il livello di emissioni non mi preoccuperebbe, ti ricordo che l’oms parla di possibili danni se si usa il telefonino in comunicazione, vicino all’orecchio, per piu di mezzora al giorno per 10 anni. Già non avvicinarlo all’orecchio in comunicazione potrebbe ridurre l’esposizione, cosi a spanne, di almeno un decimo e quindi se lo rapportiamo alla mezzora citata dall’oms parliamo di potenziali effetti dopo 100 anni di utilizzo….
Diciamo che la soluzione sta in un uso responsabile, preferendo l’auricolare ed evitando paranoie.
Io non la dire proprio così però concordo con Emanuele, in linea di massima hai ragione.
Il punto della questione è: più il cellulare è distante dalla BTS più, visto che è perennemente in roaming, consuma potenza per cercare di “agganciarsi” e farsi vedere (o meglio, sentire) dalla BTS più vicina.
Quindi, si…meno “tacche” il cellulare ha, più sei esposto alla massima potenza che il cellulare può irradiare.
(ci tengo a ribadire che il sistema delle “tacche” non è una misura fatta su scala universale ma OGNI modello di cellulare ha il suo misuratore e “tira fuori” una SUA stima)
Ma quali sono le conseguenze dell’altro estremo, ovvero avere una BTS ogni 5 metri?
Innanzitutto, c’è un problema di estetica e di inquinamento visivo, che magari potrebbe essere qualcosa su cui, ogni tanto, a tempo perso, soffermarsi.
Poi c’è un problema oggettivo: la BTS ha una potenza irradiata a sua volta, un suo raggio d’azione ed ostacoli fisici possono impedire la perfetta copertura. A questo punto, chiunque sano di mente arriva alla conclusione: facciamo irradiare più potenza alla BTS. Così, gli ostacoli non sono più un problema.
Giusto. A rigore non fa una grinza…
Ma è proprio qui che la materia diventa interessata da temi di pubblica sicurezza e sanità! Le domande diventano:
1) quanto fa male?
2) quanta potenza irradiata COSTANTE possiamo tollerare?
Per chi fa radioterapia, per i tecnici di radiologia esistono periodi obbligatori di ferie pagati che PERIODICAMENTE essi sono chiamati a prendere per SMALTIRE la quota parte di radiazioni che il loro lavoro li costringe ad assumere.
È vero che le radiazioni sono molto diverse.. Quelle di cui stiamo trattando sono NON-ionizzanti.
Ma il punto di tutto questo discorso è che è proprio questo il campo tutto nuovo che VA ISPEZIONATO ora.
In nome del mercato, dei servizi e dell’offerta, abbiamo creato un sistema che abbiamo considerato, come tutti i buoni ingegneri fanno, non nocivo in prima approssimazione e sui dati scientifici alla portata e alla conoscenza di tutti.
Ora è giunto finalmente il momento di indagare gli aspetti che abbiamo finora ritenuto “del second’ordine” 🙂
…usa microonde a radio frequenza per comunicare. Occupa, nello spettro, le frequenze tra 2.402 GHz e 2.480 GHz.
La potenza massima d’uscita è un parametro che permette di dividere questi dispositivi in 3 classi differenti: 1, 2 e 3. Rispettivamente esse si riferiscono a dispositivi che hanno una potenza d’uscita pari a 100 mW, 2.5 mW, and 1 mW.
Ciò porta a classificare i dispositivi in Classe 1 al pari di un normalissimo cellulare. (in taluni casi è anche molto peggio)
La classificazione pone, dunque, i dispositivi in classe 2 e 3 al di sotto della fascia che definisce i dispositivi come potenzialmente nocivi.
Dal punto di vista di quanto irradia, dunque, usare un auricolare Bleutooth in Classe 1 non è diverso dall’avere il cellulare attaccato all’orecchio.
Per quanto concerne ancora il Classe 1, va specificato che il massimo della potenza d’uscita va identificato in termini ed in relazione anche al tipo di comunicazione. Per cui è 100 mW per il Bluetooth ma 250 mW per UMTS W-CDMA, 1 W per GSM1800/1900 e 2 W per GSM850/900.
Ed ovviamente continua a valere che più a lungo sei esposto, maggiore è la potenza da cui sei investito.
Ciò che dici sul fatto che la Polizia può rintracciare chiunque abbia un cellulare “realmente” acceso è giustissimo.
Infatti, il protocollo su cui lavorano i cellulari è il GPS che è l’abbraviazione di NAVSTAR GPS, a sua volta acronimo di NAVigation Satellite Time And Ranging Global Positioning System.
Si tratta di una tecnologia militare (adesso aperta al “grande pubblico perché…beh, la tecnologia avanza… :D) sviluppata con lo scopo di creare un sistema di posizionamento e navigazione satellitare che fornisce la posizione in ogni condizione meteorologica, ovunque sulla Terra, o nelle sue immediate vicinanze. 🙂
Staccare la batteria mette comunque a riparo da tutto ciò perché, per funzionare, i sistemi cellulari hanno bisogno di essere alimentati e l’elettronica all’interno del cellulare ha bisogno di essere polarizzata => di un’alimentazione in continua => della batteria.
Perché non è possibile trasmettere la continua via etere? Facile, l’aria è un mezzo di tipo passa-banda.
E meno male, se no la “220” ci folgorerebbe tutti 🙂
I cordless utilizzano un protocollo di comunicazione che si chiama DECT (DECT\GAP).
Il DECT (Digital Enhanced Cordless Telecommunication) è un sistema di telefonia che è stato standardizzato dall’ente europeo di standardizzazione (ETSI – European Telecommunication Standards Institute), così come il GSM.
La base di un telefono DECT emette, nel caso peggiore, 250 mW ERP (per i modelli USA invece questo valore è pari a 100 mW) dove la sigla ERP è acronimo di Effective Radiated Power.
Per il caso più comune, in cui si utilizzi un solo cordless per base, la potenza si riduce a 10 mW ERP (che egli USA sono circa 4 mW). Quando non è in uso, ovvero se non si sta telefonando, la potenza trasmessa dalla base si riduce a 2,5 mW.
Alcuni modelli, a basso consumo, disattivano il base durante la ricarica del terminale consentendo alle emissioni, di fatto, di annullarsi.
La potenza utilizzata è, quindi, di molto inferiore rispetto ad una antenna di telefonia cellulare, anche perchè qui le distanze in gioco sono sicuramente molto iferiori. Una cella per telefonia mobile ha un raggio d’azione di circa 100 m mentre i cordless non permettono, tipicamente, copertura oltre i 50.
Tuttavia, in considerazione della presenza della base direttamente nelle abitazioni, anche una bassa potenza determina livelli di campo elettromagnetico che sono confrontabili con quelle generate dai sistemi di telefonia cellulare GSM (@1800) ed UMTS.
Le emissioni aumentano con l’aumentare dei terminali connessi alla stessa base e con il numero delle conversazioni contemporanee.
In caso di sei conversazioni contemporanee, sono stati misurate intensità di campo superiori a 2 V/m a 50 cm di distanza da una base (ovvero circa un terzo della soglia di attenzione prevista dalla legislazione italiana) mentre una base in stand-by genera un campo di 0,5 V/m circa, a parità di distanza.
L’effetto di una base DECT è, quindi, assimilabile ad un terminale GSM continuativamente in conversazione solo nel caso in cui vi siano sei conversazioni contemporanee.
Considerato che l’intensità di un campo centrale nello spazio tridimensionale è inversamente proporzionale al quadrato della distanza, per ridurre a titolo preventivo i livelli di esposizione ai campi elettromagnetici è più che sufficiente tenere la base DECT lontana mezzo metro da luoghi di soggiorno o di riposo.
I limiti di potenza e quindi di campo elettromagnetico generato precedentemente indicati valgono solo per gli apparati omologati. L’omologazione di questi dispositivi è garantita dalla presenza della Marcatura CE 0682.
La risposta non è certa. Nella comunità scientifica alcuni risponderebbero si, altri no. Il mio consiglio è di evitare comunque lunghe esposizioni (1 ora) e, mentre aspettiamo notizie certe, usare l’auricolare (con il filo).
Usare l’auricolare, col filo, è certamente meno pericoloso.
Rende la superficie della testa meno esposta al campo diretto proveniente dall’antenna ed in generale ad una potenza irradiata meno intensa.
D’altronde, è il caso di stare attenti anche a dove il cellulare sta mentre tu usi l’auricolare. 🙂
Se, per capirci, lo porti nel frattempo nnella tasca dei pantaloni, non abbiamo fatto molto 🙂
L’ideale sarebbe un borsello in modo tale da tenere sempre il cellulare ad una distanza di 2 cm circa dal corpo.
Cerca di non usare gli auricolari bluetooth perchè se no non è cambiato niente 😀
La tua è una domanda legittima ma rispondere non è assolutamente facile.
Ho letto l’articolo ma non sono ancora in grado di rispondere alla tua domanda e ti spiego perché.
Il primo aspetto che mi lascia un po’ perplesso riguarda l’ultima volta che ad esprimersi è stata l’organizzazione mondiale della sanità. Come saprai, infatti, l’OMS ha dichiarato che i cellulari sono potenzialmente cancerogeni e quindi rappresentano un potenziale danno per la salute pubblica.
Nulla di simile, però, è stato detto rispetto a tutti gli apparecchi Bluetooth, Wi-fi e similari, cosa che sembra abbastanza strana per uno che capisce che stiamo parlando di radiazioni non ionizzanti sempre nello stesso ambito di frequenze…
Il secondo aspetto è più specificatamente connesso al fatto che Repubblica, come tutti i giornali, hanno bisogno di vendere e pertanto puntano al sensazionalismo per fare notizia.
Sono sempre tentato di prendere con le pinze le notizie “rivoluzionarie” o di epocale e straordinaria novità che vengono dai giornali e tipicamente cerco di evitare tutti quegli articoli che nel titolo utilizzano parole o termini altisonanti.
L’idea dello scandalo vende! Ed io tipicamente non compro 🙂
Il terzo aspetto è relativo al fatto che non sono informato su quali siano i reali dati di vendita di tutti gli auricolari in commercio al momento. Mi spiego meglio: se io sono un produttore di telefoni cellulari e devo all’interno della scatola inserire un auricolare con il filo e produrre questo auricolare mi costa, cercherò di abbattere i costi. Se convinco la gente che non serve, allora sarà proprio la gente che non vorrà più che ci sia incluso nella confezione.
Così io posso risparmiare.
Questa banale malignità ci catapulta automaticamente verso il quarto aspetto: gli studi scientifici hanno dei finanziatori i cui scopi non sono necessariamente sempre il piacere della scoperta scientifica…
Siccome, però, mi rendo conto che quella che sto scrivendo non è una risposta alla tua domanda ma piuttosto si tratta di un’affermazione del tipo “non lo posso sapere”, facciamo così io adesso mi metto a cercare qualche dettaglio su chi ha finanziato questo studio, dove è stato fatto, quali sono le condizioni degli esperimenti condotti che hanno portato queste conclusioni, che cosa è cambiato in questi 12 anni e poi esprimo un mio parere 🙂
che ne pensi?
comunque, toglimi una curiosità: come ci sei incappato in questo articolo? Voglio dire, è piuttosto vecchiotto 🙂
Salve, volevo capire se e che tipo di prioblemi possono arrecare le radiazioni di cellulari alle parti intime, dato che spesso i ragazzi(compreso mio figlio di 14 anni) passa ore con il telefonino tra le gambe ad inviare sms o giocare on-line.
Grazie
Ciao.
Allora, guarda: intanto posso dirti che di rischi accertati, ovvero conseguenze patologiche confermate e comprovate, accertate in via definitiva, non ce ne sono!
Si sta ancora studiando il fenomeno e si va un tantino a rilento, anche per via degli evidenti interessi economici che animano e popolano la società in cui viviamo.
Di certo c’è questo: i cellulari utilizzano campi elettromagnetici impulsati ed il rischio è dato dal fatto che forniscano energia ai tessuti vicini alternandone non solo la temperatura di funzionamento (fatto accertato!) ma anche il funzionamento in quanto tale (fatto non comprovato in via definitiva!).
Tuttavia i cellulari sono stati dichiarati dall’OMS potenzialmente cancerogeni e pertanto il loro uso DEVE essere confacente le precauzioni indicate sul manuale (ed è l’unica sezione del libretto di istruzioni che NESSUNO legge)! 🙂
Ti consiglio, intanto, la lettura di queste pagine:
http://it.emcelettronica.com/radiazioni-dei-cellulari-quando-telefoniamo-%E2%80%98cuociamo%E2%80%99-nostro-cervello-microonde
http://it.emcelettronica.com/%C3%A8-possibile-ridurre-le-radiazioni-dei-cellulari-si-ma
http://it.emcelettronica.com/onde-elettromagnetiche-dei-cellulari-indice-di-assorbimento-sar-e-normative
ed in definitiva ogni articolo che trovi qui:
http://www.google.com/cse?cx=008025758855854363206%3Aceuhvxwadvc&ie=UTF-8&q=cellulari&sa=CERCA&siteurl=it.emcelettronica.com%2F&ref=&ss=1947j1228451j9#gsc.tab=0&gsc.q=cellulari&gsc.page=1
Ce ne siamo occupati parecchio ed anche io ho dato il mio piccolo contributo.
Risultati clinici condotti su roditori ed altre cavie hanno dimostrato che l’esposizione riduce drasticamente la fertilità maschile e può creare problematiche anche nel corso della gestazione.
Insomma, queste problematiche sono straordinariamente bipartisan tra uomo e donna anche se, evidentemente, affliggono fasi ed aspetti differenti. 🙂
Consiglio VIVAMENTE di scegliere il cellulare PRIMA cercando il valore di SAR più basso e urgendo i commercianti perchè espongano PRIMA quel parametro e POI il resto, piuttosto che fare quello che certamente vien fatto oggi ovvero scegliere prima la marca, poi le caratteristiche ed ignorare criticamente il SAR anche concentrandosi solo sul prezzo 🙂
Cercare su internet i valori di SAR dei dispositivi può essere difficile pertanto consiglio di cercare direttamente il manuale di ciascun dispositivo PRIMA di effettuare qualsiasi acquisto…
Grazie per la tempestiva risposta, so benissimo ke ci diranno la verità quando sarà troppo tardi.
Secondo te si potrebbero creare tessuti isolanti per schermare dalle onde alcune zone tipo tasche pantaloni, borse, marsupi…..
Considerate le potenze in gioco io suppongo basterebbe rispettare le distanze indicate (perfino) nei manuali…
Mantenere una distanza di 4 cm almeno (se non di più) dai dispositivi quando sono in funzione, specie se si hanno attivi contemporaneamente sistemi UMTS, GPS, Wi-Fi, Bluetooth & co…
E poi, usare l’auricolare (col filo!!!).
Tenere il cellulare in una borsa, o zaino (tanto ormai ne abbiamo una ad ogni età!!!)…
Sarebbero davvero cose semplici da fare… 😉
Cmq in un servizio delle iene di domenica scorsa
http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/371322/viviani-il-cellulare-fa-male.html
hanno dimostrato che la diminuzione sensibile delle radiazioni, c’è dai 40 cm in poi e non 2-4 cm come scritto sui manuali dei cell.
Speriamo che la tecnologia si evolvi anche o meglio soprattutto pensando alla ns salute.
Ciao e Grazie.
Senti, io ora lo guardo cosa c’è a questo link però…occhio a considerare fondate le notizie che vengono da “Le iene”, eh?!
Stiamo parlando di un format di bassissimo livello con nessun contenuto scientifico comprovato o accreditato che ha più o meno lo spessore di Striscia la notizia…
È robetta da pre-serata su tv commerciale, per intenderci 😀
Per intenderci: non stiamo mica parlando di Super Quark 😉
Comunque ora guardo e poi ti dico cosa ne penso.
L’uso del roaming aumenta il rischio radiazioni?
Grazie.