In Italia riciclare i rifiuti, almeno per quello che ne so io, non è un processo molto diffuso. Riciclare i componenti elettronici lo è ancora meno. Chi immaginerebbe un business da 75 milioni di dollari l'anno grazie al riciclo dei vecchi componenti elettronici? Ebbene, nel villaggio cinese di Guiyu questo business è una realtà. Tutte le schede elettroniche, ossia le schede che contengono componenti (resistenze, condensatori, ecc.) vengono ammucchiate in enormi cataste (nella foto sottostante possiamo averne una idea).
Quindi le schede vengono selezionate secondo la tipologia (vedi foto sottostante)
e infine riscaldate in modo da staccare i componenti dalla piastra (vedi foto sottostante).
Quello che viene fatto è un lavoro certosino, i componenti elettronici vengono prelevati uno per uno, separati in base alle loro caratteristiche (immaginate cosa vuol dire separare le resistenze e i condensatori in base al loro valore!) e messi in contenitori dedicati (vedi foto sottostante).
E' chiaro che il giro di affari ha tali proporzioni (stiamo parlando di 75 milioni di dollari annui ) perché viene fatto in Cina (ma viene fatto anche in India anche se non so con che volume di affari).
Stiamo parlando di paesi poveri dove il costo della mano d'opera è quasi nullo, dove vengono impiegati anche i bambini e gli anziani per 12-14 ore continuative. Le condizioni di sicurezza sono inesistenti e anche i danni alla salute non vengono considerati (provate a scaldare una piastra e a respirare i fumi che provengono, vedrete che vi mancherà il respiro). Anche i danni all'ambiente non sono presi in considerazione perché i materiali residui andrebbero smaltiti opportunamente con conseguente aumento dei costi e riduzione dei ricavi. In Europa l'industria elettrica ed elettronica rappresenta uno dei maggiori settori produttivi, per darvi un'idea posso dirvi che già nel 1998 vennero prodotti sei milioni di tonnellate di rifiuti elettronici, figuriamoci oggi dopo undici anni di sviluppo tecnologico. Pertanto il riciclo dei rifiuti elettronici è un vero business anche in Europa, ma è impensabile avere gli stessi ricavi che si possono ottenere in paesi come la Cina o l'India.
Source: http://neoncobra.blogspot.com/2009/01/how-recycled-electronics-in-china.html
Pensavo che il recupero dei componenti fosse fatto solo dagli appassionati di elettronica, e invece scopro che in alcuni Paesi e’ addirittura un business. Personalmente ritengo che a livello hobbistico il recupero componenti non vada disprezzato, anzi e’ un ottimo mezzo per rifornire il laboratorio a costo praticamente nullo. E’ altrettanto importante e raccomandabile lo smaltimento del materiale elettronico non piu’ utilizzato o recuperabile: la maggiorparte dei Comuni in Italia ha un proprio centro di smaltimento (spesso chiamata “piattaforma ecologica”) che si occupa della raccolta a costo nullo per i residenti.
Penso sia sempre bello rendersi conto che anche un sito internet che frequenti da tanto tempo e che pensi di conoscere abbia dei contenuti che ancora non conoscevi…
Ti dà la sensazione che sia molto più grande del tuo piccolo universo mentale 🙂
Questo è un articolo molto interessante che per me dimostra due cose molto importanti:
– da un lato, ci testimonia come esistano regioni nel mondo in cui ciò che per noi è spazzatura è, in realtà, fonte di benessere. Questo dimostra univocamente la seconda delle implicazioni
– noi non abbiamo imparato a dar valore alle cose. L’occidente, il suo modello economico non sono sostenibili perchè c’è chi deve arrabattarsi con gli scarti di altri per determinare l’economia nazionale o il proprio sostentamento.
Alla luce di queste considerazioni, ha davvero senso che noi ci lamentiamo del fatto che in Cina o in India alcune nazioni del G8 o del G20 hanno trovato una concorrenza spietata?
Non sarebbe più giusto rivedere i concetti di economia e modello di sviluppo in chiave della sostenibilità?
E poi una domanda per cultura personale: rispetto alla data di pubblicazione di questo articolo, ci sono novità o aggiornamenti?