Le reti IoT sono molto dense e comportano una grossa mole di dati generati.
Quando si ha a che fare con grosse moli di dati grossolani e da catalogare, ovvero i big data, siamo di fronte a un grande problema.
I dispositivi che costituiscono le reti IoT non hanno una potenza elevata, motivo per cui trasferire, catalogare e gestire grosse quantità di dati diventa un grande problema.
Se consideriamo una strada alternativa, ovvero gli smart data, possiamo ottimizzare l'analisi dati proveniente da decine di migliaia di dispositivi.
Credo che una nuova professione sarà quella dell’analisi degli SmartData. I BigData possono essere presi in considerazione tutti, ma la scrematura o il risultato di un’analisi deve concentrarsi sui pochi dati rilevanti che ci servono effettivamente. Ad esempio uno scopo di raccolta dei dati può essere quello di attuare una manutenzione predittiva: i dati raccolti da sensori di vibrazione, vengono trasformati in frequenza e dall’analisi delle frequenze, posso determinare se un motore è perfetto o se si sta avvicinando un guasto, e anche sapere il tipo di guasto: in questo caso i dati raccolti posso anche non archiviarli se il mio scopo e prevedere anomalie di guasto. Oppure una rete di 100 sensori può generare dati ridondati e quando un sensore si guasta, lo si intercetta subito.
Mi piacerebbe leggere un articolo dove si fa un’analisi concreta dei dati, per uno scopo ben preciso. Grazie!
Mettere in relazione l’IoT con i BigData, porta subito a pensare alle richieste di elettrodomestici, contatori, etc. Nulla però di paragonabile ai dati raccolti da transazione di carte di credito e/o debito, passaggi autostradali, telecamere a riconoscimento e così via (che non sono propriamente classificati in IoT.
Resta difficile definire in maniera univoca cosa in questi dati si possa catalogare come “smart”, almeno per l’utente generico. Mi verrebbe più da dire che smart dovranno essere i protocolli di raccolta ed instradamento più che il dato in se (se io quel dato lo sto raccogliendo è perché mi interessa processarlo).
Insomma come si fece per il linguaggio HTML a quando un comitato standardizzatore per i Big Data?
Gli Smart Data per essere tali devono consentire di ridurre la memorizzazione delle grandi quantità di dati che caratterizzano i Big Data, andando a fare una filtrazione delle info significative e scartando a priori quelle di poco interesse.
Ritengo che sia un’azienda che l’industria, un settore dove l’applicazione dei big data e smart data facciano da portante, ossia di utilizzarli in maniera appropriata per risolvere i problemi e migliorare la produzione. un concetto che serve a identificare l’insieme dei dati raccolti dalle macchine. Informazioni che, se analizzate correttamente, permettono all’impresa di ottenere numerosi vantaggi.