Microprocessori – il motore dei dispositivi elettrici

I microprocessori sono il cervello e il motore dei dispositivi elettrici ed elettronici: dai potenti server ai piccoli telecomandi che teniamo in mano ogni giorno. Uno sguardo d’insieme sui microprocessori di oggi e di domani, fulcro di un settore a elevato tasso di innovazione e altamente competitivo.

Il mercato dei microprocessori per computer sta vivendo una nuova stagione di fermento con le principali due industrie del settore, Amd e Intel, di nuovo sul fronte a combattere per lo scettro del prodotto migliore. Sullo sfondo,ma con un fragore che arriva chiaro fino al campo di battaglia, si scorge Cell, il nome che Ibm, Sony e Toshiba hanno dato al processore di nuova concezione che equipaggerà la PlayStation 3. Cell, il cui nome completo è Cell Broadband engine architecture (Cell Bea) sarà nuovo, potente e, soprattutto, scalabile: un’architettura modulare consentirà il suo passaggio dalla console per videogiochi a un sistema server o a un apparecchio tv con poche modifiche.

I produttori di processori e di console da gioco sembrano ignorare il piccolo enfant prodige, declassato a parvenue un po’ spavaldo. Forse anche per paura. I microprocessori per Pc sono uno dei segmenti più competitivi dell’intero comparto It e uno dei più ricchi del mercato dei semiconduttori che, nel 2005, ha fatto registrare un giro d’affari di 230 miliardi di dollari e, secondo le previsioni della Semiconductor industry association, si appresta a mantenere un tasso di crescita del 9 per cento almeno fino al 2009. Del segmento, Intel e Amd si spartiscono quasi l’intera torta, con la seconda sopra il 20 per cento della market share e con il colosso di Santa Clara sotto il 75 per cento. Il restante 3 per cento va a Via e a Transmeta.

Microprocessori: Amd vs Intel

Sebbene Intel sia un colosso da quasi 39 miliardi di dollari di fatturato,mai come in questi ultimi mesi ha sofferto la concorrenza di Amd, che di fatturato ne registra poco meno di 6. Chi avesse la ventura di passare per Times Square da qui alla fine dell’anno potrà vedere un enorme cartellone pubblicitario che riporta i dollari che, in tutto il mondo, si sarebbero potuti risparmiare utilizzando nei sistemi server un processore Amd. Il calcolo è partito lo scorso maggio da 1 milione di dollari, stimati sul numero di processori venduti da Intel a partire dall’aprile 2004, da quando cioè Amd ha introdotto la sua serie di chip della linea Opteron. Grazie all’efficienza di questo prodotto l’azienda ha guadagnato, secondo i dati di Mercury Research, il 22 per cento di un segmento, quello dei processori per server, da sempre dominato dalla casa di San Jose: solo fino a un anno fa i rapporti erano ben diversi con Intel al 93 per cento e Amd al 7.

Microprocessori: le innovazioni del presente

Intel non è certo rimasta a guardare l’erosione delle sue quote di mercato. Le contromosse sono state messe in atto proprio a partire dal comparto server: lo scorso 26 giugno ha presentato, in anticipo rispetto alle aspettative, la nuova linea di processori basati sulla microarchitettura Intel Core, con cui equipaggerà tutta la linea di processori per server, desktop e laptop e che sostituirà Pentium come prodotto di punta. La nuova linea di processori per server, chiamata sempre Xeon, promette di essere – stando a prove comparative messe in piedi dalla stessa Intel – diverse volte più veloce di Opteron e, soprattutto, assicura bassi consumi.

La sorpresa Freescale nei microprocessori

Ma non solo di Pc vive il mondo dei semiconduttori, anzi, se guardiamo ai volumi, la polpa è in altri luoghi. Automobili, televisori, lavatrici, frigoriferi, ferri da stiro: ognuno di questi dispositivi ha bisogno di elaborare informazioni, velocemente, in spazi ridotti e a costi minimi. In questo caso non è più necessario un processore, ma un vero e proprio piccolo computer integrato in un chip, un cosiddetto microcontrollore. Se Intel e Amd, nei primi sei mesi dell’anno, hanno fatto registrare consistenti perdite in borsa (meno 24 per cento Intel e meno 20 per cento Amd), Freescale ha segnato un progresso del 17,2 per cento. Freescale ha anche messo radici piedi in molti possibili killer market futuri: l’interconnessione dei dispositivi di tutti i giorni, come quelli che equipaggiano le case digitali (domotiche), e le applicazioni per telefonia mobile. La domotica è una sorta di Eldorado di questo settore: ogni piccolo dispositivo della casa, dal termometro agli allarmi, deve elaborare informazioni per sé e dialogare con tutti gli altri. E in ognuno di questi dispositivi deve essere presente un microcontrollore. Sul fronte dei dispositivi mobili è strategica invece la crescita del VoIP.

Microprocessori: supercomputer in un chip

Un po’ di Freescale c’è anche nel suddetto Cell. L’anima PowerPC, la piattaforma di processori sviluppata da Ibm e Motorola/Freescale per Apple, è stata trapiantata nel processore sviluppato da Ibm in collaborazione con Sony e Toshiba, nei suoi avanzati laboratori di East Fishkill, nello stato di New York.

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