Ricordare le password? C’è il trucco!

Saper scegliere la propria password è molto difficile: bisogna cercare di non essere banali, non utilizzare informazioni personali ma soprattutto saperla conservare adeguatamente. Oggi di password ognuno di noi ne ha tantissime. Come facciamo a ricordarle tutte? Ecco un trucco che potrebbe essere proprio la risposta che stiamo cercando.

Oggi come oggi la nostra identità virtuale è una realtà concreta e proteggerla adeguatamente è assolutamente necessario. Più o meno giornalmente ognuno di noi per svago visita dai tre ai quattro siti Internet che molti di questi prevedono una registrazione. Poi ci sono le e-mail e tanti altri servizi a cui si accede tramite autenticazione. Usare un'unica password sarebbe veramente molto pericoloso e soprattutto molto fragile dal punto di vista della sicurezza.
Di password ormai ne abbiamo tantissime: almeno uno per la posta elettronica, una per ciascun social network, una per ciascun sito di e-commerce per chi fa acquisti on-line, poi ci sono gli account per i servizi di home-banking (per chi ce li ha) e così via dicendo.
Come si fa allora a tener traccia di tutte le password che si hanno in giro per la rete?

C'è chi sulle nostre pagine ha proposto un progetto per tenere insieme le proprie credenziali.

Un gruppo di ricercatori, invece, ha ideato un trucco molto semplice che sfrutta la facilità con cui può essere richiamato alla memoria. E l'idea è quella di potenziare il metodo tramite un'apposita app.
Il punto è che c'è la necessità di gestirne davvero tante e per questo devono anche essere efficaci. Molte tra di loro non hanno grande attinenza ed è per questo motivo che, spesso, è difficile ricordarle tutte.

Un criterio per mettere alla prova la propria password è quello di generare una combinazione alfanumerica che un familiare, un amico, un conoscente, una persona vicina non sia in grado di indovinare entro cinque tentativi. Nel contempo, però, deve essere sufficientemente complessa in maniera tale da non poter essere capita mentre la si guarda digitare una volta sola.

Con queste priorità e questi criteri in mente, alcuni informatici della Carnegie Mellon University si sono ispirati al metodo Persona-Azione-Oggetto, o PAO,  descritto di Joshua Foer nel suo libro L'arte di ricordare tutto (Longanesi, Milano 2011), sia per cercare il metodo di memorizzazione più utile e proficuo sia la creazione di dispositivi che aiutino a memorizzare e a tener traccia delle password.

Il metodo si basa sul sistema dei cosiddetti “spunti condivisi”: si richiede a colui che deve creare la password di scegliere un'immagine di un luogo e la fotografia di una persona.
I criteri di scelta non interessano, l'importante è che sia chiaro perché si è scelta questa coppia.
Una volta fatta questa operazione, è necessario creare una frase in cui queste due entità interagiscono in qualche modo.
Supponiamo di aver pensato al soggiorno di casa e ad un familiare e di pensare alla frase "mio padre sta guardando la televisione in soggiorno".

Avendo memorizzato tante storie per tante coppie, è possibile utilizzarle per generare delle password. Sostanzialmente basta prendere, per esempio, le prime tre lettere delle parole "guardando" e "televisione". In questo modo "guatel" diventerà una password univoca, frutto di un'associazione di idee personale ma soprattutto molto difficile da indovinare anche da una persona che stia guardando mentre la digitiamo. L'idea è quella di associare più coppie in maniera tale da utilizzare più password differenti.

Ma questo che cosa ha a che fare con i dispositivi che possono aiutare a ricordare?
L'idea potrebbe essere quella di installare all'interno del browser un plugin che presenta quattro coppie di immagini ogni volta che si visita la schermata di accesso ad un determinato sito o servizio. Naturalmente questa stessa opzione potrebbe essere disponibile su dispositivo mobile.
Riconoscendo le immagini, sapendo qual è l'associazione mentale che abbiamo fatto, la password sarebbe facilmente ricordata.

Il metodo potrebbe essere intelligente ma naturalmente si dovrebbe fare un serio lavoro iniziale da parte dell'utente ricercando le immagini, impostando le associazioni soprattutto scegliendo la frase chiave.

Questo metodo, almeno nell'esempio, non tiene in verità conto della possibilità di utilizzare dei numeri, però viene incontro ad un'esigenza che fin da subito era stata evidenziata nei servizi di messaggistica ed in particolare diverso tempo fa su Hotmail: scrivere password che non fossero parole di senso compiuto, dal momento che quelle sono le prime e più facili candidate per i tentativi di attacco a forza bruta.

Che ne pensate di questa soluzione? Vi convince?

Quanto conta, secondo voi, l'impegno dell'utente nel creare la storia sulla robustezza della soluzione trovata?

E in generale, pensate che sia una buona idea? Funziona?

Per memorizzare le vostre password utilizzate anche voi un sistema fisso?

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10 Commenti

  1. Avatar photo Boris L. 31 Gennaio 2014
  2. Avatar photo Emiliano.Bianco 31 Gennaio 2014
  3. Avatar photo gianluc89s 31 Gennaio 2014
  4. Avatar photo Marven 31 Gennaio 2014
  5. Avatar photo Piero Boccadoro 3 Febbraio 2014
  6. Avatar photo Piero Boccadoro 3 Febbraio 2014
  7. Avatar photo adriano carrieri 5 Febbraio 2014
  8. Avatar photo Loreto.Notarantonio 11 Febbraio 2014
  9. Avatar photo Gius_Res 28 Febbraio 2014
  10. Avatar photo Piero Boccadoro 28 Febbraio 2014

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