Sicurezza in auto? Internet la risposta

Il problema della sicurezza automobilistica, della sua incidenza sulla mortalità è sempre più al centro di scontri e dibattiti. Dibattiti che riguardano anche il grado di sicurezza, sempre crescente, che la tecnologia può offrirci. In un sistema globale, dove l’accesso alla rete è divenuto ormai essenziale, Internet potrebbe essere la risposta all’esigenza di sicurezza, in crescente aumento.
La Middleware ha già sperimentato con successo la possibilità di far comunicare l’auto attraverso una rete basata su IP per ogni veicolo.

Un ingegnoso mix di strumenti garantirà una maggiore sicurezza: un sistema che supporti le RPC (remote procedure calls), notifiche al centro operativo, un meccanismo che coordina tutti i sistemi di rilevamento dell’autovettura, per poter garantire la comunicazione e la trasmissione dei dati.

Problematiche 

Il primo intoppo è rappresentato dall’hardware impiegato nella comunicazione dei dati. Indubbio è il dispendio, a volte anche l’abuso, di tecnologia presente all’interno delle più moderne autovetture: lettori DVD, schermi LCD sparsi per l’abitacolo, comandi elettronici vari  non dovrebbero essere d’ostacolo ad impiantare una nuova “ECU” sulla macchina, adibita solo alla comunicazione di dati; bisogna però ricordare che all’aumentare dei dispositivi, sulla cui effettiva utilità ci sarebbe assai da discutere, rimane invariato il numero di generatori di energia elettrica. Ad auto accesa, sareste disposti a sacrificare il piacere di guida per tenere accesi tutti i dispositivi?
E poi, ad auto spenta, riuscirà la nostra, ormai eroica, batteria a sopportare tutto ciò?

 Inoltre all’aumentare del segnale, aumenta l’esigenza di identificazione e cifratura dello stesso: sarà quindi necessario stabilire protocolli di comunicazione e standard di cifratura che costringeranno, e hanno già costretto, molti produttori ad impiantare delle vere e proprie CPU che analizzeranno e scomporranno da 32 bit a 16, o addirittura o 8, il segnale pervenuto.

 

La comunicazione avviene su protocollo OSI.

 I livelli OSI più interessati da questa sperimentazione sono sicuramente quelli compresi dal 3 al 6, con particolare attenzione al 5, poiché il mantenimento della sessione, sempre più duraturo durante la trasmissione, è visto come assai incrementabile, per poter permettere una maggiore sincronizzazione, riducendo la quantità di dati da ritrasmettere, aumentando quindi l’efficienza generale della comunicazione e anche la possibilità di checking dei dati durante tutta la fase attraverso i punti di controllo.
Discorso a parte è invece quello riservato al settimo livello. La sperimentazione, infatti, si sta concentrando su un unico standard di interfaccia ai processi applicativi, inoltrando le richieste del livello 6. C’è però da giurare, che in un ottica concorrenziale, ogni casa automobilistica svilupperà un suo standard di interfaccia per poter renderlo univoco ad ogni suo modello, facendo così in modo che ogni protocollo del quarto livello si interfacci in maniera univoca con l’applicativo di settimo livello.

 Concludendo,

un sistema simil-internet per il settore automobilistico, magari non solo limitato all’OBD, sarebbe sicuramente accolto con il plauso degli automobilisti, ma è altrettanto veroche  non riscuoterebbe un così vasto successo presso i numerosi venditori di servizi di telefonia e d’internet, costretti a nuovi e numerosi adeguamenti alle infrastrutture telematiche, senza contare le ditte produttrici di navigatori satellitari che non potrebbero certo reggere la concorrenza di Google Maps!

 Un progetto interessante e assai stimolante, che forse ci proietterà nella realtà cinematografica da Audi RSQ di I, Robot.
Pensandoci bene, il 2020 non è poi così lontano!

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Una risposta

  1. Avatar photo Assicuratore 7 Aprile 2011

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