
Il nome fa paura, eppure i veicoli a guida autonoma devono adottare dei criteri e delle decisioni che non guardano in faccia nessuno. Neanche la morte stessa.
Nonostante le auto a guida autonoma azzerino gli errori umani, non possono prevedere più di tanto come si comporterà l'ambiente attorno a loro, specialmente se deve capire cosa fare quando appare un gruppo di pedoni dal nulla in mezzo alla strada.
In questo video parliamo del codice della morte installato nelle auto a guida autonoma: l'insieme di decisioni che devono prendere per evitare di mietere quante più vittime possibile in un incidente stradale.

A mio parere la questione delle auto a guida autonoma riguardo al cosiddetto “codice della morte” resta controversa. Ok che la priorità è salvare la vita dei pedoni, ma bisognerebbe chiedersi chi poi in realtà sarebbe disposto ad acquistare un’auto programmata con un algoritmo che “uccide” il pilota salvando i pedoni.
Questione spinosa, personalmente non vorrei essere nella persona che deve definire l’algoritmo della AI atto a gestire il protocollo. Personalmente la questione è così complessa che andrebbe affrontata da decine di persone, Cosa accadrebbe se fossimo sei in macchina ed un pedone fuori? l’algoritmo cosa farebbe, manderebbe la macchina dritta verso il singolo pedone?
E se avessimo una sola persona alla guida, tre pedoni, ma appena la macchina sterza si ritrova davanti un comizio con 200 ospiti? Salterebbe sulla platea del comizio?
Più che lavorare sul protocollo, io lavorerei sulle interazioni con eventuali sensori ed input a bordo strada. Partendo dal concetto che se ci sono pedoni, sono in città e se non in città, la mia velocità non potrà essere certo elevata . . . . o meglio, non dovrà mai essere elevata. Insomma, una vera IoT che salvi le vite!
Sono d’accordo con Fausto; e aggiungo anche che ci dovrebbero essere sensori bordo strada e una rete di collegamento informatico tra le auto, in modo da evitare quasi qualsiasi imprevisto… un po’ come succede nello spazio aereo. Proviamo ad immaginare che la mia auto sa esattamente dove sono posizionate le altre auto nel raggio di 500mt e la loro velocità, oltre ad avere la visuale delle telecamere. Oppure lo smartphone dei pedoni agganciato a dei sensori bordo strada (mi viene in mente la rete di sensori di rilevamento dei caprioli lungo le strade dell’Agordino: accendono un lampeggiante per avvisare gli automobilisti del probabile pericolo, invitando a rallentare). Rimane comunque una questione affascinante quanto spinosa per tutti.
Confermo le considerazioni di cui sopra.
A testimonianze delle problematiche in gioco riporto quanto successo a UBER durante la dimostrazione di una Volvo a guida autonoma di livello 5, nel 2018, durante la quale la vettura in oggetto ha investito, causandone la morte, una signora che conduceva a mano una bicicletta.
Posto qui il link wikipedia in italiano (https://it.wikipedia.org/wiki/Morte_di_Elaine_Herzberg) ma l’episodio è ben documentato, specialmente in inglese, visto che è successo in Arizona.
Questo fatto ha costretto Uber a sospendere/rinviare tutti i suoi programmi relativi alla guida completamente autonoma ma, cosa più importante, ha scatenato un enorme dibattito e furiose polemiche attorno all’intelligenza artificiale nel mondo dell’automotive, specialmente per quanto riguarda il fatto che Uber aveva preventivamente fatto disattivare il sistema di frenata automatica (“the company had previously disabled the SUV’s factory-set automatic emergency braking system in order to prevent erratic driving”, qui https://www.theverge.com/2019/11/6/20951385/uber-self-driving-crash-death-reason-ntsb-dcouments) probabilmente per evitare reazioni “strane” della vettura, chiaramente in fase “dimostrativa” per fare “bella figura” dal punto di vista commerciale.
Come sempre, quando ci sono di mezzo soldi (e soprattutto persone incoscienti o addirittura senza scrupoli) succedono incidenti e poi si va in cerca di capri espiatori.
Certo, non so può non essere d’accordo che questa tecnica estremamente spinosa, non solo, ma anche una controversia molto delicata, da un lato c’è la tecnologia che spinge nella direzione di automazione ad intelligenza artificiale, dall’altra la sicurezza e l’incolumità delle persone che vivono per strada, nonché ai beni di ordine pubblico e privato. Il fatto stesso di essere arrivati a questo livello, e stata fatta molta strada, ma altrettanta c’è ne ancora da fare, di sicuro l’uomo non si e mai fermato davanti agli ostacoli delle scoperte, senza andare molto lontani, basti guardare Icaro,;ora siamo sulla Luna!
A mio avviso, va bene l’auto a guida autonoma che a tecnologia matura “azzererà” gli errori umani e quindi permetterà di evitare molti degli incidenti che oggi giorno causano lesioni o vittime, ma, bisognerà fare in modo, non so come, che sia l’essere umano, chi è alla guida che dovrà avere l’ultima decisione comportamentale.
Attualmente la diffusione degli automezzi a guida autonoma è limitata, per cui, fortunatamente, il numero di incidenti è ridotto.
Una loro diffusione sicuramente porterebbe ad un incremento degli incidenti, che l’intelligenza artificiale, potrebbe solo in parte limitare.
A mio parere occorre anche considerare la possibilità di utilizzare tali mezzi, tralasciando i livelli di automazione.
Nell’Unione Europea la Germania è stata la prima nazione, lo scorso maggio ad introdurre una disciplina di legge per regolamentare le auto a guida autonoma, istituendo anche una commissione che ha varato le prime linee guida per le auto senza pilota.
Dal punto di vista legale, è previsto che ogni auto a guida autonoma debba avere una scatola nera che registri le criticità del veicolo.
Al momento in Italia non è ancora stata adottata una normativa specifica che regolamenti le auto a guida autonoma.
Per cui credo che l’omologazione delle automobili e la loro diffusione sulle strade non sia così vicina., considerando il lungo con un iter che dovrà considerare molti fattori e cui le ditte produttrici di automobili dovranno adeguarsi.
Una macchina a guida autonoma dovrebbe innanzitutto essere programmata nel senso della prevenzione (riduzione della velocità, osservazione e rilevazione degli ostacoli circostanti, stato dell’ambiente circostante, per esempio se la strada è scivolosa, ecc.).In questo caso si dovrebbe ridurre il rischio di incidenti mortali dovuti ed eventi imprevisti. Detto questo, in caso di incidente, si dovrebbe operare, a parer mio, non nel senso della scelta della riduzione delle persone coinvolte, ma nel senso di far mantenere all’auto il comportamento fisico più idoneo ad arrestarsi nel modo più stabile possibile. Si potrebbe prevedere anche la possibilità di airbag esterni che possano attenuare l’urto.
Tra l’altro, ritengo che per l’auto a guida autonoma, dovrebbe essere adottato lo stesso criterio che si usa quando vengo testato farmaci o terapie specifiche, ossia avere un tempo non limitato di sperimentazione, su tutti i percorsi stradali anche quelli più disparati, durante la quale dovrebbe esserci cmq e sempre un autista da intervenire prontamente in caso di pericolo. Quando effettivamente con ci saranno più errori, solo allora si portá rilasciare un certificato di idoneità alla guida autonoma.