
Una rivoluzione silenziosa sta prendendo forma grazie alla collaborazione tra OpenAI e Jony Ive. Si parla di un dispositivo AI mai visto prima, tascabile e privo di schermo, progettato per trasformare il nostro modo di interagire con la tecnologia. Non è uno smartphone né un visore, ma una nuova categoria che punta ad essere meno invasiva e più integrata nella vita quotidiana. Con una visione radicale, i due giganti intendono ridefinire il concetto di assistente personale intelligente.
Il mondo della tecnologia si prepara ad accogliere una nuova generazione di dispositivi grazie ad un progetto ambizioso che unisce la visione minimalista di Jony Ive con l’avanguardia dell’Intelligenza Artificiale sviluppata da OpenAI. Vediamo di cosa si tratta. Il prodotto in fase di sviluppo non si presenta né come un nuovo smartphone né come un paio di occhiali intelligenti, ma inaugura una categoria inedita, pensata per coesistere con dispositivi già consolidati come laptop e telefoni mobili. Le informazioni emerse finora, provenienti da fonti interne a OpenAI e riportate dal Wall Street Journal, delineano un apparecchio privo di schermo, portatile e capace di comprendere il contesto in cui si trova. La scelta progettuale mira a ridurre l’invasività visiva dei dispositivi attuali e ad introdurre un’interazione più discreta e naturale con l’ambiente circostante. Alla guida di questo sviluppo si trovano Sam Altman, amministratore delegato di OpenAI, e Jony Ive, ex capo del design Apple, il quale ha più volte espresso la necessità di rimediare agli effetti negativi causati dall’uso eccessivo degli smartphone. L’idea, quindi, non è quella di sostituire ciò che già esiste, ma di offrire un complemento intelligente, meno intrusivo e più rispettoso delle dinamiche quotidiane.
Il dispositivo sarà in grado di percepire l’ambiente, adattarsi alla situazione e fornire risposte in modo reattivo, senza fare affidamento su schermi o notifiche visive. La sua presenza sarà quasi invisibile, ma sempre pronta a intervenire quando necessario. Un approccio che si discosta nettamente da quello dei wearable tradizionali e che riflette una concezione del design centrata sull’uomo. Fondamentale per lo sviluppo di questo progetto è stata l’acquisizione della startup io, fondata da Ive con un gruppo di ex ingegneri Apple. L’accordo, del valore di 6,5 miliardi di dollari, ha consentito a OpenAI di integrare un team di oltre cinquanta esperti in progettazione hardware e sviluppo industriale. Il contributo dello studio LoveFrom, guidato da Ive, continuerà ad essere centrale nella definizione estetica e funzionale di tutti i prodotti futuri targati OpenAI.
Altman ha sottolineato che l’obiettivo è definire una nuova modalità d’uso piuttosto che creare un concorrente diretto degli smartphone. Secondo quanto riferito, sono stati esplorati diversi formati, tra cui dispositivi dotati di fotocamera o audio avanzato, fino a convergere su una soluzione compatta, leggera e adattabile. Il design sarà essenziale, ma sofisticato, pensato per accompagnare l’utente senza interferire con le sue attività. Il primo modello dovrebbe arrivare entro la fine del 2026, anche se le dichiarazioni rilasciate lasciano intendere che si tratti solo del primo passo di un ecosistema più ampio. L’intenzione è quella di creare una linea di dispositivi capaci di assistere, ispirare e contribuire al benessere personale, superando le limitazioni dell’interazione visiva e stimolando un nuovo rapporto tra esseri umani e tecnologia. Attraverso la combinazione tra forma e Intelligenza Artificiale, il progetto promette di inaugurare una nuova era per l’interazione uomo-macchina, dove l’assenza di uno schermo indica un valore aggiunto e non un compromesso.
