Arduino, la famosa scheda di sviluppo per l'elettronica fai-da-te e l'elettronica educational, sta rivoluzionando il mondo della progettazione elettronica. Analizziamo alcuni aspetti sia tecnici che di marketing.
Dopo aver letto il duemillesimo (si hai letto bene 2000esimo) progetto realizzato con Arduino, dopo aver riflettuto su un articolo di Phillip Torrone apparso su MAKE "Perchè Arduino ha vinto e perche è qui per rimanere!" ed infine aver letto tutti i vostri commenti alla "Guida all'installazione di Arduino Uno", ho iniziato a fare alcune considerazioni.
Chi è Arduino?
Arduino è la più grande operazione di marketing dell'era internet dopo iTunes e la Apps!
Sono progettista elettronico da quasi 20 anni, e da quando ho aperto il blog, l'Elettronica Open Source nel 1996, seguo costantemente online cosa avviene nel mondo dell'elettronica e quindi conosco Arduino già da allora. Si il mio incontro con Arduino fu su uno dei
Forum che seguivo molto all'epoca, AVRFreaks , era il lontano 2006. Arduino.cc era appena nato!
Si, infatti ogni particolare è stato studiato per essere "cool" già dall'estensione del dominio .cc. Ma andiamo per ordine.
Phil Torrone nel suo articolo evidenzia il fatto che le case madri di microcontroller lo cercano spesso per mostrargli l'ennesimo Arduino Killer. Evidentemente si sono rese contro dell'impatto che Arduino sta avendo per Atmel!
(non dimenticate -> Cosa succedeva in Atmel nel 2008 )
Phil elenca poi i motivi del successo di Arduino spiegando che non esistono altre schede del genere, in particolare con l'ambiente di sviluppo "aperto"
Arduino: anatomia di un successo!
- La IDE è disponibile per MAC, LInux e Windows
ed è completamente Open Source
- Il Driver funziona sotto Mac, Linux e Windows ed anche i drivers FTDI funzionano.
Inoltre sono facilmente integrabili in software tools di Java, Python, Perl, C, NET, BASIC, Delphi, MAX/MSP, and PureData, Processing, etc.
- Le librerie sono facili da utilizzare ed anche da realizzare
- AVR-GCC è il compilatore standard per AVR
E' facile e leggero, non ci sono interpreti, compili e programmi il chip in un attimo! - Sensori
I sensori possono essere interfacciati tramite SPI o I2C e questo copre il 99% delle applicazioni di sensing
- Semplice ma non troppo semplice!
Potete far lampeggiare un led ma anche realizzare un localizzatore gps (tramite le shields)
- Non è nato per i produttori di microcontrollori (born to be open)
Quello che puoi fare con Arduino puoi farlo anche con altri microcontrollori.
- Basso costo
Circa 20euro è il prezzo corrente di Arduino
- Open Source
Open Source Software e soprattutto Open Source Hardware
Questa è la parte tecnica! La genialità dell'idea! Ma puramente tecnica, nata da una conoscenza del mercato dei microcontrollori e l'intelligenza di aver saputo colmare una grossa carenza nel mondo dei microcontrollori. La chiusura dei tools!
Ma questo è solo una parte del successo. Poi c'è la strategia di marketing, altrettanto geniale. A quanto scritto da Phil aggiungerei:
- Team di Arduino multilanguage (Italiano-Inglese-Spagnolo)
Le più grandi comunità online!
Ma anche in francese si sono mossi bene -> Arduino Art
- Attività di comunicazione straordinaria
Importanza dei blog/forum (esperienze dal basso) compresa già da anni.
Quanti costruttori di microcontrollori hanno il Blog e... quando lo hanno aperto?
Evidenti differenze tra Forum come AVRFreaks (legato ai prodotti ATMEL ma NON proprietà Atmel) ed il Forum ufficiale Microchip
- Operazioni Virali da manuale
"Ehi, Massimo, David,....., quanto avete faticato per avere i primio 50 blog che parlassero di voi?"
- Presenza nei Forum/Blog
Sia nel forum ufficiale che nei vari forum dove si parla di Arduino, il team è spesso presente
(anche qui abbiamo avuto il gradito "passaggio" Massimo Banzi)
- Aspetto artistico e creativo
It's intended for artists, designers, hobbyists....
Ikea Hack
- Made in Italy
Ci sono anche altri punti che preferirei non divulgare per rispetto del team.
Se il team lo terrà opportuno sarebbe interessante un case study incentrato sul marketing.
Comunque, ogni "mossa" dell'Arduino Team sembra studiata apposta per essere "cool" ad iniziare dal dominio di Arduino (.cc) da Wikipedia
.cc è il dominio di primo livello nazionale assegnato alle Isole Cocos, un territorio dell'Australia.
Tale dominio è gestito dalla Verisign che lo promuove come "the next .com"
Chi sono i manager che stressano Phil di MAKE?
Per le case madri: emulare il successo di Arduino non è più possibile ora.
Ci ha provato TI con Lauchpad fornendo la scheda di sviluppo MSP430 a soli 4.30$ con , ST addirittura regalando gli StarterKit Discovery 8bit e STM32 all'Embedded World oppure i tanti cloni (non ufficiali) di Arduino con il Picmicro Microchip come ad esempio Amicus18.
Il punto è che, anche se riuscissero a fare tutte le cose sopra descritte in elettronica ed in marketing, quello che mancherebbe comunque è l'idea originale! Bisogna essere i primi con un idea, forse è meglio impegare gli sforzi a trovare una nuova idea piuttosto che realizzare l'ennesimo Arduino Killer.
A chi si sente chiamato in causa da queste affermazioni consiglio il libro "la Mucca Viola" di Seth Godin!
Arduino ha vinto, ora stiamo attenti noi a non perdere
Dopo queste premesse, vorrei porre una importante riflessione. Arduino è per hobbisti, artisti e professionisti e per tutti coloro che vogliono "creare". Dai vari forum si evince che molti utilizzatori di Arduino NON sanno cosa sia la tensione e questo è meraviglioso!
A questo punto però è importante distinguere tra chi deve realizzare il proprio apricancello e chi deve realizzare un apricancello da mettere in commercio! E' un passaggio fondamentale perche, vista la rapida diffusione di Arduino anche nelle scuole non vorrei che domani tanta semplicità venga utilizzata anche in progetti come i sistemi Airbag (per fare un esempio). Certo ci sono le normative, ma saremmo più tranquilli se riuscissimo ad essere sicuri che con l'entrata di Arduino negli Istituti Tecnici e nelle Facoltà, i progettisti di domani non dimentichino cosa ci sia dietro quel meraviglioso e semplicissimo Serial.begin(9600)
Mi piacerebbe un vostro parere sia lato hobbista / professionista, che lato docente.
foto credits | arduino.cc
Non c’è che dire, è stato un grande progetto, Ho acquistato un arduino un paio di anni fa, e mi è tornato molto utile per cercare di realizzare qualcosa di usabile. Ho suggerito arduino anche a un amico, e questo ora lo sta utilizzando per comunicare con degli apparecchi che utilizzano il protocollo cctalk. La cosa formidabile è che necessario solo conoscere qualche istruzione in C per poter essere operativi, l’installazione è a prova di idiota, e ora con arduino uno sembra che sia cambiato proprio il registro. Bisogna riconoscere a Massimo Banzi e ai fondatori del progetto che sono riusciti nella loro opera.
La scelta dei microcontrollori Atmel è stata azzeccata. Considerando che il mercato di massa è in larga parte occupato da microchip, la scelta dei microcontrollori atmega, rispetto ai pic ha permesso di poter utilizzare una maggior quantità di risorse hardware, soprattutto di cicli istruzione.
In ogni caso il punto più vincente di arduino è stato l’ide. Mai scelta fu più azzeccata. Anche se è abbastanza minimale fornisce tutti gli strumenti necessari a programmare sistemi dai più semplici, fino ad arrivare a sistemi con una complessità non indifferente.
Tra le scelte migliori fatte dal team c’è stato anche il supporto usb. Per il mercato dei principianti (e non) questo è stato una manna dal cielo, consentiva infatti di poter programmare molto più comodamente un microcontrollore che altrimenti andava smontato, collegato alla porta seriale o parallela e programmato da là.
Come dice emanuele, e ho avuto modo di vedere anche io, in molti programmano arduino senza avere fondamenti di elettronica. Questo è più un male che un bene, perchè porta a perdere di vista la realtà fisica delle cose… è come l’utilizzo dei computer: fino a qualche anno fa era destinato solo a pochi che erano molto esperti, al giorno d’oggi è un prodotto di massa destinato anche a chi non sa cosa sia un processore o un sistema operativo, e pensano che il loro computer sia da buttare perchè windows è diventato lento
Ora che comunque disponiamo di arduino uno, dobbiamo solo cercare qualcosa da far fare a l bridge… sento che ci sono in previsione grandi cose
Il successo di Arduino è dovuto al fatto che è accessibile a tutti, sia dal punto di vista del prezzo, sia nell’ottica dello “User-Friendly”.
Inoltre l’idea di vendere Arduino insieme ad un Workshop Kit, ad un prezzo vantaggioso, aumenta la fiducia dell’utente, in particolar modo del neofita.
Dove si parla di Arduino scaturisce sempre interesse nei confronti di tutti noi,come mai?Caro Arduino..sei il futuro..
“con l’entrata di Arduino negli Istituti Tecnici” magari fosse nella mia scuola..
Ormai sono diversi anni che lavoro nella progettazione elettronica e ho seguito l’avanzata di Arduino dalle prime fasi fino alla larga diffusione, ma sempre con un certo distacco.
Io penso che sia un prodotto fantastico in quanto dà a tutti (elettronici e non) la possibilità di creare e di dare vita alla propria idea con molta semplicità.
La grande community che c’è dietro e che ogni giorno cresce, creando nuovi shield e nuovi “moduli di codice”, è meravigliosa per la condivisione delle conoscenze e per imparare ma….continuo a essere un progettista elettronico e in quanto tale cerco di non perdere mai il contatto con l’hardware.
Un prodotto del genere è geniale in quanto a semplicità, ma se bisogna realizzare qualcosa che non è già pronto o non si trovano le librerie o i moduli già fatti…o si ha già una conoscenza del sistema oppure ci si ferma.
Intendiamoci, non sono contro la sua diffusione, sono contro chi lo utilizza per dire che l’elettronica è semplicissima visto quello che si può fare con arduino.
Vediamo l’analogia con i pc; ormai tutti hanno un pc e tutti più o meno sanno utilizzarlo, ma a che livello?E’ stupendo quando tutto funziona premendo un tasto, ma se ciò non succede?Se il sistema si blocca e si apre una finestra con un prompt e un cursore che lampeggia?
Ciò che voglio dire è che arduino, come i sistemi operativi di oggi, aiutano molto l’utente che parte da zero o quasi a lavorare oppure gli forniscono degli ottimi spunti, ma se volete veramente avventurarvi nel mondo dell’elettronica dovete aprire il cofano e vedere cosa c’è sotto.
Nessuno pretende che voi sappiate smontare e rimontare l’intero motore, ma cercate almeno di avere una conoscenza base dei pezzi che ci sono dentro.
In questo modo se volete sviluppare qualcosa di nuovo o il sistema non funziona come dovrebbe, riuscite almeno a circoscrivere il problema.
Le community, come quella nata dietro ad Arduino, sono delle ottime miniere di conoscenza e degli ottimi trampolini di lancio, ma se riuscite ad andare oltre quelle semplici istruzioni che vi danno e capire l’hw e il vero sw che c’è dietro allora il mondo dell’elettronica si aprirà a voi e vi darà molta più soddisfazione di quanta ne possiate immaginare.
Io penso che se in questo momento dovessi insegnare ad un istituto tecnico/corso di laurea la programmazione su microcontrollori, sicuramente consiglierei l’acquisto a tutti della piattaforma in oggetto, ma solamente per la facile reperibilità e il bassissimo costo.
Il passo successivo sarebbe quello di dire: “Volete divertirvi e volete vedere quello che si può realizzare con questa scheda oppure prendere qualche spunto?Bene guardate una delle tante community ma attenzione perchè quello non sarà l’approccio che utilizzeremo. Il codice che guarderemo e che studieremo sarà c misto ad assembly. In questo modo imparerete a lavorare dentro il uP e a capire gli effetti di lavorare sui singoli registri.Riuscirete così ad entrare in sintonia con lo strato più basso dell’hardware e capire cosa realmente succede”.
Forse mi sono lasciato un pò trasportare, ma sono dell’idea che bisogna sempre avere/acquisire delle conoscenze di base su ciò che si ha davanti, in modo da entrare quasi, passatemi il termine, in “empatia” con la propria creazione e gli strumenti di sviluppo.
sono totalmente d’accordo con il tuo discorso, purtoppo però da quanto mi hanno raccontato i miei amici degli istituti tecnici , le cose vengono fatte sempre in modo abbastanza grossolano… E devo dire che è proprio un peccato perchè quando uno comincia ad addentrarsi e a smontare il motore pezzo per pezzo (per usare le tue parole) ottiene le soddisfazoni più grandi
Arduino avendo l’usato da poco visto che l’ho ricevuto in regalo dell’ultimo concorso di questo sito che ringrazio ancora , non ho avuto il tempo di esplorare tutte le sue potenzialità allo trovo già molto poveramente , e molto facile d’impiego .
ad esempio io che non avevo mai usato fin d’ora gli atmet come microcontrollori ,
preferendo usare o PIC e ultimamente le FPGA , mi sono riflettuto a cambiare ottica e incominciare a studiare il mondo dei microcontrollori atmet , chiaramente Arduino la sua semplicità mi ha reso grande successo anche io che non avevo l’abitudine di programmare il linguaggio C con l’ambiente di sviluppo è stato fornito con e soprattutto la quantità di esempio a disposizione su Internet in meno di un’ora avevo già fatto il mio primo programma con quattro LED che lampeggiano in sequenza ,
Un altro aspetto molto interessante è la sua Semplicità che è stata realizzato nei collettori verso l’esterno così da rendere molto facile realizzare in casa delle shield .
Su questo principio non realizzata subito una in poco tempo visto che anche le specifiche della PCB sono disponibile o potuto recuperare le distanze dei diversi connettori senza dovere misurarli .
Sicuramente l’aspetto fondamentale del successo è stato la possibilità di programmarlo direttamente via USB , che per il mercato dei principianti o Hobbysti così non c’è la necessità di comprare un programmatore ,
e rende molto più immediato la programmazione e permette di fare molte più prove con metodo anpirico fino che il programma funziona come vogliono ,
Per cosa riguarda le persone che riescono usare a dovere senza nessuna difficoltà non avendo nessuna nozione di elettronica e ancor di meno di programmazione , da un certo punto di vista è un grande male ,
Ma è necessario riflettere un attimino su questa affermazione , ormai il mercato dell’elettronica e quasi esclusivamente digitale rimangono ben pochi oggetti analogici ormai non si parla più di tensioni ma di variabili in un cavo non si scorrono tensioni ma stringe , e poco a poco tutto sta derivando verso dei protocolli di comunicazione tra componenti quindi non necessita più di avere una conoscenza spinta dell’elettronica ma una buona conoscenza in programmazione , da questo posto e vincere che in fin dei conti non è così grave fino a che rimane in un ambiente di sviluppo per sé , ha permesso sicuramente a molti artisti di realizzare cose fantastiche con le luci e suoni si viene aggiunto un piccolo altoparlante alla schiena Arduino senza avere nessuna conoscenza spinta di elettronica .
Puoi realizzare cose molto belle come ad esempio il tavolo di IKEA Hack
un altro passo sicuramente molto importante è la sua filosofia di open Source che lo rende molto flessibile ,
io vorrei aggiungere che questa situazione non si limita al software come in altre ambienti ma è totale riguarda anche avere qualche costruzione e mettono anche disposizione lo schema e il PCB ,
sicuramente avrà portato a creare molti clonima se andiamo a leggere tutte le informazioni su Internet sono sempre riferite al scheda Arduino .
È infine il suo costo molto basso lo rende molto accessibile soprattutto chi è già tutto compreso dentro non è necessario comprare un programmatore in più visto che si fa direttamente dal USB.
continuerà ad essere un successo come per i sistemi operativi come Windows per il semplice motivo che l’approccio è semplice, modulare, non costringe l’utente a dover saldare componenti, nè a realizzare pcb o ricercare quel componente mancante, oppure aspettare la ricezione del pacco ordinato chissà dove. Ovviamente è utile per chi si approccia nel mondo dei microcontrollori per realizzare un propria idea o trovare una realizzazione già fatta, solo da assemblare. Per uno studente alle prime armi dovrebbe essere un incentivo a studiare ed approfondire il mondo dei microcontrolli, magari qualcuno riterrà più interessante l’aspetto della programmazione, un altro quello dell’interfacciamento con altre periferiche o dispositivi. Ormai la tecnologia è in costante evoluzione e mi sembra inutile soffermarsi sulla programmazione in assemblet di uno Z80 o di un 6502, a chi serve? a cosa serve? L’importante è capirne il funzionamento e imparare linguaggi evoluti come il C. Se qualcosa non è fruibile in breve tempo, spesso viene messa da parte, anche perchè un’altra si sta affacciando all’orizzonte.
Ho un paio di domande per voi esperti di arduino!!
Conosco molto bene Atmel e in particolare la serie AVR, ho sviluppato diversi progetti con l’ATMEGA16. In particolare una schedina pensata per essere utilizzata come unità di controllo per sistemi di misura!! Il software me lo sono sviluppato da me, così come le librerie per l’utilizzo di tutte le risorse Hw a basso livello.
Chiedo!!
L’ambinete di sviluppo Arduino e le sue librerie possono essere utilizzate anche su schede non Arduino? Utilizzare qualche driver, o parti di codice, mi farebbe comodo!! 🙂
Le librerie sono in chiaro o sono distribuite già compilate?
Grazie.
ok su internet c’è tutto!!! ma ammetto di non aver perso tempo a cercare info quindi potete guadagnare un po di punti rispondendo!! 🙂
Avendo frequentato l’istituto tecnico si posso garantire che tutto è fatto con molta superficialità , le ragioni sono molte sicuramente da scarsità di fondi dedicati a laboratori né non permette di approfondire più di tanto la pratica ,
Ormai uno dei problemi più gravi della scuola , non è tanto la scuola in sé , ma tutti gli alunni che la frequentano , ormai nella scuola ormai nella scuola si tira verso il basso ,
perché livello dell’istruzione è sempre più bassa , gli alunni l’unico luogo dove si distinguono almeno nelle scuola tecnica è sul video che metteranno a disposizione sul sito http://www.scuolazoo.com dove concentrato tutta l’ignoranza della scuola italiana , ma riflette bene cosa succede tra i banchi di scuola ,
In questa scuola dove avere 10 come voto è una cosa da escluderti dalla comunità della classe dove è premiata ignoranza e la delinquenza
Mi ricordo tre anni fa un rappresentante delle aziende locali che si lamentavano i tecnici non sapevano nemmeno più tenere il cacciavite in mano , e quando ci uscivano devono stare attento che non si facevano male con quello .
Io purtroppo sul lato Arduino sono carente e me ne dispiaccio, purtroppo dedico il mio tempo al FPGA, ma seguo con molto interesse i vostri commenti.
hai parzialmente ragione, ma vi sono sempre esempi positivi che non vanno trascurati, tutti i bicchieri possono vedersi mezzi pieni o mezzi vuoti.
Purtroppo, vi sono troppe distrazioni e poca voglia di impegnarsi, secondo me, è il mondo stesso che si è creato, ovvero quel del consumo, che porta a vivere senza fermarsi a pensare o a riflettere su ciò che stiamo facendo o se quel dato servizio è utile o meno.
In fondo è il trend che vogliono realizzare poichè non studiando e imparando si è più facilmente manovrabili e indirizzabili verso qualcosa che sembra democrazia, ma in effetti è qualcosa di diverso.
Ti rimando ad alcune realizzazioni nella scuola di mio nipote:
http://www.youtube.com/watch?v=sXxVIH0xWiQ&feature=BF&playnext=1&list=QL&index=1
P.S. Non sono nonno 😉
Le librerie se non sbaglio vengono scaricate insieme all’ambiente di sviluppo. Per ora comunque è possibile programmare solo alcuni integrati della famiglia atmega. Personalmente sono fiducioso che con arduino uno alcuno limiti verranno meno, però per ora non c’è molto da fare. Per quanto riguarda il riciclo delle parti di codice dipende… Se hai scritto qualcosa in C lo puoi riutilizzare sicuramente. Se hai scritto in assembly puoi usare l’istruzione asm(“codice assembly”);. ne parlavamo qua
http://it.emcelettronica.com/arduino-guida-allinstallazione#comment-11507
Il problema è stato risolto per quanto riguarda il settaggio di bit particolari, ma non è stato risolto il problema di come usare le variabili C all’interno del codice asm. Io avevo proposto di estrarre l’indirizzo di memoria della variabile utilizzando l’operatore &variabile, e usare questo indirizzo in assembly. Il problema è rimasto: come si può fare in maniera comoda? se ti viene qualche idea facci sapere!!! Sono interessato anche io a questa cosa…
Per quanto riguarda l’uso delle librerie di arduino su altre piattaforme non sono sicuro che sia possibile, anzi protenderei per il No. Soprattutto perchè per poter eseguire le funzioni di alto livello bisogna prima di tutto impostare molti parametri a basso livello, e per farlo su mcu diverse dagli atmega il codice delle librerie va riscritto almeno in parte
Permettimi di dissentire sulla parte finale del tuo commento. Ho studiato lo Z80 e devo dire che, chi da grande vuol fare il progettista elettronico, l’ALU deve conoscerla.
Invece non ho studiato a livello scolastico il 6502 ma, guarda tu il caso, tempo fa mi giunse una richiesta di conversione di un progetto da core 6502 ad AVRMega.
C o Assembler ? Il punto è proprio questo!
Certo sono propenso a lavorare in C ma ti assicuro, questo solo dopo anni di esperienza in assembler.
Pensa un attimo, se ti si blocca il firmware scritto in C e non conosci l’assembler (da Z80), quando lo trovi il problema….
Il tipico esempio è quello del BASIC STAMP, estremizzo per esprimere meglio il concetto.
Una volta misi mano ad un progetto che comunicava con la seriale del PC, gestiva una tastiera, dei led ed un display 16×2. Il listato era cortissimo, veramente 4 righe, ma quando comunicavi con la seriale il display lampeggiava! Stavano utilizzando un micro senza UART!
Insomma mi sono dovuto riscrivere tutto il driver (si ok, la routine) di gestione della UART in bit banging ottimizzando i tempi sotto ISR per gestire gli altri eventi.
Ancora l’assembler mi aveva salvato!
Il C senza l’assembler è come usare Office e non sapere cos’è Windows
sicuramente questi micro a 8-bit nelle schede arduino sono molto performanti, con architettura harvard pipelined, bootloader, alto numero di MIPS. Nelle scuole spesso si usavano i PIC16F di microchip, ma adesso si vedono anche comparire le prime board arduino. Non so se a livello di preparazione al mondo del lavoro possa servire molto, dal momento che i micro a 32-bit a basso costo stanno prendendo il sopravvento, ma sicuramente da un punto di vista didattico queste board con SW free per windows, linux, mac servono per fare capire agli studenti cosa è un microcontrollore, quali sono le sue periferiche di comunicazione, come si controlla un motore con i suoi timers, le memorie volatili e non che ci sono al suo interno, gli IOs … e tanti altri concetti che nei micro a 32-bit ritroviamo anche se con architetture diverse e periferiche più avanzate. Avercene tanti di docenti che conoscono bene i sistemi embedded, sicuramente avremmo dei futuri periti pronti ad affrontare il mondo del lavoro.
Per il fatto che si usa quasi esclusivamente nelle scuole i microcontrollori della microchip , fa parte del marketing loro , è stato invaso tutti i libri di testo e anche i manuali da ingegneria si vede quasi esclusivamente microchip .
Può darsi che la scheda a Arduino inverte un po’ questa tendenza
hai ragione, il problema lo vedo dallo stesso punto di vista, e diventa molto critico anche quando bisogna centellinare i cicli istruzione. Per buona parte delle applicazioni non ce n’è bisogno, ma fa molto comodo sapere cosa si sta facendo… un paio di anni fa ho programmato un pic16f64 in assembler per fare in modo che ricevuto l’input da un ricevitore a infrarossi decodificasse il codice del telecomando e scrivesse i numeri che ho premuto su un display 16×2. Realizzare questa cosa in C probabilmente sarebbe stato possibile, dato che stavo usando un telecomando del tipo RC6, e gli impulsi duravano 800µs, ma se poco poco fosse stato più veloce dubito che sarei riuscito a scrivere in C una funzione abbastanza efficiente che mi facesse il polling della porta e mi riconoscesse il segnale. Il problema era che anche se gli impulsi sono abbastanza lunghi, i telecomandi di quel tipo utilizzano codifica manchester, quindi la lettura sul pin di ingresso doveva necessariamente avvenire nell’istante preciso che decide il progettista. Se avessi scritto il codice in C non avrei saputo in che maniera il compilatore mi avrebbe tradotto le istruzioni in assembler.
Infine un altro motivo per cui mi piace utilizzare l’assembler sui microcontrollori, lo ammetto, è un mio difetto, ma non mi ricordo mai come settare i vari flag delle opzioni in C, mentre in asm lo dice il datasheet
Mi sta venendo in mente anche un caso importante abbastanza recente. Qua però non si tratta di microcontrollori! Attualmente come forse avete sentito dire è in corso la gara a chi riuscirà a far diventare il suo formato video lo standard ufficiale dell’html5. Tra i favoriti c’è theora. Il problema di theora però è che fino a qualche settimana fa non disponeva di encoder capaci di elaborare con una velocità sufficiente il video.
come potete vedere da qua
http://keyj.s2000.ws/?p=356
non c’è proprio confronto tra theora e x264. Il problema principale è stato che comunque x264 aveva avuto un ciclo vitale già avanzato, e quindi era maturo, veloce, affidabile e aveva alle spalle una azienda che poteva mantenersi e continuare a sviluppare grazie alle royalities che rientravano dalle licenze del loro codec. A questo punto non stava bene a molti che x264 diventasse il nuovo standard perchè per poterlo riprodurre sono necessarie licenze che costano diversi milioni di dollari, e alla mozilla foundation che tira avanti a pane e acqua questo non stava bene. In realtà non stava bene nemmeno ad altri progetti di browser che non potevano sostenere le spese per la licenza. Poco tempo fa ho letto che Google (prendetelo con le pinze questo nome perchè non trovo più l’articolo e ho qualche dubbio) ha iniziato a lavorare al codice e per riuscire a renderlo competitivo hanno cominciato a riscrivere delle funzioni in assembly per x86. In un paio di settimane di lavoro le prestazioni sono migliorate in maniera notevole. I numeri precisi non me li ricordo, ma qualcosa dell’ordine del 15% Questo sta a dimostrare che conoscere l’asm al giorno d’oggi può determinare la gloria o il fallimento anche (e soprattutto) di progetti molto grossi
e’ vero, la cosa fa pensare che molti autori di libri di sistemi dedichino tanto spazio ai micro della microchip anche se per dire la verità il testo che utilizzo io dedica un piccolo paragrafo ai vecchi st7 ormai soppiantati dagli stm8s … vedremo nelle prossime edizioni gli autori cosa sceglieranno di fare 😉
Sono d’accordissimo con emanuele anch’io vendo da un ITIS dove per tre anni ho affrontato lo studio dello Z80 e ho avuto modo di programmarlo in assembler tramite il “microprofessor”. Se dovessi realizzare oggi un progetto ovviamente non utilizzerei Z80 e assembler, utilizzerei PIC Atmel e simili con linguaggio in C, tuttavia la conoscenza delle tecniche di approccio alla programmazione applicate programmando in assembler, lo studio approfondito dell’architettura del microcontrollore, senza il quale non era possibile neanche “accendere un led” anche se possono sembrare obsoleti ed inutili lasciano un “bel regalo”, lasciano in dono il ” metodo “, il ragionamento o se volete il modo di vedere i problemi, strumenti utilissimi per chi si diletta a realizzare qualcosa di “serio” e non… magari lo sbattersi nella conversione a mano di interminabili listati in linguaggio macchina quello era una gran rottura XD
Ho conosciuto questa schedina per caso, girando tra i forum. Leggevo, leggevo e non ci capivo niente..al tempo non sapevo nemmeno cosìera un led (la tensione la conoscevo però ;)..
Poi ho cominciato gli studi universitari e un bel giorno un mio docente, dopo una lezione ha chiesto ai volenterosi se volevano vedere una dimostrazione pratica sull’argomento delle sue ricerche.
Ebbene, lì ha introdotto Arduino. Mi si sono aperti gli occhi. Ci ha fatto una semplice dimostrazione usando arduino più un modulo wifi per rilevare la temperatura da un pc con un sensore posto nell’altra stanza.
Sono tornato a casa e ho cominciato a informarmi, datasheet, documenti, progetti. Ho cominciato a scaricare manuali e a modificare qualche progettino già fatto. Mi sono messo a leggere le guide ufficiali e quelle un pò meno ufficiali e ho cominciato a “smanettare”. Purtroppo per alcune competenze tecniche mancanti ho ancora dei problemi, ma ci sto studiando.
Inoltre non sono acnora riuscito ad acquistare una schedina. Vuoi per un motivo o per l’altro. Quando ho visto che era un premio di questo forum ho colto subito l’occasione. =)
Ho scoperto quante infinite cose si possono fare questa cosa. Potrei divertirmi e imparare insieme. Potrei imparare sbagliando e fare un pò di pratica su qualcosa di concreto, che non fa mai male.
Potrei continuare all’infinito questo commento ma sono un pò stanco. Me lo salvo e appena ho un pò più tempo vi mostro la mia grande affinità con questo “giocattolino” che ho scoperto così di recente, anche grazie a questo sito.
PS: la storia del dominio è davvero una bella curiosità!
Anche il prestigioso manuale dell’elettronica e delle telecomunicazioni per intenderci quello HOEPLI nella quarta edizione , parla esclusivamente microchip e non di un altro fabbricante
Il mio dubbio è solo se è possibile utilizzare le librerie e le funzioni scritte per le varie schede Arduino sulla scheda che ho fatto io, che monta comunque un Atmel ATMEGA.
Per lo sviluppo utilizzo AVR Studio e WinAvr. Non so se è possibile utilizzare IDE di arduino per sviluppare applicazioni su altre schede che comunque montano micro ATMEGA.
Per il momento ho scritto tutti i driver a basso livello, molti di tipo Interrupt Driven, ho scritto anche qualcosa a livello più alto, tipo il controllo di un lcd 16X2 interfacciato su porta SPI. Ho preso spunto da varie librerie trovate in giro su internet rismanettate, corrette e adattate alla mia sceda, spesso riscritte da capo. 🙁
Per l’utilizzo di altri dispositivi tipo sensori di temperatura, flash seriali ecc. volevo prendere qualcosa di più o meno pronto e funzionante, ovviamente scritto in C. Non amo l’assembler e se posso lo evito.
Grazie per la risposta proverò ad installare l’ambiente di sviluppo e vedere cosa si può fare.
Ah ok, ora è più facile il problema 😀 La risposta è sì. Ti spiego meglio.
L’arduino come ben sai è composto da IDE + compilatore e librerie, Schedina blu con circuiti di interfaccia seriale e quant’altro, e microcontrollore tipo atmega328.
La schedina contiene diversi elementi che una volta programmato il microcontrollore potrebbero non servire più… Puoi quindi permetterti di ricreare per la tua applicazione un circuito con soli i componenti indispensabili e montare su questo il microcontrollore già programmato e funzionante. Ora ti resta la scheda blu vuota. Per ricominciare a programmare devi montarci su un altro micro. Devi solo comprarne uno compatibile con il bootloader già caricato dentro. Siccome però questi hanno un costo maggiore, puoi permetterti anche di caricarlo tu il bootloader. per farlo però non puoi servirti dell’arduino, ma devi procurarti un programmatore parallelo o seriale. Puoi anche farlo tu, è molto semplice, e bastano solo delle resistenze!
per farti capire quanto sia semplice puoi vedere qua
http://electronics-diy.com/avr_programmer.php
http://www.xs4all.nl/~sbolt/e-spider_prog.html
Poi se vuoi ci sono anche quelli usb e quelli commerciali…
Inoltre puoi anche sfruttare i pin di icsp che sono sull’arduino per programmare degli atmega senza smontarli dalla loro scheda se il progetto lo permette
Quindi ricapitolando PUOI usare l’ide e le librerie di arduino SE (condizione necessaria e sufficiente) il tuo avr ha installato il bootloader di arduino.
Sulla compatibilità tra il codice prodotto con WinAvr e Avr Studio e arduino non posso assicurarti niente, ma siccome il compilatore è sempre gcc, non dovrebbero esserci problemi, almeno fin quando non usi qualche libreria che potrebbe non stare al suo posto… finchè non provi non lo saprai 😀
(lo so, l’ultima frase è poco professionale). Facci sapere appena riesci a completare qualcosa con questo sistema! Un mio amico ha usato l’arduino solo come programmatore con micro acquistati già con il bootloader e non ha avuto problemi…
L’idea di Arduino è sicuramente interessante, il fatto che gli istituti tecnici si interessino e possano svilupparlo è positivo ma non credo che lo facciano a breve, ho esperienza nella docenza ormai da alcuni anni e vedo che i prof. sono ancorati a vecchi processori che ormai non si usano più, possono servire da base per formare una struttura mentale allo studente ma bisogna abbinare a questi lo studio di un microcontrollore commerciale moderno microchip o atmel o qualsiasi altra cosa ma ciò si deve fare. Non parliamo poi delle FPGA che quasi nessun prof. conosce, sono rari i casi dove si applicano in laboratorio queste conoscenze, questo richiede fatica qualche costo ma si formano le persone, studiando l’8051 o lo Z80 ai nostri tempi non basta più.
Arduino ormai è uno standard ed è destinato a progredire sempre di più. Io non ho ancora avuto il piacere di utilizzarlo, ma credo che non manchi molto tempo che me lo compri anche io. A scuola i professori ne parlano molto, e lo utilizzano altrettanto, ma non per fare le esperienze di laboratorio :-(.
hai perfettamente ragione sul fatto che in molti istituti tecnici i programmi scolastici sono ormai obsoleti, si ostinano a studiare il transistor quando ormai il mondo dell’elettronica è talmente aventi che non si puoi iniziare dal transistor; certo è giusto fare un accenno ma mi sembra assurdo che impieghino 2 mesi di studio su questo componente.
Arduino in questo senso potrebbe dare una mano introducendo la logica programmabile e un nuovo modo di vedere il mondo.
dovrebbero essere compatibili, confermo anche se non l’ho provato io sulla mia pelle.
puoi provare in questo modo…
definisci prima del main
extern void “nome_della_funzione_in_assembler_che_vuoi_chiamare”(void);
aggiungi al progetto il file .S (quello scritto in assembler) e poi chiami la funzione desiderata dentro il main…se funziona con l’atmega32 dovrebbe funzionare anche con arduino prova…
Non sono c’accordo… Se un ragazzo studia direttamente arduino, fa soltanto un corso in più di programmazione. Per usare arduino non sono necessarie competenze elettroniche, basta saper programmare un poco in C.! Se uno deve studiare elettronica secondo me DEVE studiare bene il bjt, e almeno a grandi linee il mos. In realtà non è che ci sta tanto da sapere, ma un conto è programmare arduino scrivendo 4 righe di codice C, e un altro programmarlo sapendo che se voglio pilotare un carico pesante devo metterci il transistor adatto e montato nel verso corretto. Se non si fa questo, i ragazzi avranno come scopo ultimo quello di montare i led sull’arduino e sarebbe un passo indietro notevole! A questo punto tantovale continuare a insegnare a programmare l’ST6. La cosa ideale sarebbe far programmare qualcosa di moderno come l’arduino, ma con tutte, o buona parte delle conoscenze teoriche necessarie alle spalle
Poi scusa, la logica programmabile non è un’altra cosa?
L’ho comprato ieri alla fira dell’elettronica.. èfantastico. E’ fantastico davvero. Un bel prodotto con il quale mi sto già divertendo un sacco..
Per chi vuole, magari qualcuno l’ha già scritto nel sito o lo sa già, a giugno c’è un arduino camp a milano, mi pare il 18-19 giugno..
=)
della notizia, cercando con Google, ho trovato il post dove si parla del 1° Arduino Camp a Milano, evento gratuito e aperto agli elettronici, informatici e forse anche i designer, mi chiedo cosa c’entrano i designer e perchè nella proposta siano stati esclusi gli elettrotecnici. Speriamo che trovino il modo per trasmetterlo via web, per chi come me non può materialmente essere presente.
Ecco qui il link per tutti: http://arduino.cc/forum/index.php/topic,53139.0.html
I designer perchè arduino ha reso liberi, open source, anche i testi per la sua costruzione. La scheda arduino puoi fartela tu, senza comprartela, se hai abbastanza manualità e voglia =)
Quindi credo sia utile anche per i designer, che magari, partendo da qui, possono creare nuove idee.
Elettrotecnici…bè… Arduino è tutta elettronica ormai. Gli elettrotecnici sono una cosa a parte XD
Certo che questo che non toglie che loro non siano invitati 😉
Spero anche io che si possa avere una sorta di streaming =)
Gli artisti per estensione anche designer che sono una forma di arte ,
usano Arduino per dare vita a progetti di luci e suoni .
Arduino essendo dispositivo molto semplice non dà la possibilità di creare anche dispositivi molto complessi per gli artisti è la sua semplicità per i le connessioni non necessitano di nessuna conoscenza in elettrotecnico in elettronica per utilizzarlo quindi qualsiasi artista ne può fare uso ,
Alcuni progetti due stato impiegato dominò come centrale :
http://vimeo.com/3079513
http://www.youtube.com/watch?v=0blhtVkQ0CI
Secondo me, la vera ed unica forza di arduino è nella chiarezza unita alla semplicità. Affacciandosi ai microcontrollori, si ha sempre (e dico SEMPRE) un senso di immensa gioia, ma anche di smarrimento. Sia che si cominci a scoprire i microcontrollori a scuola, sia che si cominci con internet, ci sono degli step che bisogna assolutamente fare per considerarsi in grado di padroneggiare anche il semplice lampeggio di un led. E tutta questa mole di informazioni deve essere prima ben studiata, capita, elaborata nel modo giusto. Ora la domanda è: qual’è il modo giusto?
E’ chiaramente soggettivo, ma la mente umana va stimolata sotto più punti di vista, soprattutto unendo pratica e teoria, affinché alcuni concetti entrino bene in testa. Quando si apre il primo programma di arduino, il classico esempio di led blinking, ci sono poche righe di codice, con dei commenti molto esaustivi su cosa fa quella determinata riga, ed il bello è che FUNZIONA TUTTO BENE!!! Poi si passa ai pulsanti, agli ingressi Analogici, alla porta seriale (UART), alle altre porte seriali (i2c ed spi per esempio), i display, le schede di memoria, etc etc… Il tutto può essere studiato con semplicità acquistando gli shield, che allegano dei codici di esempio, e senza problemi (in genere) a livello hardware… E QUESTO E’ GENIALE.
20€ (circa) ed hai kit di sviluppo/target board + programmatore + cavo seriale (USB) per effettuare una sorta di Debug + IDE di programmazione + un bel po’ di esempi da utilizzare + una comunity che GRATUITAMENTE ti risponde ad ogni problema che hai cercando la soluzione.
Poi c’è un altro aspetto, quello dello STANDARD utilizzato da ogni scheda arduino. Facendo una comparazione con un grande colosso nel campo dei microcontrollori che inizia con “m”, e finisce con….”icrochip” (concedetemelo), se acquisti un loro kit di sviluppo, non spendi certo 20€, e hai dei limiti sul codice dei compilatori per esempio. Comunque, ammesso che si vogliano spendere più di 700€ per cominciare, ed avere compilatore C illimitato (per esempio) senza dover ricorrere a mezzi non così leciti (non per questo ingiustificabili a mio parere), si cominciano a guardare in rete progetti fatti con i PIC, e si cominciano a collezionare idee. Si prende in esame un progetto davvero FIGO, et voilà…non funziona! perchè? dove sbaglio? e ti ritrovi che per esempio il cristallo è diverso, e devi capire come risettare i flag, poi magari il compilatore non compila perchè la variabile ADCONX_YZJ_10BIT messa nella stringa _ENNESIMO_REGISTRO_DI_CONFIGURAZIONE( un sacco di nomi seguiti da &) genera un errore…perchè non avevi visto che il tuo è un PIC18F4550 mentre il tizio del sito ha usato un PIC18F4520… ARGH!! CAMBIA COSI’ TANTO?!?!?!?!
Con Arduino l’unica cosa di cui preoccuparsi è il processore montato…tra 3/4 modelli diversi…ma soprattuto per questione di grandezza di codice. Quando fai il tuo bel “Serial.begin(9600);” hai settato la seriale con ogni tipo di scheda arduino-compatibile compri in giro… E NON E’ POCO, nè per chi comincia, nè per chi non ha tempo da perdere dietro un datasheet di 300-400 pagine a cercare tutti i registri responsabili dell’ADC (e magari si trovano alcuni bit di settaggio di una periferica ADC sul registro TRISA che serve ad indicare Ingresso/Uscita di un pin)…
Quindi con arduino, qualsiasi codice trovi, va bene con la tua scheda da 20€…senza bisogno di comprare un altro kit di sviluppo, o fare un bel prototipo a suon di saldatore e PCB…
E’ chiaro che NON ci si può considerare dei conoscitori dei microcontrollori se si utilizza SOLO arduino, e non si è mai entrato nel merito di un datasheet, sezione “oscillator” (per esempio), perchè non si ha minimamente l’idea di cosa stia facendo il micro, nè del come.
Chi utilizza SOLO (e ripeto SOLO) arduino, senza entrare nel merito dell’architettura hardware di cui è composto, può considerarsi un UTILIZZATORE di microcontrollori, ma nella maggior parte dei casi il progetto viene portato a termine comunque.
Il fatto che nelle scuole si cominci a vedere ARDUINO è secondo me solo che un bene. In molti libri si studia l’architettura del PIC16F84, il che è un bene, ma poi basare l’itero corso sull’assembler è esagerato. Ormai sono poche istruzioni e routines che vengono scritte in assembler, ed il fatto che con un 30 minuti di studio su arduino si possa scrivere un file di testo su una scheda microSD rispecchia meglio di più le esigenze attuali. E poi per i ragazzi (inteso sia di sesso maschile che femminile) è sicuramente di maggior interesse, e li può spingere ad appassionarsi. Poi in classe, si può fare una colletta, comprare un arduino montato ed N da montare e non programmati, e l’arduino montato diventa il programmatore per tutti gli altri N “arduini” da creare da zero, abbassando forse ancor di più il prezzo. Poi la fantasia non manca a noi italiani quando si tratta di risparmiare qualche euro!!
già, è tutto più semplice con Arduino nelle scuole, tanto semplice che ormai i ragazzi pensano che solo quello rappresenti il mondo dell’elettronica. Io la vedo una cosa sbagliatissima inculcare ai ragazzi la cultura del programmare facile. Con Arduino non si ha nemmeno cognizione di ciò che ci sta dentro, registri, memoria, periferiche, ALU. Noi che siamo cresciuti con lo Z80, 8086 e i microcontrollori PIC da programmare in Assmbly abbiamo avuto la possibiltà di imparare a ragionarci sopra a quelli che sono i principi di funzionamento su cui crescono questi dispositivi. Arduino è un progetto così uscito bene dal punto di vista della trasparenza dei processi che chiunque riesce ad utilizzarlo senza avere basi particolari di elettronica. Addirittura, nell’articolo, si legge che lo usa gente che non sa nemmeno il concetto di tensione o come questa si misura. Insomma, i ragazzi dell’itis un giorno devono differenziarzi da coloro che non sanno misurare nemmeno una tensione e si dovrebbe entrare nell’ottica che questi ragazzi dovrebbero essere in grado di progettarlo Arduino oltre che a saperlo usare. Se ci pensi bene, almeno da punto di vista hardware, non c’è niente che un ragazzo del quinto anno d’itis non possa conoscere…quindi è uno scandalo limitare lo studio dei sistemi digitali al solo Arduino, e credimi che in scuole con cui ho avuto a che fare (tramite amici che insegnano in quegli istituti) Arduino sta diventando l’unica realtà di approccio con l’hardware programmabile!!
Mi piace sentirti particolarmente entusiasta… con Arduino si può dire che si riesce a fare di tutto e di più, e poi il fatto di essere ampiamente supportato da community di hobbisti e professionisti sparsi in tutto il mondo ti da la possibilità di dare alla luce le tue creazioni in tempi davvero record. Mi ricordo un film degli anni di 80 di Lino Banfi (Vieni avanti cretino) in cui il suo datore di lavoro di un’azienda leader nel campo tecnologico gli chiedeva spesso: “è soddisfatto? Bene, perché la vostra soddisfazione è il nostro miglior premio!” Penso che Massimo Banzi e il suo team, se avrà modo di leggere i commenti di soddisfazione che mai quanto in questo periodo vengono lasciati negli articoli di Elettronica Open Source riguardanti Arduino, non potrà non dire la stessa frase, o qualcosa di simile… penso che non ci sia maggiore soddisfazione nel sapere che il proprio lavoro entusiasma fortemente gli altri, e con il tuo commento penso che tu sia riuscito a racchiudere un po’ quello che provano tutti coloro che si cimentano in una realizzazione e trovano soddisfazione quando vedono che il tutto funziona come si voleva. Questo è lo spirito giusto che porta ad imparare e a crescere, soprattutto nel mondo della tecnologia! 😉 Grazie comunque per la segnalazione dell’appuntamento di giugno a milano… se posso vedrò di non mancare! 😉
Credo che il fatto che sia open source e con alle spalle una comunità sviluppatissima lo rende un prodotto posto due gradini sopra tutti gli altri!
Io mi sono innamorato di Arduino leggendo un libro meraviglio in cui venivano illustrate alcuni esempi di utilizzo di un curioso progetto hardware opesource fatto in italia e dalle molteplici applicazioni. Effettivamente le cose che si possono realizzare sono davvero tante è basta solo un pò di fantasia. Quando l’ho portato per la prima volta in ufficio siamo stati subito tutti rapiti e sono nate nel giro di poche settimane almeno un paio di prototipi per i quali “professionisti” dell’elettronica ci avevano chiesto fino a 5000€. Ovviamente realizzare un “prodotto” commerciale con arduino può essere difficile anche perche con la logica dell’appetito vien mangiando i 16MHz possono risultare pochi al crescere delle esigenze. E’ innegabile però dal lato del docente che scrivere su una interfaccia lcd il valore di temperetura rilevato da un termistore con poche righe di codice ha un grande fascino. Ultimamente però ho visto uscire dei simil Arduino molto più potenti che potrebbero far vacillare il trono se trovo il link lo posto per il resto vedremo…..
Questo è esclusivamente valido per progetti di ordine privato , educativi o nell’ambito artistico , per un industriale non la pensa esattamente uguale la cosa , visto che vuole delle certezze non si fida più di tanto da un progetto open source ma più dei suoi ingegneri che paga .
Arduino si è presentata agli occhi di hobbisti e professionisti come la rivelazione degli ultimi anni. È stato un progetto davvero ben riuscito e il suo successo credo che non sia solamente dovuto al carattere open source sia dell’IDE che dell’hardware, ma all’estrema semplicità di programmazione forse unica nel suo genere. Ha la forma di un’evaluation board già munita di bootloader per permettere agli utenti che si accingono ad utilizzarla di svincolarsi dall’impiccio di dover cercare un programmatore esterno per la programmazione. È stata un’idea così ben vista dal mondo dell’elettronica tanto che case produttrici di microcontrollori hanno iniziato a fornire a costi relativamente contenuti evaluation board in formato stick, con piedinatura DIP40 compatibile e connessione USB tramite la quale, oltre ad implementare meccanismi di debug si riesce a programmare il micro a bordo della scheda tramite un bootloader apposito. L’unica pecca è che questi sistemi non hanno un ide dedicato come per Arduino, ma sfruttano il software di editor e di compilazione tipicamente utilizzato per programmare i microcontrollori della data casa produttrice. L’ultimo esempio di stick di questo genere che ho avuto modo di vedere sul mercato è della Microchip ed integra su uno schedino dip40 compatible un dispic o pic24f più un USB->RS232 bridge per la programmazione del micro via usb, il tutto utilizzando per la stesura e la compilazione del firmware MPLAB, l’ambiente di sviluppo di Microchip. Quindi sembrerebbe che il gruppo Arduino, oltre a realizzare un Hardware seriamente general purpose (quasi quasi lo possono utilizzare anche i bambini) ha anche diffuso un trend, quello di spingere le case produttrici a fornire ai progettisti alcuni sistemi di sviluppo hardware a mio avviso ancora più versatili e flessibili di una qualunque evaluation board, senza dover utilizzare programmatori esterni per poter concretizzare le proprie idee di progetto. Io credo che addirittura anche FTPmicro messo in palio come premio per il concorso abbia in un certo modo inseguito questo trend, anche se per poterlo rendere competitivo con altre realtà progettuali in commercio, andrebbe munito di connessione USB e bootloader svincolandolo dal disporre necessariamente di un programmatore stile ICD2/3. Ora come ora, il sistema di sviluppo Arduino Like propriamente detto penso che l’abbia realizzato il team OpenPicus con lo starter kit FlyPort e relativa scheda Nest. Trattasi infatti di un piccolo modulo (Flyport) munito di microcontrollore microchip PIC24F a 16bit e di un modulo per l’instaurazione di una connessione wifi secondo il protocollo 802.11. Il microcontrollore dispone di un bootloader caricato internamente che ne permette la programmazione tramite comunicazione UART convertita in USB grazie l’ormai celeberrimo bridge della FTDI. Per programmare il modulo e per poterlo utilizzare come evaluation board, è necessario connetterlo alla Nest, che è una scheda di supporto secondaria munita di mini morsettiere per facilitare la connessione di cavi verso altri harware esterni e di una porta USB per programmare e per disporre di una COM virtuale. L’ide per la programmazione di Flyport è totalmente dedicato con funzioni di wizard abbastanza interessanti perché permettono di configurare in niente tutto ciò che occorre per disporre di un web server wifi altamente personalizzato. Il linguaggio di programmazione è il C e come per Arduino, anche per Flyport sono disponibili librerie già compilate e pronte per essere richiamate e utilizzate nella maniera più semplice possibile.
In definitiva posso concludere che Arduino è da considerarsi un vero e proprio esempio di trend innovativo, forse addirittura una standard al quale il mondo dell’elettronica sembra essersi seriamente adattato! Questa rappresenta la vera vittoria di Arduino!