
In questa ultima puntata del corso facciamo conoscenza di alcuni componenti elettronici, molto utilizzati in tante applicazioni pratiche. Realizziamo, con essi, alcune semplici idee per poter iniziare a padroneggiare e ad assemblare i primi circuiti elettrici, utili e funzionanti.
Introduzione
I componenti elettronici, sul mercato del settore, sono proprio tanti, di tutti i tipi e di tutte le misure (vedi figura 1). Hanno delle finalità estremamente diverse e non sarebbero sufficienti certamente mille articoli per esplorarli tutti, anche solo sommariamente. Anche un corso avanzato per adulti o per professionisti non riuscirebbe a coprire le esigenze degli argomenti trattati.
Sperimentiamo con il potenziometro
Iniziamo, dunque, la nostra carrellata di applicazioni cominciando a conoscere il potenziometro, visibile in figura 2. Esso non è altro che una resistenza (che abbiamo visto nel corso delle precedenti puntate) il cui valore resistivo può essere cambiato a piacimento, attraverso la rotazione di un perno manuale.
Come si vede in figura, il potenziometro è dotato di tre terminali. Il suo funzionamento si può riassumere così:
- tra il punto a) e il punto c) c'è sempre lo stesso valore ohmico del componente, dichiarato sul suo involucro. In pratica si tratta di una resistenza fissa;
- se il perno viene ruotato in senso antiorario, il valore resistivo tra il punto a) e il punto b) aumenta, mentre quello tra il punto b) e il punto c) diminuisce;
- se il perno viene ruotato in senso orario, il valore resistivo tra il punto a) e il punto b) diminuisce, mentre quello tra il punto b) e il punto c) aumenta.
Ad esempio, disponendo di un potenziometro dal valore commerciale di 1000 ohm (1Kohm) regolato a circa 25% della sua corsa, potremo leggere i seguenti valori:
- tra il punto a) e il punto c) c'è sempre il valore fisso di 1000 ohm;
- tra il punto a) e il punto b) si legge il valore di 300 ohm circa;
- tra il punto b) e il punto c) si legge il valore di 700 ohm circa, come mostrato in figura 3.
Questo fatto indica che non è assolutamente indispensabile usare tutti e tre i terminali, ma è sufficiente utilizzarne solo due, come indicato in figura 4, per ottenere una vera e propria resistenza variabile a mano. Nell'esempio, disponendo di un potenziometro da 1000 ohm, possiamo ricavare, tra il terminale centrale e quello esterno, una escursione resistiva compresa tra 0 ohm e 1000 ohm.

Figura 4: è possibile utilizzare solo due terminali di un potenziometro, al fine di ottenere una resistenza variabile
Realizziamo un variatore di luminosità per un diodo Led
Le lezioni precedenti ci hanno insegnato che la corrente che attraversa un diodo Led deve essere opportunamente limitata da una resistenza, per poterlo fare illuminare correttamente. Esse ci hanno, altresì, fatto comprendere che se non colleghiamo del tutto tale resistenza il diodo si brucia, distruggendosi. Con questi due concetti andiamo, adesso, a realizzare un sistema che ci permetta di cambiare la luminosità di un diodo Led, da un minimo a un massimo consentito, semplicemente ruotando il perno di un potenziometro.
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Grazie Giovanni per questo interessante corso! Per far avvicinare al mondo dell’elettronica anche i ragazzi!
Grazie a tutti. I ragazzie delle nuove generazioni dovrebbero comprendere che siamo circondati da energia elettrica e il mondo civile è governato da essa. Un passo obbligatorio, dunque, è quello di studiare l’elettricità e l’elettronica, anche dalla tenera età.