
Nel panorama informatico, pochi dispositivi hanno lasciato un’impronta profonda come il Commodore 64. Lanciato nel lontano 1982, questo computer è stato per un'intera generazione la prima esperienza concreta con la programmazione e il mondo digitale. Il suo impatto, tuttavia, non si è esaurito con il passare del tempo: ancora oggi continua a vivere grazie all’impegno di una comunità di appassionati che ne tiene viva la memoria attraverso progetti innovativi. Uno dei più curiosi e interessanti è l’integrazione con l’Intelligenza Artificiale generativa, in particolare con ChatGPT, che rende possibile una conversazione tra una macchina degli anni '80 e un sofisticato modello linguistico moderno.
A Città di Castello, in provincia di Perugia, è stato recentemente dimostrato come il Commodore 64 possa fungere da terminale per comunicare con un'Intelligenza Artificiale tramite una rete moderna. L’iniziativa, promossa da RetroCampus e realizzata con il supporto tecnico di Francesco Sblendorio, ha mostrato in modo concreto il potenziale della commistione tra retrocomputing e tecnologie contemporanee. Il cuore del progetto è l’utilizzo di una BBS (Bulletin Board System) per accedere ai servizi AI in remoto. Durante il periodo antecedente alla diffusione capillare di Internet, le BBS rappresentavano un punto di contatto tra utenti che potevano scambiare file, giocare, leggere notizie o semplicemente interagire in ambienti digitali rudimentali. L’accesso avveniva attraverso modem collegati alla linea telefonica, e ogni sistema BBS veniva gestito da un amministratore che fungeva da nodo centrale per una piccola comunità virtuale. Oggi, queste piattaforme sono state adattate per connettere computer d’epoca alle tecnologie cloud. Nel caso specifico del Commodore 64, il collegamento avviene grazie a interfacce hardware come la 64NIC+, una scheda di rete che si inserisce nello slot cartuccia del sistema. Essa permette di creare una connessione Ethernet o WiFi con la rete locale. Una volta installata la scheda, è necessario configurare il dispositivo utilizzando software specifici come SetMac, che consente di assegnare indirizzi IP e MAC adeguati per la connessione.

Figura 1
Con l’infrastruttura pronta, si può accedere alla BBS RetroCampus tramite un client come KipperTerm, che supporta il protocollo Telnet e consente la visualizzazione in grafica PETSCII, il caratteristico set di simboli e colori del Commodore 64. Collegandosi all’indirizzo bbs.retrocampus.com sulla porta 6510, è possibile interagire con una piattaforma capace di inoltrare le richieste formulate sul vecchio computer direttamente alle API di ChatGPT. L’esperienza utente si presenta come un'interfaccia a riga di comando dove è possibile scrivere domande. La risposta, elaborata dall’Intelligenza Artificiale, viene restituita in forma testuale e suddivisa in schermate nel caso di contenuti particolarmente lunghi. La comunicazione avviene in tempo reale sfruttando l’infrastruttura cloud per processare le richieste. Ciò permette anche ad un computer con capacità computazionali limitate di accedere a risorse altamente complesse come i modelli generativi.

Figura 2: Interfaccia Web accessibile sia dai sistemi informatici di una volta sia da un moderno PC dotato di browser Web (Fonte: https://bbs.retrocampus.com/)
Oltre a ChatGPT, RetroCampus ha integrato nella propria BBS anche l’accesso a modelli alternativi come Mistral, lasciando intuire la volontà di rendere il sistema sempre più flessibile e aperto anche a soluzioni open source. In prospettiva, non si esclude la possibilità di rendere disponibili anche modelli eseguibili localmente che riducono così la dipendenza da API commerciali e dai costi correlati. Il servizio richiede il supporto degli utenti attraverso donazioni, gestite tramite piattaforme come Patreon. Il modello di sostegno collettivo contribuisce a mantenere operativo un ecosistema che unisce il fascino del passato alla potenza dell’Intelligenza Artificiale odierna. Dal punto di vista funzionale, l’uso di ChatGPT dal Commodore 64 consente sia di porre domande informative sia di generare contenuti creativi o richiedere frammenti di codice in BASIC V2. L’Intelligenza Artificiale fornisce risposte corredate da spiegazioni che rendono l’interazione utile e formativa. L’esecuzione del codice generato, però, necessita di test manuali e di un certo livello di competenza tecnica per verificarne l’efficacia.
L’intero progetto dimostra come sia possibile reinterpretare la tecnologia del passato in chiave moderna, non solo per motivi nostalgici ma anche come esercizio di ingegneria creativa. La connessione tra un Commodore 64 e un modello linguistico avanzato è un ponte ideale tra epoche differenti, pronto a dimostrare che l’evoluzione tecnologica può trovare un terreno comune anche tra sistemi separati da oltre quattro decenni. La sperimentazione, infine, conferma come l’interesse verso il retrocomputing non è solo un hobby per pochi nostalgici, ma diventa anche un mezzo per esplorare nuove frontiere della tecnologia, recuperando strumenti del passato per costruire esperienze innovative e accessibili.
