Il dibattito sulla sicurezza pubblica, sull'incolumità di cose e persone, sulla privacy, ruota intorno al mondo dei droni sin dai primi passi mossi da questa tecnologia al di fuori del campo bellico. Dal primo momento in cui l’ingegneria civile e il mercato di consumo hanno intuito l’incredibile rivoluzione che i droni avrebbero potuto portare in ogni settore tecnico, la questione “sicurezza” è stata uno degli elementi principali del dibattito e degli studi tecnici.
La sicurezza sta molto a cuore agli operatori del settore e a tutti gli anelli di questa industria, da ENAC e le sue norme che ne regolano l’utilizzo agli operatori e operatrici SAPR, dai designer e progettisti agli enti che erogano corsi per il riconoscimento. Vediamo bene qual è lo stato dell’arte in merito alla sicurezza dei droni, quali sono le accortezze suggerite e gli obblighi imposti a tutti gli operatori per garantirla e quali sono gli “oggetti chiave” che abbinati al drone ne possono allungare la vita, il volo e aiutarlo a non causare danni a cose e persone.
Perché un drone é più sicuro di quanto comunemente si crede
Un drone che cade può decisamente far male e provocare danni anche gravi. E questo è facilmente intuibile. Ora passiamo alla buona, seppur meno ovvia, notizia: ad oggi, seguendo le regole imposte da ENAC e le regole di buon senso suggerite dai costruttori, far sì che un drone causi danni è davvero difficile e improbabile.
Infatti, oltre alle regole abbastanza restrittive imposte da ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile) in merito al sorvolo su aree critiche-ex scenari misti, ci sono degli strumenti utili e in alcuni casi obbligatori su tutti i droni che possono salvare la vita della macchina e aiutare a non causare impatti e danni di alcun tipo e anche evitare casi di procurato allarme nelle sempre più diffuse No Fly Zones. Prima di addentrarci però nella descrizione dei dispositivi utili e obbligatori per la messa in sicurezza di un drone, è importante fare un piccolo spaccato proprio sulle norme di ENAC, che riassumiamo cosi:
- Per pilotare un drone è necessario un riconoscimento;
- Anche il drone deve essere riconosciuto e il processo di riconoscimento è lungo e complesso;
- Non basta il riconoscimento per volare su assembramenti di persone e centri abitati: serve un ulteriore autorizzazione per il volo in aree critiche (ex scenari misti). Tale autorizzazione è un iter lungo e selettivo che oltre al patentino, alla visita medica e alla certificazione del drone da parte di ENAC implica la predisposizione da parte del costruttore o dell’operatore di alcune precauzioni tecniche per rendere l’attività professionale sicura per cose e persone.
Tuttavia, per la messa in sicurezza di un drone e delle operazioni effettuate non basta porre limiti alle aree di sorvolo ma è anche necessario mettere in sicurezza la macchina. Ci sono dei piccoli-grandi accorgimenti che possono allungare la vita di un drone, che partono dalla progettazione sino all’utilizzo. Analizziamole una ad una.
Quali sono gli accorgimenti che garantiscono la sicurezza di un drone?
Il mercato propone moltissimi modelli di droni sia per utilizzo amatoriale che per uso altamente professionale. Da Yuneec Q500, perfetto per riprese aeree filmiche altamente professionali grazie [...]
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Vi segnalo anche questo articolo http://it.emcelettronica.com/il-meglio-e-il-peggio-dei-droni per approfondimento.