
Siamo in grado di vivere almeno 24 ore senza tecnologia? Come insegna il buon Gigi Marzullo, mi sono fatta la domanda e ora mi devo dare una risposta, così ho effettuato un esperimento che mi impediva di utilizzare mezzi tecnologici sia per comunicare che per qualsiasi altra attività quotidiana, lavoro compreso. La mia curiosità è partita dalla lettura di uno studio su 1000 studenti dell’Università del Maryland che hanno sviluppato una sindrome da vuoto digitale dopo 24 ore offline. Per appuntare le varie fasi del test e per registrare i miei stati d’animo mi sono avvalsa dell’uso di un taccuino e di una penna biro. Sarò riuscita a non farmi tentare? Scopritelo!
Come si vive senza tecnologia
Premettiamo che ormai anche quando si va in viaggio in posti remoti è praticamente impossibile non avere accesso ad almeno un dispositivo tecnologico; e in ogni caso durante una vacanza i bisogni sono molti di meno rispetto ad un normale giorno feriale.
Prima di iniziare ho avvertito i miei, non si sa mai dovessero chiamarmi un giorno intero senza ricevere risposta, ho spento il telefonino, il computer, staccato anche la caldaia (eh bè) e, per farmi ancora più male, non ho avvisato i miei amici, così sarei stata tutto il giorno con la curiosità di sapere se qualcuno mi aveva contattata per qualcosa di importante. Ho lasciato solo il telefono fisso (non lo consideriamo tecnologico) perché tanto il mio numero ce l’hanno solo i miei genitori e qual paio di amici che ancora hanno l’allaccio alla linea fissa.
Di seguito riporterò la trascrizione di quanto appuntato su cartaceo
Giornata tipo
- 08:00: sveglia
- 08:30: doccia e colazione
- 09:00: mi asciugo i capelli
- 09:30: accendo il computer e comincio a consultare FB, posta elettronica, siti di informazione, vedo se ci sono delle offerte su GroupOn e affini
- 10:30: inizio a lavorare
- 12:00: pausa per sgranchirmi, fase di ricerca informazioni per un viaggio o per acquisti vari da fare. Lettura notifiche FB e posta elettronica
- 13:30: pranzo
- 14:30: torno al lavoro. Lettura notifiche FB e posta elettronica
- 16:00: nuova surfata in rete, spionaggio su FB e lettura posta elettronica
- 16:30: torno a lavoro
- 17:30-cena: stacco, vado a fare una passeggiata sul mare, telefono alle amiche, guardo un po’ di TV e ceno
- Dopo cena-letto: esco o leggo un libro, telefono alle amiche, controllo FB e posta elettronica, continuo la lunga selezione delle foto dell’ultimo viaggio.
28 settembre 2011 – Il giorno Tech-free
- Orario non pervenuto: non posseggo un orologio, la sveglia non ha suonato, ma c’è molta luce, devo andare in cucina dove ho un orologio da parete. Scopro che sono le 10:30 e mi porto dietro lo scomodo orologio.
- 11:00: entro nella doccia, ma l’acqua è gelida, ho spento la caldaia. Rinuncio alla doccia e mi sciacquo a pezzi, tanto non potevo nemmeno usare l’asciugacapelli.
- 11:30: Mi metto al lavoro. Avevo salvato e stampato il materiale necessario per scrivere degli articoli, quindi sono su supporto 100% cartaceo. Non mi dispiace.
- 13:00: è ora di pranzo e ho lavorato molto più del previsto, mangio e mi vado a fare una passeggiata digestiva.
- 14 30: senza orologio (quello da parete non è idoneo alla deambulazione) non mi sono resa conto del tempo che passava e senza lo stress dell’orario mi sono rilassata. Anche troppo, torno a lavoro.
- 15:00: forse la pausa mi ha fatto male, non mi riesco a concentrare e comincio ad avere voglia di essere in contatto con il mondo. Finora non ne ho sentito particolare bisogno.
- 15:30: vedere almeno il cellulare o la posta elettronica diventa una necessità quasi fisiologica. Tra l’altro sono arenata con il lavoro perché dovrei consultare delle fonti ma non ho internet e l’enciclopedia nemmeno tratta l’argomento su cui sto scrivendo.
- 16:00: esco di nuovo, un bel giro in bicicletta, approfitto della bella giornata.
- 17:00: provo a rimettermi a lavoro ma combino poco, voglio assolutamente sapere che fanno le altre persone e allora chiamo al telefono fisso Laura, che ovviamente non risponde perché non è a casa! Mi irrito. Cerco di calmarmi e mi immergo nella lettura. Ascolterei anche un po’ di radio ma mi beccherei probabilmente Eros Ramazzotti e peraltro avrei anche perso l'esperimento! Anche la radio è tecnologia! E' proprio vero che fa talmente parte della nostra vita quotidiana che a volte non ci facciamo neppure caso. Intanto l’iPod con le mia musica preferita è lì ma posso solo guardarlo.
- 18 30: medito e penso, ho tempo per farlo, rifletto, fantastico un po’ e scavo nei bei ricordi dell’estate.
- 19:30: se al telefono fisso Laura non mi risponde vado direttamente a casa in bicicletta. Non c’è, aspetto pochi minuti e torna. È contenta della sorpresa e ci facciamo una bella chiacchierata, ma le spiego che non mi deve rivelare eventuali novità causa esperimento.
- 20: 30: sono a casa, ceno, sfoglio l’enciclopedia che avevo lasciato sul tavolo e un po’ mi commuovo. Inoltre mi trovo a leggere un italiano perfetto che in internet si può solo sognare. nbe NerettoByEmanuele
- 21:30: vado dai miei genitori per cena, a piedi perché abitiamo vicini, li costringo a non guardare il TG1 (gli ho fatto anche un favore nbe), mi faccio una chiacchierata e torno a casa.
- 23:00: leggo e penso, immagino e pianifico il prossimo viaggio e avrei davvero voglia di accendere il computer, ma resisto. Riprendo timidamente gli appunti per il lavoro, ma non cavo un ragno dal buco, per fortuna ho da scrivere questo taccuino!
- 00:00: inizio a sbadigliare, mi sento stanca ma c’è un problema..come mi sveglio domani mattina senza sveglia? Però è mezzanotte, otto ore saranno sufficienti.
29 settembre 2011: l’alba di una nuova era
- O7:45: ho dormito meno del previsto, bene. Accendo il cellulare e mi si intasa la messaggeria. Vado a fare la doccia ed è ancora fredda, riaccendo la caldaia, mi godo l’acqua calda, mi asciugo i capelli, faccio colazione.
- 09:00: accendo il computer e FB e posta elettronica sono letteralmente invase (c’è anche un’e-mail importante di lavoro arrivata ieri).
- 10:00: ho appena letto tutte le e-mail, mi sono aggiornata su FB, ho l’ennesima dimostrazione del baratro in cui la politica, e noi con essa, è sprofondata, e posso tornare a lavorare con entusiasmo. Mi accorgo che l’enciclopedia è ancora lì, la poso con nostalgia. È stato bello leggerla, devo farlo più spesso. Questa è l’ultima cosa che scrivo sul taccuino.
- 11:30: sono tornata sul computer e ho rielaborato e trascritto quanto avevo appuntato.
Tiriamo le somme
Allora, l’esperimento è riuscito e devo dire che non è stato impossibile, almeno per le sole 24 ore. Le note positive sono molte: ho riscoperto la bellezza del pensare, mi sono goduta una bella passeggiata, non ho avuto l’ansia da orario, mi sono ricordata della magnificenza dell’enciclopedia e della sua superiorità (peccato solo per i contenuti non aggiornati) su Wikipedia. Insomma, ho vissuto una giornata dedicata a molte cose che prima non consideravo più e non ho ricevuto notizie di natura politica o economica.
E i lati negativi? Bè, mi si è accumulato molto lavoro, ieri non ho guadagnato niente, mi sono persa qualche video divertente che mi avevano postato, cose così di poco conto.
È stata una bella esperienza e forse la rifarò, però mi rendo conto che la tecnologia è talmente insita nella nostra quotidianità da non poterne fare a meno per troppo tempo.
È stato piacevole perché è durato poco e, lo dico con una punta di amarezza, mi ha fatto capire che indietro davvero non possiamo tornare.
E Voi sapreste resistere 24h senza tecnologia?

Penso al giorno d’oggi sia praticamente impossibile lavorare senza tecnologia, anche per chi fa lavori manuali, comunque comunicazioni, adempimenti fiscali etc. sono sempre più orientati verso il digitale.
Vivere senza tecnologia è diverso, ci si potrebbe riuscire, partendo dalle vacanze e dalla gestione del proprio tempo. Già riuscire a stare poche ore al giorno, senza elettronica, sarebbe un successo per la qualità della vita!
Oggi sarebbe impossibile lavorare senza il supporto della tecnologia, ma anche nella vita è quasi impossibile non usufruire della tecnologia, nel racconto di Edy82, a mio avviso manca l’uso dell’impianto di illuminazione, visto che ormai le lampade ad incandescanza vanno via via sparendo e nelle lampade a risparmio energetico vi sono componenti elettronici. Poi bisogna vedere se nel tecnologico facciamo rientrare solo le apparecchiature con componenti elettronici o altro, tipo quelli meccanici o elettrici.
Ricordo la caldaia di mio nonno che era priva di componenti elettronici e i blocchi erano solo meccanici, per non parlare del fatto che una volta non esistevano nemmeno i frigoriferi e si conservavano i cibi nelle ghiacciaie e non tutti avevano lo spazio disponibile per allestire una ghiacciaia e quindi la spesa andava fatta ogni giorno e consumata ogni giorno, alcune cibarie venivano sottoposte ad un’abbondante salatura per potersi mantenere più a lungo.
Per quanto mi riguarda, ho vissuto un ricovero in ospedale, dove non potevo utilizzare apparecchiature elettroniche, in cui ho riscoperto il piacere della lettura, per lo più libri e romanzi che mi ero ripromesso di leggere, vista la degenza per un periodo piuttosto lungo.
è vero, indietro non possiamo tornare..
la tecnologia è utilissima, spesso ci semplifica moltissimi compiti.. però è anche vero, che se non ci fosse facebook io, e molti amici miei, oggi saremmo già laureati! XD .. ovviamente si scherza, non è così estrema la cosa, però bisogna farci caso, a quanto tempo, giornalmente, perdiamo in cose banali, di cui potremmo benissimo fare a meno.
Si ovviamente l’esperimento è una provocazione. Voi a quale dispositivo tecnologico rinuncereste con più difficoltà?
Ammetto con mio rammarico di essere un internet dipendente, tempo fa lessi che si potrebbe trattare di una malattia come il gioco d’azzardo o altre similari, ma ormai, per l’uso che ne faccio è basilare, dall’internet banking alle dichiarazioni dei redditi, dalla comunicazione con enti istituzionali a quelli lavorativi, per le ricerche ed approfondimenti e perché no anche per lo svago. E non di meno anche per gli acquisti, dove spesso non devi macinare chilometri per sapere che hanno esaurito il dispositivo o che ancora deve arrivare. Io inviterei anche i piccoli commercianti e professionisti ad utilizzare questo mezzo per comunicare con la clientela, poichè spesso sono pochi, e tra i pochi, molti non seguono i loro siti e le email che gli arrivano. Un mio superiore è convinto che l’analfabetismo odierno è quello informatico.
Pacemaker
a me facebook non manca per niente… e la stessa cosa vale per la tv (se non fosse per le partite del napoli 🙂 )..poi anche il cellulare potrebbe essere spento…mmm quindi penso che difficilmente resisterei senza la lavatrice 🙂
Nonostante per un periodo della mia vita abbia abbracciato l’anarchismo primitivista di John Zerzan devo dire che esperienze come quella del POPOLO DEGLI ELFI http://www.mappaecovillaggi.it/article6091.htm sono rare e difficili da praticare parlo per esperienza personale.
L’inizio è preoccupante, poi….
http://www.youtube.com/watch?v=uvux4ucwq9Q
P.S. l’utente che ha inserito il video su YouTube, non sono io
Forse avete frainteso qualcosa neglo orari (a mezzogiorno la pausa è di 5 minuti non fino al pranzo) e comunque anche l’orario della pausa pranzo è inferiore nella pratica perchè essendo una libera professionista spesso faccio anche mezz’ora di pranzo o meno. Può anche capitare di mangiare davanti al pc. E del resto anche chi lavora in ufficio si concede spesso dalle 8 ore pagate pause su facebook o altri siti non bloccati (le mie pause non e le paga nessuno). Era solo un esempio tipo al quale non ho dato molto peso perchè non era l’oggetto dell’articolo (chiedo venia, dimentico a volte di scrivere soprattutto per utenti “tecnici”). Detto ciò, per chi fosse comunque interessato a questo aspetto, NO non mi ammazzo di lavoro e ne vado anche fiera. Penso che nella vita ognuno stabilisca le proprie priorità e la mia non è quella di avere il vestito firmato, la macchina nuova o l’ipad (come tanti “comuni mortali” che lavorano 8 ore). Senza nulla togliere a chi fa i sacrifici per le spese primarie, come facciamo tutti, il segreto a volte non è guadagnare tanto ma spendere poco. Ma è un discorso ampio e rischiamo di andare fuori tema…
Per Massimo F: a meno che non lavori fuori città potresti fare la prova andando in bicicletta per esempio! E in ogni caso se vuoi metterti alla prova puoi farlo nel week end! Facci sapere il risultato!
La solita ipocrisia italiana di chi pensa che lavorare come uno schiavo sia uno status! Ma in queste dure giornate lavorative avete trovato il tempo di navigare in rete, commentare e fare il conteggio delle ore di lavoro altrui? Lamentatevi meno e lavorate… seriamente!
Grazie Giuseppe, condivido il tuo punto di vista. Cmq non è il caso di fare polemiche e soprattutto non vorrei che i commenti si discostassero troppo da quello che è il tema dell’articolo. Il video di youtube è inquietante anche se penso che tutti dovremmo ridimensionare un po’ le nostre paure di distaccarci dalla tecnologia. Non so se avete visto lo sketch di Fiorello sui cellulari: nel momento in cui ci rendiamo conto che lo abbiamo dimenticato a casa veniamo presi dal panico. Ma siamo sicuri di non poterne fare a meno per qualche ora? Questo era il messaggio dell’articolo…
http://www.youtube.com/watch?v=DLlXKevbXPI anche se nel video è per Ennio Morricone, ma non ho saputo trovare di meglio.
Io direi più che spendere poco, saper dare il valore alle cose e al denaro e alle priorità della vita.
Se per avere un iphone devo lavorare 10-15 giorni, preferisco trovare modi e tempi diversi per gestire quei soldi, magari permettendomi ciò che per altri è banale o non alla moda, come una passeggiata in riva al mare in autunno o in inverno, quando puoi ascoltare le onde e l’infrangersi di queste sulla scogliera.
A volte capita di dimenticarmelo, ma non vengo preso dal panico, se qualcuno chiama in mia assenza, dirò la semplice verità, scusandomi che l’avevo dimenticato a casa.
giusto..anch’io la vedo cosi… si è vero bisogna lavorare ma nella vita non esiste solo il lavoro e beata te che puoi 🙂 !
Io faccio le tipiche 8h (che poi sono quasi 10 ma vabbè 🙂 si sa a milano è cosi).. ma non faccio certo una colpa a chi lavora meno ne tanto meno mi sento “migliore” di costui, anzi..
Ma ultimamente in questo blog leggo sempre commenti che sono molto “ingenui” su cose che secondo me sono scontate.. Edi voleva mostrarci soltanto un esempio di giornata vissuta senza internet e voi la attaccate giudicandola… mamma mia ragà 🙂 e nn è la prima volta (anche se nn mi metto a vedere chi sono le persone) va bene le critiche..ma i giudizi sulla vita degl’altri senza conoscerli sono davvero tediosi a volte..
“noi umani”… esagerato massimoF !!
A me piacerebbe capire come facevano 30/40 anni fa a comunicare soltanto via posta..cioè con lettere e “epistole” :)… io in tutta la mia vita ne ho scritte a MANO e inviate un paio (5 o 6 anni fa) e ne avrò ricevute altrettante…secondo me è sicuramente molto più bello immaginare la persona che ci scrive una lettera a mano, si sente e si vede proprio quanta dedizione ci ha messo, nel momento in cui la leggiamo..
secondo me è una delle cose più bella che si è persa al gg d’oggi grazie alle telecomunicazioni..
Postate le vostre di giornate lavorative invece di…. 🙂
L’argomento è cercare di capire se e come possiamo stare senza tecnologia
e poi anche un po sbirciare nelle attività altrui, ma non criticarle perche non è una gara a chi lavora di piu.
Non dimenticate che noi italiani siamo famosi per la non-efficienza (vabbè ca**eggio)
ricordate: http://it.emcelettronica.com/ricerca-e-innovazione-se-no-niente-ripresa#comment-17604
Chi lavora di piu dovrebbe interrogarsi (ed io sono il primo a farlo) se è anche il piu efficiente.
Ah ah Linus grazie per essere andato a cercare il video, “rubo” volentieri il merito di Morricone per qualche secondo : )
E visto che Divivoma me lo ha ricordato mi vado ad affacciare al mare e vi dedico questo secondo di relax, con le onde che si infrangono sugli scogli (faccio la spola tra Roma e Pescara e ora mi trovo in quest’ultima). Bhè almeno questi commenti poco costruttivi hanno avuto il merito di farci conoscere meglio tra tutti gli utenti del blog. : )
ps. non vi allarmate eh… vado solo un secondo, tempo di sentire un’onda e torno al lavoro : )
Hai ragione, io ne conservo alcune dal passato (qualche anno fa) e il piacere di scorrere lo sguardo sull’inchiostro non ha prezzo : ) Altro che email! Qualche sera fa sono andata ad ascoltare una reading e l’attore faceva finta di usare la macchina da scrivere… anche quella era meccanica ma comunque ora assume un valore nostalgico ai nostri occhi. Chissà se un giorno anche le email saranno “roba del passato”
esatto… anche perchè è da un 4/5 anni che i Cinesi ci mangiano… oggi ho sentito di una chiusura di Nokia Simens a Milano(taglio di 17000 dipendenti pari al 23% del personale), Alcatlel-Lucent ha annunciato una chiusura dell’ R&D di Genova (40 posti), la fiat domani mi sa che chiude quello di termini imerese… sono questi i segnali che dobbiamo percepire..!
Dall’altro lato la cina , ad esempio nel mondo tlc, con huawei sta facendo una strage.. si è presa una bella fetta di mercato di nokia-simens…
E questo perchè le aziende cinesi sono non solo a basso costo ma anche di qualità (leggete il financial times che dice… io credo che tutti noi dovremmo davvero darci da fare nella direzione giusta e smettere di criticare gli altri, qui in Italia siamo i numeri 1.. il problema è che lo facciamo tra di noi…ci si aiuta poco e per forza si rende meno !
Remiamo tutti nella stessa direzione…
vuoi fare a cambio con me ?? ti do il mio stipendio e il mio posto per un mese ?
tu però mi dai il tuo posto e il mare 🙂 ihihihi
PS. io sn a milano.. posso offrirti un pò di nebbia ihihih ma penso che non accetteresti mai 🙂
ah ah più che altro mi sa che riuscirei a farti licenziare in un mese!!!
ma no dai 🙂 !
c’era una certa cura nello scrivere una lettera, figurati che mio nonno mi raccontava che lui a scuola gli insegnavano la grafia, ovvero a saper scrivere le lettere tipo quelle quelle che puoi vedere nella bibbia o in certi libri antichi, e ricordo che per certe lettere si utilizzava anche la ceralacca rossa per sigillare la busta.
E poi si rileggeva parecchio, per trovare anche la forma per dire qualcosa, sia essa positiva che negativa.
Inoltre, vi era l’attesa della risposta senza quella fretta e urgenza che spesso ci assale oggi, il mondo andava più piano, era più consono ai ritmi dell’essere umano.
In fondo erano tempi in cui, l’attesa faceva si, che gustavi maggiormente ciò che ricevevi e riuscivi a comprendere quanto quell’attesa alla fine fosse ripagata.
Oggi viviamo come se fossimo sempre in emergenza, dove i livelli di adrenalina sono superiori alla norma, per cui siamo sempre sotto stress, siamo assaliti dall’ansia di dover fare in fretta e di terminare qualche compito il prima possibile.
La Cina e cinesi giocano un gioco sporco che avvantaggia qualcuno a discapito di molti altri e soprattutto a discapito dell’intera umanità, non può essere un esempio da imitare, ma dovrebbe essere un modello da rivedere e correggere anche politicamente (lo so che non è permesso di parlare di politica qui, ma permettetemi di rispondere).
Per certi versi, le responsabilità sono anche nostre, se hai tempo, guardati questo video, http://www.youtube.com/watch?v=y6LG0Ra3u7s
dove puoi vedere le condizioni in cui lavorano i cinesi e le malattie a cui saranno soggetti fra un paio di anni, senza contare che inquinano fiumi e mari in modo spropositato.
Sono d’accordo con te, sull’eccessivo individualismo del homo italicus, per conto mio, vedo che visto che la tecnologia esiste, si potrebbe rifondare la nazione su valori condivisi che partano dal basso ed eticamente corretti, un po’ come il modello islandese.
Ciao Edi82, interessantissimo articolo; davvero unico nel nostro mondo elettronico.
Oggi la tecnologia è spesso imposta dalla necessità di creare un ciclo di vita forzoso per tutti gli oggetti high-tech …da iPhone, iPad, Pela patate, TV 3D, ecc. …a ARM 7-TDMI, Cortex-M3, M4, A8, A9 e così via.
Sostituiamo tutto con Tecnologia Open Source e, vedrai, ognuno potrà aggiornare il proprio software e, magari …raramente, qualche modulo hardware, per adattarli meglio alle proprie necessità, senza mandare in discarica apparecchiature e componenti ancora funzionanti e performanti, interi armadi pieni di schede.
Ognuno potrà regolare meglio il flusso di email, notifiche da Social Network ipertrofici, SMS in offerta, messaggi dalla propria lavabiancheria, ecc., ecc.
Usiamo la tecnologia solo quando è necessaria, ma usiamola a nostro esclusivo vantaggio.
Purtroppo, credo che oggi la tecnologia sia intesa, soprattutto, come “consumo” e, forse, questa è la ragione per cui si cerca di sperimentare un improbabile “ritorno al passato” …io propongo di sperimentare un Futuro Sostenibile!
Che dici, ce lo scriveresti un articolo dal titolo “Vivere 24 ore con le Tecnologie del Futuro”?
Ciro 🙂
Sono convinto che il nostro cervello instauri una sorta di dipendenza per tutte le cose che si fanno più volte..
Dopo un po’ queste cose diventano una necessità, quando dico “cose” vale per tutto
ciò avviene anche al rovescio se riesco a non fare più quelle “cose” il cervello le dimentica.
L’ideale sarebbe “..delle cose tanto sperimentar quanto basti per non curarsene..”
se non ricordo male credo sia stato detto da A. Manzoni.
Ciao Ciro, il tuo spunto è molto interessante. Perchè no?
Vivere
24 orecon le sole Tecnologie del FuturoSi può fare, dando per scontato che le tecnologie del futuro sono Tecnologie Open Source.
Ma il telefonino è indispensabile? Direi di si
Che modello? Android!
OK, ma l’hardware? Openmoko!! http://wiki.openmoko.org/wiki/Main_Page/it
Ti piace, anzi vi piace (a Edi82, Ciro e tutti 🙂 questo approccio?
P.S. vedo però che Openmoko non è distribuito in Italia, ed i paesi europei che lo distribuiscono, lo vendono a circa 300 euro…. primo problema.
Si mi piace molto l’approccio OpenMoko.
Nel futuro vedrei molta standardizzazione nei componenti hw/sw, le CPU sostituite dai SoftCore (open naturalmente!) e, sorpresa, …niente telefonini.
Ci saranno solo oggetti multifunzionali e multimediali (dalla sveglia, alla TV). Forse anche il termine “computer” potrebbe essere sostituito con “informator”.
Scrivere del futuro è tra le cose più difficili …lascio a Edi82 il piacere di far galoppare la fantasia ed individuare un mondo tecnologico gradevole e sostenibile.
>- Orario non pervenuto: non posseggo un orologio, la sveglia non ha suonato, ma c’è molta luce, devo andare in cucina dove ho un orologio da parete. Scopro che sono le 10:30 e mi porto dietro lo scomodo orologio.< Questo vuol dire che avevi bisogno di dormire fino alle 10:30, e l'indomani invece ti sei svegliata O7:45, forse perché più rilassata che stressata dalla mancanza della tecnologia. Certo non si può fare per sempre, specie per chi basa il proprio lavoro sulla estistenza della rete o in genere dipendente dalla tecnologia per lavoro. Per una libera professione è difficile quantificare le ore reali di lavoro, a quanti è capitato di essere in giro a fare la spesa e nel mentre pensare al lavoro. È più facile che capiti ad un libero professionista che ad uno impiegato. >Le note positive sono molte: ho riscoperto la bellezza del pensare, mi sono goduta una bella passeggiata, non ho avuto l’ansia da orario, mi sono ricordata della magnificenza dell’enciclopedia e della sua superiorità (peccato solo per i contenuti non aggiornati) su Wikipedia.< Magari l'ansia da orario posso capirla per lavoro. Ma c'è chi ti manda in panico se ritardi 20 minuti e anche se telefoni prima per avvertire. Per non parlare di quelli con l'ansia incorporata che ti piobano in casa e pretendono che tu esca e ti dicono pure di sbrigarti. Io posso benissimo resistere senza tecnologia, lo faccio di norma. Il cellulare scassatissimo si spegne da solo e molte volte lo dimentico a casa. Non porto Orologio al polso pur possedendolo, il PC potrei anche tenerlo spento una settimana se non fosse per lavoro, cioè se mi dessero un'alternativa umana non sarebbe un problema, cioè mi serve IC MR4020, MR4040 Condensatori 27uF 400V forma speciale, ordinali che la prossima settimana passo a prenderli. Purtroppo non c'è alternativa e ti devi sbattere per cercare la componentistica di ricambio, se vuoi fare in fretta conttati il fornitore ufficiale dei pezzi di ricambio che ti dice che il pezzo che normalmente costa 5 euro lui lo ordina e lo dovrai pagare 39 euro. Ma il cliente ti ha già detto: se la riparazione viene a costare più di 60 euro lo compro nuovo. Per cui, a me non stressa la tecnologia, mi stressano le persone, la gente, non tutte, ma quasi. Ciao.
Ahhhhh, ma per me va benissimo. Visto che si lavora di fantasia diciamo che ho il mio PC interamente Open Hardware, con su Gnu/Linux intermente Open Sources e non esiste Microsoft e Mac, perchè non vendono più e hanno deciso di cambiare settore ora fanno trattori e macchinari per l’agricoltura.
Tutti i prodotti in vendita sono corredati da Manual Services e schematics ed una scheda di lavatrice comprate 225 € costa 60 € e non 150 €, (e sensa garanzia alcuna). Gli esplosi sono publici ed ogni regione ha il suo magazzino di approvigionamento ricambi per ogni settore.
Roberta (la mia virtual assist), mi sveglia la mattina con dolcezza grazie ad un sottofondo musicale di Ennio Morricone. Roberta ha già riscaldato il bagno e la casa alla giusta temperatura e l’acqua è calda a punto giusto. Si perchè Roberta è la mia Virtual Assistant personale che svolge anche la funzione di Home Assistant. Roberta è tanto bella peccato che non si muove e vive solo dentro il monitor presente in ogni stanza. Ogni tanto capisce fischi per fiaschi, ma non è colpa sua, meno male che chiede conferma. Poi risponde anche al telefono ed al citofono.
Mi fermo qui, perché potrei dare l’impressione di essere sotto l’effetto di sostanze stupefacenti non ancora inventate.
Ciao.
All’inizio non capivo bene il senso del tuo racconto… poi alla fine ho capito: non hai passato 24 ore senza TECNOLOGIA, hai passato 24 ore senza ELETTRICITA’!! E’ ben diverso!
E hai comunque acceso le luci. 😉
Stare “senza tecnologia” significherebbe stare ALMENO senza niente che sia stato inventato dopo il 1700; ma comunque anche la ruota è una tecnologia! 😉
L’approccio di Mauro è molto interessante e condivido pienamente certa “insofferenza” per le persone invadenti, ignoranti o semplicemente frustrate. Per quanto riguarda l’appunto di Jumpjack, in parte è vero: ma ogni esperimento di questo tipo, credo, è per sua natura limitato. Non si smetterebbe mai di tornare indietro nel tempo, come del resto ha fatto notare anche tu. Eppure basta eliminare alcune cose, non necessariamente tutte, per riflettere su come abbiano infleunzato il nostro stile di vita… non sempre e solo in senso positivo.
Il problema di fondo è che molto spesso si diventa dipendenti dalle tecnologie, e anche il sistema presuppone l’uso nella consuetudine delle tecnologie, basti pensare per assurdo che per recarsi da un posto all’altro una volta c’erano le carrozze trainate da cavalli e per coprire pochi chilometri ci si stava parecchio tempo poichè i cavalli non correvano, ma avevano un passo di marcia forse, dico forse, paragonabile ad un ciclomotore. Adesso, vedo persone che anche per andare al panificio a 200 metri da casa prendono l’automobile. Non per ricordare sempre mio nonno, ma lui percorreva per andare da un parente circa 10 km all’andata e 10 chilometri al ritorno impiegando circa 2 ore per andare e altre 2 per tornare, cosa impensabile oggi. Come in tutte le cose, il lato negativo delle tecnologie è l’abuso che spesso si fa, che rendono la vita non migliore anche dal punto di vista fisico e mentale.
Vedo persone che anche per andare al panificio a 200 metri da casa prendono l’automobile e poi tornano a parcheggiare sotto casa perche il posto non si trova (o peggio ancora parcheggiano in doppia fila davanti alla panetteria… magari col motore acceso per tenere attivo il condizionatore d’estate o il riscaldamento d’inverno)
Poi arrivano i vigili e fischiano, ma lui si affaccia dal negozio e dice: “‘nattimo tra ddù nummeri tocca amme) ed intanto il traffico impazzisce….
Sai a Roma quanti ne vedo….
Caro enrico il tuo spunto è interessante ma certo considerare anche la biro come tecnologia diventa eccessivamente limitativo. Il mio esperimento sarebbe diventato: vivere 24 ore senza usare nessun oggetto. Ma ragionando in questo modo il paradosso può durare all’infinito: anche il solo fatto di pensare è un’evoluzione (Cogito ergo sum) e dunque andava escluso dall’esperimento. Mi sembra offensivo per il genere umano passare 24 ore senza fare nulla che possa essere considerato costruttivo, non sarebbe più sperimentazione ma alienazione.
Ho trovato piuttosto stimolante questo articolo.
Una lettura davvero interessante.
Mi sembra che la domanda di tecnologia che noi abbiamo, e la relativa offerta, siano fin troppo abbondanti e affascinanti per non chiederci mai se facciamo la cosa giusta ad affidarci alle macchine ed agli utomatismi in maniera così totalizzante.
Ammiro chiunque si ponga la domanda: saprei farne a meno?
È un dubbio legittimo che credo dovrebbe animarci tutti.
L’essere incapaci di scrivere correttamente (e questa volta mi riferisco alla grafia, non alla gramamtica) perchè ormai usiamo solo tastiere, l’essere incapaci di fare conti a mano perchè abbiamo la calcolatrice certe volte mi preoccupa.
Perchè temo che la nostra dipendenza dalle machcine mini, o possa minare, alla nostra capacità di giudizio.
Approcciarsi ad un problema con l’ausilio delle machcine, dei pc, dei tool più automtizzati spesso, fin troppo spesso, ci fa perdere la visione d’insieme, la capacità di razionalizzare il probleme e riflettere lucidamente…
A tutti noi sarà certamente capitato di provare ad implementare un codice o programmare un dispositivo e poi arrivare al punto in cui ci rendiamo conto che non riusciamo perchè c’è bisogno di prendersi un momento per astrarsi e guardare le cose da una prospettiva meno concentrata su “come funziona” e più su “cosa devo fare”…
Sull’analisi dei risultati devo dire che concordo: la conclusione alla quale io stesso arrivai quando ci riflettetti è la stessa.
Senza tecnologia non si può più vivere.
Ma d’altronde è l’anima del motivo per cui l’abbiamo inventata.
L’idea che la giornata produttiva fosse legata alla presenza della luce naturale era limitante e improduttiva.
D’altronde, però, altri esempi del contrario sono evidenti: la dipendenza da facebook è uno di questi.
Oggi Facebook, i social network in generale, i cellulari sono oggetti di studio e sono giustamente quiparati alle dipendenze da droghe, psicofarmaci et similia.
Credo, infine, che se vogliamo che la tecnologia sia un ausilio e non un sostituto del nostro cervello, questo tipo di esperimenti debbano costellare il nostro tempo libero perchè se diventa una forma di schiavitù che maschera la totale assenza di raziocinio, la tecnologia è un problema e non una possibile soluzione.
Giuro che non avevo letto questo commento quando ho scritto il mio 🙂
Ad ogni modo, devo confessarti che da Facebook, LinkedIn e comapgnia bella io letteralmente sparisco quando sono sotto esame oppure ho una scadenza o una commissione!
Parlo così e sono, magari, così netto o faccio scelte così drastiche in tal senso per il semplice motivo che ho avuto un lungo periodo di marcatissima dipendenza conclamata da Facebook e me ne sono disintossicato decidendo scientemente di eliminarlo del tutto.
Oggi ci son tornato con MOLTA moderazione, anche perchè l’ho usato per motivi non futili (ebbene si, son riuscito a trovare una utilità oggettiva a facebbok! :D), ma devo dirti che lo guardo con molta ma molta meno…come dire…ingordigia 😀
Ad ogni modo, non voglio demonizzare facebook, i social network, gli smartphone o similari.
Voglio solo sottolineare che esiste la possibilità che certo tipo di strumenti diventino molto più che un semplice ausilio.
E comunque, ad ogni modo, bada bene che se magari per te è uno scherzo, o per i tuoi amici non è valso, in molti casi purtroppo non è così.
Esiste un numero impressionante di aziende private ed enti pubblici che hanno deciso di bloccare l’accesso dei dipendenti a Facebook dalle loro postazioni di lavoro…
Insomma, se c’è chi ne è preoccupato, ci sarà un motivo 😀
Peraltro poi nell’articolo, se lo si legge con attenzione, si nota facilmente come il controllo delle notifiche, della posta e del cellulare siano presenti nella giornata tipo.
A tal proposito voglio sottolineare una cosa: non c’è scritto quante volte nella giornata tipo vien svolta l’operazione più banale: controllare l’orario sul cellulare.
Anche perchè questa operazione spesso diventa compulsiva e non serve mica davvero a controllare solo l’orario… 😀
Si, infatti!
Non è questo lo spirito giusto.
A me onestamente questa prova è sembrata molto interessante e credo si possa parlare del tema senza trascendere o sparar sentenze!
…che una volta si scrivevano lettere d’amore per fare le dichiarazioni o si aspettava una lettera da un parente al fronte ti rendi conto che forse forse forse oggi non è che ci abbiamo guadagnato tanto da questo punto di vista…!
La verità, secondo me, è che abbiam perso in espressività e forse un pò anche in sentimento nel comunicare in favore della velocità.
Per la mia esperienza personale trovo ormai per me molto difficile stare anche solo un giorno senza tecnologia.
Lavorando da anni nel settore delle telecomunicazioni, faccio anzi fatica anche solo a staccarmi 5 minuti dal cellulare (causa reperibilità, richieste di supporto varie etc)
A volte sono riuscito a fare qualcosa di simile durante le ferie, ma solo perche’ andavo in posti di montagna dove la tecnologia era forzatamente limitata e il mio cellulare (fortunatamente) non aveva campo.
Avendo ora dei figli adolescenti la necessita’ di essere sempre costantemente raggiungibile si trasforma a volte quasi in ansia se anche per pochi minuti devi staccare il telefono.
In sintesi, dovendo fare un esperimento simile potrei probabilmente rinunciare per un giorno ad internet ed ai social network, ma sul cellulare avrei francamente grosse difficolta’ a rinunciarvi.
Prima di tutto è necessario precisare che per alcune persone Internet e la tecnologia in sé è una parte essenziale della loro vita e per alcune persone è proprio vitale aver acceso la tecnologia e s’intende apparati ad alta tecnologia, Non sto parlando di tutte le persone che che non avrebbe più senso la loro vita se non avrebbero più l’accesso a facebook o in generale ad Internet.
Ma tutte queste persone che sono malate e che necessitano di apparati ad alta tecnologia.
ad esempio diabetici che hanno bisogno di una pompa insulina o almeno di una Glucosiometro, senza quelli sarebbe una condanna a morte più che crudele.
Per tante altre persone che soffrono ad esempio come me di dislessia, togliermi il computer della sintesi vocale e covare a togliermi dal mondo scritto che possiamo ricordare è più che la maggior parte del nostro mondo, se tutte le mattine in tre non posso leggere minimo una decina di articoli in treno con il mio samsung galaxy tab 10.1 si dovrei rinunciare alla tecnologia vorrebbe dire che potrei leggere grosso modo metà articolo su un quotidiano cartaceo nello stesso la arco di tempo.
Queste sono due esempi che vivo sulla mia pelle, sicuramente per tante altre persone la tecnologia è vitale.
Questo tema è spesso discusso ma mi rendo conto che è già successo una situazione similare nel passato,
quanto è uscito alla stampa di Gutenberg che per l’epoca era altissima tecnologia parli al nostro Internet attuale e si sentivano le stesse discussioni che adesso si sentono con le tecnologie.
L’uomo è sempre sospettoso davanti alle nuove tecnologie, è da questo punto il mondo si divide in due parti.
Le persone che riescono domanda e che integrano nella loro vita e che acquisiscono uno Stato sociale più elevato visto che hanno accesso al lavoro più semplice o più informazioni.
gli altri che non riescono a domarla che si ritrovano come persone di seconda scelta visto che attualmente si trovano a disagio davanti una nuova tecnologia che non riescono a gestire quindi non possono ottenere i suoi benefici e che troveranno, è tutta una fascia di persone di seconda zona e che si disprezzano quelli che hanno accetto alla tecnologia.
è qui non sto parlando di tecnologia informatica vi sto parlando di tecnologia prodotto da tutti i settori dell’ingegneria da quella energetica a quella meccanica passando quella della medicina.
Ricordiamo che nel passato una bicicletta era alta tecnologia e anche l’acqua corrente l’elettricità fanno parte dell’alta tecnologia, me se torniamo nell’aura preistorica anche il fuoco la quota alta tecnologia e basta vedere che attualmente il fuoco una quota nessuno ne può fare a meno.
Secondo me questa sperimentazione è più che fasulla visto che hai solo rinunciato alla tecnologia quella che gli stava vicino o che è stata inventata negli ultimi 6 mesi, è non è tenuto conto delle tecnologie indirette.
Non è tenuto in conto che tantissime reti di distruzione dell’acqua gas e non sopportarsi anche energia elettrica fanno uso massiccio di alta tecnologia come Internet per le vie di comunicazioni.
Le persone sarebbero pronti a giurare che si potrebbero fare a meno dell’elettricità, sfido qualunque persona a ridere vedere più di ventiquattr’ore senza corrente elettrica e tutte le sue conseguenze ad esempio nella zona mia se non c’è elettricità dopo un’ora non c’è più acqua e dopo sei ore non c’è più gas.
che diventa subito più completezza da risolvere come situazione
pompa insulina
samsung galaxy tab 10.1
Per ovvi motivi
Infine ricordo che il Tablet serve a leggere con la sintesi vocale
Purtroppo potrebbe essere la realtà,
Basta pensare che Internet da parte dell’economia,
Questa situazione inevitabilmente creerebbe un problema sul mercato azionista visto che la maggior parte delle persone si connettono ad Internet per lavorare con la borsa, da questo ne creerebbe un collo,
e quando ci sono grossi colli della borsa, peggiori quelli che abbiamo visto negli ultimi 20 anni
Per me dimenticare cellulare presso il possibile,
visto che ora aprecancello GSM quindi appena voglio uscire dal recinto di casa se non ho il cellulare non apro il cancello. è casomai si fosse aperto il cancello non niente per richiuderlo.
è un ottimo metodo per non dimenticarsi il cellulare a casa
Lo so che è passato un po’ di tempo ed è forse per questo che il video non c’è più ma siccome il contenuto è stato rimosso, per curiosità: di che parlava il video?
http://www.youtube.com/watch?v…
Fatal Breakdown
(il film non sembra un granché ma la storia è preoccupante….)
Ragazzi…
Chi vuole provare insieme a me? 🙂
Per me risulta praticamente impossibile vivere senza la tecnologia… ci riuscirò? 😀
Appena finisce il contest, volentieri 🙂
Il contest è finito… Aspetto che finisca il prossimo? 😀
Temo di aver trascurato un non trascurabile dettaglio: devo avere l’accesso ad internet per lavorare sul blog… 😉
Ci proviamo la prossima domenica (19-01)?
Allora la data è stata stabilita: 19/01/2014
Se qualcuno vuole partecipare all’esperimento… Credo proprio che non se ne pentirà! 🙂
A presto,
Ivan
La cosa è già diventata ufficiale…
Sul nostro profilo Facebook è già stata divulgata, alcuni mi hanno già contattato in pvt… 😀
Ci sarà da divertirsi… 😀