Internet delle cose, o meglio, Internet of Things, oppure, nella sua forma abbreviata, semplicemente IoT: questo termine sta recentemente conquistando sempre più spazio all'interno dei blog e delle discussioni su Internet. Una delle tante mode passeggere che ruotano attorno al mondo del web?
Sembrerebbe proprio di no, visto anche l'interesse e gli investimenti già sostenuti da alcune aziende multinazionali, e la fervida attività svolta da vari gruppi di ricercatori in tutto il mondo. Non solo, e questa cosa ci interessa più da vicino, esiste un legame fortissimo tra le applicazioni dell'IoT ed il mondo dell'elettronica.
Internet delle Cose
Il termine Internet delle cose nasce ufficialmente nel 2005, quando viene pubblicato un report omonimo da parte dell'International Telecommunication Union (ITU), l'ente che regola gli standard adottati universalmente nel mondo delle telecomunicazioni. Con il termine Internet delle cose si intende un mondo in cui le nuove tecnologie come la radio-frequency identification (RFID) e la programmazione "intelligente" (smart programming) danno origine ad una rete di dispositivi interconnessi con i quali è possibile interagire: gli oggetti sono poi interconnessi sia con la Rete (Internet) che con le persone.
Potenzialmente, ad ogni oggetto che ci circonda può infatti essere assegnato un tag RFID e, tramite un lettore portatile (ad esempio integrato in uno smartphone) è possibile associare a quell'oggetto altre informazioni, ottenute accedendo al web. Un esempio classico che viene fatto per introdurre questo concetto è quello del turista. Supponiamo infatti che un turista giapponese, in visita a Roma, sia rimasto estasiato dalla bellezza di un monumento quale la Fontana di Trevi. Per ottenere maggiori informazioni sul monumento stesso, e soddisfare quindi la sua sete di conoscenza, gli basterà avvicinare il proprio smartphone al monumento: il tag RFID corrispondente verrà acquisito dal lettore e, tramite un'opportuna applicazione in grado di accedere alla Rete, saranno subito disponibili sullo smartphone del turista informazioni multimediali dettagliate associate a quel tag (descrizioni testuali, foto, video, ecc.).
Il discorso può essere esteso alla moltitudine di oggetti che ci circonda ogni giorno (basta lasciare libero sfogo alla fantasia). Sarebbe persino possibile conoscere la posizione ed il movimento di alcuni tipi di oggetti, in tempo reale, e rendere disponibile quest'informazione sulla Rete: a chi non farebbe comodo sapere dove si trova il tram o l'autobus che sta aspettando alla fermata da oltre 10 minuti?
Attraverso una rete di dispositivi mobili in grado di interrogare continuamente gli oggetti circostanti, e una serie di applicazioni software in grado di trattare opportunamente quest'informazione (alcune, peraltro, già operative oggi), questo scenario potrebbe avverarsi in brevissimo tempo.
A partire dagli anni '90, si sono diffusi i concetti di ANY Time Connection (sempre connessi, a tutte le ore del giorno, grazie alla rete di telefonia mobile) e di ANY Place Connection (ovunque connessi, anche all'aperto, grazie ai dispositivi portatili quali palmari, portatili, smartphone). IoT aggiunge ai precedenti una terza dimensione: ANY Thing Connection (tutti gli oggetti possono essere connessi, sia tra di loro che con gli esseri umani - nasce quindi l'idea dell'Internet of Things).
Affinchè l'Internet delle cose possa realizzarsi, occorre che queste idee siano supportate da una tecnologia adeguata. Sì, ma quale? ITU ha identificato 4 componenti chiave di questa tecnologia, prevalentemente di natura elettronica:
- la tecnologia RFID: ad ogni oggetto viene assegnato un tag che può essere acquisito tramite un lettore
- i sensori, che permettono di rilevare cambiamenti nello stato fisico degli oggetti, permettendo anche agli oggetti stessi di rispondere alle variazioni che avvengono nell'ambiente circostante. Ad esempio, un giubbotto "elettronico" potrebbe rilevare variazioni nella temperatura interna e/o esterna tramite appositi sensori, e modificare conseguentemente i parametri del giubbotto stesso
- embedded intelligence: si ottiene delegando parte dell'intelligenza (intesa come capacità decisionale) dal sistema centrale agli oggetti (che dovranno essere dotati di un'adeguata capacità di elaborazione). Il risultato è quello di creare degli oggetti in grado di svolgere attività in autonomia.
- le nanotecnologie, attraverso le quali è possibile ottenere oggetti di dimensioni sempre più miniaturizzate
I tag RFID, detti anche e-tag o smart tag, sono in pratica delle memorie dotate di un circuito RF. Sono composti da un chip di memoria contenente le informazioni per l'identificazione univoca dell'oggetto, un'antenna, ed il contenitore per racchiudere il tutto (nei tipi più comuni si tratta di una pellicola trasparente di materiale plastico, ma sono previsti tag integrati nei tessuti, nei metalli, nel cibo, e persino nelle polveri). I tag RFID si suddividono poi in:
- RFID passivi: sono privi di alimentazione, portata inferiore a 2m, memoria da circa 1 Kbit
- RFID attivi: sono dotati di batteria, portata fino ad 80 m, memoria di circa 128 Kb
Le applicazioni dell'internet delle cose sono molteplici, alcune particolarmente interessanti per il mondo dell'industria. Possiamo ad esempio elencare le seguenti aree di utilizzo:
- logistica e gestione magazzino - rientrano in questa categoria anche il controllo antifrode e delle contraffazioni, il tracking in tempo reale delle merci spedite, il controllo bagagli negli aeroporti
- acquisto guidato di beni di consumo (quando si fa la spesa in un supermercato, per esempio). Le informazioni associate ad ogni prodotto (acquisite tramite il lettore) vengono correlate con quelle del profilo utente (sconti disponibili, programma punti fedeltà, possibili incompatibilità con alcuni alimenti, ecc.)
- mobile commerce (mcommerce) - acquisti effettuati nei punti vendita utilizzando come strumento il solo cellulare (smartphone)
- gestione della sicurezza e controllo di accesso
- gestione dei consumi energetici
- gestione della produzione
- gestione delle flotte azindali
- sistemi di localizzazione e navigazione
E' inoltre disponibile questo video in lingua inglese relativo ai concetti basilari dell'Internet delle cose:
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E’ bene cominciare a parlare di IoT… in tal senso offro un piccolo contributo di approfondimento. Per l’avverarsi dell’internet delle cose sono necessarie diverse coperture infrastrutturali tra le quali una è certamente famosa (la banda larga – tema presente nell’Agenda Digitale) mentre meno nota è l’infrastruttura che dovrà sovrintendere al dato di ‘posizionamento’ attraverso le tecnologie GNSS(Global Navigation Satellite System) che offriranno,tra il 2014 ed il 2020, la necessaria copertura multi-costellazione interoperabile (GPS-GLONASS-GALILEO)….Questo tema è presente solo in ambito Europeo nel framework Horizon2020.
un saluto a tutti
antonio_el
Ottima segnalazione.
Per chi fosse interessato ad approfondire, ecco un link dove potrete certamente leggerne di più:
http://ec.europa.eu/research/horizon2020/index_en.cfm
Quando leggo del timeline, però, devo confessare che mi vengono i brividi!
Più che uno schema di funzionamento (procedura), questo
http://ec.europa.eu/research/horizon2020/images/codec.png
sembra un origami :p