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È passata da poco la Maker Faire di Roma, un evento di portata europea che ha cambiato certamente il nostro modo di concepire la Maker's Revolution e ci ha regalato tanti spunti di riflessione e tanto entusiasmo. Ma se quello ha rappresentato un momento in cui tutti confluivano per mostrarsi tra di loro ed al più vasto pubblico, nei singoli territori il lavoro è fervente per dare sempre nuova linfa vitale a questa straordinaria era di innovazione. Oggi vi raccontiamo il contributo della Puglia alla Maker's Revolution.
Poco più di due settimane fa eravamo in prima fila per vivere insieme con tutti voi la straordinaria esperienza di Roma. Le persone che abbiamo incontrato e tutti quelli che hanno contribuito alla realizzazione della Maker Faire ci hanno lasciati davvero ammirati. Con le mille stampanti 3D, con la loro invenzione, con la loro nuova scheda e con tutto l'entusiasmo che avevano da offrire.
Ma una volta tornati alle nostre occupazioni, che c'è di tutto questo che possiamo osservare tutti i giorni? Per vedere questa rivoluzione c'è davvero bisogno di aspettare eventi di portata internazionale? Fortunatamente la risposta è “No” perché la Maker's Revolution è nelle piccole cose e nelle azioni di tutti i giorni.
Oggi vi raccontiamo di alcune esperienze che descrivono un'Italia, proprio al sud, che ha davvero tanta voglia di fare. E per farlo utilizzeremo uno strumento che, una volta tanto, potrebbe anche rivelarsi utile per connettere le persone e farle comunicare: Facebook.
La prima cosa che è importante sottolineare è che esiste un gruppo che si chiama Maker Zone. In questo gruppo si sono ritrovati una serie di persone da tutta Italia che hanno trattato diversi argomenti, dalla start-up agli incontri, dalle iniziative fino alle possibilità di ottenere finanziamenti come il bando "Bollenti Spiriti", una invenzione tutta pugliese.
In questo gruppo si leggono di notizie ed iniziative davvero interessanti e se volete sapere come ragiona un Maker e come si costruisce delle opportunità, sicuramente questo gruppo è da tenere sott'occhio.
Made in Murgia, recentemente ribattezzato "Baobab – MakerLab" è un gruppo di ragazzi della zona della Murgia che hanno diverse idee e si stanno occupando di tante iniziative. Tra queste, il Linux Day del 26 Ottobre, organizzato presso le aule della Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell'Università degli Studi di Bari Aldo Moro.
Il Linux Day non ha davvero bisogno di presentazioni e questi ragazzi hanno intenzioni abbastanza serie sia per quanto riguarda l'organizzazione di eventi sia per quanto riguarda la progettazione. Se siete interessati potete raggiungerli presso il Baobab Coworking Studio in Via Abbrazzo D'Ales 6 (vicino la Chiesa del Purgatorio - Piazza Quattro Fontane). Nel frattempo, vi consigliamo di leggere qui.
L'altra realtà, non molto lontana, è localizzata in quel di Molfetta ed è la nascente "Apulia Makers”. Si tratta di una formazione abbastanza eterogenea che ha deciso di lavorare sul proprio territorio per creare momenti di informazione e di formazione, iniziative locali, raccolte di fondi e materiali da destinare ad uso di seminari e lezioni anche nelle scuole. La natura locale, almeno nella fase iniziale, è una connotazione che permette al gruppo di potersi avviare al meglio ma questi ambiziosi ragazzi puntano a ben altro. Vogliono parlare, anche loro, di start-up e di progetti ma non prima di aver provato ad organizzare seminari tematici su Arduino (per principiare) ed anche loro strizzano l'occhio le stampanti 3D.
L'ultimo gruppo di cui ci occupiamo è una formazione davvero molto giovane e che ancora sta cercando di enumerare tutti i suoi membri ma le premesse sono ottime e la voglia di fare è tantissima; stiamo parlando del primo Hackerspace del Politecnico di Bari. Questo è un gruppo che terrei particolarmente d'occhio, se fossi in voi, perché sebbene non abbiano ancora una sede, stiamo cercando di capire quando e come vedersi, siano a caccia di un'idea di progetto, lavorino per scoprire in cosa sono bravi e come mettere le loro conoscenze al servizio del gruppo, ci sono degli elementi davvero brillanti all'interno, che sapranno dare un contributo perché tutto questo dalla precarietà diventi stabile e di successo.
Molte di queste persone io ho avuto il piacere di conoscerle personalmente e devo dire di essere abbastanza ammirato della loro voglia di fare.
Questo articolo nasce non soltanto per informarvi del fatto che c'è davvero “una Puglia migliore” che ha tanta voglia di fare e che vuole crescere a tutti i costi (indipendentemente dalle varie crisi piuttosto che luoghi comuni). E c'è tanta gente capace che aspetta soltanto di trovare il giusto coordinamento. Lo scopo, per l'appunto, è anche quello di dare la possibilità ad altre iniziative come queste di venire fuori, di farsi conoscere e di iniziare, perché no, un percorso insieme in ambito nazionale.
E visto che siamo in chiusura, invito tutti i responsabili e/o i membri di queste formazioni ad intervenire per presentarsi così che possiate anche ricevere le giuste domande della comunità.
Ed ora, come sempre, la parola è a voi:
- cosa ne pensate di queste iniziative?
- C'è niente di simile dalle nostre parti?
- Che cosa pensate che dovrebbero fare?
- Quali consigli dareste?
- Che cosa fareste voi se foste direttamente coinvolti?
- Qual è la vostra proposta da Maker per il vostro territorio?
La copertina dell'articolo proviene dal sito internet del Comune di Gravina in Puglia.
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Apprendo con molto piacere l’esistenza di queste nuove realtà emergenti dalla Puglia, che evidentemente NON è solo turismo e “problemi” (è di questi giorni la notizia di nuovi scandali legati all’Ilva, solo per citare l’ultima news negativa)
http://www.youtube.com/watch?v=EDCHk6JhFzQ
Speriamo questi giovani abbiano le capacità (ma soprattutto la volontà) di emergere 🙂
In bocca al lupo ragazzi!
Fateci conoscere le vostre esperienze/ambizioni anche qui nei commenti.
Piero, grazie a nome di tutto l’hackerspace per questa menzione speciale 🙂
Il nostro obiettivo è creare una rete di studenti interessati a condividere le loro competenze e le loro idee nell’ambito della tecnologia, cercando di favorire dei momenti di crescita culturale fuori dalla formalità della classica lezione in aula: condivisione alla pari di esperienze e di saperi, con la speranza di convogliare tutto quell’entusiasmo che troppo spesso rimane inespresso.
Creare insomma occasioni per conoscere gli altri colleghi e i loro interessi, spesso coincidenti: avvicinare singoli che possono diventare gruppi, e dare veramente vita alle proprie idee!
La strada è ancora lunga, non abbiamo neanche un punto di ritrovo tutto nostro, ma ce la stiamo mettendo davvero tutta 🙂
Hackerspace e i più “commerciali” e ora di moda FabLab, sono un bene per la nostra società, oltre ad essere dei punti di incontro per nerd, appassionati e neofiti di elettronica, informatica, design e “fai da te”;
sono dei luoghi aperti al pubblico, dove è possibile imparare e toccare con mano l’innovazione tecnologica: quello che è difficile per il singolo, è semplice per una comunità!
laser cutter, stampanti3d, scanner 3d, pantografi e altre macchine cnc, utensili di vario genere; quanti di noi hanno comprato attrezzi che poi hanno usato solo un paio di volte, beh queste “officine comuni” vogliono mettere fine a questo tipo di spreco.
In questi “Templi dei Creativi”, le attività sono veramente tante: GNU/Linux (sempre e ovunque), rete ninux, corsi di linguaggi di programmazione, corsi di piattaforme open source, Arduino, trashware e poi ogni nuovo membro aggiunge valore alla comunità portando nuove idee e magari proponendo nuove attività!
Il motto è condividere, sarai sempre accolto a braccia aperte, requisiti: un pizzico di curiosità e voglia di fare!!
Stiamo vivendo la terza rivoluzione industriale, l’era digitale; Hackerspace e FabLab sono potenziali luoghi dove dar vita a nuove start up, a volte basta veramente poco: persone giuste, nel luogo giusto, nel momento giusto possono creare “ossigeno” per l’Italia, posti di lavoro, un utopia di questi tempi…
Qui in Calabria ci sono delle realtà non da meno:
l’ Hacklab di Cosenza all’Università della Calabria, un hackerspace che mi ha accolto con Centauro(robot fatto in casa con Arduino) e i miei droni, gli amici di Hacklab Catanzaro e
Verde Binario, un associazione molto attiva per quanto riguarda il trashware e quindi contro l’obsolescenza programmata, la sede è un museo archeologico informatico ed è lì che lo scorso 26 Ottobre si è tenuto il nostro LinuxDay :D!!!
Fatevi sentire! 😀
E sappiate che a brevissimo assegneremo Galileo… 😀
Grazie mille a Pietro che con questo articolo penso abbia voluto dare visibilità a chi cerca di fare qualcosa, indipendentemente dal se e dal come ci riesca, l’importante è stimolare la curiosità.
Come questo spirito ho provato a sondare quale fosse il livello di interesse del mio paese(Gravina in Puglia), ma è chiaro che l’ideale non è tanto la presenza e il numero di questi “centri”, ma quanto e come comunichino tra di loro.
Con una tempistica straordinaria, pochi giorni dopo questo articolo, si è parlato di Makers e Terza Rivoluzione Industriale nella trasmissione Report su Rai3(di cui sul sito è disponibile lo streaming).
Spero davvero che tutti questi spunti aumentino la curiosità della gente, il resto verrà da se!
Sarebbe utile, però, che almeno tutti coloro che sono stati nominati non solo si presentassero ma cominciassero a raccontare qualcosa.
un’esperienza fatta o qualche progetto che hanno o a cui intendono partecipare anche a lungo termine.
Così ci sarebbe la testimonianza di che cosa sa e cosa fa un maker…
effettivamente è utile raccontare cosa succede e come funzionano queste realtà.
Lo farete anche per le altre regioni?
Nel nostro caso il lab è ospitato in uno studio di CoWorking nel centro storico di Gravina. Ogni Mercoledì sera ci incontriamo per un paio di ore, gli incontri sono aperti a tutti e sono pubblicizzati tramite Facebook.
Il nostro progetto attuale è quello di costruire un Cubo LED(come questo http://www.instructables.com/id/Led-Cube-8x8x8/) e farlo pilotare da un app Android(tramite bluetooth) su cui girerà l’algoritmo del gioco di snake. Quindi, per l’utente, lo smartphone è il controller e il Cubo LED è lo “schermo”.
Chiaramente l’obiettivo di questo ed altri progetti, non è tanto la realizzazione degli stessi o di renderli remunerativi, ma principalmente applicare al meglio il concetto dell’imparare-facendo.
Siamo attivi da solo qualche mese e al momento non abbiamo le attrezzature tipiche di un FabLab(stampanti 3D, LaserCut ecc..), ma vedremo come evolverà…
salve, sono uno studente del politecnico di Bari molto interessato all’argomento, ho letto solo oggi quest’articolo.
Il progetto dell’hackerspace del politecnico esiste ancora? Dove è possibile trovare informazioni nel caso?
Vi ringrazio