Il multimetro 83V è un multimetro digitale di casa Fluke con caratteristiche molto interessanti, tra cui l'emissione di un segnale acustico in caso di connessione errata dei puntali (corrente) in misurazione di tensione.
Il multimetro Fluke è conforme a: EN61010-1:2001, ANSI/ISA S82.01-2004, CAN/CSA C22.2 No. 1010.1:2004, UL610101-1, terza categoria di misura, 1000V, secondo grado di inquinamento, quarta categoria di misura, 600V, secondo grado di inquinamento.
Il multimetro Fluke 83V verrà attribuito al secondo classificato Marzuino. Vediamo le caratteristiche del multimetro Fluke 83V.
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- Tipo DMM: portatile
- Gamma di misurazione della tensione CC: 1000 V
- Gamma di misurazione della tensione CA: 1000 V
- Gamma di misurazione corrente CC: 10 A
- Gamma di misurazione della corrente CA: 10 A
- Gamma di misurazione resistenza: 50M
- Gamma di misurazione della frequenza: 200 kHz
- Gamma di misurazione capacità: 9999 uF
- Precisione della gamma di corrente AC: (1.2%+2)
- Precisione della gamma di tensione AC: (0.5%+2)
- Batteria: Alcalina
- Capacitance Measuring Range Resolution: 0.01 nF
- Temperatura massima di funzionamento: 55°C
- Temperatura minima di funzionamento: -20°C
- Resistenza Mea
- N. of Digits/Alpha:6000
- Gamme di misurazione umidità: 0% - 90%
- Larghezza esterna: 98mm
- Gamme di misurazione della conduttanza:60 nS
Multimetro Fluke 83V, il funzionamento
Tenendo premuto un pulsante mentre si accende il multimetro, si attiva un'opzione di power-up. Il multimetro Fluke si spegne automaticamente se non si preme un tasto per 30 minuti. Se la registrazione MIN MAX è attivata il multimetro non si spegne. Se viene inserito un "test lead" nel terminale mA/µA o A e il rotary switch non è impostato nella posizione corretta della corrente, il segnale acustico avvisa l'utente, facendo un cinguettio e il display lampeggia "LEAD". Questo avviso è destinato a impedirvi di cercare di misurare tensione, continuity, valori di resistenza, capacitance, o valori del diodo quando i puntali sono collegati in un terminale corrente.
Il Multimetro Fluke 83V è uno dei Premi Qualità di Marzuino. Per averlo gratuitamente leggi il regolamento di Marzuino
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Il multimetro Fluke 83V è disponibile subito sul sito di Farnell
ecco l’altro ambito premio, MASSICCIO! invito tutti a guardare il data sheet, non pensavo che fosse così prestante …è senza ombra di dubbio, sicuramente meglio del mio tester 🙂 scherzo, non è nemmeno paragonabile
Il mio tester è dentro ad un cassetto, come quelli che usavi a scuola durante le ore di misure..ahaha con un tester così sarei pure’ imbarazzato di non saperlo usare!!
il sogno di ognuno di noi!!! misura tutto 🙂
è solo leggermente costoso.. ma la qualità si paga..
Come dice l’articolista un meraviglioso multimetro di una marca di tutto rispetto con caratteristiche veramente molto interessanti raggruppate in un unico prodotto. Dalle foto mi sembra che sia anche autorange, quindi evita la necessità di cambiare portata durante l’utilizzo.
Sicuramente uno dei Multimetro teste che esistono,
Già solo per sé la marca Fluke è una delle migliori sul mercato,
questo l’ho usato parecchi anni alle scuole superiori e posso garantire che a una grande resistenza ,
I miei compagni mi hanno fatto subire il peggio e funzionano bene comunque,
Anche con un fusibile sostituito con un filo intrecciato e usato come voltòmetro con spinotti inseriti in Ampiao metro , chiaramente dopo una scintilla di 1 m funziona comunque,
Sicuramente è uno dei più bei regali che possa fare l’elettronica open source
Sicuramente le caratteristiche più apprezzata è la sua capacità di essere autoscala ,
che lo rende molto pratico quando si devono fare misure dove non si sa con precisione che valori si possa leggere e diminuiscono gli errori delle letture , e il tempo percorso a farne una
Caspita..che bel premio!!!
Prestazioni notevoli e delle cartetteristiche davvero superlative. Imparagonabile persino ai tester che usavo io al liceo!!
Un paido di domande: cosa si intende per gradi di inquinamento che sono scritti in questo articolo? che inquinamento è? elettromagnetico?
Inoltre: gamma di misurazione della resistenza? 10M? Ovvero 10 megaohm?? Esistono singole resistenza così elevate??
Batteria alcalina stilo a ministilo? Peccato non sia al litio =)
fabrizio, dai che è quasi tuo…
Se non sbaglio, con grado di inquinamento ci si riferisce all’inquinamento elettromagnetico presente nell’ambiente di utilizzo del dispositivo. Sembra una cosa banale, ma ci sono degli articoli che si impallano quando stanno vicino a un cellulare. guarda questo ad esempio
http://www.eevblog.com/2010/09/18/eevblog-112-gsm-vs-the-fluke-87v-multimeter/
Probabilmente in quel modello c’era qualche componente che risuonava alle frequenze portanti della rete gsm.
Per gamma di misurazione si intende il valore minimo e quello massimo misurabile, quindi 50M credo siano proprio 50MΩ di resistenza massima. La minima in genere è di qualche ohm. In effetti 50MΩ sono un bel pò, ma non devi pensare necessariamente a una sola resistenza di quel valore, puoi anche pensare a resistenze parassite… ad esempio se prendi un condensatore, questo idealmente se lo polarizzi in continua non ha corrente che gli scorre attraverso, in pratica invece ci sono delle perdite “ohmiche” all’interno del dielettrico. Questo puoi vederlo schematizzato come una resistenza di modello messa in parallelo al condensatore. Più è alta la resistenza e migliore è il condensatore. In applicazioni in banda base, per frequenze non troppo alte, o per circuiti in continua, di alimentazione o simili questo parametro non è importante, ma a radiofrequenza la bontà e la selettività di un filtro dipendono un sacco dalla qualità dei componenti. Io non ci metterei la mano sul fuoco, ma probabilmente con 50MΩ ci si riescono a misurare le perdite dei condensatori.
Per la batteria, meglio così… Almeno quando si scarica non è difficile procurarsene una nuova. Quelle al litio hanno un sacco di difetti, non credo siano molto adatte a questo tipo di applicazioni. Considerando che questi sono strumenti per vivere a lungo, e che le batterie al litio perdono il 20% della capacità ogni anno, verrebbe che non conviene ne al consumatore e ne al produttore l’utilizzo di batterie al litio. Col passare del tempo potrebbe diventare difficile riuscire a procurarsi i ricambi. Invece quelle stilo si trovano in tutti i negozi
In realtà i premi che mi fanno veramente salivare sono quelli di qualità ,
mi trovo molto più belli e soprattutto in modo speciale quella scheda a rele comandate via rete.
Ma io penso che il migliore vinca,
ormai c’è rimasto quasi solo 10 giorni ,
L’importante è partecipare soprattutto che premi sono moltissimi e anche quelli degli ultimi 6 posti sono di tutto rispetto.
Che questi strumenti non hanno bisogno di molta energia, consumano veramente pochissimo, è una normale batteria da 9 Volt dura parecchio tempo, probabilmente si scarica anzitempo per l’autoscarica dell’ accumulatore stesso, ma sarei propenso ad utilizzare batterie più di uso comune come quelle tipo AA o AAA, che ho visto in alcuni strumenti di misura di nuova generazione, anche perchè quella da 9 volt non è sempre facile trovarla in commercio, probabilmente perchè se ne vendono meno e quindi sono in genere meno richieste dall’utenza.
Non è vero che le pile da non pochi sono difficili da trovare ,
Sono stato la settimana scorsa all’IKAE egli ne trovavi quanto ne volevi,
io le ho comprate 3 – 4 visto che ancora si usano molte
all’epoca si usava molto rigide da 9 volte perché né strumenti si usa una tensione 5 V e all’epoca era difficile trovare componenti a basso costo e fasci d’impiego e con uno spazio ridotto che facevano DC to DC che permettevano di alzare la tensione ,
adesso è tutta un’altra storia visto anche i numerosi articoli molto interessanti che ci hanno proposto di ultimi tempi l’elettronica open source ,
E dove si criticava cosa potesse servire sapere che i fabbricati producevano tali dispositivi ,
Uno dei tipi più comuni è stato rimpiazzare le pile da 9V con due di stilo di tipo AA o perfino di tipo AAA le più piccole che si possono trovare .
Un commento precisissimo.
Non sapevo delle interferenze elettromagnetiche che avevano i multimetri. Soprattutto perchè non sapevo lavorassero alle frequenze del gsm.
Secondo. Non sapevo nemmeno l’esistenza delle cosìddette resistenze parassite..conoscevo solo le correnti >.< Ma tu me l'hai spiegato benissimo. Terza cosa: sinceramente non conoscevo nemmeno i dati che mi hai elencato a riguardo delle batterie al litio =)
tutti i componenti hanno elementi parassiti… spesso si considerano “a parametri concentrati”, ma nella realtà non è così, R L C sono presenti in ogni componente elettrico ed elettronico… in cere applicazioni si sfruttano proprio gli elementi parassiti 🙂 …altra cosa resistenze più grandi e più piccole in linea teorica si potrebbero realizzare, ma dopo un certo range diventano assolutamente inutili.. spiego meglio: resistenze dell’ordine del milli Ohm si possono fare ma sono paragonabili ai fili di collegamento tra due componenti! …resistenze più grandi sono inutili da costruire perchè esite una cosa che si chiama effetto pelle http://it.wikipedia.org/wiki/Effetto_pelle
http://roncella.iet.unipi.it/Didattica/Corsi/Costruzioni_elettroniche/Lucidi/lucidi.html
vai al 3 e sopratutto 4
Nessuno ha ancora parlato di una caratteristica molto importante di Multimeters,
E che all’epoca mi aveva simulato comprarli suo fratello maggiore FLUKE 87 ,
È il fatto che fa misure di corrente alternata ( AC ) con le modalità ” True RMS Meters ” c’è nessun altro apparecchio diversa gamma effettua ,
questo è molto importante per chi fa elettroniche di potenza e lavora con altri segnali di onde perfettamente sinusoidali, visto che nei test di vasta gamma non si fa il vero integrale del segnale sinusoidale , si fa solo una proporzione secondo il valore di tensione raddrizzate chi è semplicemente moltiplicare il valore era attrezzato per la radice di 2,
Questa caratteristica si può leggere a pagina 23
http://www.farnell.com/datasheets/72012.pdf
Riusciresti a spiegare a uno come me che sa veramente poco di queste cose cosa significa True RMS meter? 😉
non so se nel tuoi studi incontrerai un esame di strumentazione …quando si misura il valore di un segnale in AC (alternata) può essere necessario convertirlo in uno in continua equivalente ..conoscerai il valore efficace o valor quadratico medio, (RMS) la trasformazione può essere abbastanza complicata se cerchi la formula del valore efficace te ne accorgerai. La maggior parte delle strumentazioni di basso costo e convertitori di segnale tipo i multimetri portatili questa conversione la fanno ricavando il valor medio del segnale raddrizzato e moltiplicandolo per un fattore di correzione. questo valore di correzione applicato è giusto soltanto se il segnale di ingresso è sinusoidale…ma il *vero valore efficace* è proporzionale all’area sottesa dalla curva e non al valor medio anche se il risultato va bene la maggior parte delle volte, per una conversione corretta o per la misura di onde qualsiasi ci vorrebbe un convertitore più complesso e costoso, quello a vero valore efficace 🙂
Quando viene dichiarata nello strumento la sigla true RMS, il segnale viene campionato attraverso dei calcoli in tempo reale e quindi nel display apparirà il vero valore efficace come nel caso di questo multimetro, ovviamente, dovrebbe essere dichiarato nelle specifiche il range della banda passante in cui lo strumento è in grado di calcolare e quindi rilevare il vero valore efficace, infatti se le armoniche superano la frequenza massima in cui lo strumento può funzionare, il valore efficace non risulta corretto.
Ottime spiegazioni! Vi ringrazio!
ho riguardato gli appunti …
se applichiamo un segnale a un resistore questo dissipa.
Il valore di portenza che dissipa corriponde anche a un V^2 / R …quel V è il valore efficace del segnale applicato 🙂 facile no?
non si ottiene solo campionando, ma ci sono anche dei circuiti appositi non digitali…
lo ottieni facendo il quadrato del segnale (con un quadratore che fornisce una tensione PROPORZIONALE al quadrato della tensione) poi un filtro passa basso “Rivelatore di valor medio” e un estrattore di radice quadrata in uscita in uscita ritroviamo un segnale proporzionale al valor efficace e con i calcoli poi sai quanto è proporzionale e correggi amplificando 😉
Questo è vero se hai una tensione perfettamente sinusoidale senza armoniche, altrimenti il risultato è distorto, il sistema che dici tu viene utilizzato nei multimetri di basso costo in cui non rientra sicuramente il FLUKE.
Bellissimo premio con la sonda di temperatura è possibile rilevare i componenti che scaldano e con la misuarazione della frequenza è possibile individuare la tipica 15.625 Hz, cioè la frequenza di riga nell’ambito della riparazione dei TV color.
Guarda, il fatto che ti permetta di misurare resistenze così grandi non ti deve per forza far pensare al componente resistore che ha quel preciso valore di resistenza. Questo multimetro non è il semplice multimetro low cost che compri alle bancarelle della festa patronale, ma è qualcosa di decisamente più spinto. Ti dico che la capacità di discriminare percorsi di corrente fortemente resistivi è un requisito fondamentale che si richiede ai multimetri nell’ambito delle prove di isolamento. Hai visto i range di misura delle tensioni e delle correnti? E le certificazioni indicate sai a cosa si riferiscono? Cerco di darti una risposta a questi quesiti e alla fine capirai chi troverebbe questo strumento estremamente utile per le proprie misure.
Partiamo dai range di misura delle tensione e delle correnti: in alternata, questo strumento può misurare fino a 1000V in tensione e fino a 10A in corrente, idem in continua. Questi sono valori che difficilmente si arrivano a misurare nel laboratorio dell’hobbista. Il massimo che si può fare nella stragrande maggioranza dei casi è misurare tensioni di 230V efficaci in alternata o 340Vpp all’uscita di un ponte raddrizzatore (con a valle una buon condensatore elettrolitico di bulk, ovviamente). Se al contrario siamo in un laboratorio dove si progettano circuiti di conversione dell’energia, ad esempio, le cose cambiano fortemente. Qui i 1000V all’uscita di uno stadio boost non sono così rari. Quindi abbiamo già ritagliato una fetta di utilizzatori che più degli altri troverebbero estremamente utile questo strumento. Lo stesso discorso vale per le correnti. Misurare 10A di corrente non è affatto banale come caso, però forse è più probabile rispetto al caso di ritrovarsi a misurare un’uscita in tensione pari a 1000V.
Le certificazioni di conformità riportate in elenco sia sul manuale dello strumento che nell’articolo stesso potrebbero non dire niente a chi non è dei lavori, ma rappresentano degli standard di sicurezza ai quali tutti gli strumenti di una certa classe devono sottostare. Il fatto di entrare in contatto con tensioni e correnti dell’ordine che ho già indicato presuppone un alto grado di isolamento tra i punti sottomisura e l’operatore stesso, quindi in quelle certificazioni c’è tutto il necessario per garantire che l’utilizzatore non venga a contatto, ad esempio, con i 1000V sotto misura. Ancora una volta qui si sta parlando di sicurezza sul lavoro, e certamente se questo fosse uno strumento dedicato alle misure del piccolo hobbista, molto probabilmente non sarebbe così controllato e certificato (il costo dello strumento dipende fortemente anche da questo).
Quindi al momento si è capito che questo multimetro, per i range di misura estremamente estesi e ancora di più per le certificazioni di cui gode, è decisamente dedicato per tutti coloro che con le alte potenze ci lavorano ogni giorno, come anche chi ogni giorno è alle prese con la progettazione di convertitori di potenze, azionamenti vari ecc… proprio a questa gente necessita il poter misurare resistenze dell’ordine delle decine di Mohm. Perché? Perché in fase di collaudo dei sistemi di potenza (che potrebbero essere visti anche come impianti di distribuzione dell’energia) è necessario misurare e valutare l’isolamento tra le varie sezioni del circuito, e questi possibili cammini di corrente, secondo anche le stesse certificazioni riportate nell’articolo, devono avere resistenza superiori a dati valori a seconda di quanto è stato previsto dalla commissione certificatrice (c’è una normativa di riferimento). Quindi, prima di andare presso i centri per la certificazione, poter testare almeno in parte il sistema tramite strumenti propri rappresenta sicuramente un gran risparmio di tempo.
come l’oscilloscopio LeCroy, anche questo multimetro della Fluke è davvero un bel premio di qualità e che contribuisce ad impreziosire notevolmente il concorso Marzuino… con questo non ci si può che convincere che iniziative del genere non si sono mai viste nella storia dei concorsi e ancora tutt’oggi non ci credo. Tra le caratteristiche del multimetro non mi salta all’occhio forse la più importante, il fatto di restituire il valore RMS reale del segnale periodico sotto misura… cosa significa questo? Tantissimo, soprattutto per un ingegnere. Vi pongo il mio punto di vista a riguardo…
Suppongo che un po’ tutti sappiamo che cosa si intende per valore efficace di una misura. Per chi non lo sa o non se lo ricorda, wikipediamente parlando, “il valore efficace di una grandezza equivale a quel valore che in regime di corrente continua svilupperebbe la stessa potenza”. Tale definizione si applica sia alle correnti che alle tensioni. La definizione matematica è un po’ più complessa, e detta a parole il valore efficace di un segnale altro non è che lo scarto quadratico medio sulla misura del segnale di partenza e algoritmicamente questo si traduce nei multimetri digitale nel campionare istante per istante il segnale di origine, elevare ogni singolo campione al quadrato, farne la media matematica e successivamente porre il tutto sotto radice quadrata. Praticamente sembra semplice, e lo è se si adoperano DSP o microcontrollori sufficientemente avanzati, altrimenti svolgere l’intero algoritmo porta via un bel po’ di risorse. I primi multimetri (non solo digitali, ma anche analogici) svolgevano i vari passi tutto per via analogica, attraverso la giusta progettazione del circuito di condizionamento del segnale di origine (quello posto sotto misura). L’unico svantaggio di questo approccio è l’impossibilità di rendere valido il risultato restituito per tutte le forme di segnale periodico che si possono immaginare, inserendo tra questi anche quei segnali particolarmente articolati e difficilemente rappresentabili per via matematica. Il dimensionamento nei multimetri low cost lo si fa solo per la forma d’onda sinusoidale perché si suppone che lo strumento verrà adoperato per la sola misura di tensioni e correnti di rete in AC della linea di distribuzione elettrica, quindi rigorosamente sinusoidale (anche se guardando alla forma d’onda del segnale di rete, è tutt’altro che sinusoidale… oramai la sempre più crescente disponibilità di carichi altamente non lineari porta ad avere nelle nostre case una tensione sinusoidale mozzatta o appiattita sulle creste, sintomo che le correnti assorbite dalla linea non sono originate da utilizzatori per l’appunto lineari… ). Ciò che si fa con i multimetri low cost è raddrizzare l’onda con un ponte di diodi (e già questo comporta un distorsione della sinuoide), si livella il tutto tramite una capacità estraendo il valore massimo della sinusoide e si divide per la radice quadrata di 2. Poi ci sarà un’ulteriore riduzione dell’escursione della tensione da visualizzare su display o sul gauge analogico in conformità con il valore massimo ammissibile dagli strumenti di visualizzazione adottati (o dell’ingresso del convertitore AD che lo andrà a campionare). E se volessi misurare il valore efficace di un’onda quadra? Oppure peggio ancora il valore efficace di un’onda rettangolare con duty-cycle casuale e non per forza pari al 50%? Ecco che un multimetro low cost restituirebbe in questi casi una misura RMS certamente sbagliata perché il fattore di scala sqrt(2) è valido solo per la sinusoide. Il multimetro Fluke fa una misura del vero valore RMS, senza porci il problema di dover conoscere preventivamente il fattore di scala da attribuire all’onda che si sta misurando.
Continuo concludendo il discorso sulla misura del vero valore efficace. Nel commento precedente ho avuto modo di illustrare cosa significa a livello di algoritmo calcolare e restituire il vero valore efficace della misura. Sicuramente con un DSP che esegue un prodotto e un’accumulazione in un solo ciclo macchina risulta abbastanza semplice eseguire la definizione matematica del calcolo del valore efficace e le uniche risorse da dover occupare riguardano essenzialmente la memoria dati (infatti bisogna riservare un buffer circolare all’interno del quale salvare i campioni acquisiti in fase di campionamento per poterne calcolare la media matematica). Il motivo per cui sia ancora difficile trovare multimetri a vero valore efficace low cost sta nel fatto che chi li produce si fa strapagare il DSP adottato apportando diverse migliorie anche per aumentare considerevolmente la risoluzione della misura (diciamo che se lo devono progettare lo progettano bene!). Ma la misura a vero valore efficace diventa interessante quando si ritorna a farla in analogico. per fare questo esistono essenzialmente due strade: replicare il calcolo del RMS tramite blocchi matematici in tecnologia analogica (quindi essenzialmente moltiplicatori, integratori, ecc… anche e soprattutto adottando amplificatori operazionali) oppure ci si rifà alla mera definizione fisica ed energetica del RMS. Tra i due, penso che sia molto più interessante la seconda strada.
Il vero valore efficace di una tensione alternata è anche conosciuto come valore termico poiché è una tensione equivalente al valore in continua che sarebbe richiesto per ottenere lo stesso effetto termico. Ad esempio, se applichiamo una forma d’onda di tensione alternata il cui valore efficace è 220V a un elemento resistivo che si riscalda, esso si riscalderà esattamente come se avessimo applicato una tensione continua di 220V. Questo principio era sfruttato nei primi convertitori termici e la base teorica è abbastanza semplice seppure resta un po’ più complesso il circuito di condizionamento analogico, questo per garantire una sufficiente compensazione dell’errore residuo. Il segnale alternato viene applicato ad un piccolo elemento riscaldante accoppiato con un termistore (o anche ad una termocoppia nel caso di sistemi di misura molto più grossi) da usare in una misura di corrente continua. Questa tecnica non è particolarmente precisa ma può misurare qualsiasi forma d’onda a qualsiasi frequenza (quindi non si hanno limitazioni di banda che al contrario si riscontrano in tutti gli altri sistemi, anche i più moderni basati su DSP). Un suo grosso difetto è la bassa impedenza d’ingresso dell’elemento riscaldante, quindi la potenza utilizzata per scaldare il termistore viene dal circuito che si sta misurando. Se il circuito in esame può sopportare la corrente di riscaldamento allora è possibile fare un calcolo successivo alla misura direttamente a partire da tale segnale, altrimenti va preventivamente amplificato in potenza e i circuiti tipici che si osservano in letteratura prevedono dei semplici stadi totem pole a bjt. In quest’ultimo caso le capacità di misura dello strumento saranno limitate dallo stadio amplificatore.
Diciamo che l’approccio dei convertitori termici è diventato oggigiorno abbastanza raro, per i motivi di assorbimento e di bassa impedenza d’ingresso che ho avuto modo di illustrare. Le tecniche digitali sono certamente le più in voga, ma presentano forti limitazioni in banda dovuti essenzialmente dalle prestazioni del convertitore AD adottato. Per massimizzare la banda passante nella misura del RMS su grandezze periodiche, l’oscilloscopio come anche i multimetri di ultima generazione (e suppongo anche i Fluke) effettuano un campionamento in tempo equivalente riuscendo così a preservare la risoluzione della misura anche a frequenze sufficientemente elevate.