Negli ultimi anni sta spopolando sempre di più questo sistema di ricarica senza l'uso di cavi.
È stato anche al centro di discussioni riguardanti gli effetti sulla salute.
Il sistema di ricarica wireless per dispositivi, si basa su un principio fisico molto semplice!
Non solo: per certi versi può aiutare a ridurre l'impatto ambientale dato dai rifiuti elettronici.
Ciao, sono Lorenzo Neri: Chief Education Officer di Elettronica Open Source! Mi occupo di creare tutti i contenuti che ti permettano di capire il mondo dell'IoT e dell'elettronica embedded in modo semplice ed efficace. Se mi chiedessi cosa faccio nella vita, la risposta è “tutto ciò che coinvolge una tastiera, un processore e una persona da aiutare e renderle più facile la vita”. Dal 2019 collaboro con Elettronica Open Source il blog di elettronica numero uno in Italia: abbiamo realizzato assieme Makers Academy, la prima piattaforma online che ha aiutato più di 300 persone ad imparare a utilizzare Arduino e Raspberry Pi per proprio progetti.
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Ho di recente acquistato un nuovo smartphone e, tra le sue specifiche, ho notato la possibilità di effettuare la ricarica senza fili. Non avevo ben chiaro come funziona questo tipo di caricabatterie. Non riuscivo a spiegarmi come si fa a trasferire energia verso il cellulare grazie al solo contatto. Ora mi è tutto più chiaro. Il principio fisico è molto semplice.
Ecco, l’articolo che mi serviva. Proprio pochi giorni fa ho acquistato un caricatore per cellulare presso una notissima catena di arredamento e mobili venduti in scatola di montaggio.
Visto il prezzo irrisorio, mi sono detto, proviamolo. Ed effettivamente adesso il mio Samsung A8, su ricarica senza fili, Devo dire che è proprio comodo, arrivo, lo deposito sulla X, e la carica comincia, se devo utilizzare il telefono lo prendo e alla fine, lo ripongo nuovamente sulla base.
Credo proprio che questo sistema di carica si diffonderà anche ad altre apparecchiature.
Come mi sembra di aver visto, in cui si pensa di applicarla anche alle autovetture ferme al parcheggio ( non si inserisce più la spina) , arrivando anche a pensare di inserire la bobina di carica direttamente sotto il manto stradale, in modo che la carica stessa avvenga anche durante la marcia.
E’ una cosa talmente semplice che non ci avevo mai pensato, è come se si componesse un semplice trasformatore scomposto , Sarebbe interessante a che frequenza lavorano le bobine , ed effettuare esperimenti in tal senso, A prima vista basterebbe un circuito oscillante ad una determinata frequenza, poi dall’altra parte un ricevitore sintonizzato ovviamente alla frequenza del trasmettitore , un raddrizzatore e tensione pronta all’uso.
Grazie per la spiegazione.