
Gli albori dei videogiochi risalgono alla metà degli anni ’40, durante la Seconda Guerra Mondiale, quando fu ideato un sistema che simulava il lancio di missili senza però mostrare la grafica a schermo; si immettevano le coordinate e se il bersaglio veniva colpito la macchina simulava un’esplosione. I bersagli erano delle etichette adesive poste sullo schermo, preistoria se ci si pensa ora. Da li in poi ci sono state delle continue evoluzioni, fino alla nascita dei giochi arcade. Ma la scintilla che ha fatto esplodere i videogiochi e la loro commercializzazione è stata la creazione di Pong, il primo Arcade coin-op (attivato a monete) di Atari realizzato da Nolan Bushnell. Da quel momento, era il 1972, i colossi dell’elettronica avrebbero iniziato la cosiddetta ‘Consolle War’, la battaglia delle consolle, che ebbe negli anni ’80 il momento di massimo fervore.
I retroscena di Breakout: Jobs, Wozniak, Atari e Taito
Come avevamo annunciato nell’articolo relativo ai 7 giochi flash vintage gratis, ecco un digressione storica sulla nascita dei videogiochi, che va a concentrare l’attenzione sui protagonisti di quel periodo (troveremo dei personaggi a noi molto noti).
In effetti ‘in principio fu Pong’, anche se il primo vero gioco coin-op era stato Computer Space del 1971, ideato dallo stesso Bushnell, che però non ebbe affatto successo. Pong altro non era che uno schermo nero con cursori e tabelle in bianco, ma da lì è partito tutto, dalla voglia insita in ogni persona di provare piacere nel vedere eseguito un proprio comando. Se volete sentirvi dei novelli Bushnell potete realizzare Pong con il Picmicro, ma anche Space Invaders.
Dopo il lancio di Pong sulla consolle casalinga Atari il 3 agosto del 1975, inizia la corsa alla realizzazione di videogiochi, che vede in Breakout un punto di svolta. Il gioco era stato realizzato senza microprocessore (utilizzato invece nel sequel Super Breakout), ma solo tramite porte logiche. In questa specie di telenovela sono coinvolti due personaggi che faranno la storia e rivoluzioneranno il concetto di Personal Computer, Steve Jobs e Steven Wozniak.

Breakout nasce da un concept di Nolan Bushnell e di Steve Bristow, dopo che quest’ultimo era ritornato in Atari. L’idea era quella di creare una modalità a singolo giocatore per Pong, così pensarono di aggiungere nella parte alta dello schermo otto file di mattoni di diverso colore. Lo scopo del gioco era quello di distruggere tutti i mattoncini colpendoli. A questo punto entra in campo Steve Jobs, allora dipendente Atari, cui fu assegnato il compito di realizzare un prototipo in quattro giorni al costo di 750$ più un bonus supplementare di 100$ per ogni chip che sarebbe riuscito ad eliminare. Jobs pensò subito al suo amico Wozniak, dipendente HP, che era in grado di progettare utilizzando un numero molto basso di chip.
Dopo un’estenuante maratona di quattro giorni senza dormire, The Woz, presentò un prototipo che aveva eliminato 50 chip e che prevedeva 42 transistor. Benché impressionati, quelli di Atari comunicarono a Jobs che la produzione del modello non era affatto facile, essendo troppo compatta e complicata; alla fine l’Atari produsse una sua versione che però Wozniak ha rivendicato essere identica alla sua creazione originale. Jobs incassò comunque i 750$, che divise, come pattuito, a metà con Wozniak, e i 5000$ di bonus (per i 50 chip eliminati) che però tenne tutti per sé.
Breakout fu tra l’altro fondamentale per Wozniak, visto che influenzerà la progettazione di Apple II, in particolar modo per l’introduzione del sonoro e di nuove proprietà grafiche.
L'era di Arkanoid

Nel 1986, dieci anni dopo, è nato uno dei più noti giochi della storia, Arkanoid, ovvero la versione rivisitata di Breakout; a progettarla è la casa di produzione giapponese Taito (famosa anche per l’indimenticabile Bubble Bobble), che implementa una grafica migliorata e nuove funzioni di gioco per rendere Arkanoid un vero e proprio must per l’epoca, nonché un classico di tutti i tempi.
Arkanoid è di fatto la copia di Breakout, ma è dotato gli effetti sonori e alcuni elementi innovativi, come l’introduzione di alcuni power-up e power-down in grado di avvantaggiare o svantaggiare il giocatore: tutti ricorderanno la navetta che si rimpiccioliva oppure la mitica pistola, o ancora la super pallina che passava attraverso i mattoncini, distruggendoli, invece di tornare indietro. Si tratta di un clone vero e proprio di Breakout, la cui fama è stata oscurata dai ‘copioni’ della Taito: infatti io stessa conoscevo perfettamente, avendoci giocato un’infinità di volte, Arkanoid, ma non conoscevo Breakout.
Di disputa vera e propria non si è mai parlato, ma immaginate se fossero stati i russi (eravamo in piena guerra fredda), invece dei giapponesi, a sviluppare Arkanoid..
Nel video c’è una simpatica ricostruzione della storia dei videogiochi, in cui però manca inaspettatamente Pong, e invece viene inserito Tennis for two del 1958, visualizzato però su un oscilloscopio.
In ogni modo il video è molto piacevole e riporta alla memoria momenti memorabili dell’adolescenza. Anche della vostra? Voi che ricordo avete di quei periodi?

Quello che non c’è non si rompe e la scheda costa meno
Questa è la mia prima regola di progettazione, l’appresi una ventina di anni fa da una intervista ad un Fae della Texas Instruments. Mi fa piacere che in questo articolo sia stato ricordato come la Atari pagasse dei bonus per ogni componente in meno sulla scheda!
Ce da dire che probabilmente la scheda NON era a microprocessore, quindi vi lascio immaginare che “letto” di integrati… oggi è molto piu semplice con i microcontrollori, ma è bene sempre ricordarlo 🙂
P.S. vorrei chiedere all’Atari: se l’integrato in meno fosse stata una protezione,
valeva sempre il bonus? 😉
In effetti il fatto che la disputa non si sia spostata nelle aule di un tribunale, date le premesse, lascia perplessi.
ps. Interessante l’aneddoto su Jobs, che conferma il suo “fiuto” per gli affari (non in accezione negativa)
Ricordo vagamente un gioco che non sono più riuscito a trovare, non tanto per la sua bellezza, ma perchè lo trovavo simpatico e semplice, era un giochino russo che era dedicato alla perestroika. Credo che si chiamasse Toppler.
Ho trovato il video su youtube, sembra tanto lontano quel gioco su dos su un 286 che aveva il tasto turbo per raddoppiare la frequenza di clock.
Benché io mi ricordo di quella dell’epoca dove si poteva raddoppiare schiacciato su un tasto.
attualmente per raddoppiare la velocità di voti necessario usare azoto liquido, e non aver paura di rovinarmi Il microprocessore.
Anch’io ho cercato e trovato dei vecchi giochi ma il problema è che è difficile farli funzionare sui nostri computer visto che la maggior parte usa un’architettura 16bit non più sopportato dai nostri computer ma in questo caso è necessario usare DosBox che funziona benissimo
Ormai in questa guerra dei brevetti è il segno che per l’azienda della mela morsicata non è più il leader del mercato di innovazioni, quindi approvato come unico modo per tagliare la concorrenza che sicuramente qualitativamente ormai è diventato meglio di giocare sporco.
ma questa guerra visto quanti oppositori a per citarli il colosso
Samsung, HTC, Motorola, VAI è infine il gigante che ancora dorme ma che fra poco sarà anche lui richiamato sui banchi del tribunale Google e gli scatterà una vera propria guerra teronucleare.
La realtà dei fatti che chi non studia storia come sempre gli stessi sbagli.
In questo momento viviamo una seconda storia di di primato di mercato,
nel passato era già successo esattamente identica mentre la stessa cosa tra apple e Microsoft,
apple aveva la filosofia di avere un sistema puramente chiuso come è iphone notiamo bene che questo nome anche lui è stato rubato all’azienda Cisco e che ha finito in tribunale e che la mela morsicata infine ha dovuto uscire una grossa mazzetta per questo nome, e il concorrente Microsoft che si fa mettere il suo sistema operativo su qualunque hardware disponibile sul mercato quindi tenendosi a favore i costruttori vent’anni dopo basta andare in un supermercato per rendersi conto di chi ha vinto questa battaglia.
La storia si ripete eternamente