3Domande a Leonardo Righini – Direttore Responsabile @Nuova Elettronica

Oggi abbiamo con noi Leonardo Righini Direttore Responsabile @Nuova Elettronica. Se anche voi, come me, avete "divorato" numeri interi di Nuova Elettronica non potete perdervi questa intervista!

Emanuele: Nuova Elettronica è la Rivista che ha fatto storia in Italia! Dagli hobbisti agli studenti, dai professionisti alle aziende, dagli audiofili agli esperti in elettromedicali, intere generazioni hanno sviluppato progetti elettronici con l'aiuto della rivista!
Quello che vorrei chiederle è riferito alle origini. Come è nata l'idea di Nuova Elettronica, dove era (e come era attrezzato) il primo laboratorio e, sarei curioso anche di sapere, qualche aneddoto legato all'uscita del mitico numero 1 e/o del primo progetto svolto?

Leonardo: La rivista Nuova Elettronica nasce dal genio di Giuseppe Montuschi che fin dal 1956 ha collaborato con la rivista Sistema A edita a Faenza (Ravenna).
Questa rivista proponeva invenzioni a tutto tondo ( biciclette che andavano in acqua , come fare la permanente alle donne etc...) e M.G. seguiva la pagina del tecnologo in cui i lettori facevano domande e lui rispondeva con schemi elettrici ad hoc e naturalmente le spiegazioni che saranno tipiche dello stile nelle future pubblicazioni.
Parlare di Nuova Elettronica senza parlare di Giuseppe (detto “Pino” per gli amici ) Montuschi è impossibile perché il legame è talmente stretto che è inscindibile , Nuova Elettronica è solo l’ultima e la più evoluta rivista della sua lunga produzione editoriale .
Ricordiamo “Quattro cose illustrate “ una rivista simile a “sistema A “ dove si sprecavano i falegnami , i ferraioli , gli elettricisti , per chi voleva fare incisioni si proponeva l’autocostruzione di un trasformatore che alimentava un chiodo che come una saldatrice a tig fondeva la piastra lasciando inciso la parola voluta . Belli i disegni preparatori , perfetti , chiari ( molto più belli di una foto ) . Sono gli anni 60 e la rivista viene stampata a Imola presso la vecchia Stamperia Galeati ( esiste tuttora ) la redazione era formata da lui da un professore di ‘Italiano ,il figlio del professore e la segretaria. Ricordiamo che non c’erano i computer , per cui il ruolo della segretaria era fondamentale in tutti i sensi ( batteva a macchina le bozze correggeva gli articoli prima di mandarle alla linotype ).
Diceva Montuschi :- era eccezionale la Luisa, qualsiasi tema gli davi lei lo sviluppava fino al punto che se non la fermavi ti riempiva la rivista : -- .

Ricordiamo che Quattro cose illustrate proponeva sempre invenzioni , l’elettronica come intendiamo con N.E. fino al 1967 circa non viene fuori . Parliamo sempre di riviste per inventori a tutto tondo e ogni tanto qualche oscillatore, qualche radio e qualche amplificatore , ma poco di elettronica . Il successo di Giuseppe Montuschi arriva con “ Sistema Pratico “ che dura fino a circa il 1967
sicuramente era una delle riviste del settore più vendute chi vi scrive, molte di queste riviste le ha ricomprate ai vari mercatini di elettronica . I temi erano i più disparati , come costruirsi un razzo , chi sono gli ufo , come costruirsi un arnia per le api , e tutte queste invenzioni venivano accompagnate da disegni fantastici e chiari . Ci fu un problema e dovette chiudere la rivista nel frattempo un editore di Milano lo propose per la rivista che ora non c’è più e si chiamava “Elettronica Pratica “ ( potete vedere i disegni sono uguali alla rivista che diventerà NE ) In Elettronica Pratica si porta dietro un suo collaboratore di Sistema Pratico che diventerà il direttore tecnico della rivista . Giuseppe Montuschi entrò in conflitto con la direzione editoriale di Elettronica Pratica ,perché a causa di una sua mania di perfezione la rivista non riusciva ad uscire in modo regolare ( abbiamo cercato di mantenere lo stile in modo estremamente rigoroso ....). Qui se ne andò sbattendo la porta con la famosa frase “Se volete pubblicare della ”merda” fatelo voi io non ci sto” . A Bologna si alleò con Montanari ,il fondatore della Teko Telekom e arrivò l’uscita di Nuova Elettronica nel aprile 1969 (si producevano i sacchetti dei kit in un garage preso in affitto ) . Fu una rivista totalmente dedicata all’elettronica . I due “ ragazzi “ Montanari e Montuschi erano tecnici del settore e fortissimi radioamatori.
Appena due anni dopo Montuschi se ne andò per conto suo a portare avanti la rivista , la causa fu semplicemente una scelta economica . Montanari era un uomo di affari e comprava materiale elettronico non proprio di prima scelta e Montuschi si incavolava perché diceva che quello che si risparmiava spendendo meno se lo perdevano nelle riparazioni che poi si sarebbero dovute fare perché gli apparecchi si guastavano .
Con le prime riviste si forniva il disegno dello stampato e si vendevano i componenti e i kit con gli acidi per farsi il PCB . Poi siccome arrivavano in laboratorio i pcb fatti da lettori che non funzionavano fu presa la decisione di proporre lo stampato e comincio la serie EL .... stampato e kit . I kit ora sono codificati LX1780 es . LX è semplicemente l’inversione di XL che era parte del nome dell’ auto Ford Taunus che Montuschi regalò a sua moglie in quel periodo . La fortuna di NE fu l’idea di un sua dipendente nel creare la rete di vendita dei “concessionari “ .E cosi fino agli anni 90 abbiamo agito un po' in regime di monopolio. L’idea di Montuschi era : -tutti quelli che si accingono a costruirsi un progetto partono con la paura di non riuscire allora dobbiamo creare tutte le condizioni che abbiano successo , un articolo chiaro , uno stampato semplice e i componenti scelti , e in più gli forniva anche l’assistenza tecnica .
Troppo ....non so ....

Emanuele: Nel corso degli anni la crisi ha colpito varie volte il mondo dell'elettronica, colpi resi ancor piu duri dalla crisi della carta stampata.
Fermo restando l'affidabilità dei vostri progetti che è stata sempre solida nel tempo (confermo anche personalmente),
Nuova Elettronica è stata criticata per una politica editoriale spesso rivolta a vendere i propri kit non distribuendo il firmware dei sorgenti,
questo reso ancor piu difficile da digerire per i lettori, dall'avvento di un'epoca digitale dove l'open source (vedi Arduino) ha conquistato milioni di entusiati dell'elettronica.
Cosa può dirci in merito a questo argomento, in riferimento anche a questo mio articolo molto discusso di qualche anno fa.
Inoltre proprio l'altro giorno leggevo su un newrgroup di elettronica...
Quale è la sua posizione in merito?

Leonardo: La crisi della carta stampata fino a internet non l’abbiamo mai sentita . Io ( Leonardo Righini) arrivo in pianta stabile circa 15 anni fa ma c’ero anche negli anni 1975-1984.
Credo che il concetto dell’open source lo abbiamo anticipato di molto perché il primo computer in scatola di montaggio funzionante lo abbiamo fatto noi ( il famoso Z80 ) e se non parliamo di open source allora non so di cosa stiamo parlando .C’erano aziende che lo usavano anche per la contabilità . Il punto credo e che i ragazzi come lei probabilmente non erano ancora nati . C’è un ‘altro fattore che G.Montuschi aveva ,stranamente odiava tutto ciò che era computer ,però è stato uno dei primi a Bologna a dotarsi di computer aziendale ( era un vecchio HP con le memorie a bolle da 1 M e aveva i display a sette segmenti come video ) e ha presentato ben tre computer in scatola di montaggio il primo Z80 , poi una sorta di PLC in basic con 8031 , e un compatibile Apple . Per venire a noi con l’avvento dei primi micro NE fece un corso di programmazione per ST6 (più open source di cosi ) che fu un successo favoloso tanto che credo diede il LA alle case produttrici per cominciare a proporre quelli che erano i micro fatti per l’automotive nel campo del civile . La scelta fatta per l’ST7 intorno agli anni 1995 fu indotta dal fatto che i collaboratori che dovevano seguire il corso erano gli stessi che avevano fatto l’ST6 . E in più io in quel periodo ho finito la voce tanto mi sono sgolato con Montuschi per rendere pubblico il PIC ma Montuschi non ne volle sapere perché diceva che c'è lo avevano tutti . Purtroppo come dice lei i tempi per muoversi erano quelli ma Montuschi era uomo si geniale ma testardo e anche vecchio e purtroppo ci fu un periodo 2-3 anni di oscurantismo in NE in cui sembrava che fosse ritornata indietro di 20 anni . Poi in qualche modo purtroppo internet si è allargata e abbiamo dovuto rincorrere il tempo perduto . Con l’entrata in Europa non avendo affinato le difese nei confronti di internet e del suo pubblico votato alla libera divulgazione abbiamo dovuto verificare un calo di vendite nel cartaceo dovuto agli effetti della pirateria in internet e dovuta anche al cambio generazionale in cui il fai date hardware è stato sostituito con il software fai da te su hardware già assemblati e pronti per l’uso.
L’investimento di un computer e un po' di software free è molto più basso di un oscilloscopio e qualche strumento per la progettazione di una schedina , anche l’investimento culturale è molto più basso per un linguaggio di programmazione rispetto alle basi per progettare un circuito hardware.
Sicuramente Nuova Elettronica non potrà più essere come una volta perché le persone sono in parte morte e sono in parte superate dalle nuove tecnologie e le leggi sono diventata e più severe.
Ricordate le accensioni elettroniche i circuiti per le luci di cortesia nelle auto , i circuito per automatizzare le luci in galleria o la velocità del tergicristallo . Premesso che sono accessori già inseriti nell’automobile Ci sono seri problemi se qualcuno mette le mani nel CAN bus o qualche altro filo . Il rischio minimo e che non parte più la macchina . Programmatori di vari micro sono presenti a dei prezzi eccezionalmente bassi e diventerebbe assurdo a proporre schede di questo tipo . Abbiamo cercato di verificare chi sono i nostri lettori e tutti i giorni scopro che anche nei posti più impensabili ci conoscono . Ho scoperto che molti amici del CNR dell’ENEA o altro ente di ricerca ci conoscono e sento sempre il loro entusiasmo quando ci parliamo . Dicevo ho scoperto che usano i nostri kit per arrivare a produrre la loro idea perché ci sono sempre meno tecnici hardware per fare un prototipo . Li comprano perché costano poco e poi li modificano a loro piacimento . Molti software che facciamo o utilizziamo dentro i micro sono di proprietà privata per cui in molti casi vi sono accordi commerciali per cui non possiamo divulgarli.
Quando i firmware li facciamo noi pubblichiamo il sorgente es . Interfaccia USB 1000 usi nel cdrom vi sono i sorgenti in VB6 dei demo per utilizzarla.

Emanuele: Lasciata da parte l'amarezza per la lettura degli articoli di cui sopra, sarei molto interessato a conoscere quale strategie adotterete per il futuro.
Avete intenzione di sviluppare il sito con la presentazione dei progetti, magari nel blog? Credete che l'open source (sia hardware che software)
sia realmente un'opportunità? Quali idee avete in cantiere?

Leonardo: ci stiamo naturalmente riorganizzando la rivista con una nuova veste grafica , il sito internet lo stiamo potenziando per avere sempre più possibilità di comunicazione.
Qui purtroppo non siamo molto contenti perché chi ci ha proposto il rinnovamento del sito è stato un bravo venditore e noi un po’ ingenui (d’altra parte è il nostro provider da quando a IMOLA c’erano 20 iscritti a Internet ) che lo abbiamo lasciato fare ma il risultato è appena sufficiente ( tanto denaro per poco ).
Stiamo facendo accordi con agenzie di web per migliorare di più la medialità es . siamo su iPad con la rivista da gennaio e stiamo lavorando per poterla pubblicare anche su Android .
Nella nuova rivista ci sarà spazio per dei redazionali su argomenti legati all’attualità , alle nuove frontiere e mi aspetto da parte vostra il massimo aiuto .
Il Centro Ricerche Elettroniche che è anche l’editore di Nuova Elettronica ha aperto da circa 10 anni dei nuovi settori in cui si propongono sul mercato macchine elettromedicali assemblate e certificate , con strumenti di misura ambientale assemblati e certificati , per nicchie di mercato come l’alta fedeltà ( theremin professionale , valvolari ).
I tempi sono duri purtroppo non so perché ma quando parlo in giro sento di riviste che prendono incentivi statali di milioni di euro , per noi non esiste mai nulla si vede che siamo figli di un dio minore , passi parola se qualcuno sa che ci sono incentivi a fondo perduto li faccia passare di qua ..... Si ricordi che la notorietà non è sempre legata al soldo. La gente ci vuole bene perché non l’abbiamo mai presa in giro . Ogni progetto che viene presentato seguendo il vecchio maestro lo si fa per la massa composta da persone che si sono fatte da sole con tanta passione ,poi se ci seguono anche gli ingegneri ben vengano , vorrà dire che loro leggeranno di meno.

Grazie alla disponibilità di Leonardo, continuiamo con le interviste interattive!
Nei commenti sentitevi liberi di chiedere info e curiosità su Nuova Elettronica, Leonardo ha dato la sua disponibilità (nei limiti del possibile) a soddisfare i vostri quesiti!

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63 Commenti

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