
Oggi abbiamo con noi Leonardo Righini Direttore Responsabile @Nuova Elettronica. Se anche voi, come me, avete "divorato" numeri interi di Nuova Elettronica non potete perdervi questa intervista!
Quello che vorrei chiederle è riferito alle origini. Come è nata l'idea di Nuova Elettronica, dove era (e come era attrezzato) il primo laboratorio e, sarei curioso anche di sapere, qualche aneddoto legato all'uscita del mitico numero 1 e/o del primo progetto svolto?
Leonardo: La rivista Nuova Elettronica nasce dal genio di Giuseppe Montuschi che fin dal 1956 ha collaborato con la rivista Sistema A edita a Faenza (Ravenna).
Questa rivista proponeva invenzioni a tutto tondo ( biciclette che andavano in acqua , come fare la permanente alle donne etc...) e M.G. seguiva la pagina del tecnologo in cui i lettori facevano domande e lui rispondeva con schemi elettrici ad hoc e naturalmente le spiegazioni che saranno tipiche dello stile nelle future pubblicazioni.
Parlare di Nuova Elettronica senza parlare di Giuseppe (detto “Pino” per gli amici ) Montuschi è impossibile perché il legame è talmente stretto che è inscindibile , Nuova Elettronica è solo l’ultima e la più evoluta rivista della sua lunga produzione editoriale .
Ricordiamo “Quattro cose illustrate “ una rivista simile a “sistema A “ dove si sprecavano i falegnami , i ferraioli , gli elettricisti , per chi voleva fare incisioni si proponeva l’autocostruzione di un trasformatore che alimentava un chiodo che come una saldatrice a tig fondeva la piastra lasciando inciso la parola voluta . Belli i disegni preparatori , perfetti , chiari ( molto più belli di una foto ) . Sono gli anni 60 e la rivista viene stampata a Imola presso la vecchia Stamperia Galeati ( esiste tuttora ) la redazione era formata da lui da un professore di ‘Italiano ,il figlio del professore e la segretaria. Ricordiamo che non c’erano i computer , per cui il ruolo della segretaria era fondamentale in tutti i sensi ( batteva a macchina le bozze correggeva gli articoli prima di mandarle alla linotype ).
Diceva Montuschi :- era eccezionale la Luisa, qualsiasi tema gli davi lei lo sviluppava fino al punto che se non la fermavi ti riempiva la rivista : -- .
Ricordiamo che Quattro cose illustrate proponeva sempre invenzioni , l’elettronica come intendiamo con N.E. fino al 1967 circa non viene fuori . Parliamo sempre di riviste per inventori a tutto tondo e ogni tanto qualche oscillatore, qualche radio e qualche amplificatore , ma poco di elettronica . Il successo di Giuseppe Montuschi arriva con “ Sistema Pratico “ che dura fino a circa il 1967
sicuramente era una delle riviste del settore più vendute chi vi scrive, molte di queste riviste le ha ricomprate ai vari mercatini di elettronica . I temi erano i più disparati , come costruirsi un razzo , chi sono gli ufo , come costruirsi un arnia per le api , e tutte queste invenzioni venivano accompagnate da disegni fantastici e chiari . Ci fu un problema e dovette chiudere la rivista nel frattempo un editore di Milano lo propose per la rivista che ora non c’è più e si chiamava “Elettronica Pratica “ ( potete vedere i disegni sono uguali alla rivista che diventerà NE ) In Elettronica Pratica si porta dietro un suo collaboratore di Sistema Pratico che diventerà il direttore tecnico della rivista . Giuseppe Montuschi entrò in conflitto con la direzione editoriale di Elettronica Pratica ,perché a causa di una sua mania di perfezione la rivista non riusciva ad uscire in modo regolare ( abbiamo cercato di mantenere lo stile in modo estremamente rigoroso ....). Qui se ne andò sbattendo la porta con la famosa frase “Se volete pubblicare della ”merda” fatelo voi io non ci sto” . A Bologna si alleò con Montanari ,il fondatore della Teko Telekom e arrivò l’uscita di Nuova Elettronica nel aprile 1969 (si producevano i sacchetti dei kit in un garage preso in affitto ) . Fu una rivista totalmente dedicata all’elettronica . I due “ ragazzi “ Montanari e Montuschi erano tecnici del settore e fortissimi radioamatori.
Appena due anni dopo Montuschi se ne andò per conto suo a portare avanti la rivista , la causa fu semplicemente una scelta economica . Montanari era un uomo di affari e comprava materiale elettronico non proprio di prima scelta e Montuschi si incavolava perché diceva che quello che si risparmiava spendendo meno se lo perdevano nelle riparazioni che poi si sarebbero dovute fare perché gli apparecchi si guastavano .
Con le prime riviste si forniva il disegno dello stampato e si vendevano i componenti e i kit con gli acidi per farsi il PCB . Poi siccome arrivavano in laboratorio i pcb fatti da lettori che non funzionavano fu presa la decisione di proporre lo stampato e comincio la serie EL .... stampato e kit . I kit ora sono codificati LX1780 es . LX è semplicemente l’inversione di XL che era parte del nome dell’ auto Ford Taunus che Montuschi regalò a sua moglie in quel periodo . La fortuna di NE fu l’idea di un sua dipendente nel creare la rete di vendita dei “concessionari “ .E cosi fino agli anni 90 abbiamo agito un po' in regime di monopolio. L’idea di Montuschi era : -tutti quelli che si accingono a costruirsi un progetto partono con la paura di non riuscire allora dobbiamo creare tutte le condizioni che abbiano successo , un articolo chiaro , uno stampato semplice e i componenti scelti , e in più gli forniva anche l’assistenza tecnica .
Troppo ....non so ....
Fermo restando l'affidabilità dei vostri progetti che è stata sempre solida nel tempo (confermo anche personalmente),
Nuova Elettronica è stata criticata per una politica editoriale spesso rivolta a vendere i propri kit non distribuendo il firmware dei sorgenti,
questo reso ancor piu difficile da digerire per i lettori, dall'avvento di un'epoca digitale dove l'open source (vedi Arduino) ha conquistato milioni di entusiati dell'elettronica.
Cosa può dirci in merito a questo argomento, in riferimento anche a questo mio articolo molto discusso di qualche anno fa.
Inoltre proprio l'altro giorno leggevo su un newrgroup di elettronica...
Quale è la sua posizione in merito?
Leonardo: La crisi della carta stampata fino a internet non l’abbiamo mai sentita . Io ( Leonardo Righini) arrivo in pianta stabile circa 15 anni fa ma c’ero anche negli anni 1975-1984.
Credo che il concetto dell’open source lo abbiamo anticipato di molto perché il primo computer in scatola di montaggio funzionante lo abbiamo fatto noi ( il famoso Z80 ) e se non parliamo di open source allora non so di cosa stiamo parlando .C’erano aziende che lo usavano anche per la contabilità . Il punto credo e che i ragazzi come lei probabilmente non erano ancora nati . C’è un ‘altro fattore che G.Montuschi aveva ,stranamente odiava tutto ciò che era computer ,però è stato uno dei primi a Bologna a dotarsi di computer aziendale ( era un vecchio HP con le memorie a bolle da 1 M e aveva i display a sette segmenti come video ) e ha presentato ben tre computer in scatola di montaggio il primo Z80 , poi una sorta di PLC in basic con 8031 , e un compatibile Apple . Per venire a noi con l’avvento dei primi micro NE fece un corso di programmazione per ST6 (più open source di cosi ) che fu un successo favoloso tanto che credo diede il LA alle case produttrici per cominciare a proporre quelli che erano i micro fatti per l’automotive nel campo del civile . La scelta fatta per l’ST7 intorno agli anni 1995 fu indotta dal fatto che i collaboratori che dovevano seguire il corso erano gli stessi che avevano fatto l’ST6 . E in più io in quel periodo ho finito la voce tanto mi sono sgolato con Montuschi per rendere pubblico il PIC ma Montuschi non ne volle sapere perché diceva che c'è lo avevano tutti . Purtroppo come dice lei i tempi per muoversi erano quelli ma Montuschi era uomo si geniale ma testardo e anche vecchio e purtroppo ci fu un periodo 2-3 anni di oscurantismo in NE in cui sembrava che fosse ritornata indietro di 20 anni . Poi in qualche modo purtroppo internet si è allargata e abbiamo dovuto rincorrere il tempo perduto . Con l’entrata in Europa non avendo affinato le difese nei confronti di internet e del suo pubblico votato alla libera divulgazione abbiamo dovuto verificare un calo di vendite nel cartaceo dovuto agli effetti della pirateria in internet e dovuta anche al cambio generazionale in cui il fai date hardware è stato sostituito con il software fai da te su hardware già assemblati e pronti per l’uso.
L’investimento di un computer e un po' di software free è molto più basso di un oscilloscopio e qualche strumento per la progettazione di una schedina , anche l’investimento culturale è molto più basso per un linguaggio di programmazione rispetto alle basi per progettare un circuito hardware.
Sicuramente Nuova Elettronica non potrà più essere come una volta perché le persone sono in parte morte e sono in parte superate dalle nuove tecnologie e le leggi sono diventata e più severe.
Ricordate le accensioni elettroniche i circuiti per le luci di cortesia nelle auto , i circuito per automatizzare le luci in galleria o la velocità del tergicristallo . Premesso che sono accessori già inseriti nell’automobile Ci sono seri problemi se qualcuno mette le mani nel CAN bus o qualche altro filo . Il rischio minimo e che non parte più la macchina . Programmatori di vari micro sono presenti a dei prezzi eccezionalmente bassi e diventerebbe assurdo a proporre schede di questo tipo . Abbiamo cercato di verificare chi sono i nostri lettori e tutti i giorni scopro che anche nei posti più impensabili ci conoscono . Ho scoperto che molti amici del CNR dell’ENEA o altro ente di ricerca ci conoscono e sento sempre il loro entusiasmo quando ci parliamo . Dicevo ho scoperto che usano i nostri kit per arrivare a produrre la loro idea perché ci sono sempre meno tecnici hardware per fare un prototipo . Li comprano perché costano poco e poi li modificano a loro piacimento . Molti software che facciamo o utilizziamo dentro i micro sono di proprietà privata per cui in molti casi vi sono accordi commerciali per cui non possiamo divulgarli.
Quando i firmware li facciamo noi pubblichiamo il sorgente es . Interfaccia USB 1000 usi nel cdrom vi sono i sorgenti in VB6 dei demo per utilizzarla.
Avete intenzione di sviluppare il sito con la presentazione dei progetti, magari nel blog? Credete che l'open source (sia hardware che software)
sia realmente un'opportunità? Quali idee avete in cantiere?
Leonardo: ci stiamo naturalmente riorganizzando la rivista con una nuova veste grafica , il sito internet lo stiamo potenziando per avere sempre più possibilità di comunicazione.
Qui purtroppo non siamo molto contenti perché chi ci ha proposto il rinnovamento del sito è stato un bravo venditore e noi un po’ ingenui (d’altra parte è il nostro provider da quando a IMOLA c’erano 20 iscritti a Internet ) che lo abbiamo lasciato fare ma il risultato è appena sufficiente ( tanto denaro per poco ).
Stiamo facendo accordi con agenzie di web per migliorare di più la medialità es . siamo su iPad con la rivista da gennaio e stiamo lavorando per poterla pubblicare anche su Android .
Nella nuova rivista ci sarà spazio per dei redazionali su argomenti legati all’attualità , alle nuove frontiere e mi aspetto da parte vostra il massimo aiuto .
Il Centro Ricerche Elettroniche che è anche l’editore di Nuova Elettronica ha aperto da circa 10 anni dei nuovi settori in cui si propongono sul mercato macchine elettromedicali assemblate e certificate , con strumenti di misura ambientale assemblati e certificati , per nicchie di mercato come l’alta fedeltà ( theremin professionale , valvolari ).
I tempi sono duri purtroppo non so perché ma quando parlo in giro sento di riviste che prendono incentivi statali di milioni di euro , per noi non esiste mai nulla si vede che siamo figli di un dio minore , passi parola se qualcuno sa che ci sono incentivi a fondo perduto li faccia passare di qua ..... Si ricordi che la notorietà non è sempre legata al soldo. La gente ci vuole bene perché non l’abbiamo mai presa in giro . Ogni progetto che viene presentato seguendo il vecchio maestro lo si fa per la massa composta da persone che si sono fatte da sole con tanta passione ,poi se ci seguono anche gli ingegneri ben vengano , vorrà dire che loro leggeranno di meno.

Grazie alla disponibilità di Leonardo, continuiamo con le interviste interattive!
Nei commenti sentitevi liberi di chiedere info e curiosità su Nuova Elettronica, Leonardo ha dato la sua disponibilità (nei limiti del possibile) a soddisfare i vostri quesiti!

Bella ed interessante intervista; purtroppo rimane tanto amaro in bocca per una fonte di conoscenza ed ispirazione infinita, quale e’ stata questa rivista per il sottoscritto, che non e’ piu’ al passo con i tempi…
Spero che in futuro le cose migliorino in maniera radicale, abbandonando *definitivamente* il taglio “solo da principiante” degli ultimi 5/6 anni per tornare come era una volta… parlo degli anni 80… dove si proponeva di tutto e *a tutti i livelli* e quello che non capivi direttamente te lo studiavi con la tua curiosita’, le letture, le prove…
Basta con l’astabile a bjt ! non se ne puo’ piu’ !
(un affezionato lettore da piu’ di 30 anni)
Da vecchio lettore di N.E. mi spiace che abbia cambiato il percorso iniziale che aveva, prendendo un percorso diverso che mi ha portato a non acquistarla più (ho avuto l’impressione che mirasse più alla vendita dei kit, cosa confermata da molti miei amici), però conservo ancora tutti i numeri acquistati, alcuni usurati dagli anni e dalle innumerevoli letture. In un certo modo, N.E. era una rivista open source che permetteva di applicare modifiche ai kit, ricordo anche che vi era una rubrica dove i lettori proponevano dei circuiti che venivano sottoposti al vaglio della redazione e se ricordo bene alcuni venivano pubblicati come articoli veri e propri e presentanti con i relativi kit. Inoltre, ricordo che vi erano articoli che guidavano l’utente per esempio nel calcolo di un trasformatore o l’uso degli opamp, altri argomenti divulgati con interi volumi come quello delle antenne. Tutto ciò sembra che sia stato volutamente dimenticato.
I tempi sono cambiati, ora avere un progetto munito di micro senza i sorgenti e’ come pubblicare un kit senza schema elettrico.
Avreste mai accettato di pubblicare un progetto su nuova elettronica senza lo schema elettrico ?
Bene, allora ad oggi, quando commissionate esternamente i firmware, dovete pagarli il giusto (perche’ di soldi si tratta), ed acquisirne pienamente i diritti, in modo da pubblicarli. In attesa magari di formare internamente progettisti hw/sw in grado di scrivere anche i firmware.
Se non vi rendete conto che questa e’ l’unica via, cosi’ come io non vi compro piu’, non vi comprera’ piu’ nessuno.
Le mie intenzioni, sia con l’intervista, sia con la forte volontà di coinvolgere Righini, sono assolutamente propositive.
IO A NUOVA ELETTRONICA NON VOGLIO METTERCI UNA CROCE SOPRA!
E questa nostalgia, voglia di non rassegnarsi, la riesco a percepire anche dai vari commenti.
Spero più tardi intervenga Righini, ma il mio messaggio vuole essere forte e chiaro.
La “faccenda” dei sorgenti penso sia chiara ed arrivata a chi di dovere!
Invece di mettere croci, siate propositivi, suggerite, consigliate…
ho capito che volete tornare a 20 anni ma non si può. Era meglio quando era peggio , sono tutti discorsi che noi sentiamo tutti i giorni . Il mondo va avanti e non sapete quante volte ho dovuto respingere quei lettori che vogliono solo il digitale e quelli che vogliono solo l’analogico e quelli che vogliono solo la radiofrequenza e quelli che vogliono solo i medicali e quelli che vogliono solo audio . Ma noi vi conosciamo e cosi prestiamo un orecchio a voi e uno alla nostra esperienza per formare quel connubio che si chiama Nuova Elettronica . Ricordate che l’editoria è un delicato equilibrio tra ciò che piace al pubblico (questo si sa solo guardando cosa compra di più il pubblico ) e quello che ragionevolmente si può proporre in una rivista come progetto da assemblare . Non vi proporremo mai un circuito come Arduino ,c’e già e va molto bene , al massimo potremo proporre delle applicazioni … Cosa vuol dire non diamo il software non è vero i sorgenti in vb6 dei demo sulle interfacce Usb ci sono . Cercate il software dei medicali ? Non sarà che ci sia un po’ di malafede ? Come succede almeno 3 o 4 volte alla settimana che ci chiedono di vendere solo l’elettronica dei medicali , per metterli in un contenitore diverso e venderli poi a prezzi gonfiati ? Grazie per il vostro interesse … il nostro per voi è sempre al massimo siccome siamo abituati ai numeri , un progetto che in 3 anni ne viene venduto un unico esemplare ,a qualsiasi persona dotata di minimo discernimento viene da pensare che non è di molto gradimento . I numeri hanno anche un senso ….
Personalmente sono ancora abbonato a NE ma come qualcun altro più per abitudine che per reale interesse. Oltre al discorso sorgente è evidente che vi sia stato un cambio di rotta rispetto a 20 anni fa. Prima era un riferimento soprattutto culturale, sviluppando i loro progetti ed adattandoli alle proprie esigenze si cresceva parecchio.
La rubrica progetti in sintonia ti rendeva partecipe e ti faceva capire che quasi tutto ti era possibile.
Ma soprattuto ricordo che nei limiti di una rivista mensile, bimensile, ora non so più, gli approfondimenti degli argomenti non erano succinti come ore. Un esempio per tutti, dopo 4 articoli sulle CPLD mi sarei aspettato qualche altro numero dedicato ad esempio su come configurare le uscite o a come utilizzare al meglio il software, e invece il nulla.
Dov’è finito il forum che dava a molti la possibilità di confrontarsi anche in maniera critica, e poter crescere.
Dov’è finito il settore download dove potevi scaricare gratuitamente.
Mi pare ormai la rivista sia indirizzata come già detto da qualcuno a vendere più che dei kit delle scatole chiuse con 4 manopole per farle funzionare.
Per me un vero peccato deontologico.
amico prova a pensare ad un buon equilibrio tra ciò che è la teoria e la pratica
cioè la rivista e il kit . E evidente senza nessuna malizia che uno integra l’altro e viceversa . Che andiamo all’infermo se vendiamo sia la carta che il kit ?
Salve!
Nuova Elettronica e’ stata la chiave che mi ha introdotto da un mondo di sogni alla realta’, quando un amico delle medie a cui raccontavo le mie passioni, mi consiglio’ di leggere Nuova Elettronica, toccai il cielo con le mani.
Dal mio punto di vista avevano visto giusto, ma poi si sono persi per strada, la conferma e’ il corso sui microcontrollori ST6 con relativo hardware per poter sperimentare quanto appreso dalle lezioni, poi tutto e’ finito li ed e’ stato come presentare la tv a colori per poi passare al bianco e nero.
Quale sarebbe dovuta essere la normale evoluzione della rivista? basta vedere Arduino, per essere piu’ chiaro dovevano e secondo me sono ancora in tempo per fare quanto segue:
Presentare un corso tipo quello sull’ Assembler su ST6, ma questa volta puntare sul linguaggio C proponendo un proprio hardware, il corso dovrebbe essere fatto bene, sfido chiunque nel trovare in italiano un corso in C per microcontrollori, che insegni veramente dalle basi per arrivare ad un livello da quasi professionista, da questo proporre hardware dedicato per sperimentare o fare qualcosa di finito, sfruttando una marcia in piu’ che ha sempre avuto Nuova Elettronica, parlo dei concessionari sparsi un po’ ovunque, qualcuno potrebbe obiettare che c’e’ internet i cinesi ed altro, ma volete mettere l’immediatezza dell’acquisto rispetto all’attesa che va oltre 1 mese per qualcosa di cinese?
Il problema di NE non sono solo i sorgenti.
Ho comprato il primo numero della rivista, era il numero 51 mi pare, 36 anni fa.
Sono sempre stato un puntuale compratore di una rivista molto meno puntuale nelle uscite, ricordo le facce degli edicolanti quando chiedevo se era arrivato il numero del mese.
Suggerirei al direttore di NE di leggersi il manifesto dell’Open Source prima di parlare, quello che dice non ha alcun senso.
Comunque NE non peccava solo sui sorgenti, molto prima dell’avvento dei microprocessori è capitato spesso di dover comprare dei componenti “esclusivi” a prezzi salatissimi, ricordo una coppia di Exfet (all’epoca assoluta novità) per fare un ampli, venduti da NE a 20.000 lire la coppia, credo che fossero gli anni ’80 e 20mila lirette non erano poche, dopo qualche ricerca ho trovato gli stessi direttamente allo spaccio del distributore International Rectifer per 2.000 lire la coppia…… il 10% del prezzo richiesto da NE, ricordo ancora bene l’indirizzo del distributore in zona Giabellino a Milano.
Lo stesso capitò anche con altri loro progetti nel tempo dove venivano usati componenti praticamente “custom” per rendere il progetto inviolabile e incopiabile, alla faccia dell’Open Source.
Quindi cominciai a comprare la rivista al solo scopo didattico ma la riedizioni di progetti triti e ritriti anche se realizzati con microprocessori (con firmware closed source) e il gap tecnologico che andava accumulando mi ha portato a non comprarla più, da diversi anni non fa più parte dei miei acquisti e non perchè internet abbia sopperito alla sua consultazione ma per le scelte editoriali adottate dalla rivista.
I miei appunti erano propositivi sul cambiamento avuto da N.E. in tutti questi anni, mi è parso che si sia spostata in un altro orizzonte,non sono contrario al fatto che vi sia un equilibrio tra la rivista e il kit, e non sono contrario che una rivista venda anche i kit, ma spesse volte sono kit chiusi o almeno in parte. Al di là delle polemiche sorte nei post qui sotto, e al dì là dei kit elettromedicali che credo possano interessare solo una sparuta cerchia di persone, mi chiedo e vi chiedo, perchè non aprite un sondaggio o qualcosa di simile per rilanciare la rivista in modo tale da accontentare una buona parte della vecchia utenza e magari acquisirne di nuova, ovvero, rimettersi in gioco per ottenere il prestigio di un tempo. Vi sono in giro, meno importanti riviste del settore che pian piano vi hanno rosicchiato un buona parte dell’utenza, vi siete chiesti i motivi? Certe scelte a volte non sono produttive, ma dagli errori si dovrebbe imparare, no? Se qualcuno vi critica in buona fede, è forse perché ha creduto in voi e nella vostra rivista. Mi dispiace che è Lei personalmente che affronta questo ingrato compito di rispondere a quell’utenza che forse tutti i torti non ha.
Da vecchio abbonato di NE ho letto le tante notizie, elogi e critiche, non voglio ripetere quello che hanno scritto gli altri, alcune le sottoscrivo ed altre no, ovviamente siamo diversi, e questo è un bene.
Tra le proposte, se mi permette, inserirei il fatto che dovete aggiornare da anni il sito, fare quello che avete scritto da tempo, cioè ristabilire l’area Forum e le FAQ, visto che spesso non vi è possibile rispondere ai lettori non sarebbe meglio che i lettori si aiutino tra di loro scrivendo come hanno risolto un problema ?
Il forum è anche un mezzo per tastare il polso alla situazione, sapere cosa chiedono i lettori, sempre se questa cosa però vi interessi veramente, siamo quasi nel 2012 e chi non ha capito l’importanza del WEB non credo abbia capito la realtà.
Forza e sopratutto CORAGGIO !
Saluti
Zac (un vecchio abbonato)
Che bella rivista,
la vedo girare in casa da quando sono nato,
già mio padre la comprava tanti anni prima che nascessi,
Nella mia vita avevo letti tutti o almeno quelli che sono usciti dopo la mia nascita,
Intendiamoci più che leggere ho studiati schemi, visto che essendo dislessico non è mai potuto avere il lusso di leggermi tutti gli articoli che sono stati pubblicati.
Speriamo che continua a pubblicarne alcuni anni ancora
Avrei una piccola domanda è che non pubblicate in formato PDF le vostre riviste?
Su qualunque disturbocosì da facilitare la lettura su qualunque dispositivo mobile, senza necessità di un’applicazione progettato ad hoc
Personalmente devo molto a questa rivista i cui articoli tecnici e schemi pratici ho divorato negli anni 75-90. Da molti di essi ho tratto spunti per miei progetti e partendo da basi così solide non ho mai avuto problemi di realizzazione.
Per quanto riguarda l’affidabilita’ dei loro kit, ho ancora in perfetto stato un loro frequenzimetro per BF a 4 display e svariati altri piccoli kit del tempo, microspie Fm etc etc.
L’idea del tempo di avere dei distributori sul territorio che oltre a vendere i componenti elettronici, davano anche assistenza tecnica, (a volte anche conforto morale) e’ secondo me stata una scelta brillante.
Ho letto e leggo da tanti anno Nuova Elettronica. Negli ultimi periodi ho iniziato a leggere anche Elettronica In.
Delle volte faccio dei paragoni. Penso che mi piacerebbe vedere un bel rinnovamento ed un adeguamento ai tempi ed alle tecnologie. Forse un po più divulgazione ed apertura delle parti programmate con un costo più opportuno dei Kit, potrebbero essere un’aspettativa di molti.
Delle volte qualche kit è realmente costoso.
Ultimamente sono rimasto un po deluso dal kit sul sintonizzatore DRM. Non vi è modo di integrarlo in un impianto stereo. Forse gestito da un microcontroller più potente sarebbe stato migliore.
Scusate la critica.
Auguro a Nuova Elettronica una degna rinascita.
Non concordo con questa visione di internet, cosi come molti amici e conoscenti compro ancora libri eppure su internet si trovano gli e-book, internet fornisce molti contenuti di vario tipo a cui attingo ma quelli su carta li trovo insostituibili, vuoi perchè se devo fare una coda in qualche ufficio pubblico me li porto dietro per leggerli, vuoi perchè li ho sempre sottomano da consultare in qualsiasi momento.
E’ vero, basterebbe mettersi al pc ma faccio parte di quelli che ancora annotano su block notes cartaceo e apprezzano la versatilità della carta.
E poi come hanno già scritto in diversi c’è l’abitudine di acquistare una rivista a cui sei legato.
Ma la rivista in oggetto è diventato veramente e da molti anni un catalogo su cui scegliere un kit, spesso con dei costi molto al di sopra del mercato non giustificati dalla scelta dei migliori componenti reperibili in elettronica.
Se NE non avesse imboccato questa strada avrebbe un vasto pubblico di appassionati e nostalgici che la comprerebbero sempre in barba ad internet.
Faccio ad esempio una proposta costruttiva.
nel porssimo numero un bell’annuncio “Nuova Elettronica abbraccia l’opensource”
Si prendono vecchi articoli, tipo la roulette di tantissimi anni fa cn eprom, e si pubblicano e commentano i listati.
Ogni numero un vecchio progetto reso open source, si potrebbe poi convertire il listato in C per arduino.
Nuova elettronica poi potrebbe chiudere l’argomento producendo un nuovo kit, una shield per Roulette per arduino.
E’ solo un’idea, ma gia’ con questa partirebbe un tale giro, con migliaia di nuovi abbonati.
Salve!
Complice questa discussione sul blog, dopo diversi anni ho acquistato l’ultimo numero di N.E. il numero 248, che dire? sono i peggiori soldi spesi per riviste che ho fatto negli ultimi anni.
E’ possibile che ci siano degli errori nell’articolo delle prime pagine, si ripete piu’ volte la stessa cosa, come se avessero copiato ed incollato a caso la stessa cosa, questo si ripete nello stesso articolo piu’ avanti, puo’ essere non se ne siano accorti? oppure dovevano completare gli spazi?
Per i contenuti degli articoli preferisco non commentare in quanto sarebbero da querela.
Come esposto a suo tempo sul forum, cosa utilissima per avere il polso della situazione dei propri lettori e aquirenti dei kit, per IMPORRE UN PRODOTTO devi essere o l’unico ad averlo oppure avere una qualità e/o delle funzioni che gli altri non hanno, anche la ditta dove lavoravo è fallita grazie all’arroganza del proprietario, al mercato devi dare quello che vuole, ma se non si capisce questo.. click, si spegne tutto 🙁
Deve ancora arrivarmi il numero in edicola, poi controllo quando scade l’abbonamento, che tristezza..
Saluti e Auguri di un buon Anno, anche ad NE.
Per lettore scontento:
Quindi non fai altro che confermare che la rivista ultimamente è diventata un catalogo di kit e non una ‘vera’ rivista di elettronica.
Per quello che riguarda l’open source, beh, se pubblichi un progetto devi pure spiegarne il funzionamento e quando all’interno c’è solo un micro con una manciata di componenti esterni, una spiegazione del software è d’obbligo.
Non vuoi inserire i sorgenti ? Ok, ma almeno permetti alle persone di scaricare il file compilato, non costringerle ad acquistare il micro già programmato o tutto il kit.
I cataloghi vengono ceduti gratuitamente e non venduti.
Lo dico a malinquore perchè anche io, a 50 anni suonati, sono cresciuto con Nuova Elettronica. E’ stata la rivista che mi ha fatto conoscere l’elettronica, mi ha spinto a studiarla e a laurearmi, quindi gli sono anche un po affezionato.
Inevitabilmente i tempi sono cambiati, e soprattutto sono cambiate le esigenze e i gusti dei lettori. Quando iniziai a dilettarmi con l’elettronica, l’acquisto di una nuova rivista in edicola era come un rito, mi sentivo euforico come un bambino a cui si regala un bel gelato! A quei tempi le riviste erano piene di progetti di amplificatori, accessori per la fotografia, il modellismo, e la musica, piccola strumentazione da laboratorio. Erano i tempi del vinile, quando ogni ragazzo si assemblava o autocostruiva un sistema hi-fi domestico, sempre alla ricerca di qualche watt in più per stupire gli amici. Ho ancora in giro un vecchio ampli Technics, ormai faccio fatica a sollevarlo, ma quanti ricordi!
Oggi i gusti e le esigenze sono cambiate: i giovani (ricordiamolo, sono quelli che più di ogni altro hanno bisogno di essere guidati nell’affascinante mondo dell’elettronica) trovano ormai tutto già pronto a costi tali da rendere solo meramente propedeutica l’autocostruzione – la radio, poi, è quasi scomparsa.
Sicuramente Internet ha creato qualche problema all’editoria “cartacea”, però ha anche lanciato una sfida, portandola sui “contenuti”: oggi è sicuramente più difficile e dispendioso attirare nuovi lettori, però secondo me ne vale ancora la pena.
E’ finalmente arrivato l’ultimo numero di Nuova Elettronica, mi riprendo dal primo impatto dell’impaginazione, capita sempre, e poi forse scrivo qualche commento, per i lmomento non capisco i primi 3 articoli “Carta stampata e digitale”, Diritto d’autore” e Wikipedia”, voi che siete più attenti e lucidi di me mi sapete dire dove vogliono andare a parare ?
Per il Prova Iniettori.. e a chi non ne serve uno ? ovviamente poi devi anche avere una pompa e tutto il resto, acc ! ok, è un articolo teorico.
Saluti
Zac
Eh, si! Dopo 30 anni di abbonamento, cambiare look (peggiorandolo) è stata la goccia.
Nuova Elettronica era sinonimo di capire l’elettronica e quindi libertà di creare!
Di robe pronte a scatola chiusa ne arrivano a miliardi… dalla Cina.
Già ero dubbioso quando mi mettevano certi integrati introvabili dopo solo qualche anno.
Se vogliono produrre strumenti elettromedicali e qualche altro progetto fine a sè stesso facciano pure, auguri… Spero non sia finita un’epoca.
Ma scusate, di quale ultimo numero di Nuova Elettronica parlate ? sul sito come ultimo vedo il 248, che a me è arrivato il 24 Gennaio, è uscito il 249 ?
Grazie
Zac
Vedo che ci legge, sig. Righini, spero faccia tesoro di quanto scritto.
Non potreste attivare il Forum sul sito di Nuovaelettronica ? non tutti possono/vogliono seguirvi su Facebook.
E’ anche parecchio tempo che annunciate come imminente la “Sezione FAQ KIT”, avete paura che gli utenti possano scrivere suggerimenti o critiche indesiderati ?
Saluti
Zac
Salve a tutti,
Volevo dirvi che è arrivata la mail che annuncia il nuovo numero della rivista 249.
Pregherei la Direzione di leggerla e di fare un sondaggio in redazione per vedere in quanti manderebbero a quel paese chi l’ha scritta (forse un pivello daltonico), la mia vista è ancora buona ma leggere l’elenco dei progetti scritto in font bianchi su sfondo azzurrino è una bella impresa.
Questo sarebbe il male minore se la rivista fosse decente, ma visto che siamo in tema di “suggerimenti” aggiungeteci, sempre che lo vogliate, anche questo.
Vedo se riesco ad inserire un link allimmagine.
Saluti e salute
Zac
http://img834.imageshack.us/img834/9350/ne249somm.jpg
uno degli articoli si intitola Software Open o Free ?
Sono proprio curioso di sapere cosa dice ? a questo punto potrebbe anche essere un attacco all’opensource, mi aspetto di tutto 🙂
Ritorno sulla questione ancora una volta e poi non ne parlo più per evitare di aprire flame e polemiche che non hanno senso, il lettore che ha scritto in maiuscolo ha scritto in un Italiano senza grossolani errori, segno che lo conosce bene.
Mai mi sarei permesso di commentare l’eventuale livello culturale di qualcuno ma vedere un testo in buon Italiano reso illeggibile dalla mancanza di qualche virgola e dal maiuscolo è fastidioso.
Questa è un’abitudine che sta prendendo piede in ogni contesto, chat, gruppi di discussione, forum e qualsiasi mezzo di comunicazione su Internet in particolare con i più giovani che addirittura scrivono in smsese…. kome ti kiami, ci6 etc etc.
Non capisco perchè le regole di buona creanza su Internet non dovrebbero avere valore, sembra un territorio extraterrestre dove tutto è concesso e attenzione a far notare qualcosa perchè insorgono i diritti degli indifesi….
Del resto se un gruppo di persone si sono presi la briga di scrivere un decalogo di regole di buona educazione su Internet forse la mia opinione è condivisa.
Rimando ancorta una volta il consiglio di una rilettura periodica della Netiquette, non fa male rinfrescarsi la memoria lo faccio anche io ogni tanto, qui chiudo e non torno più sull’argomento qualsiasi cosa venga scritta, non me ne vogliate ma sono andato anche troppo OT.
Quanto alla rivista parlo per esperienza, da qualche parte in questo sito lo avevo già scritto, per lavoro ho a che fare con gruppi editoriali e conosco le loro politiche, decisa una linea editoriale solo un consistente calo delle vendite può far cambiare direzione ed era questo il senso dei miei interventi e come ha fatto osservare anche Zac è abbastanza presuntuoso pensare che tutti i lettori di NE siano a conoscenza di questa discussione e quei lettori, anche se sono scontenti della linea editoriale non hanno modo di manifestarlo, quindi le nostre voci (mi ci metto anche io, salendo su nella lista degli interventi c’è anche la mia opinione sui cambiamenti della rivista) restano poche per avere un peso significativo sulle decisioni di NE.
Ricordatevi che l’unica cosa che può far cambiare direzione non è l’affezione di un gruppo di utenti (in questo caso per il Sig. Righini l’afflizione) ma sono i piccioli, i danè, il grisbì, il malloppo, insomma il denaro che alla fine del mese fa mangiare tutti loro, non le preghiere e le lamentele, i ritardi di NE sono ormai materia per gli storici.
Ovviamente siamo liberi di non acquistare e io che queste cose le ho notate da moltissimi anni ho smesso di comprarla da tempo, anche altri lettori che conosco nella vita reale hanno fatto la stessa cosa ma NE ha proseguito lo stesso per la sua strada, non ha sentito la nostra mancanza.
Se invece il nuovo numero avrà fatto un’inversione di marcia sono felice per chi ancora l’acquista ma non crediate che siano state le richieste in questa discussione, probabilmente la rivista avrà avuto un calo delle vendite significativo che ha costretto la redazione ad un ripensamento.
Saluti,
Roberto
Una lettura alla netiquette farebbe bene a tutti, scrivere in maiuscolo equivale a gridare nella vita reale, è considerato maleducazione e non ci vuole molto a disinserire il “caps lock”.
Una virgola quà e là aiutava.
Il fallimento o meno della testata non credo sia oggetto della discussione, la politica aziendale determina vita e morte di un’azienda e più di tanto non riguarda l’utenza, qui si stanno commentando le scelte editoriali e l’orientamento commerciale dei contenuti della rivista negli anni sempre più accentuato.
Se poi la rivista in conseguanza delle scelte o per decisione dell’amministrazione dovesse cessare di esistere sono questioni che riguardano solo l’editore.
Non capisco nemmeno le richieste di inversione di marcia… o di passo indietro che va tanto di moda ultimamente.
Appare ovvio che sono state prese decisioni da tempo, noi che scriviamo in questo articolo siamo una piccola goccia nel mare di utenti che comprano la rivista e sempre di nuovi si accostano, nuovi che non conoscendo la realtà precedente la comprano senza remore.
E’ assolutamente vero che su ebay si possono acquistare prodotti già assemblati a costi molto competitivi, ma io che vivo in un piccolo paese vedo una enorme diffidenza verso il commercio elettronico e soprattutto nei confronti degli acquisti a mezzo di carta di credito, la popolazione, perlomeno la fascia di persone che conosco, teme il furto dei dati non rendendosi conto che la stessa cosa può accadere al distributore di carburante quando si paga con moneta elettronica.
Non ho contato quanti hanno risposto o commentato ma di certo la rivista non chiuderà per la perdita di un numero cosi esiguo di utenti. e nemmeno cambierà politiche editoriali.
Saluti,
Roberto
Spesso i non più giovani scrivono in maiuscolo perchè hanno problemi di vista.
Da admin da fastidio anche a me vedere il maiuscolo ma in certi casi si tollera, se motivato.
—
Qui però mi sembra il discorso di tanti politici megalomani presuntuosi (passami il termine se puoi):
“Non ho contato quanti hanno risposto o commentato ma di certo la rivista non chiuderà per la perdita di un numero cosi esiguo di utenti.”
Ma secondo te tutti quelli che leggono NE leggono questa pagina e/o sanno di cosa sta succedendo alla Rivista ?
Saluti
Zac
Era appunto questo il senso di quello che ho scritto, chi legge questa pagina è un numero molto esiguo rispetto ai lettori di NE quindi la rivista non ne risentirà di certo ne tantomeno sarà motivata a cambiare linea editoriale e i lettori più giovani o recenti di NE non avento un riscontro con il passato non hanno motivi per non acquistarla.
Scusa, forse era poco chiaro quello che ho scritto.
Saluti,
Roberto
hem una cosa, il lettore che scrive in maiuscolo ha 29 anni, dice che nel 1996 aveva 13 anni…. io ne ho 50 e per leggere devo inforcare gli occhiali da presbiopia, scrivere in maiuscolo è solo una cattiva abitudine, lo vedo fare da 20anni e la scusa più frequente che ho sentito è “devo tenere il maiuscolo per motivi di lavoro”…. gente, la pressione del caps lock richede una frazione di secondo, lo stesso vale per il reinserimento del maiuscolo, non è un cosi grande sforzo.
Chi ha problemi di vista può aumentare il carattere del browser, nulla di difficile, premere CTRL e contemporaneamente ruotare la rotellina del mouse con il puntatore dentro una pagina web.
Saluti,
Roberto
Ok, cosi è più chiaro ed approvo, saranno il calo delle vendite a decretare le scelte aziendali, e viceversa.
Per “devo tenere il maiuscolo per motivi di lavoro”, questa scusa mi mancava, solitamente ho utenti (è un sito-forum di malati) con seri problemi di vista e anche di informatica, ho spiegato decine di volte, anche con immagini d’esempio,ma niente da fare, anche su facebook scrivono in maiuscolo, valli a capire.
Ciao
Zac
Sono passato in edicola e ho sfogliato l’ultimo numero di N.E.
Per la prima volta in vita mia NON L’HO ACQUISTATA.
Con molto dispiacere devo ammettere che sarebbero 5 Euro buttati.
Meglio così… sono passato in parrocchia e ho messo 5 Euro nelle offerte.
Mi scusi ma a questo suo intervento non posso resistere, non vedo in che modo possa ledere la sua immagine o quella della rivista ciò che ha scritto RC, se ritiene che sia entrarato troppo nel privato può rivolgersi al garante per tutelare i suoi interessi, risalire ad un utente che non si firma non è poi cosi difficile a seguito di una denuncia, chi di dovere interpola giorno e ora del collegamento e IP e risale dal fornitore di banda all’utente.
Ciò che lascia perplessi è il suo silenzio a tanti commenti per intervenire su una cosa che a conti fatti, mi consenta, ma a chi frega????
Se non fosse tornato lei sull’argomento con questo commento per quello che mi riguarda le ascendenze e le discendenze di NE erano già nel mio dimenticatoio o se preferisce in /dev/null ma questa presumo dovrà farsela spiegare visto i commenti dei lettori sull’ultimo numero pubblicato che la dice lunga sulla vostra conoscenza dei sistemi informatici.
Non credo che NE abbia mai sfruttato il web, basta guardare le email che ti mandano oppure il suo sito, clicca sulla rivista in edicola e ti appare in tutto il suo splendore (n.249), poi però se clicchi su “Download PDF” ti scarichi la copertina della 248.
E’ da quando hanno rinnovato il sito che nella sezione Faq Kite Faq Commerce c’è scritto “Saremo on line con un nuovo sistema di FAQ a breve!”, e i lettori che si vogliono scambiare info sui kit non hanno più il loro striminzito Forum.
E’ vero che ci sono ancora appassionati di elettronica che non sanno cosa sia internet o come fare un ordine online, ma scrivere paginate di codici non credo a chi possa interessare, ma spero di sbagliarmi.
Speriamo che sia solo una lunga attesa e che la rivista torni alla grande, non è una cosa facile, è più facile criticare ma.. noi siamo solo dei lettori, per il momento, e non dirigentii di una rivista..
Buone ferie e buon lavoro, a chi lo ha e a chi penserà “come faccio a tenermelo pubblicando una rivista di elettronica che possa interessare/vendere?” 😉
Quanto afferma Czinczar è corretto. Ma non
solo:
I dati anagrafici sono accessibili a tutti presso
l’anagrafe del comune di residenza del compianto G. Montuschi con tanto di dati
su moglie/figli/fratelli/genitori/ecc.
Il riferimento a precedenti fallimenti della/e
impresa/e dirette da Sig. Montuschi sono di dominio pubblico.
(Vedi seconda di copertina di Sistema
Pratico ad esempio).
RC non ha niente di cui preoccuparsi.
Sig Righini invece, mi duole ammetterlo, iniziamo
a preoccuparci per Lei. 🙁
Soprattutto per come reaggisce e per come
risponde ai suoi lettori.
Ecco qui di seguito il primo kit di un microcomputer prodotto nel mondo ad opera di J. Titus, non di Nuova Elettronica, su Radio-Electronics 1974 con il concetto di open source, anche questo anticipato rispetto a Nuova Elettronica:
http://chc61.fgcu.edu/titus.as…
Non avertela a male Righini, non abbiamo niente contro di te 🙂 ma la storia va raccontata nei fatti reali.
Cordialità a tutti.
Ecco qui di seguito il primo kit di un microcomputer prodotto nel mondo
ad opera di J. Titus, non di Nuova Elettronica, su Radio-Electronics
1974 con il concetto di open source, anche questo anticipato rispetto a
Nuova Elettronica:
http://chc61.fgcu.edu/titus.as…
Non avertela a male Righini, non abbiamo niente contro di te 🙂 ma la storia va raccontata nei fatti reali.
Cordialità a tutti.
Beh, un po’ duro questo commento ma TEMO sia stato centrato appieno il punto!
È un vizio tutto italiano, acuito ed esacerbato da vent’anni di cultura dell’IO piuttosto che del noi.
Il pane di una rivista sono i lettori.
O così o si chiude.
Dal canto mio mi auguro che questa fase calante passi!
C’è tanto bisogno che le persone competenti divulghino TUTTO quello che c’è da sapere!
Le risposte lette nell’articolo, ma ancor più quelle date nei commenti, le ho trovate assolutamente fuori luogo.
Io vedo una rivista in decadenza, una editoria generale in crisi che probabilmente le darà il colpo di grazia e… un direttore che invece di ascoltare i suggerimenti di lettori ed abbonati (che sono coloro che poi gli pagano lo stipendio) risponde con arroganza, dall’alto della sua storica rivista!
Sveglia, siamo nel 2013, la magnetoterapia poteva essere interessante vent’anni fa, ora con tutti i dispositivi elettronici che abbiamo in casa l’assorbiamo ogni giorno…… giusto per sdrammatizzare un po’
Mi sono iscritto da pochi minuti a questo portale, e devo dire la mia su questa intervista, al di là del contenuto su cui ci si dovrebbe fermare per capitoli a discutere.
Da abbonato storico a NE (dal numero 37), quando andavo ancora alle scuole medie, non ho mai lasciato la rivista, per due motivi:
1) il successo di aver realizzato al primo colpo circa un centinaio di progetti, che oggi uso ancora, soprattutto le strumentazione
2) desidero per quanto mi è possibile finanziare questo centro ricerche, a prescidere dalle vesti grafico editoriali, dagli indirizzi pubblicitari, da tutto insomma, perchè rimane profondamente l’affetto a Pino, che ha dato una volta epocale al concetto dell’elettronica, dei suoi misteri, delle sue evoluzioni, facendone un prodotto ad accesso popolare, in totale controtendenza ad una politica degli ultimi 25 anni, che ha SVENDUTO L’ECCELLENZA CHE L’ITALIA AVEVA IN QUESTO CAMPO NEGLI ANNI 80-90
(Sirti – Italtel – Siemens – Alcatel – ecc.)
Manzini L.B.
Eccellenza che avevamo negli anni 80 e 90? di cosa stai parlando? puoi dare qualche informazione in piu’? poi mi dici cosa c’e’ di Italiano nella Siemens?
Dopo diversi anni di profonda ammirazione, avendola considerata una delle migliori riviste del suo tempo, personalmente ho iniziato a vederla sotto un’altra prospettiva subito dopo l’avvento degli ST6, quando molti dei kit stavano ormai utilizzando questo tipo di micro. A quel tempo scrissi alla redazione se era possibile avere il firmware relativo all’orologio per radioamatori, visto che seguivo il corso volevo usarlo come base per poter fare qualche esperienza sull’uso dei display alfanumerici e capire la struttura di un programma coi diversi menù e funzioni settabili, mi rispose proprio il sig.Montuschi il quale m’invitò a seguire gli articoli della rivista e mi disse che i firmware dei vari progetti erano comunque protetti da copyright!! Ammetto che ci rimasi molto male visto che il mio interesse era puramente didattico (come ora del resto) e non certo a fini commerciali..tuttavia negli anni ho visto peggiorare sotto questo profilo l’uscita di nuovi progetti, tutti a scatola chiusa, sempre più l’uso di moduli già montati in tecnologia smd e micro di cui si sa a malapena il modello e nemmeno uno stralcio di poche righe su come va il programma..una porcheria,al mio giudizio. Da anni insieme a NE acquistavo quasi tutte le altre concorrenti e devo dire che sotto questo profilo la sperimentazione è sempre stata al primo posto, NE da didattica è diventata pura commerciale, e lo sarà sempre di più nonostante le promesse di un forte cambiamento!
Nuova Elettronica presentatomi dal padre di un amico quando avevo 12 anni, la compravo conservando i soldi della paghetta settimanale, nel tempo riuscii a farmi pubblicare anche un progetto in “progetti in sintonia”. Oggi (43 anni) non sono un ingegnere elettronico o un tecnico, ho conseguito la laurea in psicologia clinica e sociale, ma l’elettronica non mi ha mai abbandonato negli anni, utilizzando le conoscenze apprese al tempo, riuscendo ad aggiornarle e adattandole alle esigenze della vita sia professionale che privata.
Cosa voglio dire, non bisogna essere legati al passato come una meta da ritrovare, ma bisogna partire da quella e non fermarsi mai. Nuova elettronica oggi non la compro più non per essere cinico o cattivo, ma già “navigare” su questo sito ora, mi permette di ottenere informazioni di elettronica “moderna”, mentre su altri siti si trovano soluzioni per elettronica analogica, e così via.
Purtroppo Nuova Elettronica non è più tra i giovani, i quali in parte non la conoscono, non la prendono come punto di riferimento e di risoluzione per problemi quotidiani e scolastici.
L’elettronica è cambiata e il web diffonde soluzioni ottimali.
Facendo una superficiale e semplice analisi psicosociale e di marketing la cura e la medicina per NE è prendere ad esempio Elettronica Open Source (questo sito) e poi …
Saluti
Giuseppe
“……prendere ad esempio Elettronica Open Source e poi….”
E poi???
… la tematica non è semplice in effetti concludo il post precedente con “Facendo una superficiale e semplice analisi psicosociale e di marketing” per tanto non considerando questa piattaforma adatta a trattare argomenti di psicologia e marketing, ho lasciato il commento ai posteri.
Vorrei aggiungere un’ultima riflessione considerando la teoria ecologista di Bronfenbrenner, di come i sistemi si auto influenzano e di come si possa oggi iniziare una campagna di miglioramento a lungo termine per portare in auge la nuova NE. Consideriamo Facebook, è la teoria ecologista di Bronfenbrenner in azione, universi che si fondono scambiano conoscenza senza averne a prescindere.
Utilizzare una piattaforma come questa (EOS), implementando i social, rendere disponibili delle risorse free (cosa che oggi NE non fa) aumentando l’auto aiuto (L’azione è sociale quando il suo significato e orientamento prendono in considerazione altre persone [Thomas e Znaniecki, 1918]) e il supporto tecnico una tantum (i comportamenti sono influenzati dalle presenza di altre persone siano essere presenti fisicamente o simbolico [Allport, 1968]), si hanno buone possibilità di ottenere risultati soddisfacenti. La vendita dei Kit la si deve ampliare al mercato on-line con vendita anche di minuterie e stock a buon mercato. Trattare argomenti e tecnologie nuove (Arduino, raspberry pi) e quelle in divenire, senza tralasciare l’analogico che si interfaccia benissimo con queste tecnologie.
Ovviamente mi ripeto è una superficiale e semplice analisi psicosociale e di marketing.
Saluti
Giuseppe.
Io Nuova Elettronica non la prendo più perchè… non esiste ne in edicola ne in abbonamento! sarebbe gentile da parte di chi è rimasto un gesto di rispetto verso chi li ha sostenuti in tanti anni, si, abbiamo anche imparato da loro ma abbiamo anche pagato loro lo stipendio, scusate il cinismo.
Zac
Mi sembra un’ottima analisi 🙂
Ciao a tutti
Questo articolo mi ha portato a diverse riflessioni:
1) credo che una persona che è riuscita a portare una rivista ad essere leader nel settore per tutti questi anni, non ha bisogno ne di consigli ne tantomeno di minacce del tipo “o cambi o chiudi”, saprà esattamente cosa e come farlo ed io aspetto fiducioso la prossima uscita.
2) quando ho iniziato ad interessarmi di elettronica prendevo informazioni da tutto ciò che poteva essermi utile ma ho eliminato quasi immediatamente tutte le riviste del settore perchè erano troppo criptiche, oltre ai vari schemi quasi mai funzionanti, questo finchè non è nata Nuova Elettronica che, con il suo metodo di spiegare il funzionamento (che vorrei paragonarlo a come una mamma “imbocca” il suo bimbo: con il cucchiaino non troppo pieno per non farlo affogare, ne troppo vuoto) ha seguito tutti i suoi lettori, questo fino a qualche anno fa. Ho ancora i numeri della rivista (dal 1° fino al 191 poi ho iniziato a comprarla solo se vi era qualche articolo per me interessante). Tutti i kit da me montati risultavano perfettamente funzionanti e non ne ho mai acquistato uno, utilizzavo i componenti che avevo in casa o li acquistavo dal negoziante sotto casa.
3) se la rivista non mi piace più perchè ha cambiato modus operandi, semplicemente non la compro ma non mi sogno neanche lontanamente di parlarne male, al massimo potrei chiedere al suo direttore, come mai non continua con il vecchio metodo che era comodo per la maggioranza dei lettori e aspettare e rispettare la sua risposta.
Infine vorrei ringraziare pubblicamente Nuova Elettronica perchè mi ha dato modo di crescere in questo campo e ribadisco che aspetto fiducioso il prossimo numero “1” della nuova leader.
Ciao
Mario
Vorrei aggiungere che acquistare una rivista è semplicemente uno scambio commerciale tra chi vende e chi legge: chi vende offre il prodotto a quella specifica cifra e, chi legge compra il prodotto perchè utile (tu dai una cosa a me ed io do una cosa a te), questo è ben diverso dal “contribuire allo stipendio” di chi produce, è pagando le tasse che si “contribuisce allo stipendio” di chi ci prende in giro…
Ciao
Mario
Mi sa che ti sbagli, non sono dipendenti statali, i loro stipendi non vengono dalle tasse.
Il mio stipendio viene pagato dai prodotti che la ditta dove lavoro vende, non dalle tasse, e se produciamo dei prodotti scadenti perdiamo i clienti e quindi lo stipendio e la ditta chiude, dovrebbe essere semplice e chiaro.
End of the games…. 🙁
http://procedureconcorsuali.giustizia.it/info/3150
E’ una cosa molto triste, oltre che molto grave, in quanto dalle lamentele che ho letto in giro, ci sono ancora abbonati attivi…..
Che amarezza…..
Io sono tra quelli… …e sono abbonato a NE dal 1987!
Avevo già espresso il mio parere oltre un anno fa e le mie previsioni sono state (purtroppo) esatte.
Non è il danno economico che mi preoccupa (ho perso 5-6 numeri…) ma quello che la cosa arreca alla cultura elettronica italiana; si chiude uno dei capitoli più importanti dell’editoria e del costume degli ultimi 40 anni.
E questo è molto più grave dei soldi persi.
(PS: Mi risulta che anche chi ha ordinato da 5-6 mesi a questa parte Kit alla Heltron sia ancora in attesa… Qui mi sa che il danno economico sia purtroppo più rilevante…).
Che dispiacere vedere chiudere ditte, negozi, se poi sono ditte storiche di cui magari hai fatto in minimissima parte come abbonato e cliente.. spiace molto di più 🙁
Sono ancora abbonato (dal 79 e ho tutti i numeri), ma mi dispiace di più per quelli che hanno fatto ordinativi e versato soldi quando già la ditta sapeva che era in piena crisi, questo non è eticamente e legalmente corretto.
Rileggiamoci il primo post..
Mi unisco a tutti nel dispiacere di veder chiudere questa rivista di cui ero ancora attualmente abbonato e che avevo seguito dal lontano n° 68 (ottobre 1979).
A memoria di tutto resterà nel mio sito la sezione con tutte le copertine e i sommari dei 250 numeri usciti
http://www.adrirobot.it/menu_new/index/index_nuova_elettronica.htm
Come ho già detto nel post precedente, sono cresciuto in questo campo grazie a Nuova Elettronica che ho seguito fin dal numero 1, ancora conservo tutte le uscite (me ne mancano pochissime tra le ultime). Mi ero illuso che sarebbe riuscita a rimanere in piedi e aspettavo fiducioso la prossima uscita. Adesso l’unica speranza è che possa rinascere con altro titolo di testata per avere la possibilità di continuare a leggere quel metodo “UNICO” di spiegare il funzionamento di un circuito, cosa che ancora non ho trovato in nessun’altra rivista del settore.
E’ davvero triste, dopo aver visto (nel solo 2013) chiudere, nella città dove abito più di 900 attività ed esercizi, leggere che anche la mia rivista preferita è stata costretta a fare lo stesso, porta più che amarezza… questo mi fa intravedere un futuro non molto roseo… spero solo di sbagliarmi e che, tra non molto le cose cambieranno.
Ciao
Mario
…chi è causa del suo mal pianga se stesso !
Avrebbero dovuto ascoltare di più i consigli e le indicazioni date dai lettori pittosto che essere arroganti nei ‘loro/nostri’ confronti.
Quindi la responsabilità di questa situazione è, e rimane, solo loro.
Io possiedo quasi tutti i numeri escludendo gli ultimi che, trovandoli piuttosto un catalogo invece che una rivista, non ho più acquistato.
Anche a me dispiace, ma a sentirne la mancanza mi sono già abituato da diverso tempo.
Solo due righe di commiato, sulla morte non bisogna infierire, non abbiamo bisogno di questo. Voglio ricordare NE come un grande evento italiano che, forse, aveva terminato il suo ciclo vitale.
Ciao e grazie per avermi insegnato quello che oggi riesco a creare.
Saluti
Giuseppe
E specialmente nel punto 1:
http://procedureconcorsuali.giustizia.it/info/3150
Ciao
Miao
Carissimo Volcane, scusami, ma forse ho dimenticato di comunicarti che chi ti scrive, lavora nell’ambito dell’elettronica digitale delle telecomunicazioni dal 1984, e che il 90% delle realizzazioni teconologiche, parlo a livello di sperimentazione, ingegnerizzazione, realizzazione su larga scala, sono state realizzate in ITALIA dalle mltinazionali del settore, ALCATEL, ITALTEL, SIEMENS, MARCONI, LUCENT, CISCO, NOKIA, in laboratori e trutture TUTTE ITALIANE, nel ventennio 1980-2000, con il RINGRAZIAMENTO delle casemadri EUROPEE, col contributo della POLITICA SCELLERATA CRAXIANA, che hanno visto la chiusura delle ECCELLENZE, nelle sedi storiche MILANO, SETTIMO MILANESE, CERNUSCO, BATTIPAGLIA, L’AQUILA.
Anche questo SCEMPIO politico-economico, ha consumato quello che era forse l’unico baluardo che rendeva l’Italia libera dalla schiavitù ORIENTALE, visto che allo stato attuale queste MULTINAZIONALI, operano nelle loro sedi di SINGAPORE, HONG KONG, QUALALUMPUR, HANOI.
Oggi questo mercato che consta nel mondo di circa un BUSINESS di oltre 2500 miliardi di dollari, negli anni 90 dava un bella fetta pari al 15% alla ricchezza nazionale, oggi ridotta nelle MISERE sedi nazionali esclusivamente commerciali pari allo 0,7% …………
Ho comperato tutti i numeri…….ora le butto?
Devo liberare spazio nella domus mea, 84 anni sono passati e mi avvicino alla sera…
@Oscar Boairo. Buongiorno.
Perchè non le regala o non le vende ? Farà contento qualche appassionato di elettronica e di vecchie riviste 🙂