E' il dubbio che assilla il genere umano. Esistono pareri discordanti dei credenti, degli scienziati e persino della Chiesa. L'esistenza della vita dopo la morte è realmente una domanda universale che mette contro tutto e tutti. Quando un uomo muore, egli vivrà di nuovo? Cosa succede dopo la morte? Si ritorna davvero sulla Terra? Esiste il Paradiso e l'Inferno? L'articolo che segue, ovviamente, non fornirà una risposta.
Introduzione
L'umanità è stata sempre affascinata dalla morte, adottando rituali e teorie sull'aldilà per contribuire ad assicurarsi un posto migliore. Le persone hanno sempre creduto nell'esistenza della vita dopo la morte per tutta la storia umana e in qualsiasi locazione nel mondo. Quella del titolo è una domanda a cui si può rispondere solo dopo aver provato effettivamente l'esperienza della morte. Le uniche intuizioni che abbiamo sono basate sui racconti di persone che hanno avuto strane esperienze dopo essere dichiarate clinicamente morte. La Bibbia afferma che ci aspetta un luogo di vita eterna, pieno di luce e di felicità, sempre che sulla Terra la condotta sia stata conforme agli Scritti. Se ci si affida, infatti, alla morte di Gesù Cristo come il pagamento delle nostre colpe, non solo è garantita una vita felice terrena, ma anche la vita eterna dopo la morte (figura 1). Questo è, ovviamente, il parere dei religiosi.
Diverse teorie e supposizioni
I seguaci di quasi tutte le principali religioni, i Cristiani, gli Ebrei, gli Indù e i Musulmani, credono nell'esistenza di un'anima immortale. I Buddisti, invece, credono che dopo tante reincarnazioni, l'energia mentale di una persona possa raggiungere uno stato di beatitudine: il Nirvana. Per molti, la morte è perciò un passaggio importante nel ciclo della vita.
Ma esistono anche molte scuole di pensiero di diversa natura. Le osservazioni sulla vita e sulla morte sono molteplici e varie. Alcuni ritengono che dopo la morte vivranno, forse, in un'altra forma o in un altro luogo. Altri ritengono che resusciteranno per vivere un'altra esistenza. Altri ancora pensano che con la morte finisca tutto. E' un caso molto diffuso che subito prima della morte si abbiano delle allucinazioni nelle quali una forte luce sia da padrona e i parenti stretti defunti stiano per accogliere il nuovo arrivato. In molte occasioni tali visioni si riducono drasticamente quando vengono somministrati degli antidolorifici. Molti esperimenti sono condotti proprio in questo verso. E i risultati sono del tutto indipendenti dalla religione o dall'educazione del paziente. Addirittura, in alcuni casi, le visioni della morte arrivano a persone totalmente ignare del proprio stato fisico.
Qualche decennio fa, ma anche in tempi odierni, molti medici hanno condotto esperimenti sui casi di premorte e quasi morte. Molti pazienti dichiarati clinicamente morti, a detta dei dottori, sono riusciti a vedere cose impossibili. Queste esperienze sono state accompagnate da sensazioni comuni, documentate anche da studiosi di fama mondiale:
- attraversamento di un tunnel molto buio, con una luce alla fine;
- visione di tutti gli istanti della propria vita, in un solo attimo;
- ascensione del corpo verso l'alto, vicino il tetto della stanza, con lo "sguardo" puntato sugli astanti;
- desiderio di restare in quella condizione molto piacevole ma di essere poi "attirati" sulla Terra;
- sensazione totale di serenità, di sicurezza e di calore.
Tempo fa, a Berlino, una squadra di psicologi e medici associati ha dimostrato l'esistenza di una qualche forma di vita dopo la morte. Tale studio si è basato su un nuovo tipo di esperienze di "quasi morte" sotto un controllo medico, che ha consentito ai pazienti di essere clinicamente morti per circa 20 minuti prima di essere riportati in vita. Il processo è stato ripetuto su centinaia di volontari e ha richiesto l'uso di una speciale miscela di farmaci che ha permesso al corpo di sopravvivere allo stato di morte clinica senza alcun danno per le persone. La maggior parte dei soggetti interrogati dopo l'esperienza ha avuto le stesse sensazioni e i medesimi ricordi.
Il mistero è, naturalmente, molto fitto e, forse, nessuno mai riuscirà a descrivere cosa succederà dopo la morte. E Voi cosa ne pensate?
“La misura della forza del cosmo è determinata, non è “infinita”: guardiamoci da questi eccessi del concetto! Conseguentemente, il numero delle posizioni, dei mutamenti, delle combinazioni e degli sviluppi di questa forza è certamente immane e in sostanza “non misurabile”; ma in ogni caso è anche determinato e non infinito. È vero che il tempo nel quale il cosmo esercita la sua forza è infinito , cioè la forza è eternamente uguale ed eternamente attiva: fino a questo attimo, è già trascorsa un’infinità, cioè tutti i possibili sviluppi debbono già essere esistiti. Conseguentemente, lo sviluppo momentaneo deve essere una ripetizione, e così quello che lo ha generato e quello che da esso nasce, e così via: in avanti e all’indietro! Tutto è esistito innumerevoli volte, in quanto la condizione complessiva di tutte le forze ritorna sempre”
In modo più semplice il concetto è espresso da Kevin Spacey nel finale di k-pax (2001)
https://www.youtube.com/watch?v=rbE-Uc1tWDA
“Infinite diversita’ in infinite combinazione”. Spock.
Scusami ma non essendo iscritto su questo sito l’umorismo da utente “Premium” non lo capisco molto. Posso solo dirti solo che su Vulcano, molto probabilmente, il pensiero di Nietzche sul “Eterno Ritorno” sarebbe molto apprezzato: non richiede un concetto di divinità ed è molto “logico”.
Se hai un parere su questa cosa mi piacerebbe approfondire…
Non voleva essere umoristico ne, peraltro, credo che gli utenti Premium abbiano un umorismo diverso dagli altri. Voleva solo essere una citazione di una frase che apprezzo molto. Non credo mi interessi approfondire un dibattito con una persona che erordisce in questo modo. Saluti.
Grazie a entrambi 🙂 mi avete fornito di ottimi spunti di riflessione. Io mi domanderei anche se “c’è morte prima della vita?”. Tempo fa lessi che nel cervello erano presenti dei microtuboli e dei nanotubi che , attraverso le vibrazioni quantiche , dimostravano l’esistenza di uno spirito tangibile. Di Vulcano sapevo qualcosa riguardo la creazione della specie umana, ricordo che urtò Mercurio…mi rivedrò Star Trek, pensando all’oltreuomo 🙂
O finalmente un altro utente Premium (che poi e’ Platinum) che si fa sentire 🙂 A proposito dei nanotubuli, ti segnalo l’altro articolo di poco tempo fa, sul viaggio nel tempo, In quel post il buon Marcello e io abbiamo scambiato opinioni su molte cose, finendo col parlare della teoria di Penrose su come la mente funzioni influenzata proprio dal comportamento di questi nanotubuli a livello di QM.
Se rivedi Start Trek (intendo la serie originale) guardati soprattutto quello relativo a quando il teletrasporto ha malfunzionato generando due capitani JT. Cosi’ poi riprendiamo col parlare dell’entanglement. Notte.
Articolo interessante, senza dubbio. Qualche anno fa venne pubblicato uno studio su Lancet sui cosiddetti fenomeni NDE (Near Death Experience,esperienza di pre-morte). Avevo poi letto da qualche parte, che la nostra coscienza crea l’illusione di un “dentro” e di un “fuori”, nel senso che noi percepiamo la realtà alla stregua di una videocamera. In effetti, tutto ciò avviene solo per una questione di sopravvivenza. Infatti, risulterebbe molto difficile spostarsi nello spazio fisico se non si ha una percezione di questo tipo. Diversamente, non potremmo vedere eventuali ostacoli che ci troviamo davanti, etc. In questo modo il tutto sembrerebbe essere un problema di topologia, visto che si ha a che fare oltre che con lo spazio, anche con nozioni del tipo fuori/dentro, avanti/indietro e così via. Cioè nozioni che caratterizzano gli spazi “orientabili”, come ho descritto qui http://www.extrabyte.info/2017/04/09/verso-una-teoria-topologica-della-mente/
anche la bottiglia di Klein, o anche solo i “Cross-caps” sono superfici molto belle.
Secondo me vi è un problema semantico ed uno logico da chiarire.
Semantico in quanto “premorte” non significa morte. Infatti quelle persone sono vive e possono raccontare non della loro morte (in quanto se vive non sono morte…) ma di cosa ricordano di quell’esperienza.
Il cervello produce allucinazioni se si trova in particolari stati, come sono quelli della “premorte”. E questo lo affermano i medici.
Per cui tali esperienze allucinatorie NON PROVANO NULLA sulla morte.
Punto a capo.
La logica (aristotelica: tertium not datum) non lascia spiragli.
Se una persona è morta non è viva e dunque non può raccontare nulla, tanto meno di cosa prova da morta
Se invece è viva, ed in condizioni di allucinazioni che definiamo “premorte”, può parlare di quelle ma non della morte.
Per quanto riguarda le religioni, poiché tutte affermano cose diverse, pur dichiarando tutte di essere L’UNICA verità, di fatto dimostrano alla logica di essere TUTTE false.
La partita si chiude sullo 0 a 0 palla al centro.
“Se una persona è morta non è viva e dunque non può raccontare nulla, tanto meno di cosa prova da morta”
Questo non e’ necessariamente vero. Dipende sempre da che assiomi si parte per dimostrare qualcosa. Partendo dall’assioma “non c’e’ vita dopo la morte” che implica (anche questo da dimostrare) nel senso comune “nessun morto puo’ comunicarci piu’ nulla, poiche’ non vivo”, allora chiaramente la deduzione e’ quella che ho quotato qui sopra.
Se invece si accetta, o per lo meno si pensa come possibile, che la vita sia solo una fase e che la morte, unitamente a tutto il regime paranormale, sia una “sfera” che noi non conosciamo ancora, allora chiaramente si arriva a tutt’altre deduzioni.
Chiaramente qui entrano in gioco mille pareri personali: “il paranormale non e’ scienza poiche’ non e’ mai stato verificato col metodo scientifico” oppure semplicemente “per quanto io creda nel paranormale, nessun morto e’ mai venuto a parlarmi”.
Premetto, prima di destare le ire dei cattolici come gia’ feci in un altro post, che queste mie considerazioni sono cross-religiose, cioe’ non implicano alcuna assunzione di fede o di religione.
Semplicemente ammetto la possibilita’ che possa esistere un qualcosa che noi non riusciamo ancora spiegare.
Ho scritto molteplici commenti a post scientifici su questo blog, e molti ormai conoscono la mia passione per la fisica e per la matematica e il mio neo-platonismo.
Cionostante, io sono molto contestuale e ritengo che possa esserci una dimensione a cui non tutti noi accedono, o a cui accediamo in stati di coscienza particolare (si veda lo spostamento del punto di unione suggerito da Castaneda in molti dei suoi saggi).
Quindi, il fatto che nessun morto mi abbia mai parlato non vuole dire necessariamente che dopo la morte non ci sia nulla.
Poi ognuno e’ chiaramente libero di credere a quello che si vuole, ci mancherebbe.
Mi spiego meglio: il fatto che un morto non mi abbia MAI parlato (e uso il “mi” per evitare di dare deduzioni su fatti che conosco di altri), non vuol dire che i morti fra di loro non parlino o che non parlino a qualcun altro.
Posso SOLO dedurre LOGICAMENTE che non ha parlato a me, Stop. Da questo dire che non c’e’ vita dopo la morte, e’ un’illazione anzi, un’INDUZIONE senza alcun fondamento logico, dove per logica intendo una sequenza di passi dedotti da un assioma.
E come dire: “non ho mai visto un asino viola”. Da questo non SI PUO” dedurre “NESSUN asino e’ viola”. Questa e’ un induzione errata. Si puo’ SOLO dedurre che io non ho visto un asino viola. STOP.
Il senso del mio commento, come spesso dico anche al lavoro, e’ che la frase “e’ logico” e’ tutto tranne che sensata e provante.
Basta cambiare assiomi per dedurre tutto un nuovo mondo (si pensi al nuovo mondo scoperto negando l’assioma delle parallele di Euclide).
Per quanto mi riguarda il paranormale non e’ poi piu’ strano e incomprensibile della QM e dell’entanglement. Sicuramente, nell’ambito della QM questo e’ pienamente spiegabile (si veda il post dedicato), ma questo non implica che si capisca PERCHE’ sia cosi’.
Non ho detto che non esista qualcosa dopo la morte.
Ho solo affermato, usando considerazioni logiche, su cui per altro si basa la scienza, che né dalle esperienze “premorte” e né dalle religioni possa venir provato questo “qual cosa”.
In effetti dalla meccanica quantistica vi sono esperienze che SEMBRANO implicare una coscienza da parte della natura. Mi riferisco all’effetto dell’osservatore sul collasso della funzione d’onda.
Ma anche qui ci sono stati valenti fisici che sono diventati dei mistici, dimenticando del tutto i metodi che si è data la scienza, mescolando fisica e metafisica e di fatto screditandosi da soli.
Vedremo
Era stato pubblicato uno studio su Lancet sulle esperienze di pre-morte (forse è proprio quello citato nel post).
Da quello che ho capito leggendo qua e là, si cerca di dimostrare che tutto ciò che chiamiamo “coscienza” in realtà, non è un epifenomeno dell’attività cerebrale, ma qualcosa di “più vasto” e come tale capace di sopravvivere dopo la morte fisica. Tra l’altro queste idee, erano sostenute in modo analogo da Jung quando affermava che la nostra psiche si estende al di là del cervello.
@Francesco, sono sicuramente d’accordo sulle religioni, che non possono dimostrare o confutare alcunche’ proprio per definizione, visto che si basano sulla “fede”. che altro non e’ che un assunzione di assiomi senza la necessita’ di metterli in dubbio ( secondo la letteratura giudaico/cattolica, proprio Lucifero chiese a Dio di “capire”, e proprio per questo venne precipitato. Se tanto mi da tanto, capire per me e’ sempre stato il core business, sicché pregusto gia’ l’inferno 🙂 ).
Per il resto, sicuramente esistono molte teorie sulla quantum consciusness, delle quali ho gia’ avuto modo di esprimere i miei ampi dubbi, partendo da quella di Penrose.
Non sento la necessita’ di dover spiegare tutto con la Scienza e meno che mai argomenti cosi’ delicati ed opinabili come la coscienza. Questo per molti motivi. Prima di tutto non credo esista una realta’ ultima e unica. Questo lo dice prima di tutto la relativita’ per cui tutto e’ funzione degli osservatori e questi possono “calcolare” come sia la realta’ di un altro osservatore usando proprio il modello di calcolo. Anche la QM per me puo’ essere vista in questo modo, ispirandomi alla “relational quantum mechanics” di Rovelli, dove il collasso della funzione d’onda e’ dato proprio dal cambio di osservatore (per certi versi riprendendo il concetto Everettiano dei molti-mondi, ma portandolo oltre).
Questo per dire che non credo una realta’ unica immutabile sulla quale tutti si possa SEMPRE essere d’accordo.
Oltre a questo, non credo che la Scienza possa spiegare tutto e questo usando semplicemente usando il principio di Godel (si lo so @Marcello, finisco sempre li’ 🙂 ). In qualunque sistema formale assiomatico come la Matematica (e quindi la Fisica che si appoggia ad essa per i suoi modelli di “realta”) esistono proposizioni (congetture, direbbe un fisico) che non possono essere ne dimostrate ne confutate. Per dirla piu’ semplicemente: questi sistemi “non contengono tutte le risposte” ne quindi “possono spiegare tutto”.
Potrebbe quindi darsi (congettura) che proprio la coscienza, o anche il paranormale, ricadano in questa casistica e che quindi non possano mai essere confutate o verificate, rimanendo all’interno della Fisica (Scienza). E’ quindi necessario spostarsi in un ambiente piu’ ampio che includa la Fisica (metafisica, appunto) nel quale e’ possibile trovare (forse) dei nuovi costrutti che possano spiegare le congetture del sistema che embeddano.
Questo puo’ sembrare semplicistico, ma non e’ mancanza di fiducia nella Scienza. e’ semplicemente usare la Scienza per spiegare che non puo’ spiegare tutto :-).
Ci sono alcune nuove teorie che sembrano essere collegate alla comparsa di un nuovo stato di aggregazione della materia: la coscienza.
Secondo alcuni studiosi del passato il campo bioelettrico degli esseri umani (chiamato “aura” in omaggio all’omonimo elemento luminoso e religioso che si ritrova nelle dottrine orientali sul “prana” e nelle “aureole” dei santi cristiani) sarebbe stato riconducibile all’idea di “anima” umana. Tuttavia sorgono dei dubbi: dato che questa energia si dissipa alla morte dell’organismo (cosa che gli farebbe perdere 21 grammi secondo il medico Duncan Macdougal -fenomeno ipotetico rigettato dalla comunità scientifica-) allora cosa ci fa pensare che essa continui ad esistere? Non è che nell’aria possa rimanere lo spettro di un computer, eppure anch’esso, da spento, rilascia energia nell’aria circostante.
Secondo gli scienziati Robert Lanza (neurochirurgo) e William Pemrose (fisico), la capacità di un essere senziente di percepire il mondo intorno a sé sarebbe da ricercare nei microtuboli proteici presenti nel cervello: essi funzionerebbero tramite un delicato fenomeno di meccanica quantistica che inizierebbe con lo sviluppo dell’encefalo del feto e che terminerebbe solo con la morte definitiva ed irreversibile delle cellule cerebrali. Proprio i quanti, minuscoli corpicini che consentirebbero la comprensione dei fenomeni di “causa-effetto” , sarebbero l’unità di misura della coscienza, NON DELLA MEMORIA. Il cosiddetto “volo in paradiso” ipotizzato da questi scienziati sarebbe quindi una sorta di “ritorno ad una matrice di base” che determinerebbe la nostra capacità di comprendere le leggi del cosmo. I fenomeni di pre-morte con immagini di familiari non sono mai avvenuti prima di una morte cerebrale e quindi non possiamo sapere cosa c’è dopo (potrebbero essere parziali allucinazioni da Ipossia al cervello). Secondo alcuni scienziati religiosi ciò sarebbe in continuità con alcune dottrine atee, buddiste (che sostengono una distruzione dell’IO in un’ipotetica “ruota delle rinascite-incarnazioni”) oppure del pandeismo, secondo cui l’intero universo sarebbe un essere senziente in fase di auto-comprensione ed analisi “personale (o dovrei scrivere universale?)” e che la nostra stessa esistenza Collettiva come specie potrebbe essere un piccolo frammento di un’unica equazione in grado di spiegare la trama della realtà. Quindi io non credo in un paradiso inteso come un unico grande condominio celeste, dove rivedere colleghi, parenti ed amici, ma come la consapevolezza finale di essere parte di un organismo che potrebbe sopravvivere per sempre (o almeno fino alla fine dell’universo XD)
Per citare la grande pensatrice atea margherita Hack: noi stessi, esseri intelligenti, siamo il risultato dell’evoluzione stellare, siamo fatti della materia degli astri.