Come si trasmette un segnale radio? Come arrivare ad una distanza più grande possibile, utilizzando mezzi di emergenza? Tutte le risposte in questo semplice ed interessante articolo che spiega facilmente come inviare un segnale radio nell'etere.
Trasmettere un segnale nell'etere è una operazione molto semplice. Molto più semplice di quella per ricevere un segnale con un radio ricevitore. Sembra strano ma è così. Naturalmente, per ottenere delle ottime trasmissioni, con una forma d'onda perfetta, esenti da armoniche e senza distorsioni, occorre adottare tecniche molto complesse, ma a noi interessa, per ora, acquisire la tecnica della semplice trasmissione di un segnale. Più precisamente si scopriranno le tecniche di base per irradiare una portante, in modo che essa possa essere captata in un luogo il più distante possibile dal trasmettitore.
Un segnale radio lascia il circuito che l'ha generata e si diffonde nello spazio circostante, quando la sua frequenza è abbastanza elevata. Da ciò si deduce che la tensione generante deve essere alternata o pulsante. Una tensione continua dunque non può essere diffusa nello spazio. Quanto alla sua frequenza, immaginiamo una scodella piena d'acqua: la scodella è il circuito e l'acqua è il segnale. Se facciamo ruotare la scodella a bassa velocità, l'acqua ruota all'interno della scodella ma non riesce ad uscire fuori. Al contrario, se aumentiamo la velocità di rotazione, l'acqua lascia la scodella e cade a terra, per via della forza cenfrifuga. Le onde radio si comportano proprio in questo modo: una elevata frequenza permette loro di abbandonare il circuito che le ha generate. Una volta che esse si propagano nello spazio è impossibile fermarle. La loro generazione è estremamente semplice: basta generare una corrente alternata o pulsante di sufficiente frequenza. Se noi riuscissimo ad azionare un interruttore migliaia di volte al secondo, produrremmo un segnale radio.
Approntiamo adesso un semplicissimo circuito per produrre una portante radio. Essendo un segnale non modulato, esso causerà solamente un fruscio nel ricevitore, alla frequenza sintonizzata, ovvero genererà una nota acustica in un ricevitore in modalità CW o USB. Lo schema elettrico genera una portante radio, producendo un segnale pulsante ON/OFF con una porta logica e un quarzo. La stabilità in frequenza caratterizza questo progetto. L'unico neo è rappresentato dalle numerose armoniche che esso produce, in quanto, come si sa, l'onda quadra è data dalla somma di infinite onde sinusoidali. Basta comunque aggiungere un filtro passa basso per far passare solo la frequenza desiderata ed attenuare tutte le altre. La frequenza di trasmissione del circuito è impostata a 6 Mhz, per opera del quarzo, ma può essere variata cambiando solamente il cristallo e mantenendo ovviamente i limiti della velocità massima di commutazione dell'integrato.
Lo schema elettrico è di una semplicità disarmante. E' suddiviso in tre blocchi principali: l'alimentazione (a sinistra), l'oscillatore (al centro) ed il buffer amplificatore (a destra). L'alimentazione assicura un potenziale di 8V esatti. Il secondo blocco genera un treno di impulsi alla frequenza di 6 Mhz. Il quarzo assicura un'ottima stabilità in frequenza. Il blocco di destra serve per separare l'oscillatore dall'antenna e per irrobustire leggermente il segnale, in corrente. E' costituito infatti da 5 porte logiche NOT, collegate in parallelo. In teoria si potrebbe fare a meno di esso.
Per il collaudo è sufficiente collegare un oscilloscopio all'uscita del circuito. Se il prototipo è stato montato correttamente, si vedrà sul display dello strumento un'onda quadra periodica alla frequenza del quarzo. Già con questo test è possibile riscontrare l'emissione di un'onda portante nelle immediate vicinanze. E' sufficiente infatti procurare un piccolo ricevitore funzionante in onde corte e sintonizzarlo alla frequenza di 6 Mhz in banda laterale. Si sentirà certamente un fischio continuo, in altoparlante. Verificate la massima portata del segnale, semplicemente allontanandovi dal esso. Con la configurazione adottata, l'alimentazione dell'integrato 74HC04 è spinta ai limiti teorici. Essa è infatti fissata a ben 8 Volt, grazie ad un regolatore 7808. I datasheet consigliano una tensione massima di 6.5 Volt, ma le prove effettuate in laboratorio hanno dimostrato che l'oscillatore funziona perfettamente a questa tensione, anche per periodi di tempo estremamente lunghi (>24h). La tensione di alimentazione di 8V assicura un treno di impulsi anch'esso di 8V, aumentando a dismisura il raggio d'azione del TX. Non superate assolutamente tale soglia, pena la distruzione del circuito integrato. Collegando uno spezzone di filo all'uscita del circuito è già possibile coprire alcuni metri.
Ma se si vuol usare il circuito per trasmettere a distanze notevoli è necessario approntare una adeguata antenna a dipolo. E' infatti essa a far da padrona nelle trasmissioni via radio ed il più delle volte la distanza coperta è determinata dall'uso di un'ottima antenna e un discreto ricevitore, piuttosto che non il contrario. Vediamo dunque come dimensionare esattamente un dipolo per irradiare l segnale a diversi chilometri di distanza, sempre con lo stesso circuito. Alla frequenza di utilizzo, ovviamente, abbiamo bisogno di parecchio spazio, per cui si deve allestire in aperta campagna. Il dipolo, di tipo a mezza onda, deve possedere due bracci: il primo, collegato all'uscita del trasmettitore, il secondo collegato direttamente a massa.
Si può utilizzare tranquillamente il cavo schermato RG-58. Date le frequenze in gioco, occorre dimensionare il dipolo come segue: ogni braccio deve avere una lunghezza di 12 metri, per una lunghezza totale di 24 metri. L'antenna, a polarizzazione orizzontale, deve essere installata ad un'altezza di almeno 10 metri dal suolo. Con queste caratteristiche il dipolo risuona esattamente a 6 Mhz ed è caratterizzata da un'impedenza di circa 80 ohm. Il livello di onde stazionarie è molto basso, purché essa sia collocata a distanza da eventuali ostacoli. Se non si utilizzano filtri passivi passa basso, il trasmettitore emette anche armoniche alle frequenze superiori (12 Mhz, 18 Mhz, 24 Mhz, ecc) che, seppur di minore potenza, potrebbero arrecare fastidio ad altre trasmissioni.
Le prove effettuate con l'antenna a dipolo hanno portato a risultati lusinghieri e la portante è stata captata ad una distanza di circa 15 Km, in assenza di ostacoli. Il segnale ricevuto è di tipo "via terra" poiché il trasmettitore irradia anche "onde di cielo", che con una buona propagazione potrebbe essere ricevute anche a migliaia di chilometri.
Giovanni Di Maria
Chiaro e preciso. Complimenti 🙂
Solo una domanda: il grafico polare come lo hai ricavato?
Credo di non aver capito bene, la precisione in frequenza di un risonatore ceramico è 1000 volte maggiore rispetto ad un quarzo? Stai dicendo che per questa applicazione è più stabile un quarzo che un risonatore ceramico?
Da Facebook mi chiedono il relativo ricevitore, che dici Giovanni, in un prossimo articolo?
Immagino questa fosse la risposta a me :p
Grazie 🙂
Scusa: confermi che un risuonatore ceramico rende PIU’ stabile l’oscillat rispetto a un X-TAL?? Io avevo sempre letto del contrario. E’ importante x me saperlo….
Si, sarebbe comunque interessante. Poi semmai continuiamo il filone RF con dei prossimi articoli che includono la modulazione (digitale e/o audio)
Salve, é molto interessante ed istruttivo questo articolo, anzi, credo sia forse l’unico in giro per internet in cui si spiega bene per filo e per segno, dalle basi, come funzionano le cose in questo ambito. A quando un articolo su ricevitore e le altre cose menzionate? Non ho trovato nulla e questo articolo inizia ad essere un pò datato… Sono impaziente! 🙂
Salve, trovo l’articolo moooooooolto interessante ma non riesco a visualizzare le immagini….
Buona sera,innanzitutto complimenti per la spiegazione molto precisa del progetto…..anch’io sarei interessato alle immagini che non vengono visualizzate,se riuscisse a risolvere il problema al più presto…..la ringrazio:)
Grazie della segnalazione. L’articolo ora è OK!
Ottimo articolo, poichè con parole semplici e con un semplice circuitino digitale (!) riesce a invogliare il lettore esperto in digitale ad affacciarsi nel mondo delle radiotrasmissioni.
Benchè incentivo anche io a realizzare il circuito descritto e ad effettuare i tests suggeriti, ritengo che almeno qualche ulteriore informazione di base sia necessaria.
Ovviamente conviene chiarire subito che i trasmettitori a RF (radiofrequenza) piu’ professionali non utilizzano onde quadre ma onde sinosuidali, riducendo in questo modo le famose armoniche a cui anche l’articolo dà un accenno, che oltre che generare disturbo su altre frequenze, sono anche spreco di energia che il circuito potrebbe concentrare tutto sulla frequenza fondamentale.
Un suggerimento pratico che ritengo sia da dare allo sperimentatore, riguarda la costruzione della antenna a dipolo, evidenziando che poichè il segnale a RF sui cavi non viaggia alla stessa velocità alla quale viaggia nel vuoto o nell’aria, la lunghezza d’onda effettiva è leggermente inferiore.
Quindi in realtà conviene ridurre le lunghezze dei bracci del dipolo in modo sperimentale, accorciandolo poco per volta (ad es. 1/2cm per volta), fermandosi quando si nota che sul ricevitore il segnale raggiunge il massimo…..
Buon metodo se il ricevitore ha uno strumentino indicatore del livello del segnale ricevuto, altrimenti si puo’ utilizzare un piccolo “Grid dip meter” (misuratore di segnale a RF) nelle vicinanze dell’antenna trasmittente.
Se si realizza una antenna a dipolo identica, da applicare sul ricevitore per esaltarne la sensibilità in ricezione, i due dipoli devono stare sullo stesso piano virtuale (o entrambe in orrizzontale, oppure entrambe in verticale, ma se obbligati dai supporti dove è possibile agganciare il dipolo, anche in obliquo…).
Suggerisco l’autore di proseguire con altri progettini semplici e realizzabili con componenti moderni sullo stesso argomento, magari ponendosi come obiettivo finale la realizzazione di un piccolo e semplice sistema per connettere via radio dei sistemi digitali moderni, senza utilizzare i moderni ed efficentissimi moduli a RF presenti in commercio…
Molto curioso il circuito anche perché privo di gruppo lc ..
Avevo gia visto una cosa simile dove si utilizzava un oscillatore costruito con una nand pilotato in tensione…ma aveva sempre un gruppo lc fisso e la L aveva
un nucleo scorrevole per taratura o cambiare frequenza dove trasmettere