Maker si nasce o si diventa? E' sufficiente costruire qualsiasi cosa per essere un Maker? Ci sono regole da seguire o il Maker è libero di fare ciò che vuole? Quella del Maker è una professione o una passione? Vediamo di capirlo in breve anche se l'argomento è davvero molto ampio da trattare in poche righe. Soprattutto, si vedrà cosa "non è" un Maker.
Anni fa, nella mia azienda, venne a trovarmi un ragazzo. Voleva lavorare per me e mi presentò un suo circuito elettronico, peraltro abbastanza complicato, come suo curriculum. Affermava di essere un Maker e di saper realizzare qualsiasi tipologia di progetto elettronico. Il dispositivo era composto da una MCU, da alcuni Led che lampeggiavano, da alcuni pulsanti e da altre minuterie varie. La prima impressione fu decisamente buona ma, si sa, l'abito non fa il monaco. Così cominciai un po' a interrogarlo e chiedere qualcosa in più sulla sua passione e sulle sue conoscenze.
Gli chiesi se era meglio utilizzare uno zoccoletto per ospitare il controllore ma mi rispose, con presunzione, che quella era la scelta migliore e non vi era alcun motivo di modificare il progetto iniziale.
Alla domanda di quale linguaggio di programmazione conoscesse replicò di aver scritto, nella sua vita, solo qualche riga in Basic. I primi dubbi cominciarono ad affiorare. Continuai ad approfondire "l'interrogatorio" e, con mio grande dispiacere, scoprii che non conosceva la legge di Ohm e neanche l'elettronica digitale.
Come avrà realizzato il sofisticato circuito? Da solo o con l'aiuto di qualcuno? Era un Maker e questo lo rendeva "esperto". Le mie domande ebbero una risposta immediata: egli realizzò effettivamente il circuito in prima persona ma "copiando" letteralmente e mettendo in pratica tante istruzioni trovate su Internet. Agendo, dunque, "alla cieca", è riuscito a farsi da sé il PCB, a saldare e montare i componenti, a programmare addirittura un microcontrollore e a fare funzionare tutto il prototipo. Davvero notevole...
Fantastico? Non proprio. Non è questo lo spirito di un Maker. Il Maker può prendere l'idea da altrove ma deve mettere del suo, deve capire ciò che sta realizzando e non agire senza cognizione di causa. Deve saper dove mettere le mani e, soprattutto, dove non metterle. La passione e la fame di sapere e di sperimentare deve guidare la sua attività, magari facendosi aiutare da gente più esperta.
Ma chi fotocopia in toto un'idea, con lo scopo di trarne vantaggio, non è un Maker.
Il vero Maker è una persona che, ovviamente, non nasce già con un grande bagaglio culturale ma che impara facendo. La sua immaginazione, se ci crede, può diventare realtà. Produttività e creatività autentiche fanno parte del suo carattere.
Il fai da te (DIY) viene al primo posto e la sua umiltà lo rende speciale. Sa accettare i consigli dei colleghi più esperti ma si fa in quattro quando gli viene chiesto una mano d'aiuto.
Molti Makers amano lavorare in gruppo (team) altri preferiscono la solitudine. Non esiste la soluzione migliore. L'importante è produrre e divertirsi.
Riguardo il ragazzo che voleva lavorare nella mia azienda, è inutile dire che tale pseudo-maker che si presentò in ufficio non venne assunto. Se ne ritornò a casa, triste, incredulo, sconsolato e a testa bassa, osservando con orgoglio (forse) la sua grande creazione ma non comprendendo a fondo i motivi del rifiuto.
Per fortuna all’Hackathon del Campus Party di Milano 2017, tutti i partecipanti si sono comportati da veri Maker. Si aiutavano a vicenda, scrivevano il codice di proprio pugno, disegnavano gli schemi in proprio e realizzavano da soli i componenti mancanti. Qualcuno ha pure costruito i PCB col cartone. Semplicemente… Fantastico!
Grazie Giovanni è stato per me un piacere averti conosciuto personalmente.
C’è in realtá, secondo me una terza via, Il pigmaglione o Team MAKER: è una dote da pochi e non sempre riesce … (Non credo sia un caso che il vicitore del primo premio sia stato un TEAM infatti)
Se uno conosce le potenzialitá di un gruppo di MAKER potrebbe riuscire a creare simnergie inaspettate e creare progetti di ampio respiro …unendo insieme le competenze di più MAKERS. (Altra riprova che un team affoatato e cpetente con un abile teqm leader sia stato il vincitore, appunto!!)
È stato un vero peccato che a me non sia riuscita questa cosa di portare su il team che ha lanciato il progetto. era simpatico ma il team duty venuto meno ….(chi per lavoro , chi per vacanza) …e mi han lasciato solo con il mio bagaglio di C++ BASIC (& Datato) totalmente inadeguato (…anche se con l’aiuto di un vero e proprio professional Maker sono riuscito a far trasmettere e ricevere messaggi tra ESPertino e il mio cellulare tramite TELEGRAM …e per me non è poco!!)
Ho conosciuto persone davvero molto brave e disponibili in questa edizione Italiana di hackatlon e seguito seminari notevoli …è stato un vero peccato che il mio team di giovani periti non abbia potuto partecipare.
Dopo l’estate spero che potremmo vederci e che riusciró a trasmettergli l’entusiasmo che loro hanno dato a me di imparare nuove cose….sempre che troviamo un fablab disposto ad ospitarci!!
Ciao Massimo
Grazie del tuo bellissimo commento.
Quando il Team funziona, infatti, il risultato finale è maggiore della somma dei componenti.
Non a caso, infatti, il mio motto è:
1+1=3
Grazie Massimo per la partecipazione all’Hackathon e spero di vederti personalmente a te e al tuo Team, per tutte le nostre future iniziative.
PS….
Se vedi che questo tuo Team non funziona…. formane un altro… :-)))))
Ciao
Corretto!! 🙂
.. anche io uso infatti spesso dire che 2+2 puo fare anche 5 in alcune condizioni (sinergia) …ma spesso capita anche che faccia 3 se non addirittura 2 !!
E tu hai aperto un altro interessante fronte di discussione …che magari potrebbe portare ad un nuovo articolo!
Fino a quando bisogna provare con un team per cercare la soluzione ottimale prima di cambiarlo o sostituirlo?
É il tema peincipale che alcune aziende tecnologicamente avanzate stanno discutendo a proposito della introduzione di robot che sostituisca in toto i team di lavoro umani per far interagire dei BOT.
Io al momento preferisco continuare a provare con il mio solito team di ragazzotti smart e iperimpegnati ..ma anche appassionati ..sperando che i pianeti possano allinearsi pwr i prossimi eventi . e dargli cosi …ancora qualche chanche di rivincita. Vedremo!
Buona estate!
Ciao.
Hai sollevato un tema estremamente importante e delicato. Ed è giusto, secondo me, dargli il suo giusto peso e considerazione. E la tua domanda è lecita.
Secondo la mia (modesta) esperienza posso dirti che un Team è come le scarpe: se ti calzano bene subito, allora OK, senno’ megglio cambiar subito modello.
Il buon giorno si vede dal mattino (presto) e se un team funziona lo si nota da subito.
Comunque credo proprio che per il tuo caso si sia trattato solo di un episodio isolato e unico, quindi fai bene a voler continuare a provare col tuo Team e per dire ciò vuol dire che li conosci bene!!!
Auguri e a presto.