I sensori di prossimità attivi, oggi largamente utilizzati in numerosi dispositivi elettronici, sono in grado di determinare la presenza e misurare la distanza di un soggetto, emettendo un fascio di raggi infrarossi (IR). L’utilizzatore del dispositivo rimane così esposto, in modo inconsapevole, a una radiazione infrarossa, seppur di lieve entità. In questo articolo analizzeremo lo standard a cui i produttori di questi dispositivi devono aderire, al fine di evitare possibili danni da esposizione all’occhio umano
Introduzione
I sensori di prossimità a infrarossi sono oggi presenti in numerosi dispositivi elettronici, soprattutto smartphone, tablet, e indossabili. Sia il led emettitore che il sensore a infrarossi vengono solitamente protetti da uno strato di vetro scuro, rendendo l’utilizzatore completamente ignaro dell’emissione di raggi infrarossi prodotta dal dispositivo. Tutti i dispositivi commerciali in grado di emettere una radiazione luminosa (indipendentemente dal fatto che essa si trovi nella regione visibile, ultravioletta, o infrarossa) devono essere conformi agli standard internazionali che specificano i limiti di esposizione per la sicurezza dell’occhio umano. In particolare, la Commissione Elettrotecnica Internazionale (IEC) ha definito degli standard di sicurezza per l’occhio umano, in presenza di varie sorgenti di radiazione luminosa. Il documento IEC-60825 fa riferimento alle sorgenti laser, mentre il documento IEC-62471 si occupa delle radiazioni luminose prodotte dalle lampade. Fino al 2006, ai led erano applicati gli stessi standard di sicurezza dei laser. In seguito, con la crescita significativa dell’illuminazione allo stato solido (nota anche con il termine SSL, acronimo di Solid State Lighting), i led sono stati inseriti nella stessa categoria di standard applicabile alle lampade. Fanno tuttavia eccezione i led utilizzati nella trasmissione dati su fibra ottica, che sono inclusi nella stessa categoria di standard dei laser. I sensori di prossimità sono considerati alla stessa stregua dei led per illuminazione, e quindi appartengono alla categoria delle lampade. [...]
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