In alcuni ambienti vi è un'intensa preoccupazione per l'intelligenza artificiale (AI), portando con sé rischi significativi per l'umanità; in altri ambienti, questi problemi sono ignorati o considerati fantascienza. Resta comunque il fatto che l'automazione e l'intelligenza artificiale (AI) stanno trasformando le imprese e contribuiranno alla crescita economica attraverso contributi alla produttività. Aiuteranno anche ad affrontare le sfide sociali: dalla salute ai cambiamenti climatici.
Al di là dell'automazione industriale tradizionale e dei robot avanzati, nuove generazioni di sistemi autonomi più capaci stanno comparendo in ambienti che vanno dai veicoli autonomi su strade ai check-out automatizzati nei negozi di alimentari. Gran parte di questo progresso è stato guidato dai miglioramenti nei sistemi e componenti, tra cui meccanica, sensori e software. Negli ultimi anni l'Intelligenza artificiale (AI) ha compiuto passi da gigante, in quanto gli algoritmi di apprendimento automatico sono diventati più sofisticati e hanno fatto uso di una notevole potenza di calcolo e della crescita esponenziale dei dati disponibili per "addestrarli".
L'intelligenza artificiale viene utilizzata anche in settori che vanno dalla scienza dei materiali alla ricerca medica e alla scienza del clima. I ricercatori della George Washington University, nel frattempo, stanno utilizzando l'apprendimento automatico per valutare in modo più accurato i modelli metereologici per studiare gli effetti dei cambiamenti climatici. L'applicazione delle tecnologie in queste e in altre discipline potrebbe aiutare ad affrontare le sfide della vita reale della società. I limiti sono in parte tecnici, come la necessità di enormi dati di addestramento e difficoltà di "generalizzare" gli algoritmi in tutti i casi d'uso.
L'ultima generazione di progressi nell'intelligenza artificiale, comprese le tecniche che affrontano problemi di classificazione, stima e clustering, promette ancora più valore. Un'analisi condotta su diverse centinaia di casi di utilizzo dell'intelligenza artificiale ha rilevato che le tecniche di apprendimento approfondito più avanzate che implementano reti neurali artificiali possono rappresentare un valore di circa 4 trilioni di dollari.
Oggi l’AI analizza grandi quantità di dati, è in grado di riconoscere le similitudini e le anomalie e prevederle e questo è importantissimo. Ci sono tanti campi da rivoluzionare, io credo che oggi occorre guardare più alla tecnologia che al sogno “sovrumano” che si è creato intorno e che ha portato ad avere da una parte troppo scetticismo o allarmismo e dall’altra una idea ancora troppo lontana dalla realtà, almeno per ora.
L’avvento dei processori multi core e, soprattutto, delle GPU (che di core ne includono anche migliaia) ha dato un forte impulso al deep learning, con reti neurali oggi utilizzate in numerose applicazioni di riconoscimento di immagini, audio e testo. Unitamente al big data, questa tecnologia è in grafo di scovare dei pattern ed essere utilizzata anche per scopi comnerciali.
L’IA sarà senz’altro il futuro. Uno dei primi principi della robotica e che nessun cervello elettronico deve prendere iniziative o sopraffare l’Uomo. Speriamo che cio’ sara’ sempre cosi’
La tematica dell’etica dell’AI è molto in voga in questo periodo. L’idea di robot come nel film “Io Robot” è ancora un po’ futuristica per la nostra realtà, ma le auto a guida autonoma presto prenderanno spazio nella nostra vita e li si demanda tutto all’intelligenza artificiale. Di recente un articolo mi incuriosì proprio parlando dell’etica nelle scelte che il sw di un’auto a guida autonoma dovrà prendere in ipotetici scenari di incidente.
Nel Deep Learning rientra tutto ciò che porta a scelte autonome del software. Difficilmente si riuscirà ad ingabbiarne le azioni nello schema “asimoviano” delle 3+1 leggi della robotica.
Vero. Il codice etico che si basa sulle leggi di Asimov si rivolge soprattutto a progettisti e fabbricanti puntando molto sul concetto della trasparenza.
Gli algoritmi di Machine Learning, una branca dell’IA, utilizzano metodi matematici e computazionali per il processo di apprendimento dall’esperienza.
L’aspetto che rende interessanti le reti neurali è il meccanismo che è alla base del loro funzionamento. Le reti neurali seguono la logica di un sistema adattivo che può modificare la propria struttura sulla base di dati acquisiti.
Come dice Giovanni l’IA sarà il futuro, ma non so se l’uomo potrà sempre dire la sua.
Sarà che ho visto troppi film, ma penso che in certe applicazioni le “macchine” saranno istruite per decidere per l’uomo,che forse, in certe situazione non saprebbe decidere. Spero comunque di sbagliarmi.
Proprio ieri OpenAI ha bloccato immediatamente le ricerche su un algoritmo capace di scrivere Fake News davvero convincenti, come se le avesse scritte una persona umana.
La cosa è alquanto scioccante, in quanto l’Uomo comincia ad aver paura dei possibili utilizzi dell’AI, specialmente se in contesti NON leciti.
Cerco che iniziare con sperimentare con algoritmi per scrivere Fake è un problema, anche per il fatto che ci sono molti umani che ci lavorano giornalmente!
Ho sempre sognato di avere un algoritmo del genere, per scrivere gli articoli. Darei in imput all’algoritmo il titolo dell’articolo e l’argomento da trattare e lui mi scriverebbe l’articolo in maniera perfetta. E io starei in poltrona a guardarmi la TV, senza far niente, guadagnando.
Ovviamente la mia è solo una provocazione all’argomento :-)))
Ma, prima o poi, si ci arriverà…
Mi associo al tuo pensiero, effettivamente sul mio sito ho molte cose da completare, per cui l’aiuto di un’intelligenza artificiale non sarebbe male!
è da anni che ci rifletto 🙂 Una AI-Blogger sarebbe il massimo!
Gli strumenti tecnologici a nostra disposizione sono avanzati e sofisticati. Ma l’uomo non è maturo per gestirli. C’è un notevole gap tra persone che conoscono l’IA e la sanno gestire e persone che ne ignorano l’esistenza. L’intelligenza artificiale si rivolterà contro l’uomo perché l’uomo non è pronto per gestirla. E’ questo il vero problema.
http://www.extrabyte.info/2019/02/05/verso-una-coscienza-dei-robot/
Come dovevasi dimostrare.