Trump ridisegna l’export dei chip AI mediante un accordo strategico con NVIDIA e AMD per il mercato cinese

chip AI

Il mercato dei semiconduttori per l’Intelligenza Artificiale si trova in una fase delicata, con gli Stati Uniti che hanno scelto di trasformare i vincoli sull’export in un modello di guadagno. L’amministrazione Trump ha siglato un’intesa con NVIDIA e AMD per consentire la vendita di chip AI in Cina, imponendo una percentuale sui ricavi. La decisione crea scenari inediti nel rapporto tra tecnologia, geopolitica e business, ridefinendo gli equilibri globali nel settore dei processori avanzati.

L’industria dei semiconduttori dedicati all’Intelligenza Artificiale sta attraversando una riorganizzazione senza precedenti. Washington, che fino a pochi mesi prima considerava l’export di chip AI un rischio per la sicurezza nazionale, ha deciso di adottare una linea completamente differente. L’intesa raggiunta con NVIDIA e AMD stabilisce che i due colossi californiani potranno nuovamente esportare i propri acceleratori in Cina, a condizione che versino al governo statunitense il 15% dei ricavi generati dalle vendite. L’accordo riguarda inizialmente due prodotti specifici: l’H20 di NVIDIA e il MI308 di AMD. Si tratta di componenti chiave per il mercato cinese, caratterizzato da una domanda crescente di soluzioni hardware capaci di supportare modelli di Intelligenza Artificiale di nuova generazione. Le licenze di esportazione concesse hanno permesso alle aziende di riattivare flussi commerciali che valgono miliardi di dollari. La riapertura del mercato cinese rappresenta per entrambe le società un’opportunità di recupero dei margini di profitto persi nei mesi di blocco. Sebbene Donald Trump abbia definito obsoleto l’H20, la realtà industriale dimostra il contrario: il chip, basato sull’architettura Hopper, è stato prodotto in centinaia di migliaia di unità da TSMC per soddisfare l’elevata domanda proveniente da Pechino. Le previsioni indicano che la disponibilità aggiuntiva di circa 300.000 pezzi sarà necessaria per coprire gli ordini in arrivo, segno della centralità di questo prodotto nel panorama tecnologico cinese.

L’attenzione si sposta ora sulle generazioni successive di processori. Tra i protagonisti delle trattative future figura il chip B200 di NVIDIA, sviluppato sull’architettura Blackwell. Le indiscrezioni parlano di versioni depotenziate, con prestazioni inferiori del 30-50% rispetto al modello completo. Tale approccio indica che il sistema di revenue sharing potrebbe consolidarsi come strumento standard di regolamentazione per le esportazioni tecnologiche. La posizione ufficiale di NVIDIA sottolinea la volontà di attenersi alle regole imposte dal governo statunitense, evidenziando l’importanza di non ripetere gli errori compiuti nel campo del 5G. Secondo l’azienda, mantenere la leadership nell’Intelligenza Artificiale significa rafforzare la competitività degli Stati Uniti sul piano internazionale, permettendo al proprio ecosistema tecnologico di imporsi come riferimento globale.

Parallelamente, emergono forti critiche sul piano politico e giuridico. Alcuni osservatori mettono in discussione la compatibilità dell’intesa con i principi costituzionali americani che vietano l’applicazione di dazi sulle esportazioni. Sebbene siano ipotizzabili deroghe normative, il tema solleva dubbi rilevanti. Inoltre, figure di spicco come il deputato Raja Krishnamoorthi hanno espresso preoccupazioni sulla coerenza strategica di tale scelta. La possibilità che la sicurezza nazionale venga subordinata al guadagno economico rischia, secondo i critici, di trasmettere alla Cina e agli alleati un messaggio di fragilità nelle priorità geopolitiche americane. La decisione segna dunque un passaggio chiave nella politica tecnologica statunitense.

Il meccanismo che converte restrizioni in flussi di entrata per il bilancio federale potrebbe costituire un precedente per le esportazioni future e cambiare il rapporto tra interessi economici e strategie di sicurezza.

Conclusioni

L’accordo tra Trump, NVIDIA e AMD inaugura un nuovo modello di collaborazione nella gestione delle esportazioni tecnologiche. La trasformazione dei divieti in strumento di monetizzazione dimostra come la politica industriale americana stia evolvendo verso un equilibrio tra sicurezza nazionale e vantaggi economici, ma resta da chiarire se tale approccio sarà adottato stabilmente anche per le prossime generazioni di chip AI o se rappresenti soltanto una fase transitoria. In ogni caso, l’industria dei semiconduttori si trova di fronte ad un importante punto di svolta destinato ad influenzare gli equilibri globali nel campo dell’Intelligenza Artificiale.

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