
Nel mondo dell’Intelligenza Artificiale, gli agenti AI stanno diventando strumenti sempre più centrali nella trasformazione digitale. Si tratta di entità capaci di agire autonomamente, prendere decisioni e interagire con utenti e sistemi. Uno dei principali limiti alla loro diffusione su larga scala è la difficoltà di comunicazione tra agenti sviluppati su tecnologie differenti. È in questo scenario che prende forma AGNTCY, un’iniziativa open source nata per colmare questa lacuna.
AGNTCY si propone di definire uno standard condiviso per consentire agli agenti AI di collaborare, anche se costruiti su piattaforme diverse e con modelli linguistici differenti. L’obiettivo è creare un linguaggio comune in grado di supportare l’interoperabilità a livello globale, aprendo le porte ad un ecosistema in cui ogni agente possa operare insieme agli altri, senza barriere tecniche o proprietarie. L’idea è sostenuta da un gruppo eterogeneo di aziende leader nel settore tecnologico. Tra i promotori figurano Cisco, LangChain, LlamaIndex, Galileo e Glean. Il progetto è stato paragonato alla nascita di Internet, quando protocolli come TCP/IP e DNS hanno reso possibile la connessione tra sistemi e persone in tutto il mondo. Ora, la stessa logica viene applicata agli agenti AI, con l’intento di dar vita ad una rete distribuita in cui possano cooperare liberamente, indipendentemente dalla loro origine. L’interoperabilità rappresenta un passaggio chiave per rendere gli agenti veramente utili su larga scala. Senza uno standard condiviso, ogni sviluppatore deve reinventare la ruota, creando soluzioni isolate che non possono dialogare tra loro. Ciò ostacolerebbe non solo la scalabilità, ma anche l’adozione da parte di aziende e utenti. Yash Sheth, co-fondatore di Galileo, ha sottolineato che la mancanza di standard infrastrutturali rischia di frenare l’intero settore.
LangChain, uno dei partecipanti al progetto, ha già fatto importanti passi avanti in questa direzione. Il suo “Agent Protocol” permette ai propri agenti di comunicare con altri sviluppati su framework diversi, dimostrando che l’interoperabilità non è solo possibile, ma anche vantaggiosa. Parallelamente, anche altre iniziative come il Model Context Protocol (MCP) di Anthropic puntano a costruire interfacce comuni tra modelli e fonti di dati, confermando un interesse diffuso verso soluzioni aperte e compatibili. Secondo Harrison Chase, CEO di LangChain, il momento per rendere gli agenti interoperabili è arrivato. Con tecnologie sempre più accessibili, la sfida ora è permettere agli agenti di interagire tra loro per creare soluzioni più complesse ed efficienti. AGNTCY si inserisce in questo contesto come una piattaforma che va oltre lo scambio di messaggi tra agenti: l’obiettivo è costruire un vero e proprio ambiente dove scoprire, combinare, distribuire e monitorare agenti AI sviluppati da vari attori.
La piattaforma in fase di costruzione punta a diventare uno strumento di riferimento per sviluppatori e aziende. L’idea è permettere a chiunque di selezionare agenti diversi, anche sviluppati in ambienti separati, per creare flussi di lavoro integrati e soluzioni automatizzate. In un futuro non troppo lontano, sarà possibile progettare sistemi complessi semplicemente assemblando agenti come fossero moduli di un unico sistema, sfruttando le competenze e le funzionalità di ciascuno. Affinché AGNTCY possa consolidarsi come standard del settore, sarà fondamentale coinvolgere un numero crescente di soggetti. La collaborazione tra aziende, sviluppatori e comunità open source è fondamentale nel garantire la solidità del linguaggio comune e la sua evoluzione nel tempo. I promotori del progetto stanno già lavorando per coinvolgere nuovi partner, raccogliere feedback e modellare la piattaforma in base alle esigenze di un pubblico ampio e diversificato.
La strada verso un “Internet of Agents” non è priva di ostacoli. Le tecnologie AI cambiano rapidamente, e ciò rende complessa la definizione di standard stabili, anche se la necessità di strumenti che permettano una reale collaborazione tra agenti è ormai evidente. L’interconnessione tra questi sistemi potrebbe rivoluzionare il modo in cui lavoriamo, automatizziamo processi e interagiamo con la tecnologia, portando ad un livello superiore l’adozione dell’Intelligenza Artificiale. Con la nascita di AGNTCY, la visione di una rete globale di agenti cooperanti inizia a prendere forma. Un linguaggio condiviso potrebbe davvero rappresentare il punto di svolta per rendere l’Intelligenza Artificiale sempre più accessibile, efficiente e utile. Il futuro dell’Intelligenza Artificiale si sta costruendo sulla capacità di lavorare insieme: proprio come è accaduto per Internet, anche per gli agenti AI l’interoperabilità potrebbe essere la chiave per una nuova era digitale.
