
Intel ha acquistato il 100% delle azioni di Altera, uno dei due maggiori produttori mondiali di logiche programmabili, tramite una Offerta Pubblica di Acquisto (OPA). L'ha pagata a caro prezzo: 54$ per azione, 16,7 miliardi di dollari in totale. L'aspetto sinergico derivante dall'unione del know-how tecnologico di entrambe le aziende di semiconduttori è stato il motivo trainante dell'operazione finanziaria. E guarda caso, il motore trainante dell'interessamento di Intel verso Altera è ancora Internet of Things, quel mercato che porterà 50 miliardi di dispositivi elettronici in giro per il mondo entro la data del 2020. Un giro di affari troppo grande perché Intel non voglia accaparrarsi una bella fetta.
Intel e Altera: i fatti di una acquisizione
Se Intel ha acquistato attraverso una Offerta Pubblica di Acquisto (OPA) il 100% delle azioni della Altera, azienda che insieme alla Xilinx è uno dei due maggiori produttori a livello mondiale di logiche programmabili (FPGA e CPLD), l’azienda di Santa Clara avrà di sicuro avuto le sue buone ragioni per procedere in questo passo. La cifra messa in gioco, dopo gli usuali balletti di offerte, rifiuti e controfferte, è una cifra non facilmente quantificabile agli occhi di un comune mortale: 16.7 miliardi di dollari, 54$ per azione da pagare in contanti e con nuovo indebitamento. Giusto per avere un termine di confronto di quanto ingente possa essere la cifra sopra elencata, basti pensare che la legge di stabilità dello stato italiano per il 2016 (approvata lo scorso ottobre 2015) prevede interventi per un ammontare che va dai 27 ai 30 miliardi di euro. Quando si fanno operazioni del genere, o la si fa per togliere dal mercato un potenziale concorrente, oppure per ragioni di sinergia aziendale. In quest’ultimo caso, si compra un’azienda perché se ne intravvede una tecnologia che all'acquirente manca. Una tecnologia che in una ottica di prospettiva a medio e lungo termine possa integrarsi con il proprio know-how per aumentare il valore dei propri prodotti e allargare le quote di mercato. Altera e Intel operano entrambi nel settore dei semiconduttori, entrambi producono die di silicio, entrambi si occupano di microelettronica ma non di sicuro competitors in quanto il target dei loro prodotti sono del tutto differenti tra loro: logiche programmabili per Altera, tutto il resto del mondo elettronico (microprocessori, microcontrollori, memorie, componenti per telecomunicazioni...) per Intel. È ovvio quindi che solo una logica di sinergia aziendale sta alla base dell'operazione finanziaria.
La sinergia
Analizziamo in profondità quale sia il settore tecnologico in cui Intel ha intenzione di sfruttare la conoscenza che Altera possiede riguardo al mondo delle FPGA (Field Programmable Gate Array). Partiamo da un nome: Internet delle Cose, o Internet of Things, o IoT che [...]
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Una panoramica molto interessante che mette in luce i motivi dell’acquisizione di Altera da parte di Intel: un blocco fpga – processore per far fronte ai nuovi mercati IoT.
Giorgio, buongiorno, un paio di precisazioni e poi due domande tra le righe(embedded):
Intel era una delle principali “Silicon foundry” di Altera, azienda di alta tecnologia ma “FabLess”, l’unione dovrebbe supplire quella che era la difficolta’ nel reperire i dispositivi.
Tra le cose che percepisco:
Altera aveva gia’ i suoi dispositivi HPS tra cui le versioni ARM A9 single and multicore, dispositivi comunque sul mercato da anni e adottati, vi era anche un dispositivo con core Atom.
Altera prima dell’acquisizione ha rilasciato quello che e’ uno dei gioielli piu’ preziosi sul mercato ovvero la serie MAX10 che ha al suo interno il convertitore AD e la flash integrata al core abbastanza veloce tanto da potersi sostituire a uControllori e DSP d fascia medio bassa.
Sempre MAX10 e’ sufficientemente grande da poter ospitare un processore NIOS-full oppure altri IPCore, la presenza dei driver LVDS ed i PLL integrati la sposta nel ramo delle FPGA piu’ che nella evoluzione delle MAX II e V, questo componente che sto usando da oltre un anno e’ da solo pronto per IOT.
Su MAX10 con una SDRAM gira Linux “full” con prestazioni accettabili, non paragonabili alla famiglia SOC HPS dual core ottimizzato in cui il core hardware e’ nativo.
La mia speranza e’ che non venga inficiato il supporto Linux sia Quartus che embedded altrimenti e’ garantito che molte delle applicazioni saranno perdenti a favore di altre soluzioni tra cui raspberry zero ed i vari competitor cinesi tra cui il primo affacciato ESP che non sono concorrenti da poco.
Una evoluzione potrebbe essere proprio la soluzione single chip MAX10 + processore ARM, quark va prima controllato per la funzionalita’, cosa in cui Intel non eccelle.
Rimane da vedere cosa faranno AMD ed NXP che avevano gia’ tecnologia programmabile ed i vari “competitors” tra cui Xilinx, Lattice e minori che comunque sono su questo mercato (Actel) Microsemi e quickLogic, Sembra che l’acquisizione di Atmel da parte di Microchip tra le altre linee abbia anche demolito quella delle logiche programmabili con ulteriori lavoratori in rivolta.
Spesso queste operazioni sono piu’ di tipo commerciale che tecnologico, vedremo quale sara’ la risposta del futuro in merito, molte grandi aziende hanno commesso errori grossolani, auguriamoci che Altera sopravviva a questa acquisizione in cui vi e’ in duopolio il grosso cancro dell’informatica.