Tutti da bambini abbiamo sognato di avere in casa un videogame arcade, tutto per noi, con cui giocare ore, senza spendere “fortune” nel tentativo di battere il mostro di fine livello o di potersi vantare con gli amici di aver sconfitto "M. Bison in Street Fighter 2". Eh si, gli arcade erano impareggiabili, nonostante tra fine anni ’80 ed inizio anni ’90 esistessero già le consolle. Ma al tempo il loro livello non era ancora equiparabile a quello dei videogame da sala giochi o da bar, lasciandoci vivere quel romantico gusto (ormai estinto) di andare al mare anche solo per giocare all’arcade presente nello stabilimento. Tuttavia, il balzo tecnologico degli ultimi anni non ha sicuramente cancellato dalla memoria dei nostalgici quella voglia matta di avere dentro casa un vero e proprio videogame. Ecco allora il Raspberry Pi Arcade di Jack Smith.
Da iCade a Pi Arcade: Raspberry senza limiti
Come ha riferito Jack, l’idea è stata fortemente ispirata da iCade di ION, con riferimento al dock iPad che fa sembrare il tablet un arcade cabinet.
“Mi piaceva davvero tanto l’idea, ma non avevo un iPad e desideravano qualcosa di più open”, queste le parole di Jack, che poi continua: “avevo comprato un Raspberry la settimana precedente e già lo usavo per i videogiochi”. Il Pi Arcade utilizza un Raspberry Pi su cui gira Raspbian con EmulationStation, sul popolare RetroPie; è inoltre dotato di un display da 7” TFT e di un autentico joystick con quattro tasti. Infine, si connette wireless per aggiungere giochi.
Il progetto Raspberry Pi Arcade
Per realizzare il suo sogno di bambino, Jack ha utilizzato Sketchup per il programma, visto che è veloce e semplice da gestire, oltre a fornire le giuste misure per la realizzazione del Pi Arcade. Per sua fortuna, un amico, che realizza giochi in legno per bambini, gli ha dato una mano nella creazione del cabinet.
Il materiale utilizzato è l’MDF e per ottenere l’effetto retrò, simile a quello di un Atari 2600, Jack si è servito di vernice nera e di alcuni rotoli di Fablon (un vinile che simula la finitura legno). Il suo obiettivo erano sei tasti, ma avendo fatto un errore nel calcolo delle loro dimensioni, alla fine ha trovato posto solo per quattro. Tuttavia, i controlli hanno risposto bene e simulano alla perfezione un vero arcade. La maggior parte degli emulatori funziona bene, anche se i giochi per PS1 e alcuni MAME tendono a singhiozzare.
Jack ha parzialmente risolto il gap di tasti, connettendo al Raspberry Pi Arcade un controller della Xbox 360, che però ha lo svantaggio di rendere meno genuina l’esperienza.
“Portare a termine il progetto del Pi Arcade è stata una grande emozione” ha dichiarato Jack, “perché averlo tra le mani mi ha riportato indietro nel tempo, quando da bambino aspettavo le vacanze per giocare ai mie videogame preferiti”.
Raspberry Pi Arcade: istruzioni per l’uso
Step 1: alimentazione
La macchina viene alimentata da una batteria portatile: basta inserirla nel Pi e attivarla per far partire l’arcade! Dovrebbe funzionare per qualche ora.
Step 2: scegli il tuo emulatore
Dopo aver caricato EmulationStation, è possibile scegliere su quale emulatore giocare, a patto che si abbiano dei giochi da caricarci sopra.
Step 3: divertiti!
É possibile giocare utilizzando il joystick e i tasti, oppure connettendo un (meno romantico) controller per XboX 360, comodamente sul divano di casa, senza l’ansia di avere sul collo il fiato dei giocatori in attesa e, soprattutto,
senza il fastidioso ragazzino che, di fronte alla prima difficoltà, inizia a dispensare consigli, per giungere all’inevitabile domanda: “posso fartelo io questo quadro?”.
Article by Jack Smith, courtesy of MagPi
non e’ corretto tradurre un articolo di altre persone e postarlo senza riferimenti.
Prego inserire link al progetto originale.
Il link c’è alla fine, guarda bene 😉
P.S. Tu sei sempre il solito polemico, perché tutta questa energia non la investi nella condivisione delle conoscenze di elettronica, commentando gli articoli sotto il profilo tecnico?
e quello sarebbe il link al progetto ? hai provato ad aprirlo ?
E’ il link alla homepage di MagPi, che visto che e’ passato tempo non ha di certo in homepage quest’articolo.
Non funziona cosi’, si usa un permalink e si ci assicura anche ogni tanto che funziona.
Dopo un po’ si inizia ad avere l’impressione che questi sono comportamenti voluti:
(- il link dopo il box verde e’ messo apposta per non farlo notare
– se proprio lo noti e ci clikki non porta all’articolo originale
– non e’ la prima volta, perche’ ho segnalato altri casi, e visto che non vengo spesso da queste parti devo essere davvero sfortunato.)
facciamo cosi’:
1) come segno di buona volonta da parte vostra inserite il link diretto al progetto giusto, e non in fondo ma all’inizio dell’articolo o ben evidenziato
2) vi aiuto a non fare questi errori in futuro analizzando le pubblicazioni degli articoli e facendo presente come e dove e’ meglio piazzare i dovuti riferimenti ai lavori originali
Avete un peso non indifferente da portare, quel “Open Source” nel nome del progetto.
Quello ha attirato tanti come me, quell’idea deve essere tutelata prima di qualsiasi interesse, perche’ e’ ben piu’ di un idea, e’ un ideale
Siamo ben consapevoli degli ideali “open source” sono ormai +10 anni che condividiamo articoli e know-how 😉
Il link è appunto al magazine dove è stato ripreso l’articolo, l’autore ha pensato di linkare il Mag probabilmente per semplicità, evitando un PDF, rimanendo comunque nella correttezza dei credits.
Focalizzerei inoltre sul valore aggiunto che viene offerto, con la traduzione in italiano, piuttosto che sul colore del link…. ti invito leggere questa storiella (Esopo) 😉
http://equazioni.org/index.php/2010/10/25/cercare-di-accontare-tutti-e-scontentar-nessuno-la-favola-del-vecchio-dellasino-e-del-bambino/)
Fiducioso di vederti spendere energie anche in ambito tecnico 😉
L’autore ha pensato male,
Perché sul sito MagPi non c’è un cerca all’interno dei numeri e non si riesce a trovare l’articolo originale.
Per questi comportamenti errati non so nemmeno se mantengo l’abbonamento, figurati se penso di collaborare.
EOS ha gravi problemi rispetto al concetto di OpenSource, primo fra tutti l’obbligo di pagamento. Ad un codice coperto da GPL va garantito l’accesso anche ai non abbonati, vedi comportamento della rivista ElettronicaIn.
Testato non ti conosco ma penso sia inutile arrabbiarsi, il mondo inizia ad essere saturo di chi sfrutta il nome Opensource e abusa della licenza GPL, tanto che ormai ci ho fatto i calli, ti invito a seguire Siti e/o riviste più serie dove il rispetto degli ideali viene per prima.
Emanuele leggere un articolo e non riuscire a trovare la fonte fa venire l’orticaria, se non leggevo i commenti di testato non avrei mai e poi mai capito che avessi dovuto cliccare su quel link verde. Ora che l’ho premuto capisco anche perché l’avete lasciato lì nell’oscurità.
Leggo sempre con dispiacere commenti che insistono nel tenere il punto su argomenti poco significativi. Sul nostro blog abbiamo +5000 articoli gratuiti!
Non si può sempre essere open, con il source degli altri…..
Caro Testato, se devi essere con noi solo per fare polemica posso dirti che non sentiremo la tua mancanza. Accettiamo sempre tutte le critiche ma accanirsi per un link mi sembra assurdo.
Nessuno qui abusa di licenze o altro, a pagamento abbiamo le riviste di elettronica, considerando che abbiamo degli autori, autorevoli, ed ovviamente retribuiti, mi sembra doveroso far pagare un abbonamento per avere un a rivista. Tu vuoi lavorare per noi gratis?
Se invece decidi di rimanere con noi, tra l’altro mantenendo il prezzo vantaggioso che hai, sappi che abbiamo in cantiere molte iniziative per gli abbonati. Non dimenticare poi che solo pochi mesi fa abbiamo comprato una rivista, si, addirittura una testata intera (Firmware) da dare in omaggio agli abbonati! Avevi mai visto qualcosa del genere nel campo dell’elettronica?
Perché si continua a guardare il dito e non la luna?
P.S. Prendiamo comunque atto delle vostre segnalazioni, quindi sarebbe opportuno chiuderla qui e spendere energie per commenti tecnici….(questo è open source)
Ho aiutato +5000 persone sui più autorevoli forum di programmazione e rilasciato tanto di quel software open che pure il core Arduino contiene un frammento della mia vita.
Quindi posso solo confermare che fare gli Open con i source degli altri, in questo caso, cade a fagiolo.
Ricordo che l’OpenSource è nato grazie al movimento per il software libero, un ideale con un obbiettivo molto ambizioso, per favore non facciamo sembrare che il significato sia una sola espressione tecnica in cui ora va di moda chiamare i codici sorgenti.
Ringrazio e anche per me il discorso può considerarsi chiuso.
Se quello che scrivi è vero, posso solo farti i complimenti. Un periodo abbiamo avuto anche noi di Elettronica Open Source il Forum e personalmente mi ricordo di aver scritto +2000 commenti, quasi tutti in risposta a richieste tecniche. E’ stato un lavorone!! Purtroppo però poi il Forum abbiamo dovuto chiuderlo, perché tutti chiedevano e nessuno aiutava…..
Scusami se mi sono permesso di dubitare, ma dialogare con un nickname ed un omino grigio, è abbastanza triste 😉
Complimenti vbextreme,
Concordo principalmente con il discorso che l’open source è un ideale, e questo deve venir prima di discorsi commerciali.
Caro Emanuele, ElettronicaIn anche paga i suoi dipendenti, ma fa scaricare a tutti, non solo agli abbonati, i sorgenti dei loro progetti presenti in rivista.
Leggere l’articolo è una cosa, sul quale è giusto pagare l’abbonamento. Scaricare il sorgente sotto GPL è altro.
Infine giusto per: in genere non peso le parole in base al curriculum di chi le scrive, ma in base a ciò che scrive. Se per te non fosse così posso dire che sono stato per anni fra i 10 top poster nella classifica internazionale del forum arduino, che fa numeri ben più alti del vecchio forum eos che ricordo.
Basta giochetti, EOS stessa merita di uscire dal limbo, link diretti agli articoli originali ben in vista e soprattutto un repo pubblico Github con tutti i progetti.
Ti posso assicurare che questo aumenterà gli abbonamenti, non li diminuira.
Ho detto queste stessa cosa ad altre due riviste concorrenti, ElettronicaIn mi ascoltò, nuova elettronica no. Credo che conosci poi come sono andate le cose.
Nella community mi conoscono come vbextreme con l’avatar di Bart che mostra il fondoschiena.
Ho scritto anche un articolo per la rivista Odroid Magazine, offro supporto anche sul forum Ioprogrammo, dell’omonima rivista, da ben oltre 2 decadi e potrei proseguire per ore cospargendo di link questo messaggio, ma non sono qui per presentare il mio curriculum.
Concordo con testato sulla condivisione del codice tramite repository Open quali ad esempio il citato github.
Penso che abbiate fatto un grosso errore chiudendo il forum che è parte integrante di una rivista, la dove gli utenti si possono mettere in diretto contatto con gli autori per discutere del progetto. È questo, secondo il mio punto di vista, il modo in cui si crea una community.
Lo so che non è semplice, ma chi si arrende è perduto.
Chiedo scusa se mi intrometto, ma la rivista Ioprogrammo ti paga ?
Però, l’abbonamento a EOS regala quasi sempre qualcosa, ora per esempio Raspberry Pi 3 e poi se presenti un progetto valido ti rimborsa la quota…praticamente supportando la community potresti avere l’abbonamento gratis con la raspberry pi 3…per me è eccezionale!