Le licenze Creative Commons sono conosciute dalla maggior parte degli internauti, ma in pochi realmente conoscono la differenza tra le diverse tipologie e soprattutto i vantaggi e gli svantaggi nell'utilizzarle. Allo stesso modo, chi si trova ad utilizzare materiale coperto da licenza Creative Commons deve essere al corrente di cinque informazioni base. Vediamole.
1. Cosa è Creative Commons, in breve
Creative Commons è una organizzazione nonprofit che ha creato differenti tipi di licenze per permettere ad ogni singolo individuo di scegliere quale tipo di protezione dei diritti soddisfa e tutela al meglio se stesso ed il proprio lavoro. L'obiettivo di Creative Commons, come viene riportato sul loro stesso sito web, è di incrementare la creatività (contenuti culturali, educativi e scientifici) nei cosiddetti 'commons', ovvero il lavoro disponibile al pubblico in modo gratuito e con condivisione, utilizzo, riproposizione e modifica legali.
2. Cosa fanno le licenze Creative Commons
Le licenze Creative Commons permettono ai loro proprietari di garantire ampie concessioni, ad altri, per condividere, usare commercialmente o in altro modo il proprio lavoro, senza il bisogno che venga richiesta una specifica autorizzazione per l'utilizzo. Come afferma il professor Lawrence Lessing, docente di legge a Stanford e fondatore di Creative Commons, questo rende più semplice, per le persone, condividere e costruire qualcosa di nuovo a partire dal lavoro di altri, in modo coerente alle regole del copyright. In che modo le CC interagiscono con il copyright?
Questa è una cosa importante da sapere per chi decide di affidare la tutela del proprio lavoro a Creative Commons. Utilizzando queste licenze non si abbandona di fatto il copyright: il lavoro è ancora in possesso dell'autore. In secondo luogo le CC non si sovrappongono al copyright, ma vengono applicate in aggiunta ad esso. Infine, anche utilizzando una licenza Creative Commons, è consigliabile registrare il proprio copyright, in modo da proteggere il lavoro da eventuali utilizzi non autorizzati.
Riassumendo, si può pensare al copyright come alla possibilità di riservare i diritti (la classica dicitura 'tutti i diritti riservati'), mentre una licenza Creative Commons permette di 'riservare alcuni diritti, lasciando il lavoro libero di essere utilizzato secondo particolari condizioni scelte dall'autore. Per completezza e chiarezza, vediamo quali sono le diverse licenze Creative Commons.
3. Le licenze Creative Commons
Ci sono sei diverse licenze, ognuna con le sue caratteristiche:
1. Attribuzione (Attribution): la più permissiva. Consente infatti agli altri di utilizzare, distribuire, modificare, contaminare un lavoro, anche traendo profitto, l'importante è che all'autore vengano attribuiti i crediti della versione originale, come da lui richiesto.
2. Attribuzione 'condividi allo stesso modo' (Attribution Share Alike): molto simile all'Attribuzione, questa licenza si presenta come la precedente per concessioni (modifica, uso commerciale, ecc.), ma obbliga il nuovo autore ad utilizzare una licenza identica a quella originaria per eventuali nuove creazioni; questa tipologia viene spesso comparata con le licenze software open source.
3. Attribuzione non opere derivate (Attribution No Derivatives): permette agli altri di ridistribuire, anche a livello commerciale, il lavoro, che però deve essere accreditato come richiesto dall'autore e rimanere integro e non modificato.
4. Attribuzione non commerciale (Attribution Non-Commercial): consente a terzi di utilizzare, distribuire, mescolare, modificare o utilizzare come base (per un progetto più ampio) un lavoro per scopi non commerciali. Anche in questo caso i crediti dell'autore devono essere specificati come richiesto. Alle opere derivate non deve necessariamente essere applicata la stessa licenza (questo significa che i lavori derivati futuri possono anche essere di natura commerciale).
5. Attribuzione non commerciale 'condividi allo stesso modo' (Attribution Non-Commercial Share Alike): come la precedente, ma in questo caso la licenza sui futuri lavori deve rimanere la stessa, quindi i derivati di un'opera non commerciale non possono diventare commerciali.
6. Attribuzione non commerciale 'non derivate' (Attribution Non-Commercial No Derivatives): questa licenza Creative Commons è la più restrittiva e vicina al copyright. Viene infatti permesso di ridistribuire un lavoro per scopi non commerciali, rispettando le modalità di credito volute dall'autore.
4. Vantaggi e svantaggi delle licenze CC
Nel caso qualcuno volesse proteggere il proprio lavoro con delle licenze Creative Commons, ecco quali sono i pro ed i contro nell'utilizzo delle diverse tipologie.
1. Attribuzione
Vantaggi: licenza 'Free Advertising', (pubblicità gratuita), è utile soprattutto per i giovani ed emergenti artisti, che possono mettere in luce il proprio lavoro; infatti, anche se non si viene pagati per la ridistribuzione e l'utilizzo dell'opera, si ha la possibilità di vederla proposta anche su canali professionali o ad alta utenza, generando una elevata visibilità, senza dover pagare. Svantaggi: le opere derivate potrebbero essere bloccate a seguito dell'utilizzo di una licenza restrittiva; perdita di controllo sulle opere derivate, che potrebbero mettere in cattiva luce il lavoro originale; possibilità di non essere pagati per un utilizzo commerciale del proprio lavoro.
2. Attribuzione 'condividi allo stesso modo'
Vantaggi: licenza 'Free Advertising', (pubblicità gratuita), è utile soprattutto per i giovani ed emergenti artisti, che possono mettere in luce il proprio lavoro; le opere derivate avranno la stessa licenza e possono essere utilizzate per fini commerciali. Svantaggi: questa opzione potrebbe essere restrittiva per professionisti o indipendenti che non vogliono limitare gli utilizzi futuri; perdita di controllo sulle opere derivate, che potrebbero mettere in cattiva luce il lavoro originale; possibilità di non essere pagati per un utilizzo commerciale del proprio lavoro.
3. Attribuzione non opere derivate
Vantaggi: licenza 'Free Advertising', (pubblicità gratuita); protezione da chi modifica il lavoro, in modo da preservarne la sua integrità originale; non si possono creare opere derivate sulle quali l'autore non abbia il controllo, evitando quindi di mettere in cattiva luce il suo lavoro originale.
Svantaggi: le opere derivate sono al momento molto popolari, per cui mettere il proprio lavoro a disposizione degli altri lo espone e gli garantisce visibilità. Impedire opere derivate va ad inibire questo privilegio; questa opzione potrebbe risultare troppo restrittiva nel caso in cui l'autore non sia sicuro dell'esito del suo lavoro; in questo caso è meglio lasciare aperte più opzioni; possibilità di non essere pagati per un utilizzo commerciale del proprio lavoro.
4. Attribuzione non commerciale:
Vantaggi: licenza 'Free Advertising', (pubblicità gratuita), è utile soprattutto per i giovani ed emergenti artisti, che possono mettere in luce il proprio lavoro; non richiedendo una licenza specifica da più libertà a potenziali riutilizzatori; protegge l'autore e la sua opera nel caso in cui la si usi in modo commerciale senza un compenso economico.
Svantaggi: un'opzione non commerciale può risultare troppo restrittiva per gli artisti che vorrebbero mantenersi una strada aperta in futuro, per provare a guadagnare dei soldi con il proprio lavoro (oppure che non sono ancora sicuri di come utilizzarlo); le opere derivate, infatti, potrebbero essere bloccate sotto una licenza più restrittiva (questa tipologia non impone di mantenere la stessa licenza); perdita di controllo sulle opere derivate, che potrebbero mettere in cattiva luce il lavoro originale.
5. Attribuzione non commerciale 'condividi allo stesso modo'
Vantaggi: licenza 'Free Advertising', (pubblicità gratuita), è utile soprattutto per i giovani ed emergenti artisti, che possono mettere in luce il proprio lavoro; non richiedendo una licenza specifica da più libertà a potenziali riutilizzatori; protegge l'autore e la sua opera nel caso in cui la si usi in modo commerciale senza un compenso economico.
Svantaggi: opzione troppo restrittiva per gli artisti che vorrebbero mantenersi una strada aperta in futuro, per provare a guadagnare dei soldi con il proprio lavoro (oppure che non sono ancora sicuri di come utilizzarlo); la tipologia 'condividi allo stesso modo' potrebbe porre seri limiti a professionisti o artisti indipendenti per utilizzi futuri del proprio lavoro.
6. Attribuzione non commerciale 'non derivate'
Vantaggi: licenza 'Free Advertising', (pubblicità gratuita); protezione da chi modifica il lavoro, in modo da preservarne la sua integrità originale; non si possono creare opere derivate sulle quali l'autore non abbia il controllo, evitando quindi di mettere in cattiva luce il suo lavoro originale; protezione da chi vende un'opera, utilizzando (sia parzialmente che integralmente) il lavoro dell'auto senza pagare.
Svantaggi: visibilità del proprio lavoro grazie alla popolarità delle opere derivate. Impedire opere derivate va ad inibire questo privilegio; questa opzione potrebbe risultare troppo restrittiva nel caso in cui l'autore non sia sicuro dell'esito del suo lavoro (in questo caso è meglio lasciare aperte più opzioni); possibilità di non essere pagati per un utilizzo commerciale del proprio lavoro.
5. Chi utilizza le licenze Creative Commons?
Questa domanda è piuttosto frequente, soprattutto per capire quali categorie si adattano meglio all'utilizzo di tali licenze. I più comuni utilizzatori sono gli artisti emergenti nel campo musicale, soprattutto perché la diffusione gratuita (benché regolamentata) e rapida rappresenta il miglior modo di ottenere pubblicità, anch'essa gratuita; se poi si aggiunge che si possono creare dei derivati, mantenendo crediti e diritti dell'autore, le possibilità di visibilità aumentano considerevolmente. Anche molti blogger stanno passando alle licenze Creative Commons per tutelare i loro contenuti, nello spirito di una condivisione pubblica che però rispetti l'autore, il suo lavoro e i suoi diritti.
Alla fine, però, viene da chiedersi che senso ha tutto questo se poi i controlli non ci sono e ognuno fa come vuole..
Ciao,
Il controllo sul rispetto delle licenze CC resta un problema aperto, per una serie di motivi che vedremo in un successivo articolo.
La Siae mantiene un monopolio che difficilmente lascerà, anche se la modernità e di fatto anche l’attualità delle nuove possibilità offerte da queste licenze “alternative” offre una reale liberta difendendo i diritti di autore senza compromessi o percentuali.
Non posso fare a meno di segnalare che questo articolo è pieno di imprecisioni e di interpretazioni distorte, sia del funzionamento del diritto d’autore sia del funzionamento delle licenze CC.
Segnalo alcune delle imprecisioni più grossolane.
1) La frase “le CC non si sovrappongono al copyright, ma vengono applicate in aggiunta ad esso” non ha molto senso. Le CC sono lienze di diritto d’autore e sono una delle forme di espressione del copyright. Una versione corretta potrebbe essere “le CC non confliggono con il copyright, ma vanno ad integrarlo”.
2) Anche la frase successiva ha un errore abbastanza comune: “Infine, anche utilizzando una licenza Creative Commons, è consigliabile registrare il proprio copyright, in modo da proteggere il lavoro da eventuali utilizzi non autorizzati.” Il copyright NON SI REGISTRA, l’autore ottiene automaticamente il copyright sulla sua opera con il semplice atto della creazione.
3) “Free advertising” è una vostra invenzione, immagino. Io non l’ho mai sentito.
4) tutto il paragrafo “4. Vantaggi e svantaggi delle licenze CC” è da rifare completamente. Ci sono cose che sono praticamente il contrario di quello che dovrebbero essere; e altre del tutto infondate.
Un cordiale saluto.
Ciao Simone,
grazie per il tuo commento, da come scrivi sembri molto esperto dell’argomento, ce ne era veramente bisogno, vista la confusione in materia. Ti rispondo io, prima dell’autrice esponendoti la mia vision:
1) In genere chi utilizza le CC non utilizza il copyright inteso come diritto di autore siae
2) Qui il discorso è complesso e dipende molto da cosa si intende. Nell’articolo si fa riferimento al fatto che per le CC non c’e tutela, al contrario del copyright classico (siae) dove, a seguito di una registrazione dei diritti d’autore, si ha supporto legale.
3) Farsi pubblicità gratis? http://creativecommons.org/about/license/
4) Se entri nel merito magari ne discutiamo, anche con l’autrice.
Sono già entrato nel merito; vi invito a leggere il libro:
http://www.aliprandi.org/manuale-cc .
Comunque ci sono sempre una serie di equivoci di fondo. Già dire “copyright classico (siae)” mi fa pensare che voi pensiate che il copyright sia un tutt’uno logico con la SIAE, ovvero che ci sia copyright solo dove c’è SIAE. Gravissima leggenda metropolitana.
Anche sul concetto di tutela vedo che siete cascati nelle più diffuse leggende… vedi qui: http://aliprandi.blogspot.it/2012/12/le-licenze-non-tutelano.html
Purtroppo (o per fortuna) benchè le CC vengano sbandierate come qualcosa di semplice e a portata di tutti, non lo sono. Anzi, lo sono; ma non lo sono i principi di funzionamento del diritto d’autore. Gran parte delle leggende sulle CC derivano da leggende sul diritto d’autore. E’ una materia tecnica e complessa e se non la si conosce bene si cade facilmente in errore.
Mi fa molto piacere che si possa pensare di parlare di queste cose rimanendo anche aggiornati e continuando a modificare lo stato dell’arte delle nostre conoscenze.
Io non entro nel merito della questione perché purtroppo la mia conoscenza della materia non è così approfondita come vorrei però penso che questo valga per tutti: le competenze non hanno mai fine.
Tutti noi possiamo trovare qualcuno che conosce meglio di noi quello che facciamo.
Ecco per quale motivo io penso che potremmo proporre a Simone di scrivere un articolo, inserendo il link a questo, in cui affrontare questa materia da zero, proponendo il suo punto di vista, spiegando meglio eventuali passaggi che non sono chiari e realizzando quella che potremmo definire “la guida definitiva (a tutt’oggi)” sulla materia.
Potrebbe essere un’iniziativa utile formativa per tutti noi.
Che ne pensi?
Che ne pensate tutti?
Per come la vedo io potrebbe essere un’opportunità!
Io ne penso che… sinceramente più di quello che ho già scritto non saprei cosa scrivere. Ed essendo tutte le mie opere sotto licenza libera, vi basta prendere e riprodurre senza problemi.
L’importante è correggere questo articolo appena possibile, o quantomeno renderlo non visibile in attesa di modifiche.
Un caro saluto e buon lavoro.
Prima dell’avvento di internet e delle varie licenze, in Italia copyright ha significato soltanto una cosa: registrare il marchio o il prodotto e l’ente più famoso (credo l’unico fino ad alcuni decenni fa) era la SIAE.
Oggi con internet e le varie licenze nate questo è rimasto solo nell’immaginario collettivo e spesso per comunicare è facile utilizzare tali frasi, anche perché il punto importante non è questo, ma il successivo.
In vari post ho ribadito più volte quello che tu affermi: le licenze NON tutelano. (a parte il copyright-siae)
Proprio questo blog nel 2006 e 2007 era sotto CC cosa che poi ho rimosso proprio per la mancanza di tutela e quindi INUTILITA’ della cosa. Stesso motivo per cui ho smesso di approfondire l’argomento ai tempi lessi anche Lawrence Lessig ed entrai in contatto con Alicia Gibb ma alla fine mi resi conto che era tempo perso.
Caro Emanuele, mi delude molto la tua conclusione sul fatto che “le licenze CC sono INUTILI in quanto non tutelano”, specie perchè viene da una persona che si occupa di “open source”. Pensi che la questione sia diversa per le licenze di software libero e open source?! Le licenze non tutelano perchè non sono uno strumento di tutela ma uno strumento di gestione dei diritti; e se si tratta di licenze “open” la gestione dei diritti è mirata a concedere libertà agli utenti. Quindi ha ancora meno senso vederle come strumento di tutela.
Chi si lamenta della mancanza di tutela da parte delle licenze è solo chi non ha capito minimamente come funziona il diritto d’autore e il licensing di opere. Lamentarsi del fatto che le licenze open non tutelano equivale ad entrare in una salumeria e lamentarsi perchè non si trovano dei libri. Il salumiere giustamente ci direbbe: “guardi che forse ha sbagliato porta; la libreria è più avanti.” E noi faremmo solo una magra figura. Con questo chiudo. Buon lavoro.
Caro Simone,
quello che mi ha deluso sono proprio le licenze e le mie lamentele le ho già esposte ai diretti interessati (tra l’altro anche alcuni di loro si lamentano che le licenze non vengono rispettate e solo Alicia ha risposto che “dobbiamo essere pronti a dar via la nostra creatura”).
Ora spiegami che senso ha una licenza che non viene rispettata! Se ci fossero delle tutele le cose sarebbero differenti.
Dar vita ad una licenza ormai è diventato una barzelletta, chiunque si alza la mattina può realizzarsi la propria licenza ma se poi questa non viene rispettata mi spieghi che senso ha?
Io personalmente ho iniziato questo blog, come ti dicevo, sotto licenza cc, inserendo progetti open source (se li chiedevi ad un consulente ti chiedeva cifre dell’ordine di alcune migliaia di euro) ed articoli tecnici di assoluta importanza per la progettazione elettronica, con know-how ventennale…. sai quale è stato il risultato? Centinaia di migliaia di visitatori, 1 o 2 grazie e mille scopiazzamenti, anche da riviste e blog di settore autorevoli. Il 90% dei quali senza citare la fonte.
Io voglio che i miei progetti circolino liberamente online e che tutti possano fruirne, ma allo stesso tempo lo devono fare alle mie condizioni (sono l’autore che ci ha passato notti insonni e decine di ore di lavoro): citare la fonte ed arricchire l’opera. In questo vorrei essere tutelato, altrimenti è inutile!
Tempo fa mi sono trovato in una cena con un Avv. esperto in materia lo cito perché forse lo conosci (Avv. Delluniversità) e gli ho chiesto: esistono sentenze in Italia che hanno tutelato le CC? la risposta è stata NO.
Stessa domanda ho fatto poi all’Avv. Melica ed ho ricevuto la stessa risposta.
Simone, è facile parlare senza rischiare, ma con un blog open con +5000 articoli e numerosi progetti open source le cose cambiano ed allora si inizia a fare differenza tra gli scrocconi ed i veri sostenitori dell’open source (che qui sono e sempre saranno i benvenuti)
Allora ti dico che questa filosofia open, sta morendo, ormai non si contano più i progetti open abbandonati e spesso parlare con i vari autori è di una tristezza unica…. tutto per colpa dei leech…
Penso che studiosi della materia come te dovrebbero evangelizzare gli utenti da una parte e sollecitare le strutture preposte dall’altra, a tutela delle licenze, invece di pensare ai salumieri 😉
Emanuele… senza offesa, ma credo tu che non abbia ben chiaro l’argomento di cui stai parlando e che quindi continui ad avvitarti su convinzioni infondate.
Chiudo il discorso da parte mia (e questa volta davvero) facendoti una domanda: se invece che una licenza open rilasciamo la nostra opera con una bella nota di copyright (del tipo “all rights reserved”) e qualcuno viola lo stesso l’opera, che tutela abbiamo??????
Nessuna tutela “a priori” e assoluta; semplicemente dobbiamo prendere, andare dal nostro avvocato e attivarci per la tutela dei nostri diritti. Esattamente quello che faremmo nel caso in cui ad essere violata sia un’opera licenziata con Creative Commons.
Come vedi, il tuo ragionamento è… insensato (non trovo altre definizioni). Il copyright non è quello che tu pensi che sia; mi spiace.
Riguardo alla mia opera di evangelizzazione… io già mi sbatto moltissimo per cercare di tramettere la corretta visione delle cose (e ciò è dimostrato anche dal fatto che sono qui a scrivere questi commenti). Il problema è che poi il mio lavoro è rovinato da articoli come questo qui pubblicato. Motivo per cui sono stato costretto a scrivere questo post sul mio blog: http://aliprandi.blogspot.it/2013/08/lista-nera-articoli.html
Un cordiale saluto.
Simone, lo so, sono avvitato su queste questione perché nessuno riesce a scioglierle. Lo so che non esiste una tutela a priori ma io sto dicendo un’altra cosa…. seguo la tua domanda così vediamo se riusciamo a spiegarci meglio:
” se invece che una licenza open rilasciamo la nostra opera con una bella nota di copyright (del tipo “all rights reserved”) e qualcuno viola lo stesso l’opera, che tutela abbiamo??????”
Nessuna, come dici tu siamo sempre costretti a rivolgerci ad un avvocato. Se invece scriviamo una canzone e la depositiamo alla SIAE?
Il punto è proprio questo: io vorrei aderire a licenze libere che però tutelino il mio lavoro
altrimenti converrai con me che sono inutili.
Perché nelle licenze non esistono associazioni che, anche a fronte di quote annuali, garantiscano assistenza legale a tutela di tutti gli associati che hanno aderito alla licenza?
La teoria del diritto è una cosa, la pratica è un’altra. Ti parlo così perche forse tu non hai visto brevetti rapinati grazie a semplici trucchetti (io si, 2) oppure perche non ti hanno copiato costantemente sito e progetti….
Si certo ci sono gli avvocati, ma immagina un volenteroso fanatico dell’open source che realizza il proprio progetto open in cerca di collaborazioni e poi si ritrova la ditta X che lo mette in produzione (magari modificando solo una resistenza). secondo te il ragazzino chiama gli avvocati?
(invece una quota annuale ad una associazione a tutela della propria opera sarebbe in grado di pagarla)
Se hai risposte, o proposte, ti assicuro che sarebbero utili a molti, perché “insensato” che tu possa definire il mio ragionamento, ti assicuro che è lo stesso di molti che hanno sperimentato “sul campo” mettendo sotto licenza il proprio lavoro.
A me pare davvero interessante il dibattito che si sta svolgendo qui.
Non posso fare a meno di notare, però, che mi sembra di leggere di due persone (in particolare) che discutono su chi sia nato prima tra l’uovo la gallina…
Senza offesa ma mi sembra una specie di lotta tra titani che difendono due principi leggermente diversi, l’eterna lotta insomma tra la teoria e la pratica che si scornano sempre.
Cerco di spiegarmi meglio.
Il diritto, in quanto tale, è certo. È codificato per cui non è in realtà soggetto di interpretazione. Si stabilisce che una persona deve poter difendere un concetto piuttosto che un’idea perché è giusto che possa farlo.
Mi corregga qualunque avvocato ma la tutela è qualcosa di diverso.
La tutela prevede che sia possibile denunciare che il diritto è stato violato e per fare questo uno lo deve sapere.
Quindi prima di poter denunciare alcunchè, devi esserti accorto che qualcuno ha violato il tuo diritto. Dal momento che stiamo parlando di copyright certamente parliamo di paternità. E naturalmente di tutti gli annessi e connessi.
Una volta che è stato denunciato, deve essere possibile instaurare un procedimento che sia amministrativo oppure penale dipende da come viene punito l’eventuale reato.
Dopodiché tutela vera c’è se esiste la pena per tutti coloro che infrangono il diritto e nel contempo tutela vera c’è se c’è qualcuno colpevole viene effettivamente punito!
Non esiste il concetto di tutela senza che chi non ha rispettato l’altro o il diritto dell’altro venga effettivamente punito.
Siamo d’accordo?
Scusate se poi faccio un’osservazione ma sono costretto a segnalarlo: mi sembra di capire che qui ci siano persone abbastanza competente in materia però mi stupisce che un esperto come simone non sappia cosa sia la licenza free advertising… 🙂
un’ultima risposta… (anche perchè ho l’impressione che non serva molto discutere; e anzi mi sembra che le vostre convinzioni errate si alimentino nel dibattito)
ma dovuta, dato che sono stato ancora una volta chiamato in causa personalmente.
1) “Se hai risposte, o proposte”…
come già detto, propongo di togliere questo articolo e lasciare solo il titolo e i commenti. ma ho già capito che non lo farete.
2) “che un esperto come simone non sappia cosa sia la licenza free advertising”…
la conosco. Mi chiedo più che altro… CHE COSA C’ENTRA con le licenze CC?!?!?
Piuttosto, forse qui c’è qualcuno che non conosce il diritto d’autore. Anzi, il diritto in generale!
Ad esempio… La frase “Una volta che è stato denunciato, deve essere possibile instaurare un procedimento che sia amministrativo oppure penale dipende da come viene punito l’eventuale reato” farebbe bocciare qualsiasi studente del primo anno di giurisprudenza. Infatti il diritto d’autore è materia principalmente civile, salvi casi – ben precisati dalla legge – di illeciti penali e amministrativi (tra l’altro non esistono “reati amministrativi” perchè se sono illeciti amministrativi non sono reati e viceversa).
E la frase “Si stabilisce che una persona deve poter difendere un concetto piuttosto che un’idea perché è giusto che possa farlo.” Aiuto! E’ principio cardine del diritto d’autore che “La protezione del diritto d’autore copre le espressioni e non le idee, i procedimenti, i metodi di funzionamento o i concetti matematici in quanto tali”, sancito dall’Art. 2 del Trattato OMPI sul diritto d’autore.
Se vi interessa la materia, vi posso inviare (in privato) vari materiali di approfondimento. Ma vi avverto che sarà una lettura lunga, noiosa e complessa. Il brutto vizio di Internet è di far sembrare alla portata di tutti argomenti che in realtà sono molto tecnici. Io solitamente non mi avventuro a discutere di algebra e trigonometria con gli ingegneri.
Se mi invii qualcosa, sarò ben lieto di studiarla 🙂
a presto,
Ivan
http://www.aliprandi.org/capire-copyright
http://www.aliprandi.org/manuale-cc
http://www.copyleft-italia.it/libri/teoria-pratica-copyleft
http://www.youtube.com/watch?v=fDALzrA4ayE
http://www.youtube.com/watch?v=KdLacDRtHyw
http://www.youtube.com/watch?v=-8uEEg9N81g
http://www.youtube.com/watch?v=SGXezvegNq8
http://creativecommons.it/DiventaCreativo
Spero che vorrai perdonarmi ma mi sono appassionato alla formula della risposta “punto a punto” e pertanto in questo modo scelgo di risponderti questa volta. 😀
“un’ultima risposta… (anche perché ho l’impressione che non serva molto discutere; e anzi mi sembra che le vostre convinzioni errate si alimentino nel dibattito) ma dovuta, dato che sono stato ancora una volta chiamato in causa personalmente.”
non capisco tutta la rabbia che sembra esserci dentro questa frase… Stiamo parlando, stiamo discutendo, ognuno sta scrivendo quello che ritiene giusto e pertinente rispetto all’argomento quindi mi dovresti spiegare, se la cosa non ti dispiace, per quale motivo sembri così infastidito… Tutti qui siamo chiamati in causa “personalmente” e nessuno di noi se ne sta facendo un problema… Tutti stiamo dibattendo e dialogando secondo il nostro personale punto di vista per cui non capisco per quale motivo uno debba partecipare ad una discussione con questo spirito così antagonista…
Sul primo punto tu dici: “come già detto, propongo di togliere questo articolo e lasciare solo il titolo e i commenti. ma ho già capito che non lo farete.”
scusami ma questa volta una risposta “arrabbiata” te la do io: te lo puoi scordare! Cancellare un articolo, sebbene possa contenere delle imprecisioni o delle inesattezze non è la nostra politica! Noi non abbiamo questo modo di comportarci così vigliacco tirandoci indietro anche di fronte alla responsabilità di dover dire “abbiamo pubblicato una cosa inesatta”. A noi piace confrontarci anche con i nostri errori. E così come tu sei arrivato dopo diverso tempo a conoscere questo articolo, molti altri nel prossimo futuro arriveranno a conoscerlo. Qualcuno di questi, forse, potrebbe anche essere d’accordo con te sul modo in cui guardi alle “impressioni” che si riuscito a scovare. Pertanto non vedo il motivo per cui questo articolo dovrebbe essere tolto. Non è la nostra politica, non è onesto, anzi oserei dire che proprio da mascalzoni, se mi potete passare il termine un po’ forte, e pertanto non succederà per nessun motivo!
Invece di chiederci di nasconderci come dei vigliacchi, non ti chiediamo di mettere in mostra la tua competenza oltre che la tua determinazione a dimostrare che noi abbiamo sbagliato scrivendo tu stesso un articolo, impegnandoti in prima persona, anche scrivendo una tesi che ribatta punto a punto tutto quello che viene detto nell’articolo. QUESTA è la nostra politica! Allora la domanda diventa: hai voglia di abbracciare questa filosofia?
Sul secondo punto, invece, tu chiedi, peraltro gridando (cosa che ti diffido ufficialmente da fare nuovamente in qualità di moderatore), “CHE COSA C’ENTRA con le licenze CC?!?!?”. E questo lo fai sebbene tu sappia molto bene che non si è mai trattato di discutere di queste licenze ma del fatto che tu hai detto che, e cito testualmente “è una (nostra) invenzione”. Ora io non voglio fare l’avvocato difensore di nessuno, sono sicuro che tutti qui siamo in grado di perorare le nostre cause in maniera adulta e responsabile però volevo far notare che hai provato a rigirare la frittata, non ti è riuscito… Pazienza 😀
“Piuttosto, forse qui c’è qualcuno che non conosce il diritto d’autore. Anzi, il diritto in generale!”
Ce ne faremo una ragione, probabilmente… Non tutti qui abbiamo le stesse inclinazioni oppure lo stesso background culturale… Qui c’è gente che ha studiato le cose più diverse, per il numero di anni che ha avuto l’occasione di farlo… Noi non precludiamo a nessuno l’idea di poter parlare anche di cose che non ha studiato. Naturalmente chi le ha studiate, invece, ha un compito più arduo, una responsabilità in più, ovvero condividere. Ma per l’appunto, condividere non comportarsi in maniera saccente ed arrogante…
“Ad esempio… La frase “Una volta che è stato denunciato, deve essere possibile instaurare un procedimento che sia amministrativo oppure penale dipende da come viene punito l’eventuale reato” farebbe bocciare qualsiasi studente del primo anno di giurisprudenza. Infatti il diritto d’autore è materia principalmente civile, salvi casi – ben precisati dalla legge – di illeciti penali e amministrativi (tra l’altro non esistono “reati amministrativi” perché se sono illeciti amministrativi non sono reati e viceversa).”
sono certo che di questa precisazione potremmo fare tutti tesoro ma vorrei farti notare che, almeno se la mia lettura del post precedente e corretta, non si stava più parlando del diritto d’autore ma dell’idea del diritto in generale.
Su questa poi <> ancora una volta mi vengono dei dubbi dal momento che si capiva perfettamente, leggendo il post precedente, che il riferimento non fosse più al diritto d’autore, almeno secondo quello che si legge.
Ma probabilmente la questione è: stiamo leggendo cercando di capire quello che dice l’altro oppure qui c’è tanta di quella rabbia inespressa che si deve per forza esplicare nel dare dell’idiota all’interlocutore? Ci sarebbero tanti modi per dire le cose, tante possibilità se si volesse davvero dialogare ma io comincio a pensare che tu sommato la verità sia che ci sia tutto meno che la volontà di dialogare, almeno da parte tua. E scusami se questo può sembrare un attacco personale ma purtroppo la verità è che mi sembra che stiamo leggermente uscendo dai ranghi per motivi che sinceramente non mi sono chiari. Però non mi piacciono, e qui parlo ancora una volta in qualità di moderatore.
“Se vi interessa la materia, vi posso inviare (in privato) vari materiali di approfondimento. Ma vi avverto che sarà una lettura lunga, noiosa e complessa. Il brutto vizio di Internet è di far sembrare alla portata di tutti argomenti che in realtà sono molto tecnici. Io solitamente non mi avventuro a discutere di algebra e trigonometria con gli ingegneri.”
Questa è la prima cosa costruttiva che ti ho letto scrivere! L’unica cosa seria, l’unica cosa sensata, impegnata e COSTRUTTIVA, se mi posso permettere…
Apprezzo vivamente che tu non provi a fare il saccente con un ingegnere parlando di analisi, anche se ti garantisco che gli ingegneri l’analisi tipicamente la stanno molto poco…
Dopodiché, io per primo leggerò con grande attenzione quanto hai postato ma ti invito ancora una volta da un lato ad essere meno “accorato” dall’altro a scrivere l’articolo che esprime qual è il tuo punto di vista per fare in modo che tutta la comunità di questo blog sia informata di queste differenze, di queste sottigliezze, di questi dettagli che potrebbero anche conferire qualità alle conoscenze di ciascuno di noi!!!!!!!!!!
Questo è lo spirito di questa comunità!
Sostanzialmente, per essere stringati e sintetici: se hai qualcosa da dire, ti concediamo tutto lo spazio che vuoi per farlo.
Più chiaro di così non potevo proprio essere, temo.
In ogni caso, non saprei come fare…
Speriamo solo che basti 😀
Mi ero promesso di non dedicare più tempo e risorse a questa discussione, perché avevo già capito che non avrebbe portato a molto… se non al massimo a farmi fare la figura dell’arrogante e saccente (come infatti è successo) e a dare nuova vita e visibilità a un post del passato (mio errore madornale; era forse meglio lasciarlo nell’oblio).
Ad ogni modo, rispondo un’ultima volta perché mi sento toccato ingiustamente su questioni personali e la cosa non mi piace.
1. [premessa fondamentale] Qui non si parla di diversi punti di vista ma di concetti corretti vs concetti sbagliati. E’ materia tecnico-giuridica, non politica o sociologica. Quindi non c’è molto da discutere e confrontarsi, bensì da evitare quelli sbagliati e possibilmente sostituirli con quelli corretti.
2. Il mio tono un po’ acceso in realtà non era tale nei primi messaggi (se li rileggete); lo è diventato quando, nonostante la mia disponibilità a spiegare dov’erano le imprecisioni, mi sono sentito rispondere sostanzialmente “per noi invece è giusto così”, sentendomi tra l’altro addurre motivazioni del tutto infondate.
3. “Perchè sembri così infastidito?”. Forse perchè non è piacevole leggere articoli come questi che rovinano il lavoro che io e altri divulgatori cerchiamo di fare da molti anni in fatto di divulgazione sulle licenze CC e in generale sul diritto d’autore; e poi sentirsi rispondere “per noi è così, non rettifichiamo”.
4. “Te lo scordi che togliamo l’articolo. Se vuoi pubblichiamo un tuo articolo di rettifica.” Eh eh eh, certo! Come se io non conoscessi il funzionamento di Internet, dell’indicizzazione delle pagine web, dei motori di ricerca, e non sapessi che l’eventuale articolo di rettifica difficilmente riuscirà a surclassare in fatto di visibilità e numero letture un articolo già diffuso in rete da mesi, ben indicizzato, magari già linkato da altri siti. Arrogante, pedante, saccente… e anche così sprovveduto!? No no. Bisogna rettificare/rimuovere questo, non farne un altro. Altrienti sarebbe come pubblicare una notizia infondata sulla prima pagina di un quotidiano, e poi pubblicare la rettifica qualche giorno dopo in un trafiletto interno, in mezzo agli annunci per cuori solitari.
5. Infine… sull’idea “fai pure tu; ti offriamo lo spazio”… vi ringrazio ma dopo questi ultimi commenti mi si è spento l’entusiasmo. Poi, a be vedere, tutto ciò che avevo da scrivere su questi temi, l’ho già scritto. Tutti i miei contributi, per coerenza intellettuale, sono disponibili in rete e rilasciati con licenze open (al contrario di questo sito, dedicato all’OPEN SOURCE): le tanto “inutili” licenze open. Il che significa che potete tranquillamente riutilizzarli (nel rispetto delle condizioni indicate in licenza ovviamente). Buon lavoro.
Passo e chiudo.