Costruire un root filesystem con Buildroot

Buildroot è un tool che permette di costruirci una cross-compiler toolchain e un root filesystem per il nostro target in modo più efficiente e veloce. I suoi usi sono rivolti principalmente verso il settore embedded.

Buildroot è una collezione di makefiles e patches ed è largamente utilizzato per applicazioni che richiedono piccoli sistemi o sistemi dedicati. Le applicazioni dedicate, di solito, non utilizzano la famiglia x86, ma più spesso microprocessori come PowerPc, MIPS o ARM e incontrano maggiormente il gradimento dei tecnici. Se pensiamo di utilizzare Buildroot allora molto probabilmente quello che vogliamo è uno strumento che permette la creazione, in un modo abbastanza semplice, di un cross-compilatore con tutti le utilities a corredo. Questa proposta tecnica utilizza la mClibc, www.uclibc.org, una piccola libreria per lo standard C. Non solo, Buildroot  è largamente utilizzato per costruire un root filesystem. Una cross toolchain è un insieme di tools utilizzati per la compilazione di codice sorgente, per esempio, un compilatore (gcc, nella distribuzione gnu), utilities per il trattamento dei files binari, assemblatori e linker (binutils). Senza dubbio, già utilizziamo un ambiente di questo tipo. Se il nostro compilatore non genera codice binario di un’altra macchina, allora diremo che il compilatore che stiamo utilizzando è di tipo nativo. Se, invece, produce codice binario non compatibile con la macchina host, allora l’ambiente è di tipo cross. Con host system indichiamo la macchina su cui viene compilata la nostra applicazione. Con la diffusione della tecnologia GNU, e grazie anche a Linux, sempre più sono utilizzate soluzioni cross non commerciali. Se utilizziamo una soluzione commerciale allora certamente possiamo fare a meno di Buildroot, questa tecnologia ha la sua importanza solo se utilizziamo una soluzione open, magari GNU: in questo caso si sfruttano tutti i vantaggi del tool in fatto di generazione dell’ambiente cross.

UTILIZZIAMO BUILDROOT

Buildroot  è in sostanza un insieme di makefile per caricare il software, configurarlo e compilarlo con le opzioni corrette. La prima cosa da fare è di procurarsi una copia di Buildroot: lo possiamo trovare sul sito buildroot.ulibc.org/download,   e se siamo sotto  Linux non è necessario avere l’account di amministratore, ma basta essere un normale user. Dopo averlo prelevato dal sito e scompattato, occorre mettere in esecuzione l’utility di configurazione, infatti dalla shell:

$ make menuconfig

Per una rapida guida sulla procedura di configurazione è consigliabile leggere la documentazione associata, almeno così sarà possibile impostarlo con i valori opportuni.  Al termine del comando viene generato un file con estensione .config. Al termine del processo di configurazione utilizziamo make per compilare e configurare tutto l’ambiente che abbiamo precedentemente selezionato e impostato. Quindi da shell:

$ make

Con make si produce la configurazione e la compilazione di tutti i tools selezionati, compreso un target filesystem. Questo target filesystem sarà identificato secondo questo nome:

root_fs_ARCH.EXT

dove ARCH è l’architettura che abbiamo selezionato e EXT dipende dal tipo del target filesystem selezionato precedentemente nel campo Target options nel tool di configurazione. Con Buildroot è necessario predisporre e configurare una serie di variabili d’ambiente, queste variabili saranno poi utilizzate dal comando make. Le variabili d’ambiente sono:

  • HOSTCXX
  • HOSTCC
  • UCIBC_CONFIG_FILE=<path/to/.config>
  • BUSYBOX_CONFIG_FILE=path/to/.config

Un esempio dell’uso del file di configurazione può essere trovato nella cartella nella vostra $HOME:

$ make UCLIBC_CONFIG_FILE=

=uClibc.configBUSYBOX_CONFIG_FILE=

=$HOME/bb.config

In Buildroot è possibile modificare, secondo le proprie esigenze, il target filesystem ottenuto o la uClibc. Se, infatti, volessimo modificare il target file system dovremmo procedere in questo modo:

  • modificare  direttamente  il  target  filesystem  e, successivamente, ricostruire la sua immagine in memoria. Questo target filesystem è disponibile in build_ARCH/root/, è possibile apportarvi i propri cambiamenti in questa cartella e poi fare di nuovo il make. Questo metodo ha una controindicazione, se apportiamo le modifiche e rifaciamo il builder di tutto, toolchain e tools, le modifiche andrebbero perse.
  • apporre  le  modifiche  sotto  target/generic/target_skeleton/. In questo modo dobbiamo rinunciare al concetto  di gerarchia di un file system poiché è stato creato durante il processo di compilazione. In questo metodo i cambiamenti permangono anche se decidiamo di fare il rebuild di tutto, cross-compiler toolchain e tools.

È possible inserire nella distribuzione di buildroot una propria applicazione. In questo caso occorre assolvere i seguenti passi:

  1. Occorre creare una cartella sotto package per la vostra applicazione.
  2. Creare un file chiamato  config.in.  Questo  file deve contenere la vostra parte di configurazione, il listato 2 ci mostra un esempio minimo, “foo” identifica la nostra applicazione.
  3. A questo punto dobbiamo  creare un file con estensione .mk: un makefile per l’appunto. Questo file deve contenere le regole per definire il caricamento dal sito, configurazione, compilazione e l’installazione del software. Sul sito di Buildroot è possibile vedere come costruirsi questo file.

In ogni caso, il listato 1 contiene il makefile d’esempio.

ESEMPIO_VERSION:=1.0
ESEMPIO_SOURCE:=ESEMPIO-$(ESEMPIO_VERSION).tar.gz
ESEMPIO_SITE:=http://www.esempio.org/downloads
ESEMPIO_DIR:=$(BUILD_DIR)/ESEMPIO-$(ESEMPIO_VERSION)
ESEMPIO_BINARY:=ESEMPIO
ESEMPIO_TARGET_BINARY:=usr/bin/ESEMPIO
$(DL_DIR)/$(ESEMPIO_SOURCE):
         $(WGET) -P $(DL_DIR) $(ESEMPIO_SITE)/$(ESEMPIO_SOURCE)

$(ESEMPIO_DIR)/.source: $(DL_DIR)/$(ESEMPIO_SOURCE)
         $(ZCAT) $(DL_DIR)/$(ESEMPIO_SOURCE) | tar -C $(BUILD_DIR)
$(TAR_OPTIONS) -
         touch $@
 $(ESEMPIO_DIR)/.configured: $(ESEMPIO_DIR)/.source
         (cd $(ESEMPIO_DIR); rm -rf config.cache ; \
                  $(TARGET_CONFIGURE_OPTS) \
                  CFLAGS=”$(TARGET_CFLAGS)“ \
                  ./configure \
                  —target=$(GNU_TARGET_NAME) \
                  —host=$(GNU_TARGET_NAME) \
                  —build=$(GNU_HOST_NAME) \
                  —prefix=/usr \
                  —sysconfdir=/etc \
         );
         touch $@
 $(ESEMPIO_DIR)/$(ESEMPIO_BINARY): $(ESEMPIO_DIR)/.configured
         $(MAKE) CC=$(TARGET_CC) -C $(ESEMPIO_DIR)
 $(TARGET_DIR)/$(ESEMPIO_TARGET_BINARY): $(ESEMPIO_DIR)/$(ESEMPIO_BINARY)
         $(MAKE) prefix=$(TARGET_DIR)/usr -C $(ESEMPIO_DIR) install
         rm -Rf $(TARGET_DIR)/usr/man
 esempio: uclibc ncurses $(TARGET_DIR)/$(ESEMPIO_TARGET_BINARY)

 esempio-source: $(DL_DIR)/$(ESEMPIO_SOURCE)
 esempio-clean:
        $(MAKE) prefix=$(TARGET_DIR)/usr -C $(ESEMPIO_DIR) uninstall
        -$(MAKE) -C $(ESEMPIO_DIR) clean
 esempio-dirclean:
        rm -rf $(ESEMPIO_DIR)
# Toplevel Makefile options #
ifeq ($(strip $(BR2_PACKAGE_ESEMPIO)),y)
TARGETS+=esempio
endif
Listato 1
config BR2_PACKAGE_FOO
         bool “foo”
         default n
         help
         Possibile commento
         http://foosoftware.org/foo/
Listato 2

STRUTTURA DI BUILDROOT

Abbiamo scritto che buildroot è un insieme di makefiles, in buildroot questi script sono divisi in tre sezioni:

  • Package - Questa cartella contiene i makefiles e tutti i file associati che buildroot utilizza per la sua procedura di buiding del target filesystem.
  • Toolchain - Questa, invece, contiene i files per la parte della toolchain di compilazione
  • Target - Contiene i makefiles e i file associati per la generazione dell’immagine del target filesystem. I filesystem supportati sono: ext2, jffs2, cramfs e squashfs.  Per ognuno  di  questi  ci sono delle sotto-cartelle che contengono i files necessari.

In ogni cartella ci sono almeno due files:

  • something.mk, è il  makefiles  utilizzato  per  il downloads, configurazione, compilazione e per l’installazione del software.
  • Config.in, questo descrive le opzioni del software corrente.

 

 

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5 Commenti

  1. Avatar photo Stefano Lovati 29 Ottobre 2017
  2. Avatar photo Riccardo Ventrella 3 Novembre 2017

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