OpenAI sta sviluppando un dispositivo di Intelligenza Artificiale radicalmente diverso dai prodotti tecnologici attuali. Il progetto, creato insieme a Jony Ive, punta ad eliminare distrazioni e notifiche, per favorire un'interazione più naturale, silenziosa e contestuale.
OpenAI sta lavorando al suo primo dispositivo hardware nativo, un progetto che secondo le indiscrezioni avrà un design privo di schermo e un funzionamento basato quasi esclusivamente sull’interazione vocale. La collaborazione con Jony Ive, figura chiave nella storia del design di Apple, sta dando forma ad un approccio completamente nuovo ai prodotti tecnologici consumer. La presentazione di Sam Altman durante il Demo Day di Emerson Collective ha chiarito che l’obiettivo non è competere con gli smartphone, ma proporre un oggetto pensato per alleggerire la vita quotidiana, riducendo l’invasività che attualmente caratterizza molti dispositivi digitali. L’idea centrale è creare un prodotto capace di gestire informazioni in autonomia, senza sommergere gli utenti con stimoli continui, e in grado di inserirsi nella routine personale con una naturalezza impossibile per le piattaforme tradizionali.
La visione condivisa da Altman suggerisce un cambio radicale rispetto agli standard del settore, in cui l’attenzione dell’utente è spesso trasformata in una risorsa da monetizzare. La critica si concentra sulla sovraesposizione alle notifiche e ai meccanismi delle app social, considerate responsabili di frammentare la capacità di concentrazione. L’esperienza attuale dei dispositivi, secondo il CEO di OpenAI, ricorda un ambiente iperstimolato, simile a quello di una metropoli sovraffollata, in cui ogni passo è disturbato da luci, rumori e sollecitazioni. La nuova direzione vuole invece restituire una sensazione opposta, evocata da immagini di luoghi silenziosi e contemplativi, dove la tecnologia rimane presente ma non invadente.
Secondo le anticipazioni, il dispositivo AI dovrebbe diventare un assistente capace di interpretare il contesto con una profondità finora inedita, filtrando ciò che è irrilevante e intervenendo solo quando realmente necessario. L’obiettivo dichiarato è instaurare un progressivo rapporto di fiducia, fondato su una comprensione più ampia della vita dell’utente e delle sue priorità.
Ive ha descritto un metodo progettuale basato sulla semplicità apparente, una semplicità che nasconde strutture ingegneristiche sofisticate ma che si traduce in un’interazione spontanea, quasi istintiva, lontana dalla complessità dei moderni dispositivi multifunzione.
Una filosofia che mira a realizzare un prodotto che non intimorisca, ma che ispiri familiarità e che possa essere utilizzato senza richiedere attenzione costante, in sostanza un’estensione naturale della quotidianità. L’assenza di schermo, secondo le fonti vicine allo sviluppo, rappresenterebbe una scelta intenzionale per ridurre la dipendenza dai display, oggi considerati il principale vettore di distrazione. Ciò suggerisce un formato tascabile pensato per essere consultato senza necessità visive, in un rapporto più simile ad una conversazione che ad un’interazione grafica. Il risultato potrebbe essere un dispositivo che richiama, per filosofia, le prime innovazioni dell’era post-PC, quando estetica minimalista e funzionalità nascoste riuscivano a ripensare il modo di percepire la tecnologia.
Le prime reazioni attese dal pubblico potrebbero oscillare tra stupore e scetticismo, poiché la scelta di una forma estremamente essenziale rischia di apparire in contrasto con un mercato abituato a schermi sempre più luminosi e complessi. Tuttavia, la storia del design mostra come molte rivoluzioni siano nate proprio da soluzioni considerate troppo semplici al primo sguardo.
L’unione tra l’esperienza di Ive nella creazione di oggetti che hanno segnato interi decenni e la competenza di OpenAI nella generazione di modelli avanzati, potrebbe effettivamente dare vita ad un nuovo segmento di dispositivi.
In un settore in cui startup e aziende consolidate stanno cercando alternative credibili allo smartphone, questo progetto si inserisce come un tentativo concreto di superare l’era centrata sul display, per un’interazione più discreta, continua e fluida, fondata sulle potenzialità dell’Intelligenza Artificiale conversazionale. Resta ora da capire se il pubblico sarà pronto ad accogliere una tecnologia che chiede meno attenzione ma promette maggiore libertà, inaugurando un modo diverso di vivere la presenza quotidiana dell’AI.



