Arduino (clone) addirittura a meno di 4 euro, come è possibile? Forse alcuni di voi avranno notato la campagna di finanziamento (crowdfunding) per questa scheda (Iteaduino) e sicuramente si saranno chiesti come è possibile arrivare ad un tale prezzo! Semplice, basta progettare/copiare e produrre in Cina (Shenzhen), acquistare componenti clonati (addirittura il microcontrollore) e poi…. sperare. Vediamo nel dettaglio questa economica, per usare un eufemismo, scheda.
Di Arduino abbiamo già ampiamente scritto su questo blog, come potete leggere dalla relativa categoria ed in particolare abbiamo affrontato i vari problemi che già la Arduino Board porta con se, cercando di renderlo professionale.
Ridurre ancora i costi, quindi le prestazioni, lo trovo un tantino azzardato. Vediamo in dettaglio di cosa si tratta.
Iteaduino Lite
Iteaduino Lite è una scheda compatibile con Arduino. Fortemente compatibile con Arduino a livello hardware e quasi compatibile al 100% con la IDE di Arduino, questo dicono i produttori.
Il punto però è che NON utilizza come micro l'Atmel ATmega328 ma uno sconosciuto LGT8F88A prodotto dalla Logic Green che ne dichiara la compatibilità solo con l'ATmega88 (non il 328).
Nella campagna di crowdfunding che potete trovare nel link sopra, riguardo alla compatibilità vengono ripetute frasi a mio avviso, non certo rassicuranti, tipo "strong compatibility", "almost 100%" e "basically compatible". Inoltre la versione 1.5 della IDE è dichiaratamente non compatibile.
Infine in "Risk e Warnings" è specificatamente scritto che la spedizione NON sarà tracciabile e che, considerate le Sping Festival holiday non bisogna aspettare il prodotto prima di alcuni mesi, probabilmente alla fine di Marzo, considerando la spedizione a Gennaio. Insomma ordinate e … sperate! Del resto a questo prezzo mica volevate essere sicuri di ricevere pure la scheda 😉
Alcune considerazioni
Tralasciando il danno che una tale operazione può creare al prodotto originale Arduino (si prevedono battaglie? /come lo è stato per smARtDUINO e per la MAKERBOT) vorrei fare alcune considerazioni.
Premesso che la scheda Arduino è un microcontrollore con un po' di elettronica intorno (se si utilizza il chip FTDI come interfaccia USB) , è così complicato metter su una breadboard e realizzarsela da soli per pochi dollari? (se proprio vogliamo complicarci la vita)
E poi:
Vi fidereste ad utilizzare un micro del genere? Pensate ad un progetto che poi andrà in produzione per migliaia di pezzi… una bella responsabilità, ma anche un'enorme perdita di tempo se siete un hobbysta e non riuscite a far funzionare la vostra applicazione perché "quasi compatibile". Quanto avrete risparmiato?
Ed inoltre:
Il crowdfunding dovrebbe essere utilizzato per richiedere fondi rivolti allo sviluppo di nuove idee, per favorire l'innovazione. E' giusto che venga utilizzato per produrre repliche di prodiotti già esistenti, per lo più abbassando, anzi ammazzando i costi? E' supporto all'innovazione o istigazione alla concorrenza sleale, visto che nei Paesi di produzione sia la tassazione che i diritti dei lavoratori sono ben differenti da quelli occidentali?
Voi che ne pensate?
Buon giorno, penso che l’acquisto di un prodotto, qualsiasi esso sia, é subordinato ad un esigenza, un desiderio, l’intenzione di fare qualcosa.
Quando si acquista una scheda come Arduino, o simile, lo si fa perché si vuole realizzare dei progettini, imparare l’elettronica o divertirsi con essa….
Con premesse di qualitá cosí scarse non vedo come sia possibile realizzare tutto ció.
Risparmiare al punto di non ottenere il risultato finale é assurdo. Saranno anche solo 5 dollari ma sono buttati.
La risposta é quindi assolutamente no, anche perché a questi livelli penso sia anche in discussione un fattore sicurezza, chi mi dice che questa schedina non prenda fuoco dopo 10 minuti che funziona?
Per quanto riguarda i finanziamenti…. io penso che ognuno é libero di chiedere quello che vuole, la bellezza del crowdfunding é proprio quella, sta ai possibili investitori capire la validitá di quello su cui stanno investendo.
Come ognuno é libero di chiedere, altrettanti sono liberi di dissentire, come hai fatto tu oggi, mettendo in guardia i piú sprovveduti. Anche questo é opensource.
Hanno acchiappato un po’di soldi, e pure tanti rispetto alla richiesta di partenza, spero se li facciano bastare perché non credo che questo progetto fará molta strada
Stroncato alla grande 🙂
Non sarei così manicheo, comunque…
Alla fine dei conti si tratta di un esperimento e come tutti gli esperimenti la risposta potrebbe anche essere “Non vale!” 😉
Tutto sommato lo proverei…
Non sottovalutiamo, oggi come oggi, con il ruolo che i blog, internet, i vari siti tematici stanno guadagnando, il potere di un feedback negativo! 😉
In linea di massima concordo con la tua visione… della scheda, anche se l’azienda in questione è abbastanza solida e produce anche altre schede più performanti. Non credo quindi che prenda fuoco, ma non la utilizzerei di certo.
Riguardo la questione del crowdfunding, non sottovaluterei la cosa.
A mio avviso NON è ammissibile chiedere dei soldi per clonare un dispositivo distruggendone il mercato.
Andrebbe fatta molta comunicazione in merito per spiegare a chi ha acquistato “la quota” di 5$ che danno stà facendo all’economia… magari proprio del suo Paese!
ciao
esiste già la possibilità in tutto il mondo e quindi anche in Italia di creare un bellissimo Arduino tanto caro all’open source e a tutti noi e si chiama STANDALONE che in Inglese vuol dire stare “in piedi” da solo.
in sintesi con 6 euro circa ti crei il tuo Arduino “Uno” e il fattore più importante e che lo crei con delle misure molto compatte e ridotte e anch’esso riprogrammabile quante volte vuoi.
Ora, si e vero, questo creerà purtroppo grossi problemi ad Arduino originale e credo dispiaccia a tutti, ma mi pongo delle domande (lecite) a questo punto:
1- non è che Arduino originale potevano abbassare il prezzo visti i costi cosi dei componenti? si lo so c’è sotto tutto una serie di progettisti e ingegneri che devono essere pagati, ma se uno cliente già da se riesce con 6 euro ( io l’ho fatto) a farsene uno in casa e questo porta anche vantaggi di spazio e tempo, perché il PCB te lo costruisci ad hoc per il posto che deve essere messo e non mi inoltro sul discorso programmazione.
2- perché non imparare da altri? vedi il low cost delle compagnie aeree che vista la crisi e che il mercato diventava troppo concorrenziale, propone voli a cifre pazzeschemente basse.
quindi perché non fornire kit di auto costruzione ultra/mega/super personalizzabile della scheda Arduino originale come fa con le altre shield? se leggesse questo post forse il direttore commerciale mi assumerebbe. 😉
Concludendo e riassumendo, credo abbiano aspettato troppo (grosso errore) e in merito a il luogo da dove viene la concorrenza (Cina) starei attento a parlare perché basti vedere Philips ( ma anche altri) grandissima Azienda leader di mercato elettronica come ha dovuto piegarsi con i componenti elettronici che adesso basta aprire un televisore Philips che ce scritto made China in tantissimi componenti che prima c’era scritto Philips.
Ciao e comunque di sicuro ne proverò anch’io un paio.
anche questo e open source. Sperimentare sperimentare.
ps credo che a breve le schede originali Arduino subiranno forti cali e chissà, forse novità a basso costo.
ciao
Questo è il progetto Arduino standalone:
http://arduino.cc/en/Main/Standalone
Riguardo ai vari punti però vorrei fare delle precisazioni:
1) Il valore di Arduino NON è la scheda con i suoi componenti, ma l’intero ecosistema creato. Per realizzarlo ci sono voluti anni e questo è composto sia dalla IDE user friendly che dalla community.
Non esiste al mondo una scheda con così tante applicazioni pronte open source.
Quindi i 20 euro pagati, non sono per la scheda ma per l’intero ecosistema, paradossalmente la scheda puoi anche fartela da solo…
2) Già in molti propongono i kit, da Adafruit a Sparkfun. Non è il core business di Arduino però vendere i kit anche perché entrerebbe in un’area già occupata dai vari rivenditori 😉
P.S. se Arduino subirà dei cali è perché sta finendo il ciclo di vita del prodotto, non certo per questi cinesi. Tanto è vero che già da svariati anni esistono cloni di arduino (allora vendevano a metà prezzo) eppure… è ancora lì!
@ boss Emanuele
punto 1
concordo pienamente.
punto 2
perchè non dovrebbe entrare in un’area già occupata dai vari rivenditori?
non è forse che dovrebbe?
sia chiaro sono d’accordo che questo compromette certe regole di mercato che un avolta si chiamavano “rispetto”, ma oggi con la globalizzazione e politici che fano accordi con multinazionali (anche Cinesi), pensiamo che si possa parlare ancora di regole? di rispetto?
di solito non mi piace usare il nome di C. Darwin per esprime questa superiorità e cioè: i grandi mangiano i piccoli, perché il grande Darwin lo disse col fine che tutto era in funzione di migliorare la specie e invece qui, nel mercato del secondo millennio il “grande” mangia il “piccolo” solo per migliorare se stesso e questo crea sempre piu poveri e sempre meno ricchi ma più potenti. (Scusate il fuori tema).
ps La tecnologia sta facendo balzi esponenzialmente da giganti e molto più di quello che pensava Moore, quindi penso che non si possa fare un confronto tra irei e oggi. tanto che i cloni di allora non saranno mai come i cloni di adesso. ma di sicuro non saranno mai come gli originali.
Ciao Emanuele, capisco e condivido lo sdegno e la rabbia che traspare dalle tue parole in merito alla questione etica del crowdfunding, penso che il problema non é da ricercarsi nell’etica dello stesso, ma del commercio in se.
Se infatti fosse possibile limitare o regolamentare le iniziative di crowdfunding per evitare casi come questo, o peggio, come quello di makerbot, non sarebbe comunque possibile evitare che chi sia in malafede possa trovarsi comunque finanziamenti in altro modo, e partire all’attacco della fetta di mercato occupata da altri.
Come sarebbe poi possibile distinguere cosa sia uguale o simile al solo scopo di rosicchiare fette di mercato da cio che é semplicemente simile ma con un proprio percorso, che un domani potrebbe dare un prodotto migliore?
Agire con limitazioni a livello di progetto/prodotto, per quanto a volte se ne avrebbe voglia, sarebbe, a tutti gli effetti, istituire una forma di brevetto o licenza che va contro la filosofia open source. Anche questo sarebbe un problema etico,e non da poco.
Come fare quindi per evitare queste situazioni, e soprattutto, per far si che ognuno abbia i propri spazi?
Io comincerei facendo ordine. Il mondo open source ha bisogno di ordine, e di organizzazione. Cosí non é possibile andare avanti (pena l’inconcludenza, e la morte di moltissimi validi progetti che potrebbero avere un futuro), la libertá, bene fondamentale e preziosissimo, é pericolosamente sulla strada dell’anarchia e del caos.
Una babele di progetti, versioni, derivazioni, clonazioni, documentazione incrociata, lavori sospesi e poi ripresi…. insomma, non ci si capisce piú nulla.
Non é la prima volta che mi imbatto in progetti o prodotti open source, senza la “source”, sembra un gioco di parole ma é vero, a volte capita anche questo.
In questa confusione, chi se ne vuole approfittare ha gioco facile, si copia, si clona, e poi si manda tutto in Cina. Ma finche sono progettini come quello che hai presentato tu, per quanto fastidioso, non penso che possano fare grandi danni, il problema é quando vediamo grosse aziende che si muovono silenziose e al momento giusto assorbono e brevettano, li la cosa diventa preoccupante.
Un esempio su tutti, non so se lo sapete, ma la scorsa estate la Makerbot é stata acquisita da Stratasys, una delle piú importanti aziende nel settore della stampa 3d a livello industriale. La cosa grave che Stratasys ha gia brevettato i prossimi futuri sviluppi della makerbot, e lo ha fatto ancora prima di comprarla!
Allora faccio una proposta, spero che mi darai, mi darete tutti una opinione in merito.
Perché non istituire un punto fermo, un luogo in comune con regole chiare, dove tutti i progetti/prodotti open source (quindi tutte le licenze come GPL,GPL2, GPL3, LGPL, CC, e copy-left) vengano presentati, organizzati, spiegati nel dettaglio.
Una sorta di mega wiki/portale dove é possibile depositare il proprio progetto (volendo, anche fissando logo e nome), dove ognuno sará tenuto non solo a fornire i sorgenti, ma anche manuali, descrizioni dettagliate e soprattutto comparazioni con il progetto giá esistente da cui é partito.
Un po come fanno i consorzi d.o.p, o gli enti di certificazione, la presenza di un progetto all’interno di questo sistema da una garanzia di metodo e trasprenza.
Si potrebbe creare un organo del genere a livello nazionale, dove oltre all’inglese verrebbe utilizzata anche la lingua di quel paese.
Ogni portale nazionale sarebbe una sorta di macrocellula che poi, connessa con le altre, formerebbe un unico organismo sovranazionale che mantiene l’ordine nel mondo open source.
In realtá, al mondo, esiste giá una cosa del genere, é l’ufficio brevetti !!
Non c’é bisogno di grande scienza, é sotto gli occhi di tutti.
Perché l’open source non si é ancora dato delle regole? Quanti cloni e progetti fake brutalmente scopiazzati dovremo ancora vedere?
Questo é secondo me il modo per risolvere il problema alla radice. Devo registrare/depositare/pubblicare (interpretiamolo come piú piace) il mio progetto, dopo (e solo dopo), posso chiedere il crowdfunding, cosí sará subito chiaro se le intenzioni sono quelle di creare qualcosa di diverso o semplicemente scopiazzare per lucrare sul lavoro degli altri.
Questo il mio punto di vista, voi che ne pensate?
Ciao
chi vuole essere open-source deve esserlo fino in fondo… poi ognuno sceglie quello che preferisce…
su wikipedia open source viene definito:
Open source (termine inglese che significa codice sorgente aperto), in informatica, indica un software i cui autori (più precisamente i detentori dei diritti) ne permettono e favoriscono il libero studio e l’apporto di modifiche da parte di altri programmatori indipendenti. Questo è realizzato mediante l’applicazione di apposite licenze d’uso.
Il fenomeno ha tratto grande beneficio da Internet, perché esso permette a programmatori geograficamente distanti di coordinarsi e lavorare allo stesso progetto.
ora, se consideriamo che gli opensourcisti di fatto provano “tutto” credo che non provare le novità sia fare un passo indietro.
chissà forse troveremo anche i difetti come in moltissime occasioni.
Hai ragione!
Anche perchè, clone o non clone, sapere è meglio che ignorare, in generale! 😉
la scusa del low-cost non deve in ogni caso alimentare l’arte della contraffazione di cui i cinesi sono diventati maestri… in ogni caso diminuire il costo di arduino (in tutta la sua linea) potrebbe essere una risposta piu’ che dignitosa per “contrastare” questo fenomeno….
risulta evidente una cosa: utilizzare il meccanismo di crowdfunding per fare concorrenza sleale al prodotto originale (poi con tutte le limitazioni che il prodotto ha) e’ un ignobile atto che non puo’ che infastidire tutta quella comunita’ di persone che lavorano dietro al progetto Arduino. posso concepire chi riproduce la scheda, con le stesse caratteristiche, anzi con apetti migliorativi, ma ad un prezzo piu’ basso. ma cosi’ proprio NO!!!
In tanto mio presento, io sono Emanuele, nuovo nel forum.
Volevo rispondere a h3nk3relett. Il low cost a tutti i costi è sinonimo di non qualità. Tu citi le compagnie aeree Low Cost,fai due conticini, e potrai capire da dove possono venire i costi di voli così bassi: diminuizione personale;diminuizione della manutenzione periodica;diminuizione della pulizia del veivolo;diminuizione dei corsi d’aggiornamento per il personale.
Tutte queste minori spese, si riperquotono sulla qualità, ma di questi tempi, grazie alla crisi indotta dai mercati finanziari, che si ripercuote sul solito cristo che deve sbarcare il lunario, tutti siamo costretti a ricercare qualcosa che ci faccia risparmiare. Purtroppo questo è ciclo che si chiude a cerchio, e più la crisi si fa sentire, più si cerca di risparmiare, più avremo prodotti low-cost made in china.
Per quanto riguarda la Philips, non è lei che usa componenti elettronici cinesi, ma è che semplicemente tutta il reparto Televisori Lcd è stato venduto ad una Azienda cinese, con la clausola di mantenere ancora il Marchio Philips.
Quello che voglio far capire io, è semplicemente il fatto che, siamo noi consumatori a scegliere come il mercato va avanti(sicuramente ci sono molti stimoli esterni come la pubblicità,la crisi, e tanti altri stratagemmi usati da chi deve vendere)e se noi continueremo in questa strada impervia, che si chiama low-cost-made-in-china, finirà semplicemente che noi saremo stranieri in casa nostra, le Aziende Italiane saranno sostituite da Aziende Cinesi, e l’unica cosa che potremo fare sarà comprare esclusivamente da loro. Comunque questo grazie anche alla sbandierata globalizzazione sta già avvenendo. Per esempio dalle mie zone, una zona commerciale, che prima era fiorente, dove c’erano un sacco di aziende Italiane che lavoravano, si sta trasformando piano piano, in una zona commerciale Cinese.
Open Source, non significa che io di quello che trovo a disposizione, possa farne quello che voglio, quello è anarchia, ma che ci sia come base il rispetto per quelle persone che hanno portato avanti un progetto,costato tempo, denaro e sudore. Pensando che loro avrebbero potuto semplicemente metterlo in commercio, e sfruttarne l’escclusività.
ciao Emanuele benvenuto tra noi
parole sante sul low-cost. purtroppo di questi tempi, dove il risparmio inteso come minor prezzo e’ diventato un must, si passa “sopra” alla qualita’ senza neanche vedere cosa si acquista…
un esempio: ho uno zio a Milano, che da decenni ha un negozio di elettrodomestici con annesso laboratorio per la riparazione degli stessi; l’ho sentito giorni fa e con mio stupore mi ha riferito che ha ricominciato a riparare i televisori, attivita’ che da anni non lo faceva piu’ con l’assiduita’ di adesso! questa attivita’, con la quale mi sono formato (da ragazzetto di bottega l’estate durante le vacanze estive mentre studiavo all’istituto tecnico)una volta si faceva on-site, in quanto andavamo per le case con la valigetta dei componenti a riparare i televisori… oggi l’esasperato consumismo e il crollo dei prezzi ha reso questi oggetti non piu’ conveniente da riparare (magari il guasto e’ una bischerata, il piu’ delle volte un problema sulll’alimentazione…)ma l’evolversi negativo di questa crisi ha fatto riscoprire forme di risparmio per alcuni fino a pochi anni fa impensabili !!
nel caso di Arduino, la visionarita’ di Massimo Banzi purtroppo e’ stata vanificata da una multitudine di soggetti che sfruttando la comunita’ open-source stanno uccidendo con mezzi “di dubbia legalita’” ogni forma di sana concorrenza, ma sicuramente con un certo degrado di qualita’ !!
il resto e’ sotto gli occhi di tutti e su ebay……
un saluto
Non potrei essere maggiormente in accordo: Arduino non è solamente una scheda ma un vero e proprio ecosistema in cui, a mio avviso, gli elementi più interessanti sono la comunità e l’IDE; la scheda è solo uno dei molti possibili modi di usare un micro controllore.
Per quanto riguarda il prezzo occorre tuttavia notare che le schede Arduino originali sono fatte in Italia e che pertanto il costo non può basarsi meramente sul costo dei componenti.
G.
Direi che l'idea non è male…. ma non per una sperimentazione "casalinga" ma per una preserie di un prodotto da industrializzare in gran numero di pezzi.
molte volte per una produzione "semi-industrializzata" si utilizzano protoboard "simil clone" per ridurre i tempi di produzione.
A proposito del low-cost che ne pensate di un articolo sul ESP8266? Di fatto è l’IOT a meno di 5$
Diciamo che non amiamo il low-cost cinese, spesso sinonimo di bassa qualità e causa (o concausa) della crisi economica che stiamo vivendo in occidente.
Comunque OK, prendiamo in carico la tua richiesta 🙂
Buongiorno a tutti, vorrei dire cosa ne penso di questi “cloni”. Per prima cosa penso che come affidabilità e durata siano molto distanti dalla scheda originale, basti pensare che un mio amico che ha preso su un sito cinese una scheda clone di arduino UNO ha dovuto gettarla dopo meno di un mese… (ovviamente non saranno tutte così ma secondo me è più affidabile l’originale) Sono d’accordo che il poter comprare una scheda simile a 5 euro piuttosto di spenderne 20, soprattutto oggi, fà un po’ riflettere ma sono dell’idea che sia giusto spendere un po’ di più ma dare quei soldi in più ad un gruppo che lavora bene ed è riuscito a creare qualcosa di fantastico! E’ giusto provare ma sono convinto che sia anche giusto premiare chi fa un bel lavoro e rende disponibili così tanti prodotti che ti permettono di costruire qualsiasi cosa, a costo di spendere quei 15 euro in più… E comunque va bene provare ma se dopo quello che inizialmente era “provare una nuova scheda” a lungo termine diventa “prendo quella scheda solo per spendere 15 euro in meno” a mio parere è sbagliato.
Sono d’accordo sul fatto che acquistando i cloni di arduino si danneggi il mercato… è anche vero però, che grazie ai cloni ( presi su aliexpress) anche chi è a corto di denaro (come uno studente fuori sede) può imparare senza timore di danneggiare un prodotto ben pagato (io personalmente ho bruciato un raspberry per sperimentare)… poi magari per i progetti più ambiziosi si può comprare un arduino originale, dopo aver fatto esperienza. È un pò il discorso che si fa con i software per pc quando si tratta di imparare (che alcuni arrivano a costare migliaia di euro).