
Vivere di open source probabilmente non è possibile, come ha sostenuto alcuni anni fa Dave Tosh, una delle personalità più influenti a livello di e-learning mondiale, ma è sicuramente fattibile una prova lunga una giornata. Ecco allora che, dopo aver assaporato il ritorno al passato con l'esperimento 'ventiquattro ore senza tecnologia', proponiamo un'altra sfida: vivere ventiquattro ore open source'. Questa volta non sarà un diario con rapporti aggiornati di ora in ora, ma piuttosto una visione generale di come si possa passare una giornata sfruttando tecnologie (e non solo quelle) open source.
Vivere 24h open source
Bisogna ammetterlo, la vita open source non è di certo facile perché, come già asseriva Dave Tosh, vengono celebrate le potenzialità e le virtù di questa corrente, ma non è ancora nato, in concreto, un modello di sviluppo sostenibile per un tale tipo di attività. Per prima cosa avremmo bisogno di un sistema operativo open source, che oggi non è affatto un problema, visto che Ubuntu è tranquillamente utilizzabile da tutti: quindi via per sempre, o almeno per un giorno, le Finestre di Microsoft e largo al Pinguino!
Davanti al computer
La giornata tipo della maggior parte delle persone inizia, dopo doccia e caffè, o barba e bidet, davanti ad uno schermo, non sempre LCD, a battere su una tastiera. Uno dei programmi più usati è il pacchetto Office, con Word, Excel, ecc., ma nella nostra prova non sono ammessi, visto che sono software proprietari: si passa allora a OpenOffice.
Per ascoltare musica dimentichiamoci pure Windows Media Player e passiamo a lettori open source come Vlc; ascoltiamo musica a navighiamo su Firefox. Mentre siamo in rete, magari diamo anche un'occhiata in giro alle offerte di lavoro, se non ce l'abbiamo, oppure se non siamo entusiasmati da ciò che facciamo; o ancora, possiamo cercare per semplice curiosità. Bene, questo link è un utile fonte di idee per cercare lavoro nell'open source: ci sono sezioni in cui inserire il proprio profilo e CV e altre in cui cercare le varie offerte. Nei tempi morti possiamo caricare le foto sull'applicazione open source Photo Space, una sorta di Google Picasa, che permette di creare un archivio di immagini fino a 7 GB, con tempi di upload più veloci rispetto ad altri siti dello stesso genere, come Flickr.
Già che siamo, diamo anche una ritoccatina alle foto, grazie ad uno dei programmi di grafica più popolari, GIMP. Passata la giornata lavorativa, si torna a casa..utilizzando un mezzo open source, se possibile: trasporti pubblici a parte, chi ha la possibilità può utilizzare le biciclette pubbliche, disponibili purtroppo in poche città, ma davvero utili, e open, per chi deve spostarsi all'interno del centro urbano.
In questo senso mi ha particolarmente affascinata Barcellona, dove, grazie a queste due ruote disponibili in tantissimi punti della città, è possibile spostarsi agevolmente e rapidamente, pagando un abbonamento annuale di poche decine di euro. Oltre che utilizzate, le biciclette possono essere implementate con funzionalità a piacere dagli utenti, nel rispetto ovviamente del mantenimento del buono stato del mezzo.
Siamo a casa, stanchi e con tanta voglia di rilassarci: che ne dite di un bel pasto 'open food', discusso e condiviso con altri utenti sul sito opensourcefood, accompagnato da una Coca Cola, o meglio OpenCola? Sì, anche questa bevanda può essere aperta a tutti, certo non nella sua formula originale, ma in una forma che ci si avvicina molto. Il sito wikiHow mette a disposizione un manuale, aperto a tutti, sul 'Come si fa'.
Al momento ci sono 1588 tra soluzioni ai problemi di tutti i giorni, suggerimenti e trucchi. Uno dei quali riguarda proprio la Coca Cola open source. La ricetta può essere liberamente modificata dagli utenti per ottenere un prodotto sempre migliore. E per finire, un film, scaricato legalmente da uno dei tanti siti che permettono il download legale di musica e pellicole cinematografiche. Qui si possono trovare siti come Legit Torrents, dove è possibile condividere video, canzoni e giochi, e altri nove siti torrent legali, che vale la pena visitare. Si è fatto tardi, meglio andare a dormire, magari in un letto condiviso, domani si ricomincia con la routine lavorativa classica; ma lasciamoci un'ultima carta da giocare, per completare le ventiquattro ore di vita open source, impostando come sveglia Chumby, il gadget basato sul kernel Linux, che permette agli utenti modifiche a piacere dal lato software e hardware (in questo caso è possibile proporre modelli personalizzati per l'involucro).
Ah, se prima di andare a dormire avete voglia di leggere, sappiate che anche questo tipo di attività è open source, gratuita e legale, in alcuni casi, come quello del noto scrittore portoghese Paulo Coelho, che, al grido di 'Pirati del mondo, unitevi e piratate tutto quello che ho scritto!', ha invitato chi di competenza a rendere pubblico e gratuito tutto il suo lavoro (a questo proposito vi invito a leggere quanto da lui stesso detto in tema di Copyright, davvero interessante, visto che ricalca quello che avevamo discusso noi nell'articolo 'La pirateria informatica non è un furto').
Ecco l'articolo in italiano e l'originale.
Voi quanti gadget, dispositivi, programmi, open source utilizzate?
E, soprattutto, pensate sia possibile vivere open source, secondo i dettami della condivisione e della libera circolazione di materiale? Insomma, è necessario imporre l'acquisto per guadagnare?

Articolo interessante. Vi invito a leggere anche questo articolo http://blog.panorama.it/libri/2010/10/19/tu-non-sei-un-gadget-il-manifesto-anti-open-source-di-jaron-lanier/ , in cui viene presentato il libro della propaganda anti open source, ‘You are not a gadget’, scritto dal guru informatico Jaron Lanier.
Per Fabio: la risposta alla tua domanda è nel blog di coelho.
ps. mi auto-correggo per una mia imprecisione (mea culpa) Coelho è brasiliano, mentre ovviamente portoghese è la lingua dei suoi scritti
Non sapevo della possibilità dell'”open food”, mi si è aperto un mondo,
per quanto mi riguarda Ubuntu e per la musica http://freemusicarchive.org/, dove trovi moltissima musica suddivisa per generi in licenza creative commons
Sono 10 anni che uso solo open source (seppur con qualche “sbandata” ogni tanto verso qualcosa di free/demo/trial, ad esempio programmi del tipo Varicad e/o Medusa4) e sono prossimo alla LPIC-1 (http://lpi.org/) sperando di non commettere cacchiate alla LPI 102 il prossimo 5 marzo. ^_^
Chi è interessato a programmi inerenti il settore scientifico suggerisco (puro campanilismo 😛 ) il mio sito: http://elettrolinux.com
al momento si nota qualche difficoltà in alcuni link e in alcune pagine – Sitemap e FeedBack per il front-end e il SEO/SEF nel back-end, da qui l’errore su un certo numero di link – poiché ho aggiornato PHP e alcune funzioni sono state deprecate e con esse alcuni plugin installati in Joomla! Sto facendo il passaggio dalla versione 1.5x alla 2.5.x per questo ancora non li ho corretti.
Per rispondere ai vari interrogativi di sopra premetto che il sito è ancora molto incompleto.
Personalmente non navigo wireless, ma mi attacco al cavo ^_^
Uso Firefox, ma non installo quella porcata di flash (occorre un PC della NASA per far girare il più insignificante dei video …e non voglio sprecare cicli di CPU che preferisco dedicare ad altro ^_^ ). Suggerisco l’utilizzo di programmi open source per questo, come Minitube (http://flavio.tordini.org/minitube)
Chi è interessato alla musica ricordo che c’è anche Jamendo (…e in esso vi sono un certo numero di CD realizzati utilizzando solo con programmi open source – Ardour, Audacity, kernel real time per la responsività etc).
Poi nei sistemi embedded si apre un mondo davanti, il fatto, poi, che “chiudano” i sorgenti una volta utilizzati ciò è permesso da un certo tipo di licenza (non la GPL).
…vabbè, mi fermo qui…
Bye 😎
P.S.: Perché dovrebbe installare “solo” la riga di comando? …quello si fa sui server e li si raggiunge via (Open)SSH.
Di ambienti grafici open source ce ne sono svariati, per tutti i gusti (KDE, Gnome, LXDE, XFCE, FluxBox, E17 etc) e anche migliori delle interfacce grafiche “proprietarie”.
Bye 😎