Quasi due anni fa, scrissi che ci sarebbe stato il boom dei dispositivi indossabili e degli oggetti connessi ad internet. E così è stato, oggigiorno infatti basta fare un giro in qualsiasi megastore per trovare intere vetrine colme di smartwatch e dispositivi wearable vari ed il web è pieno di aziende che vendono prodotti connessi ad internet. Ma a volte l'apparenza inganna. Infatti vedo smartwach in tutte le vetrine, ma non ai polsi dei miei amici. Vedo schede IoT ma non vedo una diffusione di questi dispositivi nel consumer... quanti vostri amici regolano la temperatura di casa dallo smartphone? Siamo in pieno periodo Wearable ed IoT ma forse lo stiamo facendo nel modo sbagliato!
Era il gennaio 2014 quando pubblicai l'articolo "2014 l'anno del wearable e di IoT". Ed in effetti queste tecnologie si sono sviluppate a tal punto da generare una serie di prodotti più o meno innovativi. Wearable ed IoT sono simili per certi aspetti, infatti i dispositivi indossabili possono essere considerati parte di Internet delle Cose proprio per la loro caratteristica di essere connessi ad internet. Una distinzione grossolana può essere fatta in base alla tecnologia radio utilizzata. I primi infatti sono connessi ad internet tramite smartphone con il quale comunicano attraverso Bluetooth mentre i secondi hanno il Wi-Fi a bordo. Dimensioni, peso ed assorbimento sono gli altri punti che differenziano questi dispositivi. Infatti non è ragionevolmente possibile avere il WiFi in un dispositivo indossabile per evidenti motivi di durata batterie.
La sensazione però è che l'offerta abbia già superato la domanda,
saturando subito la nicchia degli innovatori-geek-curiosi insomma di tutti quelli che non si lasciano sfuggire l'ultima novità tecnologica. E gli altri, dov'è il grande pubblico?
Vi ricordate i netbook? E, per fare un esempio ancora più calzante, chi si ricorda dei Google Glass ?
Sembrava che nel giro di pochi mesi dovessimo tutti girare con gli occhiali interattivi ed invece...
Ad oggi sembra che i dispositivi indossabili stiano prendendo piede solo in alcune nicchie, come ad esempio nel wellness mentre IoT sembra ancora rilegato all'ambiente industriale. L'avvento della domotica, ormai da più di un decennio, sembra stenti a trasformarsi in una domotica IoT.
Forse i problemi sono nella User Experience oppure nella sicurezza delle connessioni internet?
Ed i dispositivi indossabili, in particolare gli smartwatch, perché stentano a diventare un fenomeno di massa?
Svariati anni fa, tutti pensavamo che in un futuro non molto lontano avremmo avuto il cellulare al polso ed invece la tecnologia non si è spinta fino a tal punto, ma gli smartwatch sono nati lo stesso con una sorta di escamotage. Infatti, avendo tutti lo smartphone, è più semplice e meno dispendioso sotto vari punti di vista, comunicare in BLE piuttosto che in 4G dal proprio polso.
Che sia questo uno dei motivi? Oppure dobbiamo solo attendere, ad esempio una larga diffusione dell'Apple watch per capire meglio il mercato? Vedremo cosa succederà nei prossimi mesi!
Considerando però che il primo reference design di smartwatch è stato presentato da TI ben 5 anni fa, mi sembra che si vada abbastanza a rilento...
Non sarà che forse lo stiamo facendo nel modo sbagliato?
Ottime considerazioni Emanuele, personalmente credo che il problema sia nell’educazione al bisogno, vedi appunto modello Apple e nel REALE bisogno che attualmente è abbastanza mitigato dalla crisi.
Aggiungerei che molto spesso vengono realizzati progetti (quindi prodotti) rivolti a soddisfare l’ego del progettista o della startup, piuttosto che invece soddisfare una reale necessità o colmare un bisogno. Questo ci porta appunto alla “creazione del bisogno”, attività nella quale solo le grandi aziende riescono.
Cercando di non pensare da progettista, ma da consumatore, probabilmente i dispositivi indossabili non hanno fatto presa sul mercato per via dei consumi e degli eccessivi cicli di ricarica.
L’orologio (per esempio) – smartwatch- deve essere un articolo semplice da utilizzare, e doverselo togliere in continuazione dal polso per ricaricarlo magari due volte al giorno non è allettante.
secondo me il vero problema è dato da 2 fattori: 1 l’utilità anche perchè basta guardare gli smartwatch che non offrono praticamente nulla di nuovo o allettante mentre dall’altra parte abbiamo il secondo problema che sarebbe la praticità di un aggeggio. basta pensare a una cosa è più facile scrivere mandare un messaggio o altro usando 2 mani e un orologio (lasciando perdere l’ancora acerbo riconoscimento vocale ) oppure usarne 1 e prendere dalla tasca un 5 pollici e poter fare tutto usando ripeto solo una mano. secondo me il vero problema sta nel fatto che gli sviluppatori non si rendono conto che questa strada ora come ora è fallimentare ….. forse si vedrà qualcosa nel wearable con le hololens di microsoft che diciamo hanno per ora qualcosa di “nuovo” da offrire ma staremo a vedere
Per quanto riguarda l’IoT secondo me un grosso limite è nell’installazione … ho chiesto informazione per poter installare un termostato “intelligente” tipo quello della Nest solo che non trovato l’installatore che sapesse di cosa stavo parlando (figurarsi quindi il saper installarlo o configurarlo). Quindi il mercato è riservato al momento a chi poi si ingegna da solo sfruttando magari le tante risorse on-line ma non sicuramente al grande pubblico. Ho visto poi preventivi per le installazioni di soluzioni di semplice domotica che spaventano e questo sicuramente non favorisce lo sviluppo del settore … lo smartwach lo utilizzo però usciti dal fitness la sua utilità è limitata (molto comoda la notifica dei messaggi che evita di dover tirare fuori il cellulare a cena, cosa non sempre elegante).
Aggiungerei che, complice la crisi, anche le aziende nel settore dell’edilizia hanno rallentato il loro processo di innovazione nel costruire abitazioni orientate all’IoT. Si pensi alle prese intelligenti distribuite da Linksys, se fossero direttamente incorporate nelle prese a muro insieme alle prese usb, sicuramente stimolerebbero chi le trova all’uso. Mostrando così gli enormi vantaggi di una casa controllata dalla tecnologia.